L'Istat pubblica le stime su base annua per il mese di aprile. Su base mensile l'aumento è dello 0,4%. Influiscono in particolare i prodotti energetici, soprattutto i carburanti. La crescita è in linea con quella dell'Eurozona.
L'inflazione ad aprile è salita al +1,5% annuo dal +1,4% registrato a marzo. Si tratta del maggior incremento tendenziale da febbraio 2009. Lo comunica l'Istat nella stima preliminare, precisando che su base mensile i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,4%.
L'aumento dei prezzi risente in particolare della corsa dei beni e prodotti energetici. Il comparto energetico, spiega infatti l'Istituto di statistica, ha registrato un aumento dei prezzi dell'1,5% su base mensile e del 4,9% su base annua (in forte accelerazione dal 2,5% registrato a marzo). Corrono in particolare i prezzi del comparto non regolamentato (sostanzialmente carburanti), che ad aprile sono cresciuti del 2,1% congiunturale e del 15% tendenziale. La benzina verde registra un incremento del 2,7% rispetto a marzo e del 16,7% rispetto ad aprile 2009. Andamento simile per il gasolio, cresciuto del 2,2% congiunturale e del 15,9% tendenziale. Al netto della componente energetica, aggiunge l'Istat, l'inflazione è aumentata dell'1,3%.
Sempre in base alla stima provvisoria, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca), che tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo come saldi e promozioni, ha registrato a marzo un incremento dell'1,6% rispetto ad aprile 2009 (record da dicembre 2008), e del +0,9% rispetto a marzo 2010.
Per quanto riguarda l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi hanno riguardato i prezzi dei trasporti (+1,2%), dei servizi ricettivi e di ristorazione (+1,1%) e abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,6%). Variazioni nulle su base mensile, invece, per l'abbigliamento, le calzature e le comunicazioni.
Gli incrementi più elevati su base annua si sono registrati nei capitoli trasporti (+5,4%), altri beni e servizi (+2,8%), e istruzione (+2,5%). Prezzi stabili per i servizi sanitari, mentre variazioni annue negative si sono registrate per le comunicazioni (-0,7%) e per i prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,1%).
Il tasso di inflazione italiano è in linea con quello della zona Euro: secondo le prime stime di Eurostat, nei paesi della moneta unica europea i prezzi ad aprile sono saliti dell'1,5% annuale, rispetto all'1,4% di marzo. I dati definitivi saranno pubblicati il 18 maggio.
(fonte repubblica.it)
venerdì 30 aprile 2010
Grecia, ora "dolorose misure"
Premier Papandreou ai sindacati
"Dolorose misure". E' quanto, suo malgrado, promette il premier greco Giorgio Papandreou sindacati e ai rappresentanti degli industriali per far fronte all'emergenza economico-finanziaria ed ottenere l'erogazione del pacchetto di aiuti Ue-Fmi. Fonti del governo hanno indicato che l'accordo con gli inviati europei e del Fmi ad Atene per un piano triennale di risanamento deve essere finalizzato "nei prossimi giorni".
Sacconi: risparmiatori italiani al sicuro
Non c'è "assolutamente nessun pericolo per i risparmiatori italiani" per la crisi greca. Lo ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, secondo cui "la situazione è critica ma alla fine l'Ue la affronterà. Non vedo pericoli di contagio: la Grecia ha già intrapreso un percorso molto impegnativo". Su dove l'Italia reperirà i fondi per aiutare Atene Sacconi ha detto: "non varrà il patto di stabilità, la situazione è sotto controllo".
Accordo tra Obama e Merkel
In una telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il cancelliere tedesco Angela Merkel, i due capi di stato e di governo hanno condiviso l'idea che per aiutare la Grecia a uscire dalla crisi serva "un'azione risoluta e tempestiva", con il coinvolgimento del Fondo Monetario Internazionale e dell'Unione Europea. Anche Obama fa pressing sulla Germania affinché dia il via libera al piano salva-Grecia che, con l'aggravarsi della situazione, pare destinato a raggiungere i 100-120 miliardi di euro in tre anni.
Il premier greco avverte l'Europa
Intanto, il premier greco Giorgio Papandreou ha lanciato a Ue ed Fmi l'ultimo sos, mettendo in guardia dai rischi di contagio per l'intera economia europea e mondiale.
I passi della Merkel
Da Berlino, poi, la cancelliera Angela Merkel, ha aperto: "Non possiamo permettere che la Grecia diventi una nuova Lehman Brothers". La Germania, ha aggiunto, "non vuole sottrarsi alle proprie responsabilità e chiede di accelerare i negoziati col governo greco". Il suo esecutivo lunedì presenterà in Parlamento il provvedimento per erogare 8,4 miliardi di prestiti bilaterali ad Atene nel 2010.
La Borsa di Atene chiude in rialzo del 7,14%
L'avvicinarsi del salavataggio della Grecia ha spinto al rialzo il listino di Atene. L'indice generale ha chiuso in progresso del 7,14% mentre quello dei titoli a maggiore capitalizzazione ha fatto segnare un progresso dell'8,83%. A trainare gli acquisti sono stati soprattutto i titoli bancari il cui sottoindice ha segnato un rialzo superiore al 10%.
Piano da 120 miliardi
Dichiarazioni importanti quelle di Schauble e della Merkel pronunciate prima (quelle del ministro) e dopo (quelle della cancelliera) l'incontro col presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, entrambi in missione diplomatica nella capitale tedesca per convincere governo e Paramento tedeschi ad abbandonare ogni titubanza e resistenza. Perché la situazione si è talmente aggravata che non si può certo attendere le elezioni regionali tedesche del 9 maggio per avere una decisione della Germania. E un vertice straordinario dei leader della zona euro va convocato al più presto per dare il via libera ai prestiti. Proprio al termine del confronto che Trichet e Strauss-Kahn hanno avuto con i leader parlamentari tedeschi è venuta fuori la cifra sull'ammontare complessivo del piano: tra i 100 e i 120 miliardi di euro - avrebbe detto Strauss-Kahn secondo i partecipanti all'incontro - da prestare alla Grecia nei prossimi tre anni, di cui due terzi dalla Ue e un terzo dall'Fmi.
