venerdì 31 dicembre 2010

Rc auto: caro-polizze, iniziativa Romani

Il ministro dello Sviluppo Economico ha convocato Isvap e Ania

Il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha convocato per il 4 gennaio 2011 Giancarlo Giannini, presidente dell'Isvap, e Fabio Cerchiai, presidente dell'Ania. L'obiettivo e' approfondire le proposte presentate e verificarle rispetto alle azioni portate avanti dal ministero per contenere il costo delle tariffe e rendere piu' efficiente il settore assicurativo.

(fonte ansa.it)

CASELLO, LE NUOVE TARIFFE DA GENNAIO 2011: +3.3%

Dal primo gennaio 2011 entreranno in vigore gli adeguamenti delle tariffe di pedaggio autostradale delle Società Concessionarie. Ne dà notizia l'Anas, spiegando che l'aumento medio ponderato per l'intera rete autostradale è pari al 3,3%.

(fonte leggo.it)

giovedì 30 dicembre 2010

CAPODANNO SPENDACCIONE: OGNI ITALIANO SPENDE 121 EURO

Centoventuno euro. È quanto spenderanno in media, a testa, gli italiani che festeggeranno la notte di Capodanno, tra festa, regali, pranzi, vestiti, accessori e addobbi. Lo riporta un'indagine condotta dalla Camera di commercio di Milano, attraverso Digicamere, su 801 cittadini italiani, 267 a Milano, 267 a Roma e 267 a Napoli. Gli interpellati passeranno l'ultimo dell'anno a casa (68%), impegnati nel tradizionale cenone con i parenti (29%) o ad una festa privata (18,4%). Passeranno la vigilia del 31 dicembre con i propri cari soprattutto i napoletani (37,5%), tanti milanesi saranno in compagnia degli amici (18,1%) mentre tra i romani, uno su quattro festeggerà andando ad una festa (25,3% tra feste nei locali o private contro 20,8 % italiano). Sarà Capodanno sulla neve, invece, per l'8% dei milanesi (contro 3% e 1,9% di rispettivamente romani e napoletani). C'è poi anche chi aspetterà il nuovo anno in compagnia della tv, circa un milanese su venti (4,6% rispetto al 3,2% nazionale) o chi sarà già a letto prima di mezzanotte (1,9% degli italiani).

NAPOLI E ROMA IN TESTA Per dare il benvenuto al nuovo anno spenderanno di più i napoletani e i romani: 142 e 141 euro a testa. I milanesi invece, secondo la Camera di Commercio di Milano, quest'anno saranno più parsimoniosi, con una spesa media di 86 euro a testa. Oltre un italiano su dieci non spenderà nulla. Gli italiani, prosegue la Camera di Commercio, non rinunciano alle tradizioni legate al Capodanno: cotechino con lenticchie (19,9%), spumante di mezzanotte (18,5%) e cenone (7,4%). Si fanno spazio anche i sentimenti per chi decide di passare la serata con gli amici o con il partner (8,7%). Affezionati al consueto piatto della vigilia soprattutto i milanesi (25,8%) e i romani (24,7%). I napoletani non rinunciano allo spumante di mezzanotte (30,3%), scelto anche dalla maggior parte degli italiani per brindare all'arrivo del 2011 (76,9%). Un italiano su dieci, invece, si concederà un calice di champagne (10,2%).

(fonte leggo.it)

ISTAT, SPESE IMPREVISTE: A RISCHIO UNA FAMIGLIA SU 3

Cresce nel 2009, insieme all'indebitamento, la difficoltà delle famiglie di far fronte agli imprevisti. Lo rileva l'Istat nel rapporto 'Distribuzione del reddito e condizioni di vita in Italia' relativo agli anni 2008-2009, precisando che le famiglie che non potrebbero far fronte a spese impreviste di 750 euro aumentano dal 32% al 33,3%. Rispetto al 2008 cresce inoltre il numero di famiglie che sono state in arretrato con debiti diversi dal mutuo (dal 10,5 al 14% di quelle che hanno debiti) e quelle che si sono indebitate (dal 14,8 al 16,5%). Le famiglie con figli sono «relativamente più esposte a situazioni di disagio», mentre le coppie senza figli sono quelle che meno frequentemente dicono di sperimentare difficoltà economiche. Lo rileva l'Istat, precisando che se in media, l'11,7% delle coppie con figli dichiara di essersi trovata in arretrato con il pagamento delle bollette (contro il 5,4% di quelle senza figli), tale percentuale sale al 22% per quelle con tre o più figli. La situazione di «maggiore vulnerabilità» delle coppie con almeno tre figli - precisa l'Istituto nella statistica in breve 'Distribuzione del reddito e condizioni di vita in Italia - è confermata anche dal fatto che il 31,5% di esse dichiara di arrivare a fine mese con molta difficoltà, il 7,3% di aver avuto insufficienti risorse per le spese alimentari, il 29,2% per le spese di vestiario e il 22% di quelle che vivono in affitto o hanno contratto un mutuo sono state in arretrato con il pagamento delle rate. Insieme alle coppie con almeno tre figli, si trovano più frequentemente coinvolte in situazioni di difficoltà economica le famiglie con un solo genitore e gli anziani soli.

(fonte leggo.it)

DAL 2011 CODICE FISCALE PER GLI ACQUISTI OLTRE I 3.000 €

Dal prossimo anno per fare acquisti oltre i 3mila euro bisognerà fornire anche il proprio codice fiscale. Si tratta di una norma contenuta nella manovra economica di luglio, nascosta tra le misure per combattere l'evasione, che renderà possibile rintracciare quei cittadini che spendono più del reddito dichiarato. Lo sottolinea il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, in un'intervista al Corriere della Sera, sottolineando che «chi non paga le tasse» dovrà fare «bene i conti», perchè «la vecchia logica, basata sulla stima dei rischi ridotti non vale più ». Quello del codice fiscale, spiega, «è un sacrificio che chiediamo a tutti i cittadini onesti, lo sappiamo, ma vorremmo fosse compreso» perchè «consentirà di colpire meglio gli evasori». Ci sono, aggiunge, «tutti gli strumenti per stanare chi non paga. Possiamo colpire in modo mirato. Nel 2010 abbiamo recuperato 10 miliardi agli evasori. Da gennaio per loro sarà ancora più dura». Befera ricorda che «presto» sarà disponibile anche il software per il redditometro fai da te, in modo che «ciascuno possa verificare la congruità del reddito dichiarato con le spese sostenute». Gli «accertamenti sintetici sul reddito - ricorda - scatteranno quando si spende il 20% in più del reddito dichiarato»- L'attività dell'agenzia nel 2011 sarà dedicata anche «alle verifiche sulle imprese costantemente in rosso» e a «controlli a tappeto sulle partite Iva esistenti».

(fonte leggo.it)

mercoledì 29 dicembre 2010

A Telecinco canale spagnolo Cuatro

Mediaset, venduto da Prisa per 976 mln

Quasi un miliardo di euro per comprare il canale spagnolo Cuatro. E' quanto sborsato da Telecinco, del gruppo Mediaset, per acquisire il network televisivo dal concorrente iberico Prisa, che edita anche il quotidiano "El Paìs", e per il 44% di Digital+. L'operazione, del valore di 976 milioni di euro, è stata messa a segno dalla stessa Telecinco insieme con Telefonica, secondo quanto ha comunicato la società spagnola.

Telecinco diventa Mediaset.es
Dopo questa acquisizione, Telecinco diventerà Mediaset.es, come ha annunciato il vicepresidente del gruppo Pier Silvio Berlusconi a Studio Aperto. "Abbiamo intenzione, e lo vedremo con gli altri soci nei prossimi mesi, di cambiare il nome e farla diventare Mediaset.es che vuol dire Mediaset Spagna". Così la società "sarà riconoscibile in maniera maggiore e più ricollegabile al nostro gruppo anche attraverso il nome".

I dettagli dell'accordo
Entrando nel dettaglio dell'affare, alle due società, Telefonica e Telecinco, andrà una quota pari al 22% del canale satellitare Digital+, secondo quanto ha comunicato Prisa alla Cnmv, la Consob spagnola. Quanto invece all'emittente generalista Cuatro, sarà assorbita interamente da Telecinco. Prisa diventa così il secondo azionista di Telecinco, con una quota del 17,3%, per un valore di mercato di 590 milioni di euro.

Prisa ha anche detto che entrerà con due consiglieri, uno dei quali vicepresidente, nel Cda di Telecinco. Mentre Telecinco e Telefonica parteciperanno nel Cda di Digital+ con due consiglieri ciascuno.

"Mediaset - conferma una nota di Cologno Monzese - annuncia che la controllata spagnola Telecinco, soddisfatte le condizioni sospensive cui era soggetta, ha acquisito il 22% di Dts Distribuidora de Television Digital SA ("Digital+") e il 100% del capitale azionario di Four Television Sau (Sogecuatro), titolare, tra gli altri, del canale free tv Cuatro".

"In particolare - si legge ancora nella nota -, Telecinco ha acquisito il 22% di Digital+ per un prezzo in contanti di 487.988.380 euro. Inoltre, Prisa ha apportato il 100% del capitale sociale di Sogecuatro ottenendo in cambio 73.401.870 di nuove azioni Telecinco, che rappresentano il 18,041% del capitale sociale. Dopo gli aggiustamenti di prezzo previsti nell'accordo quadro Telecinco/Prisa, il numero di azioni Telecinco detenute da Prisa sarà ridotto a un totale di 70.534.898, pari al 17,336% del capitale di Telecinco".

"Il gruppo Mediaset - si precisa - raggiunge così le dimensioni di primo operatore televisivo in Spagna. L'operazione contribuisce all'affermazione dell'industria italiana in Europa, rappresenta la volontà di investire delle aziende italiane anche in un momento economico non brillante e rafforza il ruolo centrale della tv generalista anche per il futuro".

La spagnola Cnn+ chiude i battenti
In seguito a questa acquisizione, la rete di informazioni spagnola Cnn+ cesserà le trasmissioni alla mezzanotte di martedì 28 dicembre, come ha comunicato il gruppo editoriale Prisa, dal quale la rete dipendeva.

La chiusura di Cnn+ deriva proprio dalla vendita da parte di Prisa del canale digitale terrestre Cuatro e dal 44% del bouquet a pagamento Digital+ a Telecinco: l'affare prevedeva infatti che Prisa potesse conservare un canale sul digitale terrestre "con il fine esclusivo di trasmettere informazioni", una opzione che sembrava salvaguardare Cnn+ ma che, dato l'alto livello di perdite della rete, il gruppo ha preferito non esercitare, lasciando il canale a Telecinco.

Secondo la stampa spagnola al posto della rete informativa, i cui dipendenti passeranno sotto Telecinco, dovrebbe venire trasmesso il programma che segue a orario continuato il "Gran Hermano", la versione spagnola del Grande Fratello.