Nel 2010, comunque, gli aiuti ad Atene ammonterebbero sempre a 45 miliardi di euro, di cui 30 dai prestiti bilaterali degli Stati Ue e 15 dal Fondo monetario. Categoricamente esclusa da Bruxelles, invece, ogni ipotesi di ristrutturazione del debito pubblico di Atene: "Non è un'opzione". Ufficialmente il presidente della Bce e il direttore generale dell'Fmi non fanno cifre. Ma nelle loro parole c'è tutto il senso dell'emergenza e dell'urgenza. "La situazione è difficile e la rapidità delle decisioni è assolutamente essenziale", ha ammonito Trichet. Ancor più esplicito Strauss-Kahn: "Ogni giorno perso è un giorno in cui la situazione peggiora sempre più. E' in gioco il futuro della zona euro".
Anche la Casa Bianca è preoccupata e fa sapere dal suo portavoce che l'amministrazione Usa segue gli sviluppi da molto vicino. Del resto - dopo che le agenzie di rating hanno declassato Atene e i suoi titoli pubblici, definendoli "spazzatura" - i rendimenti dei bond greci decennali sono schizzati oltre il 10% e il differenziale col bund tedesco è salito a livelli record. Di qui l'ennesimo appello di Papandreou a fare presto. Ma, se da Berlino sembrano arrivare buone notizie, ad Atene i negoziati con Commissione Ue, Bce ed Fmi sembrano improvvisamente complicarsi, con il governo greco che si rifiuta di prevedere nuovi tagli salariali nel 2011 e 2012, dopo quelli già decisi per il 2010 per i dipendenti pubblici. Senza contare il congelamento delle pensioni di tutti i lavoratori, pubblici e privati. Ulteriori tagli per Atene rischierebbero davvero di scatenare la rivolta sociale, visto il clima già abbastanza infuocato che ha portato nelle ultime settimane a una raffica di scioperi e manifestazioni senza precedenti negli ultimi decenni.
(fonte tgcom.it)
"Dolorose misure". E' quanto, suo malgrado, promette il premier greco Giorgio Papandreou sindacati e ai rappresentanti degli industriali per far fronte all'emergenza economico-finanziaria ed ottenere l'erogazione del pacchetto di aiuti Ue-Fmi. Fonti del governo hanno indicato che l'accordo con gli inviati europei e del Fmi ad Atene per un piano triennale di risanamento deve essere finalizzato "nei prossimi giorni".
Sacconi: risparmiatori italiani al sicuro
Non c'è "assolutamente nessun pericolo per i risparmiatori italiani" per la crisi greca. Lo ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, secondo cui "la situazione è critica ma alla fine l'Ue la affronterà. Non vedo pericoli di contagio: la Grecia ha già intrapreso un percorso molto impegnativo". Su dove l'Italia reperirà i fondi per aiutare Atene Sacconi ha detto: "non varrà il patto di stabilità, la situazione è sotto controllo".
Accordo tra Obama e Merkel
In una telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il cancelliere tedesco Angela Merkel, i due capi di stato e di governo hanno condiviso l'idea che per aiutare la Grecia a uscire dalla crisi serva "un'azione risoluta e tempestiva", con il coinvolgimento del Fondo Monetario Internazionale e dell'Unione Europea. Anche Obama fa pressing sulla Germania affinché dia il via libera al piano salva-Grecia che, con l'aggravarsi della situazione, pare destinato a raggiungere i 100-120 miliardi di euro in tre anni.
Il premier greco avverte l'Europa
Intanto, il premier greco Giorgio Papandreou ha lanciato a Ue ed Fmi l'ultimo sos, mettendo in guardia dai rischi di contagio per l'intera economia europea e mondiale.
I passi della Merkel
Da Berlino, poi, la cancelliera Angela Merkel, ha aperto: "Non possiamo permettere che la Grecia diventi una nuova Lehman Brothers". La Germania, ha aggiunto, "non vuole sottrarsi alle proprie responsabilità e chiede di accelerare i negoziati col governo greco". Il suo esecutivo lunedì presenterà in Parlamento il provvedimento per erogare 8,4 miliardi di prestiti bilaterali ad Atene nel 2010.
La Borsa di Atene chiude in rialzo del 7,14%
L'avvicinarsi del salavataggio della Grecia ha spinto al rialzo il listino di Atene. L'indice generale ha chiuso in progresso del 7,14% mentre quello dei titoli a maggiore capitalizzazione ha fatto segnare un progresso dell'8,83%. A trainare gli acquisti sono stati soprattutto i titoli bancari il cui sottoindice ha segnato un rialzo superiore al 10%.
Piano da 120 miliardi
Dichiarazioni importanti quelle di Schauble e della Merkel pronunciate prima (quelle del ministro) e dopo (quelle della cancelliera) l'incontro col presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, entrambi in missione diplomatica nella capitale tedesca per convincere governo e Paramento tedeschi ad abbandonare ogni titubanza e resistenza. Perché la situazione si è talmente aggravata che non si può certo attendere le elezioni regionali tedesche del 9 maggio per avere una decisione della Germania. E un vertice straordinario dei leader della zona euro va convocato al più presto per dare il via libera ai prestiti. Proprio al termine del confronto che Trichet e Strauss-Kahn hanno avuto con i leader parlamentari tedeschi è venuta fuori la cifra sull'ammontare complessivo del piano: tra i 100 e i 120 miliardi di euro - avrebbe detto Strauss-Kahn secondo i partecipanti all'incontro - da prestare alla Grecia nei prossimi tre anni, di cui due terzi dalla Ue e un terzo dall'Fmi.
Nel 2010, comunque, gli aiuti ad Atene ammonterebbero sempre a 45 miliardi di euro, di cui 30 dai prestiti bilaterali degli Stati Ue e 15 dal Fondo monetario. Categoricamente esclusa da Bruxelles, invece, ogni ipotesi di ristrutturazione del debito pubblico di Atene: "Non è un'opzione". Ufficialmente il presidente della Bce e il direttore generale dell'Fmi non fanno cifre. Ma nelle loro parole c'è tutto il senso dell'emergenza e dell'urgenza. "La situazione è difficile e la rapidità delle decisioni è assolutamente essenziale", ha ammonito Trichet. Ancor più esplicito Strauss-Kahn: "Ogni giorno perso è un giorno in cui la situazione peggiora sempre più. E' in gioco il futuro della zona euro".
Anche la Casa Bianca è preoccupata e fa sapere dal suo portavoce che l'amministrazione Usa segue gli sviluppi da molto vicino. Del resto - dopo che le agenzie di rating hanno declassato Atene e i suoi titoli pubblici, definendoli "spazzatura" - i rendimenti dei bond greci decennali sono schizzati oltre il 10% e il differenziale col bund tedesco è salito a livelli record. Di qui l'ennesimo appello di Papandreou a fare presto. Ma, se da Berlino sembrano arrivare buone notizie, ad Atene i negoziati con Commissione Ue, Bce ed Fmi sembrano improvvisamente complicarsi, con il governo greco che si rifiuta di prevedere nuovi tagli salariali nel 2011 e 2012, dopo quelli già decisi per il 2010 per i dipendenti pubblici. Senza contare il congelamento delle pensioni di tutti i lavoratori, pubblici e privati. Ulteriori tagli per Atene rischierebbero davvero di scatenare la rivolta sociale, visto il clima già abbastanza infuocato che ha portato nelle ultime settimane a una raffica di scioperi e manifestazioni senza precedenti negli ultimi decenni.
(fonte tgcom.it)
mercoledì 28 aprile 2010
S&P taglia rating Spagna ad 'AA'
Incentivi: erogati quasi 90 milioni
Moto, via al 94% dei contributi
E' già stato erogato il 93,7% dei contributi per le due ruote messi a disposizione dal governo. In tutto sono stati infatti assegnati 11.252.097 milioni di euro a fronte dei 12 milioni messi a disposizione. E di questi soldi, oltre 11.148 sono destinati ai motocicli "euro 3", mentre 104mila ai motocicli elettrici o ibridi. Nel complesso, su 300 milioni i contributi già utilizzati sono pari al 30% per un valore di quasi 90 milioni di euro.
Per quanto riguarda invece i contributi per le cucine componibili la percentuale già erogata è pari al 40,8% (35 milioni su un totale di 60 milioni), mentre per la banda larga la quota è del 19,6% sul totale dei fondi pari a 20 milioni.
Comparto elettrodomestici
Dati simili a questi ultimi anche nel settore degli elettrodomestici dove la percentuale è pari a poco meno del 17%: su un totale di 50 milioni di euro sono ancora a disposizione dunque oltre 42 milioni di euro. Nel comparto delle macchine agricole è invece già stato erogato il 43% delle risorse, mentre per quello dei rimorchi la percentuale è quasi del 26% (oltre 2 milioni su un totale di quasi 6).
Case a efficienze energetica
Più bassa la quota erogata per i contributi per gli immobili a alta efficienza energetica pari a circa il 13% sul totale di 60 milioni a disposizione. Pari poi al 3,8% i contributi erogati per le gru a torre per l'edilizia e allo 0,1% di quelli per l'efficienza energetica industriale (inverter). Esauriti infine già da un po' i fondi per la nautica.
(fonte tgcom.it)
E' già stato erogato il 93,7% dei contributi per le due ruote messi a disposizione dal governo. In tutto sono stati infatti assegnati 11.252.097 milioni di euro a fronte dei 12 milioni messi a disposizione. E di questi soldi, oltre 11.148 sono destinati ai motocicli "euro 3", mentre 104mila ai motocicli elettrici o ibridi. Nel complesso, su 300 milioni i contributi già utilizzati sono pari al 30% per un valore di quasi 90 milioni di euro.
Per quanto riguarda invece i contributi per le cucine componibili la percentuale già erogata è pari al 40,8% (35 milioni su un totale di 60 milioni), mentre per la banda larga la quota è del 19,6% sul totale dei fondi pari a 20 milioni.
Comparto elettrodomestici
Dati simili a questi ultimi anche nel settore degli elettrodomestici dove la percentuale è pari a poco meno del 17%: su un totale di 50 milioni di euro sono ancora a disposizione dunque oltre 42 milioni di euro. Nel comparto delle macchine agricole è invece già stato erogato il 43% delle risorse, mentre per quello dei rimorchi la percentuale è quasi del 26% (oltre 2 milioni su un totale di quasi 6).
Case a efficienze energetica
Più bassa la quota erogata per i contributi per gli immobili a alta efficienza energetica pari a circa il 13% sul totale di 60 milioni a disposizione. Pari poi al 3,8% i contributi erogati per le gru a torre per l'edilizia e allo 0,1% di quelli per l'efficienza energetica industriale (inverter). Esauriti infine già da un po' i fondi per la nautica.
(fonte tgcom.it)
Continuano i rialzi dei carburanti
Ritocchi per Agip, Api-IP, Erg e Tamoil
Coda al distributore di benzina in Vaticano
La benzina in Vaticano si mantiene stabilmente intorno a 1 euro al litro. E, complici i rialzi sulla rete italiana, i dipendenti della Santa Sede abilitati al rifornimento sono costretti a fare la fila. E' l'effetto della corsa dei prezzi delle ultime settimane, che ha portato il differenziale fra Italia e Oltretevere stabilmente intorno ai 40 centesimi al litro.
Il differenziale di prezzo è dovuto al fatto che in Vaticano la benzina non è gravata dall'iva e dalle accise imposte negli anni dallo Stato italiano. A beneficiare del carburante low cost sono i 546 cittadini dello Stato Vaticano e i 1800 dipendenti che hanno il permesso di entrare in automobile e sono forniti di un badge elettronico.