Mediaset è l'azionista di controllo del gruppo televisivo spagnolo Telecinco, cui fa capo l'omonima rete televisiva, che iniziò a diffondere le sue trasmissioni nel 1990, e oggi è uno tra i gruppi tv più redditizi d'Europa.

Nessun particolare riflesso per il titolo alla Borsa di Milano, dove Mediaset è quotata a 4,5 euro, cioè come al momento dell'apertura delle contrattazioni.

(fonte tgcom.it)

CONSUMATORI: 2011 INFELICE. ARRIVA STANGATA DA 1.000 €

Rincari in arrivo con il nuovo anno. Secondo i calcoli di Adusbef e Federconsumatori, a partire dal primo gennaio sulle tasche delle famiglie italiane si abbatterà una stangata di oltre 1.000 euro annui tra aumenti della benzina, degli alimentari, dei treni e delle tariffe. Il 2011 si prospetta così come «un anno infelice» in cui il potere d'acquisto delle famiglie, già colpito dalla crisi economica, verrà ulteriormente ridotto. Anche stando alle stime di altre associazioni (Adoc, Codacons, Unione nazionale consumatori, Movimento difesa del cittadino riunite nel Casper) l'aggravio si aggirerà sui 1.000 euro, anche se non li toccherà, fermandosi a 902 euro annui. La voce più consistente che peserà sulle famiglie sarà, secondo Adusbef e Federconsumatori, quella alimentare, con aumenti annui di 267 euro, ovvero del 6%. A seguire i carburanti, per i quali, sulla scia dei previsti incrementi del petrolio che potrebbe salire fino a 100 dollari al barile, la spesa aumenterà di ben 131 euro l'anno. Oltre 120 euro in più saranno spesi per il trasporto ferroviario, comprese le tratte pendolari, mentre i prezzi dell'rc auto cresceranno, secondo Adusbef e Federconsumatori, di 105 euro (+10-12%).

Aumenti sono previsti anche per le tariffe autostradali (+2%), per quelle del gas (+7-8%) e della luce (+4-5%), per quelle dei rifiuti (+7-8%) e per l'acqua (+5-6%). L'aumento più consistente in termini percentuali sarà però quello del trasporto pubblico locale (+25-30%). In tutto la spesa delle famiglie aumenterà quindi di 1.016 euro annui. «Anche il 2011 - commentano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef - si prospetta un anno infelice: sia per la crisi economica, che, se non adeguatamente affrontata, non permetterà di raggiungere nemmeno l'1% di crescita del pil, sia per i rincari che contribuiranno a ridurre ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie». Secondo le associazioni «ai soliti comportamenti speculativi in tema di prezzi e tariffe, si aggiungono infatti tensioni importanti sui costi dei prodotti energetici e delle materie prime. Tutti fattori che incideranno sui prezzi sia dei beni durevoli che dei beni di largo consumo, a partire da quelli alimentari». Per questo sono «sempre più necessarie politiche economiche completamente diverse da quelle sin qui attuate, che dovrebbero puntare ad un rilancio dell'economia», partendo da una detassazione a favore delle famiglie a reddito fisso, lavoratori e pensionati. «In mancanza di ciò - concludono - si consoliderà sempre di più il circolo vizioso tra contrazione dei consumi, cassa integrazione e licenziamenti, e produzione industriale, non potendo sperare nella ripresa della nostra economia solo attraverso le esportazioni».

(fonte leggo.it)

giovedì 23 dicembre 2010

Sacchetti di plastica via dal 2011

Illegali dal 1/1,esultano ambientalisti

Il Consiglio dei Ministri ha infatti confermato lo stop all'utilizzato dei sacchetti di plastica dal 1 gennaio 2011, senza proroghe. In pensione, quindi, quella che fu considerata una delle massime "innovazioni" del secolo passato: i sacchetti verranno sostituiti da equivalenti realizzati in materiale biodegradabile o carta. Esultano le associazioni ambientaliste che temevano, forse per i forti interessi economici implicati, una nuova proroga.

"E' una grande innovazione, quella introdotta dal governo - ha commentato il ministro Stefania Prestigiacomo, che si è opposta all'introduzione dell'ennesima proroga - che segna un passo in avanti di fondamentale importanza nella lotta all'inquinamento, rendendoci tutti più responsabili in tema di riuso e di riciclo".

"Al ministro Prestigiacomo va il nostro plauso per aver scongiurato, in Consiglio dei Ministri, una ulteriore proroga allo stop alle buste di plastica già previsto dalla legge Finanziaria 2007", ha detto il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. "Vigileremo affinchè questa importante misura da noi fortemente voluta non sia nuovamente messa in pericolo dalle pressioni delle lobby dei produttori di plastica. La messa al bando dei sacchetti di plastica è un risultato importante non solo per la salvaguardia dell'ambiente, ma anche per chi scommette sull'innovazione e sulla chimica verde", ha sottolineato Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd.

Da parte sua la Coldiretti, in sintonia, ricorda che "gli italiani sono tra i massimi utilizzatori in Europa di shopper in plastica, con un consumo medio annuale di 300 sacchetti a testa" e che "in Italia arriva un quarto dei 100 miliardi di pezzi consumati in Europa dove vengono importati per la maggioranza da paesi asiatici come Cina, Thailandia e Malesia. Il 28% di questi sacchetti diventa rifiuto e va ad inquinare l'ambiente in modo pressochè permanente poichè occorrono almeno 200 anni per decomporli".

Il problema non si limita a quello che si vede tra i rifiuti delle città, ma occorre pensare, per esempio, a quello che accade nei fiumi italiani e più in generale del mondo, quando le sponde ad ogni piena si trasformano in vere discariche; oppure alle isole di plastica alla deriva negli oceani. Secondo stime riportate sempre dalla Coldiretti, per produrne 200mila tonnellate vengano bruciate 430mila tonnellate di petrolio.

(fonte tgcom.it)

MILLEPROROGHE, BUFERA CINEMA. STRALCIATO IL PIANO PER POMPEI

Via libera a 400 milioni di euro per il 5 per mille: il consiglio dei ministri ha varato il decreto milleproroghe, il tradizionale provvedimento di fine anno che sposta alcune scadenze. Confermati per sei mesi gli incentivi per il settore cinematografico senza aumenti del biglietto. In una 'bozzà figurava invece la copertura del provvedimento proprio con il rincaro di 1 euro per entrare nelle sale. Non c'è invece il bonus fiscale per i gestori delle pompe di benzina i quali, in assenza di impegni del governo, hanno annunciato uno sciopero. Non figurerebbe neanche la proroga degli sfratti, per i versamenti fiscali dei terremotati dell'Aquila, mentre arriva un aiuto per gli alluvionati del Veneto. Ecco in sintesi le novità.

400 MLN PER 5 PER MILLE, TAGLI A EDITORIA. I fondi 2011 comprendono: 100 milioni già stanziati nella legge di stabilità e 100 già assegnati nella stessa Finanziaria per i malati di Sla che vengono convogliati nella voce 5 per mille ma restano a disposizione della questione sclerosi. Tagli per 50 milioni all'editoria, per 45 all'emittenza radio-tv, 50 mln da risorse nell'ambito del patto di stabilità e 55 da risorse non spese. «Il governo ha mantenuto gli impegni», sottolinea Maurizio Lupi del Pdl mentre Vincenzo Vita (Pd) commenta che i tagli all'editoria sono di «una gravità inaudita». «Resto attonito: un tale modo di procedere evidenzia l'arbitrarietà di scelte non coerenti e il totale disinteresse per chi amministra aziende in gravi situazioni finanziarie», dichiara il presidente Fieg Carlo Malinconico.

CINEMA: SÌ SGRAVI, NO CARO-BIGLIETTO. Il settore vedrà per sei mesi confermati gli aiuti (45 milioni di euro), mentre il testo entrato in Cdm vedeva una conferma per tutto il triennio 2011-2013 a fronte del rincaro dei biglietti di 1 euro. Aumento che viene escluso sia dal ministero dell'Economia che da quello per i Beni culturali.

CASE FANTASMA, DUE MESI DI PIÙ. L'emersione degli immobili sconosciuti al catasto sarà possibile fino al 28 febbraio 2011.

ALLUVIONATI VENETO. Il termine per il versamento delle tasse scadrà a 30 giugno 2011. «È il migliore augurio di Buon Natale per coloro che hanno subito danni a seguito delle recenti alluvioni», commenta il ministro dell'Agricoltura Giancarlo Galan. Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi spiega che «si tratta di un adempimento doveroso nella continua attenzione alle pesanti conseguenze dell'evento calamitoso». «Un risultato importante», dice il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta.

MANCA BONUS BENZINA. I gestori hanno minacciato lo sciopero.

NON C'È PROROGA SFRATTI. «Il Governo chiude gli occhi davanti al dramma degli sfratti», dicono Cgil e Sunia.

ALLARME DALL'AQUILA. Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente sottolinea che «nonostante le ripetute rassicurazioni e dichiarazioni del presidente Berlusconi, i residenti dei Comuni del cratere sismico non avranno la proroga nella restituzione delle tasse».

POMPEI. Stralciato il piano straordinario. - WI-FI. Inserita la liberalizzazione del Wi-Fi ma viene mantenuta la necessità di ottenere una licenza del questore per gli internet-point.

CARTA D'IDENTITÀ. Slitta al 2012 l'avvio della carta d'identità con fotografia e impronte digitali della persona.

FONDO UNICO SPETTACOLO. Niente reintegro dei fondi. «Si stringe la corda al collo della cultura italiana», dichiara il leader di Alleanza per l'Italia Francesco Rutelli.

ECOBONUS TRASPORTI. «Una decisione giusta che rispetta l'ambiente e risponde alle attese del mondo del trasporto», commenta il vicepresidente di Confcommercio, Paolo Uggè.

INTRAMOENIA MEDICI. Ancora un anno per la libera professione intraospedaliera 'allargatà, cioè svolta in strutture alternative.

(fonte leggo.it)

mercoledì 22 dicembre 2010

Benzina, arrivano nuovi rincari

Eni aumenta di un centesimo, cresce anche Total

Tornano a rincarare i prezzi raccomandati sulla rete carburanti. A muoversi è stata Eni, con un centesimo su tutti i prodotti (benzina, diesel e gpl). Un piccolo ritocco ma sempre in aumento c'é stato anche per TotalErg. Mentre gli altri per ora aspettano, ma l'attesa non dovrebbe durare a lungo.