(fonte tgcom.it)
Non si fermano i rialzi dei carburanti. Dal monitoraggio di Quotidianoenergia.it risulta che oggi si sono mosse Agip, Api-IP, Erg e Tamoil. Agip ha aumentato la benzina di 0,6 centesimi e il diesel di 0,8. Api-IP hanno corretto la verde di 1 centesimo e il diesel di 0,6 centesimi. Erg è salita di 0,5 centesimi su entrambi i prodotti. Infine Tamoil ha aumentato il solo diesel di 0,6 centesimi.
Eni Api Erg Esso IP
Benzina 1,431 1,427 1,428 1,423 1,427
Diesel 1,275 1,269 1,269 1,263 1,269
Q8 Shell Tamoil Total
Benzina 1,431 1,434 1,426 1,425
Diesel 1,274 1,277 1,274 1,268
(fonte: quotidianoenergia.it)
Coda al distributore di benzina in Vaticano
La benzina in Vaticano si mantiene stabilmente intorno a 1 euro al litro. E, complici i rialzi sulla rete italiana, i dipendenti della Santa Sede abilitati al rifornimento sono costretti a fare la fila. E' l'effetto della corsa dei prezzi delle ultime settimane, che ha portato il differenziale fra Italia e Oltretevere stabilmente intorno ai 40 centesimi al litro.
Il differenziale di prezzo è dovuto al fatto che in Vaticano la benzina non è gravata dall'iva e dalle accise imposte negli anni dallo Stato italiano. A beneficiare del carburante low cost sono i 546 cittadini dello Stato Vaticano e i 1800 dipendenti che hanno il permesso di entrare in automobile e sono forniti di un badge elettronico.
(fonte tgcom.it)
martedì 27 aprile 2010
L'Inps in attivo nel 2009. Dimezzate le domande per anzianità
La relazione annuale: quasi 8 milioni il saldo positivo. Il presidente Mastrapasqua: "Conti in ordine, le riforme stanno funzionando". Sostegno al reddito per 4 milioni di cittadini
''L'anno che ci sta alle spalle è stato probabilmente il peggiore per la storia dell'economia. Registrare un avanzo finanziario positivo nel bilancio dell'Inps è più di un successo. Se poi l'avanzo è di oltre 7 miliardi di euro deve trasferire a tutto il paese una nuova consapevolezza e una rinnovata dose di fiducia''. Lo afferma il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, presentando la relazione annuale dell'Istituto al Parlamento. ''La consapevolezza - aggiunge - che il sistema previdenziale nel nostro paese ha i conti in ordine. Le riforme stanno progressivamente mettendo in sicurezza il futuro delle pensioni''.
Le cifre. La spesa per le pensioni dell'Inps nel 2009 è stata pari a 173.127 milioni di euro, con un incremento del 3% sul 2008, pari a 5.071 milioni. L'incidenza sul Pil è salita all'11,32% (dal 10,69% del 2008). Sono state 697.098 le nuove pensioni accolte e liquidate nel corso del 2009, con un decremento del 4% (-29.136 pensioni) rispetto alle pensioni accolte e liquidate nell'anno precedente (726.234). Le nuove hanno riguardato principalmente i lavoratori iscritti alla gestione separata (+87,7% sul 2008). La gestione finanziaria di competenza ha evidenziato un saldo positivo di 7.961 milioni di euro, risultato della differenza tra i 276.643 milioni di euro di entrate e i 268.682 milioni di euro di uscite complessive. Il totale delle entrate ha registrato un incremento pari al 2,3% rispetto al 2008; ma in aumento più sostenuto, sempre rispetto al 2008, sono risultate le uscite, +4,6%. La gestione economica ha presentato un risultato positivo di 5.956 milioni di euro.
Per effetto delle nuove norme, risulta invece dimezzata la domanda di pensioni di anzianità, soprattutto tra i lavoratori dipendenti; allo stesso tempo si registra un aumento del numero dei trattamenti per vecchiaia. Nel complesso, il numero delle pensioni vigenti al 31 dicembre 2009 è pari a 16.053.965, con un decremento dello 0,26% (-42.208 pensioni) rispetto ai trattamenti in vigore nel 2008. Rispetto alle principali gestioni, oltre 10 milioni sono le pensioni ai lavoratori dipendenti (-0,9% rispetto al 2008), più di 4 milioni quelle ai lavoratori autonomi (+1,2%) e oltre 200.000 le prestazioni per i lavoratori iscritti alla Gestione separata (+27,7%). Il numero delle pensioni che ricevono integrazioni dell'importo per raggiungere il minimo previsto dalla legge supera i 4 milioni; di queste l'80% viene erogato a beneficiari donne.
Invalidità e verifiche. Continua a crescere la spesa per le prestazioni di invalidità civile: nel 2009 sono stati spesi 16 miliardi di euro (+4,9% sul 2008) per pagare i sussidi tra pensioni e assegni di accompagnamento; i beneficiari sono stati circa 2,6 milioni di persone (+4,5%). Il dato è previsto in salita anche nel 2010, anno per cui si stima una spesa di 17 miliardi. Aumentano però i controlli: nel 2009 sono state effettuate 200 mila verifiche che hanno portato alla revoca del 15% del campione esaminato. Allo stesso tempo, nell'ambito del contenzioso giudiziario si registra ''un netto miglioramento dell'incidenza dei giudizi che si concludono con una decisione di merito favorevole all'Istituto''.
Ai 2,6 milioni di invalidi civili, ha precisato Mastrapasqua, ''si aggiungono altri 2 milioni di soggetti di invalidità professionale, la cosiddetta inabilita', che porta a quasi 30 miliardi il volume delle risorse impegnate nel sostegno della non autosufficienza''. Nel corso del 2010 si prevede che la spesa per la sola invalidità civile potrebbe arrivare a 17 miliardi e i beneficiari a sfiorare i 3 milioni di persone.
Accanto alla lotta ai falsi invalidi, che ha centralizzato sull'Inps i controlli, sono stati nettamente ridotti anche i tempi per avere i sussidi: ''da una media di attesa che sfiorava l'anno, con punte di inciviltà di più di due anni, abbiamo garantito che si arriverà a un massimo di 120 giorni per poter ottenere il sussidio, senza dover restare vittime delle clientele, della burocrazia e delle organizzazioni criminali'' ha assicurato Mastrapasqua aggiungendo che ''da una decina di passaggi burocratici siamo passati a sole tre tappe per chiedere, controllare e ottenere la prestazione''.
Sostegni ai lavoratori. Sono stati oltre 4 milioni i lavoratori italiani che hanno ricevuto, in tempi e modi assai differenziati, una qualche forma di prestazioni di sostegno al reddito, per un totale di circa 18 miliardi di euro. A un anno dall'esplodere della crisi economica, ha detto Mastrapasqua, ''una delle poche cose che possiamo affermare e riconoscere è la perdurante coesione sociale che resiste nel paese'' e i ''provvedimenti messi in campo si sono rivelati efficaci a tenere, meglio che altrove, il livello di occupazione''.
Secondo il presidente dell'Inps, ''da un anno e mezzo, il bilancio delle ore di cassa integrazione autorizzate e il numero delle domande di disoccupazione presentate sono diventate un termometro vero della congiuntura e talvolta, purtroppo, un'occasione per un'irresistibile speculazione polemica''. Nel corso del 2009 sono state autorizzate 915 milioni di ore di cassa integrazione e il ''20% è stato destinato ad aziende e lavoratori che fino a marzo 2009 non godeva di questa difesa. Ogni confronto statistico con il passato dovrebbe rammentarsi di questo elemento. Così come ogni riferimento alla cassa integrazione dovrebbe ricordare che delle oltre 900 milioni di ore di cig autorizzate, circa 400 milioni non sono state utilizzate nel corso del 2009''. L'Inps, inoltre, ''non ha dimenticato di assicurare l'ordinaria opera di supporto alle famiglie'' con ''oltre 10 miliardi di euro di sussidi erogati per oltre 4 milioni di persone assistite''.
La sostenibilità non è tutto. ''Sarebbe miope e riduttivo - ha poi affermato Mastrapasqua - pensare che la sostenibilità possa essere l'unico criterio di riflessione sul futuro del sistema previdenziale. Inutile tacere il problema delle prestazioni di domani che richiedono, però, un'attenzione vigile nel presente''.
Secondo il presidente dell'Inps occorre coltivare una ''cultura previdenziale'' nella consapevolezza che il ''sistema contributivo aggancia rigorosamente le prestazioni alle contribuzioni''. E' quindi ''il tempo dell'autogoverno responsabile delle persone ed è naturale pensare ai giovani quando si parla di nuova cultura previdenziale. I giovani di oggi, e non solo loro, devono abituarsi a guardare al loro futuro considerando il loro fascicolo personale fatto di istruzione, formazione e previdenza. E sul fronte previdenziale non sarà un fascicolo vuoto solo a condizione che venga progressivamente riempito, magari fin dal riscatto della laurea che deve diventare una semplice abitudine''.
Fini: il pubblico come garanzia. ''Lo sviluppo di un adeguato sistema di previdenza complementare deve rappresentare per il nostro paese una priorità strategica'' e ''l'azione combinata di un polo pubblico di garanzia, per quanto riguarda i Fondi complementari ed il sistema finanziario per l'investimento dei contributi versati, potrebbe favorire un'adesione massimizzata al sistema e un migliore risultato in termini di trattamenti pensionistici complementari''. Lo ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervenendo alla presentazione della relazione annuale dell'Inps.
(fonte repubblica.it)
''L'anno che ci sta alle spalle è stato probabilmente il peggiore per la storia dell'economia. Registrare un avanzo finanziario positivo nel bilancio dell'Inps è più di un successo. Se poi l'avanzo è di oltre 7 miliardi di euro deve trasferire a tutto il paese una nuova consapevolezza e una rinnovata dose di fiducia''. Lo afferma il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, presentando la relazione annuale dell'Istituto al Parlamento. ''La consapevolezza - aggiunge - che il sistema previdenziale nel nostro paese ha i conti in ordine. Le riforme stanno progressivamente mettendo in sicurezza il futuro delle pensioni''.
Le cifre. La spesa per le pensioni dell'Inps nel 2009 è stata pari a 173.127 milioni di euro, con un incremento del 3% sul 2008, pari a 5.071 milioni. L'incidenza sul Pil è salita all'11,32% (dal 10,69% del 2008). Sono state 697.098 le nuove pensioni accolte e liquidate nel corso del 2009, con un decremento del 4% (-29.136 pensioni) rispetto alle pensioni accolte e liquidate nell'anno precedente (726.234). Le nuove hanno riguardato principalmente i lavoratori iscritti alla gestione separata (+87,7% sul 2008). La gestione finanziaria di competenza ha evidenziato un saldo positivo di 7.961 milioni di euro, risultato della differenza tra i 276.643 milioni di euro di entrate e i 268.682 milioni di euro di uscite complessive. Il totale delle entrate ha registrato un incremento pari al 2,3% rispetto al 2008; ma in aumento più sostenuto, sempre rispetto al 2008, sono risultate le uscite, +4,6%. La gestione economica ha presentato un risultato positivo di 5.956 milioni di euro.
Per effetto delle nuove norme, risulta invece dimezzata la domanda di pensioni di anzianità, soprattutto tra i lavoratori dipendenti; allo stesso tempo si registra un aumento del numero dei trattamenti per vecchiaia. Nel complesso, il numero delle pensioni vigenti al 31 dicembre 2009 è pari a 16.053.965, con un decremento dello 0,26% (-42.208 pensioni) rispetto ai trattamenti in vigore nel 2008. Rispetto alle principali gestioni, oltre 10 milioni sono le pensioni ai lavoratori dipendenti (-0,9% rispetto al 2008), più di 4 milioni quelle ai lavoratori autonomi (+1,2%) e oltre 200.000 le prestazioni per i lavoratori iscritti alla Gestione separata (+27,7%). Il numero delle pensioni che ricevono integrazioni dell'importo per raggiungere il minimo previsto dalla legge supera i 4 milioni; di queste l'80% viene erogato a beneficiari donne.