E' quanto rileva quotidianoenergia.it nel consueto monitoraggio, aggiungendo che per i prezzi praticati sul territorio è inevitabile una tendenza all'aumento, con particolare riguardo al diesel e al gpl. Oggi la media nazionale dei prezzi praticati della benzina (in modalità servito) va dall'1,441 euro/litro degli impianti Esso all'1,461 euro/litro Tamoil passando per 1,450 del market leader. Le no-logo sono a 1,368 euro/litro. Per il diesel si passa dall'1,330 euro/litro di Eni ed Esso all'1,343 euro/litro di Tamoil. No-logo a 1,255 euro/litro. Punte, come di consueto, al Sud ormai a 1,47 in media sulla benzina e 1,35 per il diesel (poco al di sotto al Centro). Il gpl, infine, si posiziona tra lo 0,734 euro/litro di Eni e lo 0,744 di Q8 (0,706 euro al litro le no-logo).

(fonte ansa.it)

BENZINA, NO BONUS FISCALE: C'È MINACCIA DELLO SCIOPERO

I distributori di benzina potrebbero rimanere chiusi tra Natale e Capodanno se il governo «non rispetterà gli impegni assunti verso i gestori». Lo comunicano Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, che reagiscono così alla notizia che nel testo del Milleproroghe «non sarebbe confermata la misura fiscale, ormai ventennale, a favore dei Gestori, che figura tra gli impegni assunti dal Governo con le intese sottoscritte a settembre scorso». Quindi «nel caso in cui il prossimo Consiglio dei Ministri dovesse confermare il testo del Milleproroghe senza i provvedimenti previsti la proclamazione di sciopero nazionale sarebbe inevitabile ed immediata».

(fonte leggo.it)

martedì 21 dicembre 2010

Con caro-benzina meglio bus e scooter

5,6% rinuncia ad auto, +9% mezzi pubblici, +3% due ruote

Gli italiani si confermano un popolo di automobilisti, fortemente legati alla propria vettura, ma costretti dalla congiuntura economica, e soprattutto dal caro benzina, a ridurne l'uso. Aumentano (+5,6%) gli automobilisti che fanno a meno delle macchina: nel 2010 il 26,6% ne ha ridotto l'uso contro il 21% del 2009, e le quattro ruote vengono sostituite da mezzi pubblici, due ruote o passeggiate a piedi.

E' quanto emerge dall'XVIII Rapporto Aci-Censis 'Automobile 2010' presentato oggi a Roma.

(fonte ansa.it)

venerdì 17 dicembre 2010

CRISI, BRUXELLES DICE SÌ AL FONDO SALVA-STATI

Il Consiglio Ue ha dato il via libera al Fondo salva-Stati permanente a partire dalla metà del 2013 e alle necessarie modifiche del Trattato di Lisbona. I leader europei - riuniti a Bruxelles per dare risposta a una crisi dei debiti sovrani senza precedenti - provano così a dare risposta unitaria che possa calmare i mercati e ridurre i rischi di contagio ai Paesi attualmente più esposti agli attacchi della speculazione, come il Portogallo e la Spagna. Ma l'ok al meccanismo permanente rappresenta un 'obiettivo minimò che nasconde le divisioni esistenti, quelle sulla strategia da seguire nell'immediato, per affrontare ogni nuova eventuale emergenza dopo i casi di Grecia e Irlanda.

FMI, RISPOSTA INSUFFICIENTE L'Fmi aveva proposto (tra l'altro in sintonia con la Bce) un aumento delle risorse dell'attuale Fondo temporaneo di sostegno ai Paesi in difficoltà (quello a cui attingerà Dublino). Ma, dopo il 'nò della cancelliera tedesca, Angela Merkel, la proposta è stata per il momento accantonata, così come quella sugli eurobond. Dominique Strauss-Kahn, direttore generale del Fondo monetario, non ha gradito. E, dall'altra parte dell'Atlantico, ha lanciato la sua stoccata proprio mentre a Bruxelles era appena iniziata la riunione del Consiglio Ue: con le decisioni che si apprestano a prendere i 27 leader della Ue «non otterranno molto», ha tuonato Strauss-Kahn, tornando a criticare «l'approccio troppo frammentario» e soprattutto la lentezza dell'Europa nel prendere decisioni anti-crisi. L'Fmi sollecita quindi «una soluzione più ampia» e un «piano organico» da mdettere in campo al massimo dall'inizio del 2011, per risanare più velocemente le finanze pubbliche e affrontare con più determinazione i problemi delle banche europee. Il raddoppio della dote finanziaria dello European financial stability facility (Efsf), attualmente di 440 miliardi di euro, sarebbe per l'Fmi una delle strade da seguire, con lo stesso Fondo monetario pronto a raddoppiare il proprio contributo da 250 a 500 miliardi di euro.

COME SARÀ IL FONDO PERMANENTE Ma il 'nò di Berlino - a cui si associa anche Parigi - sembra al momento condizionare l'azione dei 27. Ecco che le conclusioni del Consiglio Ue - attese al termine della seconda giornata di lavori - conterranno solo il via libera al Fondo anticrisi permanente, a cui si dovrà ricorrere - anche qui soprattutto per volontà della Germania - solo come 'ultima ratiò e con decisione da prendere all'unanimità, legando i prestiti ai Paesi in difficoltà a condizioni molto severe. I dettagli del futuro meccanismo saranno messi a punto nei prossimi mesi, ma - come già deciso dall'Ecofin - al nuovo Fondo potranno partecipare anche le banche e altri investitori privati, con una valutazione che andrà fatta 'caso per casò. Per quel che riguarda le risorse, più di un leader ha sottolineato la necessità che il Fondo abbia le tasche.

LE MODIFICHE AL TRATTATO UE I leader europei hanno quindi dato il via libera anche alle modifiche del Trattato Ue necessarie per creare il Fondo. Si tratta di modifiche molto limitate che permetteranno di avviare una procedura semplificata e, già dalla primavera del 2011, i processi di ratifica nazionali. Alcuni Paesi - quelli con una forte componente euroscettica nella propria opinione pubblica - destano qualche timore, perchè anche un solo 'nò alla revisione del Trattato complicherebbe tutto. Dal premier irlandese, Brian Cowen, sono comunque arrivate delle rassicurazioni: un referendum sulle modifiche in Irlanda è «molto improbabile».

PIÙ SFORZI PER RISANARE CONTI Dal vertice di Bruxelles si attende anche un messaggio forte sul fronte del risanamento delle finanze pubbliche: nelle conclusioni, dunque, si porrebbe l'accento sullo sforzo finora compiuto nei vari Paesi col varo di drastici piani di austerity, ma si dovrebbe prendere anche l'impegno per ulteriori manovre correttive in grado di accelerare la riduzione dei deficit e dei debiti. La messa a punto della riforma del Patto Ue di stabilità e di crescita - a partire dalla stretta sui debiti pubblici e dalle sanzioni per i Paesi non virtuosi - viene però al momento rinviata al negoziato che partirà nelle prossime settimane, con l'obiettivo di arrivare ad una proposta dettagliata nel Consiglio Ue del marzo 2011 da varare definitivamente nel Consiglio Ue di giugno.

EUROBOND, TROPPO PRESTO Capitolo eurobond. Tutti ne parlano, ma per ora non sembra arrivato il momento per affrontare la questione. Il premier lussemburghese e presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker (che ha rilanciato la proposta insieme al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti), nonostante il 'nò di Berlino e Parigi ha promesso di sollevare la questione coi colleghi. Ammettendo anche lui, però, che i tempi non sono maturi. Ma in molti sono convinti che la discussione continuerà nei prossimi mesi.

(fonte leggo.it)

giovedì 16 dicembre 2010

Tariffe: bolletta luce -0,2%, gas +1,3%

Authority, -7 euro spesa luce famiglie, +37 euro gas

Tariffe della luce più leggere a partire dal primo gennaio 2011, mentre il gas torna a salire. Per il trimestre gennaio-marzo 2011, infatti, l'elettricità scenderà di un ulteriore 0,2% mentre il gas salirà dell'1,3%. Lo ha stabilito l'Autorità per l'energia, spiegando che "le diminuzioni sarebbero state maggiori senza il crescente impatto dei sussidi alle fonti rinnovabili, in particolare per il fotovoltaico ed i certificati verdi, interamente a carico della bolletta elettrica (1 miliardo per il 2009 e fino a 2,1 miliardi per il 2011). Nello specifico, su luce e gas incide il forte aumento delle quotazioni petrolifere (+32,4% negli ultimi 12 mesi), anche se l'asimmetria tra le variazioni dei due settori é legata soprattutto alle permanenti differenze tra i due mercati in termini di efficienza e concorrenza: in progresso per l'elettrico, ancora insoddisfacenti per il gas.

"Per la bolletta elettrica - ha commentato il presidente dell'Authority, Alessandro Ortis - la benefica pressione della concorrenza sui prezzi all'ingrosso riesce ancora a contrastare gli aumenti dei prezzi petroliferi e degli oneri per il sostegno delle fonti rinnovabili. Per il gas invece, continuano a pesare problemi che da tempo evidenziamo: la scarsa concorrenza ed i ritardi nello sviluppo infrastrutturale (rigassificatori e stoccaggi, ad esempio) che non permettono ancora, a famiglie ed imprese, di beneficiare adeguatamente della pur abbondante offerta gas internazionale spot, a prezzi convenienti". Per l'energia elettrica, la nuova diminuzione dei prezzi segue le continue riduzioni del 2009, 2010 e quella registrata anche nel precedente trimestre. La spesa media per la bolletta elettrica di una famiglia tipo è progressivamente diminuita negli ultimi anni: -5,8% (26 euro) nel 2010 rispetto al 2009; -3,6% (17 euro) nel 2009 rispetto al 2008. Allo stesso tempo, la bolletta del gas sarebbe più onerosa senza il contenimento determinato dal nuovo metodo di calcolo che l'Autorità ha deciso di applicare dal 1 ottobre 2010, prima dei maggiori consumi invernali; in assenza la bolletta gas sarebbe stata infatti superiore del 3,3% rispetto a quella ora tendenziale per il 2011.

Facendo due conti, con le nuove tariffe di luce e gas le famiglie italiane potranno risparmiare per l'intero 2011 circa 7 euro per l'elettricità, mentre dovranno spendere 37 euro in più per il gas. L'Autorità sottolinea come, per l'elettricità, "con la nuova riduzione, i prezzi ritornano a livelli inferiori a quelli di fine 2006 e la spesa media annua 2011 della famiglia tipo sarà di 420 euro, in calo dell'1,6% (7 euro) rispetto alla spesa media del 2010". Per quanto riguarda il gas naturale, "la spesa media di una famiglia tipo sarà di circa 1.050 euro nel 2011, rispetto ai 1.013 euro del 2010 e 1.014 euro del 2009".

(fonte ansa.it)

BASILEA3, NUOVE REGOLE: IMPATTO DA 40 MLD € SU BANCHE ITALIANE

"Le banche italiane sono solide e in grado di sostenere l'impatto di applicazione delle nuove regole". E' quanto afferma il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, commentando i dati del comitato di Basilea. Per Saccomanni inoltre la Banca d'Italia "rispetto alle iniziali valutazioni in questi ultimi mesi è riuscita a negoziare e ottenere un significativa attenuazione del rigore iniziale su alcune specificità nazionali come le imposte differite che valgono da sole 16 mld o le partecipazioni in aziende bancarie o assicurative".

BASILEA3, SENZA GRADUALITA' IMPATTO 600 MLD A BANCHE G20 Le nuove regole di Basilea3 avrebbero avuto un impatto di 600 miliardi di euro sulle banche del G20 se queste fossero state applicate già a fine 2009. E' quanto prevede uno studio (non una stima o previsione) del comitato di Basilea. Le regole saranno applicate con gradualità dal 2013 fino al 2018.

SE APPLICATA 40 MLD IMPATTO PER BANCHE ITALIA Le banche italiane avrebbero registrato un fabbisogno di capitale di 40 mld di euro a fine giugno 2010 se a quella data fossero già state applicate le regole di Basilea3 che entreranno in vigore pienamente nel 2018 mentre a fine 2009 era di 47 miliardi. E' quanto prevede uno studio del comitato di Basilea che non rappresenta una previsione ma un "parametro di riferimento"

(fonte leggo.it)

Occupazione, allarme Confindustria

Persi 540mila posti in 3 anni, Pil cala

Preoccupano i dati su disoccupazione e Pil in Italia. Dal primo trimestre 2008 al terzo trimestre 2010 - evidenzia Confindustria - il numero di occupati è diminuito di 540mila (senza contare le ore di Cig che hanno impatto pari a 480mila unità). Inoltre "Il numero delle persone occupate continuerà a diminuire nel 2011". Limate al ribasso le stime sul Pil: la crescita si fermerà al +1% nel 2010 (rivisto dal +1,2%) ed al +1,1% nel 2011 (dal +1,3%).
Occupazione, allarme Confindustria

Il massiccio ricorso alla Cig durante la recessione, si legge nel rapporto di Confindustria, ha notevolmente attenuato l'impatto della crisi sul numero di occupati: dal primo trimestre del 2008 al terzo del 2010 quest'ultimo è diminuito di 540mila unità, contro una diminuzione delle ula (unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) di 1 milione e 221mila unità, di cui 480mila assorbite dalla Cig al suo picco nel secondo trimestre del 2010.

Tanto più consistente è stato quindi il ricorso alla Cig (particolarmente elevato in alcuni comparti industriali), tanto più lenta sarà la ripresa dell'occupazione. La riduzione dei cassintegrati ritarda infatti la creazione di posti di lavoro. Il loro mancato reintegro si traduce in disoccupazione; il rischio che ciò avvenga è più alto in caso di Cigs e cassa in deroga (specie se prolunga interventi ordinari o straordinari) che sono salite di importanza e sono arrivate a pesare per il 77,6% delle integrazioni nella seconda parte del 2010, dal 28,5% del primo semestre 2009.

"Strumenti insufficienti"
Con la crisi ''la contrazione economica è stata violenta: -6,8% il Pil da massimo a minimo, 35 trimestri perduti''. Lo sottolinea il Centro studi di Confindustria sottolineando che ''il recupero si dimostra indeciso e lentissimo: +1,5% finora''. Così, spiegano gli economisti di via dell'Astronomia, ''non si ritornerà sui valori prerecessivi che nella primavera del 2015. Per riagguantare entro la fine del 2020 il livello del trend, peraltro modesto, registrato tra 2000 e 2007, l'Italia dovrebbe procedere d'ora in poi ad almeno il 2% annuo''. Un obiettivo ''raggiungibile in un arco di tempo ragionevole, come insegna la lezione tedesca, entro il 2012 secondo gli stessi documenti governativi''. Ma ''per coglierlo gli strumenti messi in campo appaiono insufficienti. Aumenta il conto delle riforme mancate o incomplete o inadeguate rispetto a quanto realizzato dai partner-concorrenti come la Germania''.

Inflazione stabile, i consumi cresceranno poco
La dinamica dei prezzi al consumo in Italia è "sostanzialmente stabile", su valori bassi mentre i consumi cresceranno poco. E' quanto si legge nel rapporto scenari economici del Centro Studi Confindustria. L'aumento dei prezzi al consumo rimarrà contenuto, sotto il 2%, nel prossimo biennio. Per il Csc nel 2011 l'inflazione sarà poco più alta dei livelli correnti: 1,9% a dicembre, 1,8% in media (1,9% in Eurolandia). E si stabilizzerà all'1,9% nel 2012 (lo stesso ritmo dell'area). Tensioni si verificheranno per i listini dei beni ad alto contenuto di materie prime energetiche e alimentari, le cui quotazioni sono rincarate nettamente. In generale i corsi delle commodity sono record e comprimono i margini aziendali. I consumi, invece, cresceranno poco, seppure in graduale accelerazione: dopo il +0,7% nel 2010 (-1,8% nel 2009), segneranno +0,9% nel 2011 e +1,2% nel 2012; si tratta di progressi superiori a quelli del reddito.

Bisogna puntare di più su Ict
''Per le principali economie avanzate le Ict (Information and Communcation Technology) sono dalla metà degli anni '90 il principale motore della crescita guidata dall'innovazione''. Lo sottolinea il Centro studi di Confindustria che dedica al tema dell'innovazione tecnologica il rapporto ''scenari economici'' di dicembre. Per gli economisti di via dell'Astronomia ''in Italia questo propulsore è stato finora usato meno, per ragioni di domanda e di offerta''. E ''un maggiore sfruttamento dell'Ict nel 1997-2007 avrebbe condotto a un Pil italiano più alto del 7,1%''. Secondo le stime di Confindustria, ''se nei prossimi cinque anni l'intensità del capitale Ict fosse portata ai valori del Regno Unito, ciò aggiungerebbe lo 0,8% alla crescita annuale del Pil, quasi raddoppiandola''. Ma ''per far ciò serve uno sforzo congiunto di imprese utilizzatrici (spesso piccole) e produttrici, intervento pubblico e università".

(fonte tgcom.it)

martedì 14 dicembre 2010

Benzina: nuovi rialzi per Esso e Shell

La 'verde' verso 1,46 euro al litro

Piccoli ritocchi al rialzo sui prezzi di benzina e diesel. A muoversi oggi sono state Esso e Shell (+0,5 centesimi su entrambi i prodotti). E' quanto emerge dal monitoraggio di quotidianoenergia.it. La media nazionale dei prezzi praticati della benzina (in modalita' servito) va dall'1,444 euro/litro degli impianti Eni all'1,459 euro/litro di Tamoil. Per il diesel si passa dall'1,325 euro di Eni all'1,338 euro di Tamoil, mentre per il Gpl dallo 0,728 euro di Shell allo 0,735 di TotalErg.

(fonte ansa.it)

BANKITALIA, SALE IL DEBITO PUBBLICO: 1.867 MILIARDI DI €

Nuovo record per il debito pubblico italiano, che nel mese di ottobre ha raggiunto i 1.867,398 miliardi di euro, contro gli 1.844 miliardi del mese di settembre. È quanto si legge nel supplemento al Bollettino di Finanza Pubblica di Bankitalia. Rispetto all'ottobre 2009 - si legge nel documento - quando il debito delle amministrazioni pubbliche era a 1.804,5 miliardi, il debito è aumentato di circa 63 miliardi. L'aumento è ancora più alto se si calcola l'incremento dall'inizio dell'anno: rispetto ai 1.763,6 miliardi di fine dicembre la crescità è stata di 104 miliardi, con un incremento del 5,9%. Bankitalia segnala che il debito delle amministrazioni locali a ottobre 2010 ha raggiunto quota 111.365 milioni, in calo di 1.035 milioni rispetto ad agosto. Il debito degli enti locali è ascrivibile per 41.239 milioni alle Regioni, per 9.137 milioni alle Province e a 49.338 ai Comuni. A settembre - si legge nel documento - le amministrazioni locali del Nord Ovest segnalano un debito di 30.646 milioni (in aumento sui 30.642 di settembre), il Nord est a 16.583 milioni (in aumento sui 16.531 di settembre), il Centro a 30.386 milioni (in calo sui 30.391 di settembre), il Sud a 24.989 milioni (in calo sui 25.594 di settembre) e le Isole a 8.760 milioni (in ribasso rispetto ai 9.241 milioni di settembre).

ENTRATE IN CALO Nei primi dieci mesi del 2010 le entrate tributarie del Bilancio dello Stato si sono attestate a 294,307 miliardi di euro, riducendosi dell'1,8% (-5,2 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. È quanto si legge nel supplemento al Bollettino di Finanza Pubblica di Bankitalia. Il confronto a distanza di un anno è influenzato dal fatto che nel 2010 si è notevolmente ridotto il gettito delle imposte sostitutive introdotte con il decreto anticrisi del novembre del 2008, che nel 2009 aveva in larga misura natura una tantum. Nel solo mese di ottobre, le entrate tributarie - riferisce ancora la Banca d'Italia - sono state pari a 28.230 milioni di euro, in lieve calo rispetto ai 28.489 milioni di euro dell'ottobre 2009. La Banca d'Italia registra il gettito di cassa, mentre i dati del Ministero dell'Economia si riferiscono al gettito di competenza del periodo.

(fonte leggo.it)

lunedì 13 dicembre 2010

Crisi: in tre anni consumi a -5,2%

Maggiori cali in Campania e Lombardia

Tra il 2007 e il 2010 le famiglie italiane hanno ridotto i consumi per un importo di 17,6 miliardi di euro. Secondo una ricerca condotta dalla Cgia di Mestre (l'Associazione artigiani e piccole imprese) sulle difficoltà finanziarie di questi ultimi anni, per le famiglie italiane la contrazione media nazionale è stata pari al 5,2%. La riduzione più forte è avvenuta in Campania e in Lombardia.

In Campania la riduzione infatti è stata di 2,82 miliardi di euro, in Lombardia di 2,64 miliardi. A perdere di meno è stata invece la Sicilia, a quota 2,01 miliardi. Solo le famiglie dell'Abruzzo (+88,6 milioni, del Friuli Venezia Giulia (+192,1 milioni) e dell'Emilia Romagna (+242,2 milioni) hanno visto aumentare la spesa in questo periodo di grave crisi.

Nel complesso, analizzando la contrazione in termini percentuali, sono le regioni del Centro Sud a guidare la graduatoria delle realtà territoriali più colpite dal taglio dei consumi. Al primo posto, secondo la Cgia, le Marche (-8,1%), poi la Calabria (-7,7%) e al terzo posto la Campania (-6,8%). Seguono il Lazio (-6,7%), l'Umbria (-6,5%) e la Puglia (-6,2%).

Se, invece, si prende come parametro di riferimento la riduzione della spesa per famiglia, a livello nazionale la contrazione media e' stata pari a 706,1 euro. A livello regionale spicca il dato della Valle d'Aosta (-1.439,9 euro), delle Marche (-1.402,5 euro) e della Calabria (- 1.361,6 euro).