Invalidità e verifiche. Continua a crescere la spesa per le prestazioni di invalidità civile: nel 2009 sono stati spesi 16 miliardi di euro (+4,9% sul 2008) per pagare i sussidi tra pensioni e assegni di accompagnamento; i beneficiari sono stati circa 2,6 milioni di persone (+4,5%). Il dato è previsto in salita anche nel 2010, anno per cui si stima una spesa di 17 miliardi. Aumentano però i controlli: nel 2009 sono state effettuate 200 mila verifiche che hanno portato alla revoca del 15% del campione esaminato. Allo stesso tempo, nell'ambito del contenzioso giudiziario si registra ''un netto miglioramento dell'incidenza dei giudizi che si concludono con una decisione di merito favorevole all'Istituto''.
Ai 2,6 milioni di invalidi civili, ha precisato Mastrapasqua, ''si aggiungono altri 2 milioni di soggetti di invalidità professionale, la cosiddetta inabilita', che porta a quasi 30 miliardi il volume delle risorse impegnate nel sostegno della non autosufficienza''. Nel corso del 2010 si prevede che la spesa per la sola invalidità civile potrebbe arrivare a 17 miliardi e i beneficiari a sfiorare i 3 milioni di persone.
Accanto alla lotta ai falsi invalidi, che ha centralizzato sull'Inps i controlli, sono stati nettamente ridotti anche i tempi per avere i sussidi: ''da una media di attesa che sfiorava l'anno, con punte di inciviltà di più di due anni, abbiamo garantito che si arriverà a un massimo di 120 giorni per poter ottenere il sussidio, senza dover restare vittime delle clientele, della burocrazia e delle organizzazioni criminali'' ha assicurato Mastrapasqua aggiungendo che ''da una decina di passaggi burocratici siamo passati a sole tre tappe per chiedere, controllare e ottenere la prestazione''.
Sostegni ai lavoratori. Sono stati oltre 4 milioni i lavoratori italiani che hanno ricevuto, in tempi e modi assai differenziati, una qualche forma di prestazioni di sostegno al reddito, per un totale di circa 18 miliardi di euro. A un anno dall'esplodere della crisi economica, ha detto Mastrapasqua, ''una delle poche cose che possiamo affermare e riconoscere è la perdurante coesione sociale che resiste nel paese'' e i ''provvedimenti messi in campo si sono rivelati efficaci a tenere, meglio che altrove, il livello di occupazione''.
Secondo il presidente dell'Inps, ''da un anno e mezzo, il bilancio delle ore di cassa integrazione autorizzate e il numero delle domande di disoccupazione presentate sono diventate un termometro vero della congiuntura e talvolta, purtroppo, un'occasione per un'irresistibile speculazione polemica''. Nel corso del 2009 sono state autorizzate 915 milioni di ore di cassa integrazione e il ''20% è stato destinato ad aziende e lavoratori che fino a marzo 2009 non godeva di questa difesa. Ogni confronto statistico con il passato dovrebbe rammentarsi di questo elemento. Così come ogni riferimento alla cassa integrazione dovrebbe ricordare che delle oltre 900 milioni di ore di cig autorizzate, circa 400 milioni non sono state utilizzate nel corso del 2009''. L'Inps, inoltre, ''non ha dimenticato di assicurare l'ordinaria opera di supporto alle famiglie'' con ''oltre 10 miliardi di euro di sussidi erogati per oltre 4 milioni di persone assistite''.
La sostenibilità non è tutto. ''Sarebbe miope e riduttivo - ha poi affermato Mastrapasqua - pensare che la sostenibilità possa essere l'unico criterio di riflessione sul futuro del sistema previdenziale. Inutile tacere il problema delle prestazioni di domani che richiedono, però, un'attenzione vigile nel presente''.
Secondo il presidente dell'Inps occorre coltivare una ''cultura previdenziale'' nella consapevolezza che il ''sistema contributivo aggancia rigorosamente le prestazioni alle contribuzioni''. E' quindi ''il tempo dell'autogoverno responsabile delle persone ed è naturale pensare ai giovani quando si parla di nuova cultura previdenziale. I giovani di oggi, e non solo loro, devono abituarsi a guardare al loro futuro considerando il loro fascicolo personale fatto di istruzione, formazione e previdenza. E sul fronte previdenziale non sarà un fascicolo vuoto solo a condizione che venga progressivamente riempito, magari fin dal riscatto della laurea che deve diventare una semplice abitudine''.
Fini: il pubblico come garanzia. ''Lo sviluppo di un adeguato sistema di previdenza complementare deve rappresentare per il nostro paese una priorità strategica'' e ''l'azione combinata di un polo pubblico di garanzia, per quanto riguarda i Fondi complementari ed il sistema finanziario per l'investimento dei contributi versati, potrebbe favorire un'adesione massimizzata al sistema e un migliore risultato in termini di trattamenti pensionistici complementari''. Lo ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervenendo alla presentazione della relazione annuale dell'Inps.
(fonte repubblica.it)
Benzina: ancora aumenti
Su Agip, Api-Ip, Erg e Tamoil. Verde Shell resta la piu' cara
Proseguono i rialzi sulla rete carburanti. Dal monitoraggio di quotidianoenergia.it risulta che oggi rialzano Agip, Api-IP, Erg e Tamoil. Agip aumenta la benzina di 0,6 cent a 1,431 euro/litro, e il diesel di 0,8 a 1,275 euro/litro. Api-IP aumentano la verde di 1 cent a 1,427 euro/litro e il diesel di 0,6 a 1,269 euro/litro. Erg sale di 0,5 cent su entrambi,a 1,428 euro/litro sulla verde e a 1,269 euro/litro sul diesel. Tamoil aumenta il diesel: +0,6 a 1,274.