"La crisi economica scoppiata verso i primi mesi del 2008 - rileva Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - ha avuto delle ripercussioni gravissime sui consumi. Con un numero sempre maggiore di disoccupati, di cassaintegrati e con la forte sfiducia che ha investito tutti i consumatori, abbiamo registrato una drastica riduzione delle capacità di spesa delle famiglie italiane che continua a condizionare negativamente l'economia del Paese".

"Appare evidente - conclude - che per far ripartire i consumi dobbiamo mettere nelle condizioni le famiglie italiane di avere più soldi in tasca. Per questo è necessario far ripartire gli investimenti pubblici nelle grandi infrastrutture e dare la possibilità anche agli Enti locali di mettere in moto quei piccoli cantieri che sono indispensabili per far creare nuovi posti di lavoro. Infine, bisogna alleggerire il carico fiscale premiando, in particolar modo, le famiglie più numerose che sono state le più colpite dalla crisi economica".

Quali sono stati, invece, i settori più colpiti da questa riduzione dei consumi? Secondo l'elaborazione, a registrare il calo più consistente è stato il settore dei mobili, elettrodomestici e casa (-9,3%). Seguono gli alimentari e le bevande non alcoliche (-6,2%), le bevande alcoliche (-4,9%) e i trasporti (-4,8%). In deciso aumento, nonostante le ristrettezze economiche delle famiglie italiane, sono state le spese per la casa (bollette, manutenzioni, fitti, mutui, pari a+2,9%) e soprattutto la spesa sanitaria (in particolar modo i medicinali, gli articoli sanitari e il materiale terapeutico, pari a +4,9%).

(fonte tgcom.it)

CRISI, MERKEL E SARKOZY: "NO AGLI EUROBOND"

La Germania e la Francia fanno fronte comune contro gli Eurobond e gettano le basi per una collaborazione rafforzata, che da oggi passa anche attraverso un'armonizzazione dei rispettivi sistemi fiscali per prevenire meglio eventuali future crisi economiche nella zona euro. Mentre sulla questione Eurobond, il governatore della Bce, Jean Claude Trichet, preferisce non esprimere alcuna posizione. Al temine del 13/mo consiglio dei ministri franco-tedesco tenuto a Friburgo, nel Sud della Germania, la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy sono stati chiari: gli eurobond contribuirebbero solo a «deresponsabilizzare» i paesi di Eurolandia, mentre oggi ciò che serve è esattamente il contrario.

«Non deve esserci la condivisione del rischio» estesa a tutti i Paesi, ha detto la Merkel. «La condivisione dei tassi di interesse e dei rischi non ci aiuterebbe in modo strutturale», ha spiegato. Piuttosto, ha proseguito riferendosi a Sarkozy, «siamo entrambi d'accordo che deve esserci più coerenza nella politica economica». E l'inquilino dell'Eliseo è stato altrettanto diretto: «Bisogna responsabilizzare gli stati, non deresponsabilizzarli», ha detto, difendendo poi Berlino dalle critiche del presidente dell'eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Se per il primo ministro del Lussemburgo Berlino è «anti-europea» nel rifiutare in modo «semplicistico» la proposta di lanciare governativi targati Ue, infatti, Sarkozy ha risposto: «Non vedo quanto la Germania possa essere egoista. Alla fine la Germania è il primo contribuente nella Ue». E poi: «Non penso che siamo stati consultati prima che questa idea fosse lanciata» dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti e da Juncker, ha sottolineato Sarkozy: «Se lo avessimo saputo in anticipo, forse avremmo potuto trovare un compromesso».

A difendere gli eurobond è stato oggi il tedesco Martin Schulz, presidente del gruppo SD (socialisti e democratici) al Parlamento europeo, secondo il quale questi strumenti «sono sicuramente un modo per arginare la speculazione» e inoltre «rafforzerebbero la fiducia internazionale nell'euro». Non solo: nonostante le posizioni ribadite oggi, Schulz è convinto che «la pressione sulla Merkel sarà così grande che cederà». Intanto, il governatore di Bankitalia e membro del consiglio direttivo della Bce, Mario Draghi, ha sottolineato che la responsabilità finale della gestione della crisi è dei governi di eurolandia, non della Bce. «Sono soltanto molto preoccupato del fatto che potremmo facilmente oltrepassare il segno e perdere tutto quello che abbiamo, perdere l'indipendenza e violare il Trattato Ue», ha scritto in un articolo pubblicato sull'Ft. In vista del vertice Ue della settima prossima, la Merkel ha ricordato che «se fallisce l'euro, fallisce l'Europa» e insieme a Sarkozy ha gettato le basi per un'armonizzazione dei sistemi fiscali di Germania e Francia. Un piano, questo, che secondo Berlino e Parigi servirà da «esempio» all'Europa per affrontare meglio eventuali crisi future.

(fonte leggo.it)

giovedì 9 dicembre 2010

BCE: "RENDIMENTO DELL'ITALIA CRESCIUTO MENO DELL'IRLANDA"

Fra la fine dello scorso agosto e i primi di dicembre gli incrementi dei rendimenti di Italia e Grecia «sono risultati considerevolmente inferiori» rispetto a Irlanda, Portogallo e Spagna. Lo scrive la Banca centrale europea nel bollettino mensile, notando come anche dopo che il 28 novembre, quando è stato annunciato l'accordo per fornire assistenza finanziaria all'Irlanda, «il clima di mercato ha continuato a peggiorare». Il bollettino è aggiornato al 1ø dicembre e dunque non tiene conto del calo di tensioni degli ultimi giorni.

TENSIONI E RIPRESA I tassi d'interesse dell'area euro continuano ad essere «adeguati», con prospettive d'inflazione «moderate» e una «dinamica di fondo della ripresa che rimane positiva». Lo scrive la Banca centrale nel bollettino di dicembre, evidenziando tuttavia che la dinamica della ripresa presenta «incertezze». In particolare - scrive la Bce - «permangono timori riguardo al riemergere di tensioni nei mercati finanziari».

LA DISOCCUPAZIONE Fra la fine del 2007 e la metà del 2010 la disoccupazione in Europa ha visto gli incrementi più forti in Spagna e Irlanda, mentre altrove l'aumento è stato moderato. Lo scrive la Bce nel bollettino mensile, notando che fra l'ultimo trimestre 2007 e il secondo trimestre 2010 il tasso dei senza lavoro è aumentato «di due punti percentuali in Italia» e di un punto in Francia e Belgio. «La Germania, per contro - scrive la Bce - sembra essere un caso eccezionale, dal momento che il rispettivo tasso di disoccupazione è di fatto diminuito nel periodo considerato».

(fonte leggo.it)

Crisi, "5% famiglie non paga mutuo"

Lo rivela uno studio di Bankitalia

Le famiglie italiane sono tradizionalmente "formiche" e spaventate dal debito, tuttavia quelle che decidono di fare un mutuo (il 13,1% sul totale) circa una volta su venti non lo rimborsano secondo la scadenza. E' quanto emerge da uno studio della Banca d'Italia. Quasi il 5% delle famiglie sottoscrittrici di un mutuo, secondo i dati raccolti da Silvia Magri e Raffaella Pico, si sono rilevate insolventi.

E' questo ''il valore più alto, insieme a quello della Spagna, tra i sette Paesi europei analizzati" (tra cui Gran Bretagna, Francia, Finlandia, Olanda e Irlanda).

Lo studio su ''L'incremento dell'uso di politiche di prezzo basate sul rischio per i mutui in Italia'', ha utilizzato i dati dell'indagine Eu-Silc (Community Statistics on Income and Living Conditions) raccolti da Eurostat nel 2007, l'anno di avvio della crisi finanziaria che non è ancora terminata.

(fonte tgcom.it)

martedì 7 dicembre 2010

Benzina, consumatori: rincari sospetti

'In 10 giorni +2,3 euro a pieno, intervenga l'Antitrust'

I consumatori del Casper chiedono con un esposto l'intervento dell'Antitrust in merito ai prezzi dei carburanti. 'Negli ultimi 10 giorni - affermano le associazioni - si e' verificata una serie sospetta di rincari, con un aggravio di spesa per gli automobilisti pari a 2,3 euro a pieno.

Il nostro timore e' che tali aumenti siano il frutto di operazioni speculative, finalizzate ad ottenere ingiusti vantaggi economici sulle spalle dei cittadini che si metteranno in viaggio per l'8 dicembre'.

(fonte ansa.it)

Benzina: ministero studia bonus fiscale

Contenuto in milleproroghe, valore tra 20 e 25 milioni di euro

Il ministero dello Sviluppo economico sta valutando la possibilita' di proporre nel decreto milleproroghe un bonus fiscale sulla benzina. A quanto si apprende da fonti vicine al dossier, il valore del bonus oscillerebbe tra i 20 e i 25 milioni di euro.

(fonte ansa.it)

Benzina, continuano i rialzi

Petrolio supera i 90 $ al barile

Non si fermano i rialzi sulla rete carburanti con la benzina che arriva a un massimo di 1,455 euro al litro. Secondo Quotidiano energia, a muovere i prezzi sono state IP, Shell e TotalErg. La media nazionale dei prezzi praticati della benzina (in modalità servito) va dall'1,440 euro al litro negli impianti Esso all'1,455 euro al litro della Tamoil. Il petrolio supera quota 90 dollari al barile. E' il livello più alto da oltre due anni a questa parte.

Per il diesel si passa dall'1,321 euro al litro riscontrato alla Esso all'1,334 euro al litro rilevato in media negli impianti Tamoil. Le no-logo sono a 1,257 euro al litro.

Petrolio, top da due anni
Torna al di sopra della soglia dei 90 dollari a New York, sui massimi da due anni. Spinte rialziste sono generalizzate tra le materie prime, dove gli scambi di effettuano utilizzando il dollaro che oggi è nuovamente indebolito dai recuperi dell'euro. Negli scambi elettronici sul Nymex, i futures sul greggio in prima consegna aumentano di 76 cents rispetto alla chiusura di ieri, con il barile di West Texas Intermediate a 90,14 dollari. Nel frattempo a Londra il barile di Brent, il petrolio del mare del Nord aumenta di 74 cents, a 92,19 dollari. Prosegue sui rafforzamenti anche l'oro, sul mercato.

(fonte tgcom.it)

venerdì 3 dicembre 2010

Benzina: proseguono rialzi

Ritocchi da tutte le compagnie

Sulla rete dei carburanti italiana continuano a riversarsi gli aumenti susseguitisi nei giorni sorsi dei prezzi dei prodotti raffinati sul mercato del Mediterraneo, portando la benzina oltre quota 1,44 euro/litro e il gasolio a ridosso di 1,33 euro. Stando alla consueta rilevazione della 'Staffetta Quotidiana', tutte le compagnie hanno ritoccato i listini al rialzo seguendo la mossa di ieri di Eni: si registrano aumenti tra 0,5 e 3 centesimi sulla benzina e tra 0,5 e 2,5 centesimi sul gasolio.

(fonte ansa.it)

Fiat, salta tavolo su Mirafiori

Nessun accordo per lo stabilimento

La trattativa sul piano per Mirafiori è finita. Per Fiat non esistono le condizioni per raggiungere un'intesa. Al termine di una riunione ristretta con i sindacati il Lingotto, si legge nel comunicato, "ha preso atto che non esistono le condizioni per un accordo". E' stata la Fiat a decidere di chiudere il confronto, i sindacati avevano chiesto di riprendere la trattativa tra qualche giorno per poter valutare complessivamente le proposte.

"Abbiamo provato a sbloccare la situazione, ma oltre al no della Fiom, Fim e Uilm si sono riservate di decidere assumendosi una responsabilità gravissima. L'azienda ha detto che non accetta riserve e riferirà a Marchionne che non ci sono le condizioni per concludere il negoziato. la trattativa è chiusa". Lo ha detto il segretario generale Fismic, Roberto Di Maulo. "Noi eravamo disponibili a chiudere", ha aggiunto.

Fim: "Azienda confermi investimento"
"La situazione è complicatissima, si è inceppata. La Fiat dovrà decidere nei prossimi giorni se quel testo può essere modificato. Per noi deve comunque confermare l'investimento per Mirafiori". Lo ha detto il responsabile Auto della Fim, Bruno Vitali. "Abbiamo mantenuto la riserva sul contratto nazionale perché per noi va applicato anche alla joint venture", ha aggiunto.

"Ora subito assemblee a Mirafiori"
''La prima cosa da fare ora è parlare lunedì con i lavoratori, per questo chiederemo alle altre organizzazioni di convocare subito le assemblee''. Lo ha detto il segretario generale della Fiom torinese, Federico Bellono. ''Già alla luce di quanto emerso ieri sera - ha osservato - era chiaro che non c'erano le condizioni, tutte le nostre richieste sono state rigettate e l'unica novita' vera di oggi è stato un ulteriore peggioramento sul contratto nazionale. Il nostro giudizio, già critico, non può quindi che essere confermato e rafforzato''.

(fonte tgcom.it)

giovedì 2 dicembre 2010

Ftd: interesse Vw per Alfa Romeo serio

Viaggio segreto a Milano di una delegazione di Wolfsburg

Le ambizioni del gruppo Volkswagen per l'Alfa Romeo sono 'concrete', a tal punto che una delegazione di Wolfsburg ha gia' fatto un 'viaggio segreto' a Milano, dove ha incontrato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Lo scrive oggi il Financial Times Deutschland. Un portavoce del gruppo, secondo il giornale, ha tuttavia detto che non ci sarebbe stata nessuna delegazione.

(fonte ansa.it)

Benzina: ancora aumenti, pieno 1,43 euro

Prezzi internazionali Mediterraneo record su livelli 2008

Ancora aumenti per i prezzi della benzina, con l'Agip che secondo le rilevazioni della Staffetta Quotidiana sale a 1,430 euro/litro (+0,015); mentre il Gasolio e' a 1,309 euro/litro (+0,015). Prezzi medi a 1,421 per la benzina e 1,301 per il gasolio, con ''i prezzi alla pompa che risentono di tre aumenti consecutivi per la benzina e di due per il gasolio dei prezzi all'ingrosso''. La Staffetta Quotidiana segnala per i prezzi internazionali, sul mercato del Mediterraneo, un fortissimo rialzo.

(fonte ansa.it)

mercoledì 1 dicembre 2010

CRISI, IL FINANCIAL TIMES: "TEMPESTA VERSO L'ITALIA"

La tempesta dell'Euro area fa rotta verso l'Italia. E' il titolo di un editoriale del Financial Times che fa riesplodere la preoccupazione sulla tenuta dei nostri conti pubblici. Il quotidiano economico innanzitutto rende onore all'intransigenza di Tremonti: "Giulio Tremonti, l'esperto ministro dell'Economia italiano, ha usato il pugno duro fin da quando è tornato nel suo ruolo nell'aprile 2008 e ha fatto del mantenere il deficit in limiti ragionevoli la propria priorità. Anche se questo è costato una severa recessione nel 2009, ora l'economia è tornata a crescere».

I problemi, però, stanno altrove: «La realtà è che il destino dell'Italia appare sempre più legato a quello della Spagna. Se Madrid, come la Atene e Dublino, dovesse richiedere un salvataggio d'emergenza - si legge -, la quota del conto che l'Italia si troverebbe a pagare metterebbe le finanze italiane sotto pressione. L'Italia, anche se senza colpe, si troverebbe essa stessa a rischio. Per la salute dell'euro area, la difesa dell'Italia deve iniziare con la difesa della Spagna. La crisi del debito europea - continua l'editoriale - ha preso una brutta piega martedì», con i rendimenti dei titoli di stato decennali italiani vicini al 5%.

(fonte leggo.it)

martedì 30 novembre 2010

Assicurazioni:catastrofi costate 222 mld

Oltre il triplo rispetto al 2009

Le catastrofi di origine naturale e umana sono costate all'economia mondiale circa 222 miliardi di dollari nel 2010. Ossia oltre il triplo rispetto ai numeri del 2009, pari a 63 miliardi di dollari. Lo sostiene il secondo riassicuratore al mondo Swiss Re. Globamente i costi per il settore mondiale dell'assicurazione hanno raggiunto nel 2010 i 36 mld di dollari, pari a un aumento del 34% rispetto all'anno precedente. Il costo delle catastrofi naturali e' stato di circa 31 miliardi di dollari.

(fonte ansa.it)

Carburanti,diesel supera 1,3 euro/l

Non era così caro da oltre due anni

I prezzi dei carburanti tornano a salire. Secondo le ultime rilevazioni rese note da Staffetta quotidiana, la benzina è a un passo da 1,42 euro al litro, mentre il gasolio ha sfondato quota 1,3 euro al litro. In base alle rilevazioni mensili dell'Unione petrolifera, è la prima volta da oltre due anni che il gasolio supera questa soglia.

I prezzi medi calcolati da Staffetta Quotidiana si attestano per la benzina tra 1,414 euro al litro per Esso e Q8 e 1,419 euro al litro per Erg, Shell, Tamoil e Total. Per il gasolio i listini oscillano invece tra 1,285 euro al litro applicato nei distributori Shell e il massimo di 1,304 euro al litro in quelli Q8. Un prezzo simile non si riscontra, secondo le statistiche mensili dell'Up, da ottobre 2008, quando il prezzo medio riscontrato sulla rete era di 1,301 euro al litro.

Quanto ai cluster Eni, le punte massime per la benzina sono in Campania (dove è in vigore l'addizionale regionale) a 1,46 euro al litro, seguita dalla Sicilia con 1,445 euro al litro. Sempre in Sicilia si registra il record per il gasolio: i prezzi consigliati toccano quota 1,324 euro al litro.

(fonte tgcom.it)

Crisi,Btp Italia volano a 200 punti

Euro a 1,30 dollari,giù Borsa Milano

Il premio di rendimento pagato dai Btp italiani decennali rispetto al bund tedesco vola ai nuovi massimi dall'introduzione dell'euro, toccando i 200 punti base. In pratica il mercato considera i titoli di Stato italiani sempre più a rischio. Dopo la diffusione della notizia, la Borsa di Milano ha registrato un forte calo. Intanto non si ferma la svalutazione dell'euro, scambiato ormai a 1,3089 dollari.

In chiusura l'indice Ftse Mib ha perso il 2,67% a 19.314 punti, il Ftse All Share ha ceduto il 2,52% a 19.986,42. E con questi numeri Piazza Affari si è dimostrata la peggiore del Vecchio Continente.

Sono soprattutto i timori per l'Irlanda che hanno pesato sull'asta dei Btp, che il Tesoro ha collocato a tassi più elevati di una cinquantina di centesimi rispetto al mese scorso, mentre lo spread con il Bund tedesco è salito a 195 punti base, massimo storico da quando c'è l'euro. Sui Btp, inoltre, come riferiscono gli operatori, sono stati notati consistenti flussi di vendita subito dopo l'asta: un evento piuttosto insolito per i titoli di Stato italiani. La domanda, comunque sia, ha tenuto: il Tesoro ha piazzato in asta 6,8 miliardi di CcTeu e Btp a 3 e 10 anni a fronte di richieste totali per 9,1 miliardi.

A pesare è stato soprattutto il contesto di mercato, con gli investitori per nulla rassicurati dal piano di salvataggio dell'Irlanda messo a punto dalla Ue e spaventati per i possibili scossoni che possono interessare Portogallo e Spagna. Tutto il mercato obbligazionario europeo arranca e non sono solamente i titoli di Stato dei Paesi periferici a perdere terreno. Spicca il balzo dei rendimenti, tornati sui livelli di oltre un anno fa.

Per il Btp triennale il rapporto domanda/offerta è stato in linea con l'asta del mese precedente, mentre per il decennale è stato lievemente inferiore. "La domanda - dice un operatore - è stata sostenuta sia dal profilo delle scadenze, sia dalla decisione del Tesoro di tagliare le aste di fine anno: una scelta che rende l'asta di oggi di fatto l'ultima del 2010". Il nervosismo del mercato si è manifestato più che altro sul livello dei rendimenti: gli aumenti registrati (circa 50 centesimi in media) hanno fatto ritornare i rendimenti sul medio-lungo termine sui livelli di oltre un anno fa, anche se l'aumento è stato decisamente più basso rispetto a quello registrato da Irlanda, Portogallo e Spagna.

"I prezzi - dice un trader - si sono un po' allentati e i bond, evento piuttosto insolito per i titoli di Stato italiani, sono stati molto venduti anche nel dopo asta. Forse ha pesato il fatto che l'asta sia rimasta in mano agli specialisti mentre negli ultimi mesi era stata molto forte la presenza degli investitori istituzionali, anche internazionali". I flussi di acquisto invece non si sono visti; anzi, molte sale operative hanno registrato sostanziosi flussi in uscita, dall'Italia come anche da altri Paesi con rating più elevati, Germania in testa.

La tendenza all'allargamento dello spread rispetto alla Germania riguarda tutti i Paesi dell'Eurozona: il decennale spagnolo cede circa 20 punti base e marca un differenziale di 265 centesimi e il Portogallo allarga di 17 punti base a 440 centesimi sul Bund. Anche il Belgio cede circa 15 base e sulla scadenza decennale consegna 105 punti base alla Germania; la Francia infine passa sulla scadenza decennale da uno spread i 40 a uno di 44 centesimi rispetto al benchmark tedesco.