(fonte ansa.it)
Proseguono i rialzi sulla rete carburanti. Dal monitoraggio di quotidianoenergia.it risulta che oggi rialzano Agip, Api-IP, Erg e Tamoil. Agip aumenta la benzina di 0,6 cent a 1,431 euro/litro, e il diesel di 0,8 a 1,275 euro/litro. Api-IP aumentano la verde di 1 cent a 1,427 euro/litro e il diesel di 0,6 a 1,269 euro/litro. Erg sale di 0,5 cent su entrambi,a 1,428 euro/litro sulla verde e a 1,269 euro/litro sul diesel. Tamoil aumenta il diesel: +0,6 a 1,274.
(fonte ansa.it)
Grecia, Borsa giù e nuove proteste
Crisi, cortei ad Atene e Salonicco
La crisi greca pesa sui listini e innesca la protesta dei cittadini: sono in tanti a disapprovare la decisione del premier Georges Papandreu di ricorrere al meccanismo di sostegno Ue-Fmi. La Borsa di Atene è in forte ribasso, e intanto si annunciano nuovi scioperi. Manifestazioni ad Atene e Salonicco sono state convocate dal sindacato dei dipendenti pubblici. Appello del ministro Papaconstantinou: "Servono 9 miliardi entro il 19 maggio".
Sulla delicata questione è intervenuto anche il vicepresidente della Bce Lucas Papademos, presentando ai parlamentari europei il rapporto annuale 2009 della Banca centrale. E ha sottolineato che l'attuale programma economico elaborato insieme alla Grecia dall'Unione europea, dalla Banca Centrale europea e dal Fondo monetario internazionale deve contenere misure fiscali e riforme strutturali capaci di risolvere gli squilibri del Paese.
"È essenziale che il piano specifichi ampie misure fiscali e riforme strutturali che intervengano alla radice degli squilibri fiscali greci e delle sue debolezze strutturali, in modo da assicurare un miglioramento dei conti pubblici e della competitività internazionale del Paese" ha affermato Papademos.
Nonostante l'impegno preso dal governo greco a realizzare pienamente le misure annunciate per il 2010 e le affermazioni dei vari leader europei a favore della Grecia, "le pressioni sul mercato finanziario sono rimaste e si sono recentemente intensificate" ha aggiunto Papademos, il quale ha anche affermato di non ritenere che, complessivamente, dalla vicenda greca possa emergere una nuova crisi bancaria a livello internazionale.
Aiuti Fmi: soluzione praticabile
La partecipazione del Fmi al salvataggio della Grecia rappresneta una soluzione praticabile secondo la Bce. "Credo che non ci saranno problemi a raggiungere una posizione comune" ha affermato Papademos.
I greci non sono d'accordo
Ma non la pensano così la gran parte dei greci, che disapprovano la decisione del premier Georges Papandreu di ricorrere al meccanismo di sostegno Ue-Fmi per uscire dalla crisi e temono le tensioni sociali conseguenti a drastiche misure del governo. Secondo un sondaggio per la tv Mega, il primo dopo l'annuncio del premier venerdì scorso, il 60,9% dei greci boccia la decisione del governo e il 70,2% non vuole un prestito dal Fondo Monetario Internazionale. Oltre il 51% ritiene che la politica economica del governo non sia avviata nella giusta direzione e il 67,4 per cento prevede che la richiesta scatenerà disordini sociali. Con una percentuale quasi identica (il 57%), secondo l'ultimo sondaggio, anche i contribuenti tedeschi bocciano gli aiuti alla Grecia.
Le sfide del Patto di stabilità
Il numero due della Bce ha poi parlato delle sfide che deve affrontare in questo momento il Patto di stabilità. "C'è preoccupazione sulla preesistenza di considerevoli squilibri fiscali in Europa e altrove, che possono minare la fiducia nella sostenibilità delle finanzie pubbliche e generare rischi per la crescita economica e la stabilità finaziaria" ha affermato Papademos, secondo cui altri Paesi hanno problemi simili alla Grecia, anche se di intensità minore. "In questo momento è un imperativo che tutti i Paesi dell'area euro aderiscano strettamente ai dettami del patto di stabilità".
Verso un'eurocrescita moderata
Sul fronte più strettamente economico il rapporto Bce ha confermato la linea già enunciata dalla banca centrale in occasione degli ultimi meeting di politica monetaria. I tassi sono a livelli appropriati, ha ripetuto Papademos, e la previsione resta per una crescita moderata e disomogenea in eurozona nel 2010, con aspettative di inflazione che per ora rimangono fermamente ancorate. Un apprezzabile miglioramento delle condizioni fiscali generali, ha spiegato il vicepresidente della Bce, non si potrà vedere prima del 2011-2012. Aggiungendo però che la strategia più appropriata passa per progressivo abbandono delle misure straordinarie di supporto da parte della Bce.
(fonte tgcom.it)
La crisi greca pesa sui listini e innesca la protesta dei cittadini: sono in tanti a disapprovare la decisione del premier Georges Papandreu di ricorrere al meccanismo di sostegno Ue-Fmi. La Borsa di Atene è in forte ribasso, e intanto si annunciano nuovi scioperi. Manifestazioni ad Atene e Salonicco sono state convocate dal sindacato dei dipendenti pubblici. Appello del ministro Papaconstantinou: "Servono 9 miliardi entro il 19 maggio".
Sulla delicata questione è intervenuto anche il vicepresidente della Bce Lucas Papademos, presentando ai parlamentari europei il rapporto annuale 2009 della Banca centrale. E ha sottolineato che l'attuale programma economico elaborato insieme alla Grecia dall'Unione europea, dalla Banca Centrale europea e dal Fondo monetario internazionale deve contenere misure fiscali e riforme strutturali capaci di risolvere gli squilibri del Paese.
"È essenziale che il piano specifichi ampie misure fiscali e riforme strutturali che intervengano alla radice degli squilibri fiscali greci e delle sue debolezze strutturali, in modo da assicurare un miglioramento dei conti pubblici e della competitività internazionale del Paese" ha affermato Papademos.