(fonte tgcom.it)

lunedì 29 novembre 2010

Irlanda,Ue: "Via libera ad aiuti"

Piano da 85 mld di euro in tre anni

I ministri finanziari della zona euro hanno dato il via libera al piano di aiuti per sostenere l'Irlanda. L'ok è arrivato al termine di una riunione alla quale hanno partecipato anche i ministri dei tre Paesi non euro che parteciperanno al piano per aiutare Dublino: quelli di Regno Unito, Svezia e Danimarca. Il piano ammonta a 85 miliardi di euro in tre anni, di cui 35 per salvare le banche irlandesi e 50 per risanare le casse dello Stato.

La ripartizione degli aiuti prevede una quota uguale a carico del Fondo salva-Stati della zona euro (Efsf), del bilancio Ue (Efsm) e dell'Fmi. A ciò si dovrebbe aggiungere una quota di prestiti bilaterali concessi da Regno Unito, Svezia e Danimarca.

Ai prestiti all'Irlanda sarà applicato un tasso di interesse intorno al 6%, si apprende da fonti olandesi al termine della riunione dell'Eurogruppo.

I prestiti alla Grecia sono stati concessi con un tasso di interesse al 5,2%.

Merkel chiama Berlusconi: "Contributo a documento"
Telefonata del cancelliere tedesco Angela Merkel al premier Silvio Berlusconi: l'obiettivo del colloquio, a quanto si apprende, è stato un approfondito esame del nuovo possibile meccanismo anticrisi nell'Eurozona. Berlusconi ha evidenziato le priorità italiane e contribuito alla stesura del documento finale. Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio aveva già parlato con la Merkel e con il presidente francese Nicolas Sarkozy della situazione economica in Europa, con particolare riguardo all'Euro.

(fonte tgcom.it)

giovedì 25 novembre 2010

ENERGIA, BOLLETTA RISALE: ITALIA PAGHERÀ 51,9 MLD €

Torna a crescere nel 2010 la bolletta energetica complessiva pagata dal Paese per l'approvvigionamento di energia dall'estero. Secondo le ultime stime dell'Unione petrolifera, il 2010 dovrebbe chiudersi con una fattura di 51,9 miliardi di euro, 9,5 miliardi in più rispetto al 2009; anno in cui si era registrato un calo consistente. Si tratta di una cifra non lontana dal record di 56,7 miliardi segnato nel 2008. Secondo i dati Up relativi ai primi otto mesi dell'anno, la sola fattura petrolifera ammonterà invece a 27,4 miliardi, in aumento di 6,9 miliardi rispetto al 2009.

(fonte leggo.it)

Irlanda, manovra da 15 miliardi

Tagli alla spesa e tasse più pesanti

Il governo irlandese taglierà la spesa e alzerà le tasse nei prossimi quattro anni: si parla di un taglio sui costi pari a 10 miliardi, dei quali 2,8 miliardi alla spesa corrente, e di un aumento delle tasse pari a 5 miliardi, 1,9 dei quali verranno da ritocchi dei prelievi sui redditi. Nel complesso dunque la manovra quadriennale di risanamento dei conti avrà un valore di 15 miliardi, suddivisi negli anni dal 2011 al 2014.

E se la spesa sarà tagliata di 10 miliardi entro quella data, si prevede un aumento dell'Iva al 22% nel 2013 e al 23% nel 2014.

I tagli da 10 miliardi saranno ottenuti con 24.750 licenziamenti nel settore pubblico, mentre viene confermata la fiscalità al 12,5% per le aziende. Secondo il piano di risanamento, il deficit scenderà al 9,1% del Pil nel 2011 e tornerà entro i parametri europedi (3%) entro il 2014. Grazie a queste misure, secondo le previsioni la crescita dell'economia nel Paese sarà in media pari al 2,75% nel quadriennio tra il 2011 e il 2014.

Le riduzioni di spesa equivalgono dunque a un quinto dell'esborso totale. E se i tagli complessivi saranno di 10 miliardi, le riduzioni della spesa previste per finanziare il Welfare varranno invece 2,8 miliardi entro il 2014. La composizione dei tagli è suddivisa fra tre miliardi di tagli alla spesa corrente e sette alla spesa per investimenti.

Gli stipendi agli impiegati pubblici di nuova assunzione saranno tagliati del 10%, e il numero complessivo sarà riportato ai livelli del 2005. L'aumento del gettito fiscale viene stimato in cinque miliardi di euro, di cui 1,9 in più provenienti dalle imposte sui redditi. Secondo il documento di circa 130 pagine, citato dalla "France Presse", il 40% della manovra, pari a sei miliardi, dovrà essere realizzato il prossimo anno. "Gli obiettivi del piano sono esigenti ma realistici - si legge nel documento -. La manovra genererà fiducia nel Paese e all'estero".

La crisi pesa sull'euro
Proprio la crisi irlandese continua a pesare sull'euro, sceso fino a quota 1,33 contro il dollaro, ampliando i minimi da circa due mesi dopo che l'agenzia Standard & Poor's ha declassato di due gradini i titoli di Stato dell'Irlanda, scesi a quota "A".

Intanto, la cancelliera Angela Merkel ha parzialmente corretto il tiro, affermando che Berlino è pronta a fare la sua parte negli aiuti all'Irlanda, dal momento che Dublino procederà a risanare i conti. Ma la Merkel ha anche ribadito che in futuro coloro che investono su titoli di Stato dell'area euro che offrono alti rendimenti, a fronte di rischi più elevati, dovranno subire almeno parte delle perdite di una eventuale insolvenza sui pagamenti.

Romani (Sviluppo economico): in Italia i conti sono a posto
La crisi irlandese non contagerà l'Italia. Ne è sicuro il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. "Siamo tranquilli - dice -. Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare. Abbiamo messo a posto i conti e questo è stato pagato favorevolmente. Attendiamo i mercati, mi pare che l'Europa sia pronta a esserci e ad affrontare i momenti difficili. L'Italia ha fatto il suo dovere fino in fondi in tempi non sospetti, quando si diceva che non creava sviluppo ma solo rigore".

Minoranza: il prossimo governo non sarà vincolato al piano
Un futuro governo irlandese non sarà vincolato al piano quadriennale annunciato dal primo ministro Brian Cowen. La precisazione arriva da Enda Kenny, leader di Fine Gael, il principale partito di opposizione in Irlanda, secondo quanto riferisce Bloomberg. E la nuova tornata elettorale è prevista in Irlanda all'inizio dell'anno prossimo.

(fonte tgcom.it)

mercoledì 24 novembre 2010

Benzina: calano prezzi Q8 e Tamoil

Media nazionale e' molto diversificata

Ancora ribassi sulla rete dei carburanti: oggi hanno tagliato i propri prezzi Q8 e Tamoil, che hanno abbassato benzina e diesel rispettivamente di 0,5 centesimi e di poco meno di 1 centesimo. Emerge dal monitoraggio di QE. La media nazionale dei prezzi appare molto diversificata.

Per la benzina si va infatti dall'1,395 euro/litro riscontrato negli impianti Eni all'1,417 di quelli Tamoil (no-logo a 1,334).

Per il diesel si va dall'1,275 euro Eni all'1,296 euro di Tamoil.

(fonte ansa.it)

CRISI IRLANDA, BORSE KO: L'EURO SCENDE SOTTO 1,34 $

È allarme sull'euro: a lanciarlo è il cancelliere tedesco Angela Merkel, che parla di una situazione «eccezionalmente seria» per la moneta europea e manda a picco le quotazioni già deboli della divisa unica. «Non voglio dipingere una situazione drammatica, ma semplicemente dire che un anno fa non avremmo potuto immaginare il dibattito che c'è stato in primavera e le misure che abbiamo dovuto prendere», ha detto la Merkel parlando a Berlino. «Ci troviamo di fronte a una situazione eccezionalmente seria per quanto riguarda la situazione dell'euro». A farle eco è il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble: «è in gioco l'euro», dice il ministro delle Finanze tedesco a un giorno di distanza dalle dichiarazioni rassicuranti del presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet che ieri aveva detto l'esatto contrario: «non è in gioco l'euro». Le parole arrivate da Berlino sembrano mettere in dubbio la tenuta dei Sedici e si sommano all'incertezza politica in Irlanda, dove il governo che dovrebbe imporre l'austerity e presentare domani la finanziaria 2011, e che è impegnato nei negoziati con l'Ue e il Fmi per il prestito d'emergenza, barcolla sull'orlo delle dimissioni. E al mix micidiale si somma l'effetto-panico innescato stamani dallo scambio di fuoco fra le due coree. Il risultato è che l'euro è precipitato di oltre due centesimi sotto gli 1,34 dollari, ai minimi da fine settembre. Euro giù anche sullo yen, a 111,30 da 113,55 di ieri. Ed è una giornata da dimenticare anche per le borse: le piazze europee segnano pesanti perdite appesantite Dublino (sopra il 3%), dove le banche protagoniste della crisi colano a picco: Bank of Ireland e Allied Irish sono arrivate a perdere circa il 20% mentre dalla banca centrale arriva un invito ai compratori esteri. Mentre il governo tedesco sembra far di tutto per incrinare la fiducia de mercati, la speculazione sembra aver deciso di scommettere su un contagio verso i Paesi ad alto deficit del Sud-Europa: a partire da Portogallo e Spagna. I 'credit-default swap', i derivati con cui ci si assicura (e si scommette) sul rischio d'insolvenza del credito sovrano, continuano a salire per i Paesi dell'area ad alto deficit: l'Irlanda è a 561 (+7,5 punti), la Grecia a 1.041, il Portogallo a 469 e la Spagna a 295. Proprio la Spagna, oggi, ha dovuto accontentarsi di collocare solo 3,3 miliardi di titoli (contando di arrivare fino a quattro) al costo di rendimenti quasi raddoppiati in un mese. I premi di rischio sui titoli decennali spagnoli (rispetto al bund tedesco) hanno segnato il massimo storico a 225 punti base, trascinando al rialzo Irlanda (a 593 punti), Portogallo (a 442), Grecia (944) e Italia (169).

IRLANDA, SALE PRESSING SU COWEN L'appello all'unità nell'interesse nazionale non è servito a salvare la pelle politica di Brian Cowen: il premier irlandese rischia la sfiducia in parlamento mentre gli uomini del suo partito ammettono di non sapere quanti deputati del Fianna Fail voteranno contro il suo piano di austerity. C'è una mozione di sfiducia già sul tavolo, presentata dai quattro irredentisti del Sinn Fein che vogliono andare al dibattito al più presto possibile anche per capitalizzare su una elezione suppletiva dopodomani in un collegio del nord ovest che li vede favoriti. Ma soprattutto ci sono i deputati del partito di Cowen che uno dopo l'altro si stanno schierando contro di lui, che vogliono che lasci il potere subito dopo la presentazione del budget il 7 dicembre perchè la sua credibilità «è in pezzi» dopo che il governo ha accettato il piano di salvataggio internazionale ad 90 miliardi di euro. Domani Cowen presenta il piano di austerity quadriennale da 15 miliardi di euro, una manovra draconiana in 150 pagine fatta per due terzi di tagli e un terzo di tasse per far scendere il deficit dal 32 per cento del Pil quest'anno al 3 per cento nel 2014. Una stangata impopolare contro cui i sindacati scenderanno in piazza sabato, e già sono previste decine di migliaia di adesioni. Nel frattempo gli alleati Verdi hanno ribadito oggi che l'elettorato si sente «tradito» e adesso ha bisogno di «certezze politiche». Il Green Party ha accettato di sostenere Cowen fintanto che continuano i negoziati con Ue e Fmi ma non oltre e vuole elezioni anticipate nella seconda metà di gennaio: «Abbiamo raggiunto un punto in cui gli irlandesi hanno bisogno di certezze politiche che li portino oltre i prossimi due mesi», ha detto il segretario 'verdè John Gormley. Accusato oggi in parlamento di «restare aggrappato al potere», Conway non ne vuole sapere. Nel suo calendario, se si deve votare, non sarà prima di fine febbraio o marzo. Ma mentre Bruxelles fa sapere che preferirebbe una data più ravvicinata del sette dicembre per al presentazione del budget 2011, anche il Fianna Fail freme per un veloce cambio della guardia. Ha alimentato la fronda Mary ÒRourke, una veterana del partito e la matriarca di una delle dinastie politiche del paese (è la zia del ministro delle finanze Brian Lenihan) chiedendo un vertice del partito a gennaio per discutere la questione della leadership e le elezioni. Oggi intanto, mentre l'euro proseguiva la picchiata contro il dollaro e mentre in provincia veniva vandalizzato con vetri rotti e la scritta 'Traditorì l'ufficio del ministro dei trasporti Noel Dempsey, Cowen ha messo gli ultimi ritocchi all'austerity. Tagli al salario minimo e ai sussidi di disoccupazione come raccomandato dall'Fmi, 20 mila esodi volontari dal pubblico impiego, ma anche una nuova imposta sugli immobili e un aumento delle tasse sul reddito sarebbero il perno della manovra quadriennale (6 miliardi di risparmi nel 2011 rientreranno nel budget presentato il 7 dicembre da Lenihan) necessaria per uscire dalla crisi e incassare l'assegno della Ue e dell'Fmi. È una scommessa mirata a salvare le banche e a non toccare la fiscalità agevolata per le imprese (12,5%) per non fare scappare quelle multinazionali che grazie alle tasse basse (sempre osteggiate da Francia e Germania) hanno scelto l'ex Tigre Celtica per costruire i loro impianti.

OBAMA: FARE DI PIU' La Federal Reserve taglia le stime di crescita per il 2010 e il 2011 dell'economia americana, e si aspetta un peggioramento del mercato del lavoro rispetto a quanto ipotizzato a giugno, con un tasso di disoccupazione ancorato al 9% anche lungo il prossimo anno. «Dobbiamo fare di più per accelerare ancora la crescita e la creazione di posti di posti di lavoro» dice il presidente Usa Barack Obama impegnato a riconquistare la fiducia degli americani. È questo il quadro che emerge dai verbali dell'ultima riunione di politica monetaria della Fed del 2-3 novembre e che ha spinto i banchieri centrali americani a varare il nuovo programma di stimolo da 600 miliardi di dollari destinato all'acquisto di titoli di Stato per abbassare ulteriormente i tassi di interesse e aiutare l'economia. Una manovra che, rivelano i verbali, non è stata sancita da un pieno accordo tra i membri del Federal Open Market Committee: la maggior parte ha ritenuto che benefici del piano di allentamento quantitativo sono superiori ai costi, mentre per alcuni esponenti il nuovi piano rischia di creare pressione involontarie sul dollaro e di avere un impatto sull'economia limitato. La Banca centrale statunitense prevede una «graduale ripresa della crescita» e solo un «lento progresso» sul fronte dell'occupazione, proprio nel giorno in cui il Pil Usa ha mostrato una inattesa accelerazione nel corso del terzo trimestre con una crescita del 2,5%. Ma le ultime stime della Fed dicono che il Pil 2010 si attesterà al 2,4-2,5% (dal 3-3,5% stimato a giugno) e nel 2011 al 3-3,6% dal 3,5-4,2% stimato in precedenza per poi arrivare al 3,6-4,5% nel 2012. E per la prima volta la Fed pubblica le stime per il 2013 indicando una crescita tra il 3,5% e il 4,6%. Intanto non si rimette in moto il mercato del lavoro, spina nel fianco della Fed e del presidente Usa Obama: ora il tasso di disoccupazione viaggia al 9,6% le nuove previsioni sono peggiori delle stime di giugno e segnalano un tasso di disoccupazione al 9,5-9,7% nell'ultimo scorcio del 2010 (dal 9,2-9,5% precedente) e per il 2011 all'8,9-9,1% per riuscire a calare al 7,7%-8,2% nel 2010 e al 6,9-7,4% nel 2013. E se oggi il Pil Usa del terzo trimestre ha rivelato una crescita superiore alle attese, il ritmo non èancora così forte da far ripartire il mercato del lavoro. Il Pil statunitense è stato rivisto oggi a +2,5% dal 2% della prima lettura confermando una accelerazione rispetto al +1,7% del secondo trimestre. A trainare il tasso di crescita sono stati soprattutto i consumi, evidenziando l'incremento più forte dall'ultimo scorcio del 2006 con un +2,8% (+2,6% la prima lettura e +2,2% nel secondo trimestre). Resta il fatto che la crescita americana, come dice la Fed, rimarrà ancora al di sotto del 3,5%, ossia il ritmo che gli Usa dovrebbero raggiungere per vedere una calo della disoccupazione: per il capoeconomista di PNC Financial, Stuart Hoffman un ritmo di crescita tra il 2,5 e il 3% nel corso del prossimo anno è «sufficiente per far scendere la disoccupazione, non rapidamente, ma di almeno uno 0,5%».

GRECIA, UE-FMI: BENE PROGRAMMA Il Fondo monetario internazionale (Fmi), la Commissione europea e la Banca centrale dell'Ue (Bce) hanno oggi dato via libera alla prossima tranche di 9 miliardi di euro del prestito alla Grecia, dopo che Atene ha accettato di porre in atto «nuove misure» di rigore nel 2011 - apparentemente senza ricorrere ad altri tagli dei salari e delle pensioni o a licenziamenti - per far fronte al buco creatosi con la revisione al rialzo dei deficit 2009 e 2010. Al termine di una missione di alcuni giorni gli ispettori internazionali hanno assicurato che se la Grecia ne avesse bisogno, potrà essere negoziata una dilazione dei termini di ripagamento del maxi prestito di 110 miliardi di euro oppure una nuova linea di credito per garantirne il servizio. I rappresentanti di Ue e Fmi hanno espresso soddisfazione per l«ambizioso» piano di risanamento greco confermando che il paese «è in carreggiata» e sta rispettando gli impegni di bilancio, con deviazioni minime. Ma hanno sottolineato che per raggiungere gli obiettivi di un deficit al 7,5% del Pil nel 2011 sono necessari «sforzi extra», ovvero «nuove misure» sulle quali è stato raggiunto un accordo. Queste consisteranno soprattutto nella riduzione delle spese e degli sprechi particolarmente nel settore della sanità, delle imprese di stato e nell'amministrazione fiscale, e nell'allargamento della base impositiva. Le nuove misure, è stato spiegato, non prevedono licenziamenti ma un programma di uscite volontarie dal settore statale e, per poter garantire un appoggio sociale al rigore, sul piano fiscale si deve puntare a riequilibrare un sistema impositivo che sinora ha colpito soprattutto salariati e pensionati. Paul Thomsen del Fmi ha detto che il paese è a «uno snodo cruciale», ovvero ha necessità di fare avanzare un'agenda concreta di riforme strutturali. Queste, ha spiegato, dovranno in particolare ridurre il costo del lavoro, ancorando gli stipendi alla produttività e intervenendo sui contratti collettivi; aprire l'accesso a professioni, servizi e commercio; modernizzare l'industria e privatizzare le proprietà statali. «Quando torneremo qui a marzo vorrei discutere i dettagli delle riforme strutturali», ha detto Thomsen spiegando che serviranno a dare impulso alla crescita. Il ministro delle finanze greco Giorgio Papaconstantinou, in una conferenza stampa separata, è apparso in totale sintonia con i rappresentanti dei creditori affermando che la Grecia, dopo «avere riacquistato credibilità», si troverà ad affrontare nel 2011 un anno cruciale con riforme strutturali non più rinviabili. Nel 2011 il piano di risanamento entrerà infatti «nella seconda fase» per superare la quale, ha spiegato, bisognerà raggiungere 10 obiettivi tra cui: controllo della spesa pubblica, accelerazione della lotta all'evasione, taglio dei deficit e riforma delle imprese pubbliche, eliminazione degli sprechi soprattutto nella sanità, liberalizzazione delle professioni, privatizzazione e valorizzazione delle proprietà statali: da cui si prevedono ricavi in crescita per 7 miliardi di euro in tre anni.

IRLANDA, BANCHE FANNO TREMARE L'EUROPA Gli aiuti all'Irlanda da parte dell'Unione europea e del Fondo monetario internazionale potrebbero arrivare a 85 miliardi di euro di cui 35 destinati alle banche. Aiuti che, se le indiscrezioni venissero confermate, sarebbero superiori a quelli ipotizzati nelle scorse settimane dal governo irlandese ed in linea con le previsioni fatte da alcuni istituti finanziari. Il governo irlandese ha infatti stimato lo scorso mese che il salvataggio del sistema bancario del Paese avrebbe potuto aggirarsi tra i 40 e i 50 miliardi di euro, il 32% del prodotto interno lordo dell'Irlanda. Ma secondo un'analisi di Barclays Capital il costo potrebbe lievitare a 80 miliardi di euro. La sola Anglo-Irish Bank avrebbe bisogno di un prestito compreso tra i 29 e i 34 miliardi di euro, a seconda della gravità della situazione. Allied Irish potrebbe avere bisogno di ulteriori tre miliardi di euro entro fine anno, che si andranno ad aggiungere ai 7,4 miliardi già stimati come necessari per la ricapitalizzazione dell'istituto di credito. Irish Nationwide Building Society avrà bisogno di altri 2,7 miliardi di euro per continuare ad operare. Bank of Ireland, in cui il governo controlla il 36%, è l'unica banca che non avrebbe bisogno di una ulteriore iniezione di liquidità e il mese scorso è riuscita a piazzare sul mercato titoli per 750 milioni di euro. I Paesi con la più alta esposizione sul settore bancario irlandese sono la Germania con 46 miliardi di dollari, la Gran Bretagna con 42,3 miliardi, gli Stati Uniti con 24,6, la Francia con 21,1 miliardi, l'Italia con 3,6 miliardi e la Spagna con 2,5 miliardi, secondo i dati della Bri alla fine del primo trimestre 2010.

(fonte leggo.it)