Nonostante l'impegno preso dal governo greco a realizzare pienamente le misure annunciate per il 2010 e le affermazioni dei vari leader europei a favore della Grecia, "le pressioni sul mercato finanziario sono rimaste e si sono recentemente intensificate" ha aggiunto Papademos, il quale ha anche affermato di non ritenere che, complessivamente, dalla vicenda greca possa emergere una nuova crisi bancaria a livello internazionale.
Aiuti Fmi: soluzione praticabile
La partecipazione del Fmi al salvataggio della Grecia rappresneta una soluzione praticabile secondo la Bce. "Credo che non ci saranno problemi a raggiungere una posizione comune" ha affermato Papademos.
I greci non sono d'accordo
Ma non la pensano così la gran parte dei greci, che disapprovano la decisione del premier Georges Papandreu di ricorrere al meccanismo di sostegno Ue-Fmi per uscire dalla crisi e temono le tensioni sociali conseguenti a drastiche misure del governo. Secondo un sondaggio per la tv Mega, il primo dopo l'annuncio del premier venerdì scorso, il 60,9% dei greci boccia la decisione del governo e il 70,2% non vuole un prestito dal Fondo Monetario Internazionale. Oltre il 51% ritiene che la politica economica del governo non sia avviata nella giusta direzione e il 67,4 per cento prevede che la richiesta scatenerà disordini sociali. Con una percentuale quasi identica (il 57%), secondo l'ultimo sondaggio, anche i contribuenti tedeschi bocciano gli aiuti alla Grecia.
Le sfide del Patto di stabilità
Il numero due della Bce ha poi parlato delle sfide che deve affrontare in questo momento il Patto di stabilità. "C'è preoccupazione sulla preesistenza di considerevoli squilibri fiscali in Europa e altrove, che possono minare la fiducia nella sostenibilità delle finanzie pubbliche e generare rischi per la crescita economica e la stabilità finaziaria" ha affermato Papademos, secondo cui altri Paesi hanno problemi simili alla Grecia, anche se di intensità minore. "In questo momento è un imperativo che tutti i Paesi dell'area euro aderiscano strettamente ai dettami del patto di stabilità".
Verso un'eurocrescita moderata
Sul fronte più strettamente economico il rapporto Bce ha confermato la linea già enunciata dalla banca centrale in occasione degli ultimi meeting di politica monetaria. I tassi sono a livelli appropriati, ha ripetuto Papademos, e la previsione resta per una crescita moderata e disomogenea in eurozona nel 2010, con aspettative di inflazione che per ora rimangono fermamente ancorate. Un apprezzabile miglioramento delle condizioni fiscali generali, ha spiegato il vicepresidente della Bce, non si potrà vedere prima del 2011-2012. Aggiungendo però che la strategia più appropriata passa per progressivo abbandono delle misure straordinarie di supporto da parte della Bce.
(fonte tgcom.it)
lunedì 26 aprile 2010
P.A.: al via e-mail certificata
Possono richiederla 50 mln maggiorenni, ha valore raccomandata
E' partito, con la prima iscrizione del ministro Brunetta, il servizio di Posta elettronica certificata (Pec) nella Pubblica amministrazione. Ha valore legale di raccomandata con ricevuta di ritorno e consente a quasi 50 milioni di italiani maggiorenni di comunicare con la Pubblica amministrazione. 'Un mondo nuovo', ha detto Brunetta, 'che permettera' ai cittadini un risparmio di tempo e denaro' nella richiesta di informazioni e certificati agli uffici (dall'anagrafe al catasto, alle Asl).
(fonte ansa.it)
E' partito, con la prima iscrizione del ministro Brunetta, il servizio di Posta elettronica certificata (Pec) nella Pubblica amministrazione. Ha valore legale di raccomandata con ricevuta di ritorno e consente a quasi 50 milioni di italiani maggiorenni di comunicare con la Pubblica amministrazione. 'Un mondo nuovo', ha detto Brunetta, 'che permettera' ai cittadini un risparmio di tempo e denaro' nella richiesta di informazioni e certificati agli uffici (dall'anagrafe al catasto, alle Asl).
(fonte ansa.it)
Benzina, nuova ondata di rincari
Diesel verso 1,28 euro/litro
Non accenna a placarsi l'ondata di rincari per i carburanti. Stando al monitoraggio di Quotidianoenergia.it, quasi tutte le compagnie hanno adeguato in aumento i prezzi di riferimento di benzina e diesel. Quest'ultimo si avvicina alla soglia di 1,28 euro al litro. Nel dettaglio si segnalano aumenti per i marchi Erg, Esso, Q8, Shell, Tamoil e Total.
I dati evidenziano l'ennesima ondata di rialzi sulla rete carburanti. Gli aumenti interessano quasi tutte le compagnie. Erg ha ritoccato di 0,5 centesimi sia la benzina sia il diesel portando entrambi i prodotti rispettivamente a 1,423 e 1,264 euro/litro, mentre Esso ha segnato un rialzo di 0,9 centesimi fino a 1,423 e 1,263 euro.
Q8 fa salire di 1 centesimo i listini dei due carburanti: la verde raggiunge così 1,431 euro il litro mentre il gasolio arriva a quota 1,274 euro. Shell ha aumentato di 0,5 centesimi la benzina fino a 1,434 euro e di 0,8 centesimi il diesel fino a 1,277 euro, sfiorando 1,28 euro il litro. Tamoil, infine ha rialzato di 0,9 centesimi il solo gasolio fino a 1,268 euro, mentre Total aumenta di 0,7 centesimi la verde fino a 1,425 euro e di 0,5 centesimi il diesel, ora a 1,268 euro.
(fonte tgcom.it)
Non accenna a placarsi l'ondata di rincari per i carburanti. Stando al monitoraggio di Quotidianoenergia.it, quasi tutte le compagnie hanno adeguato in aumento i prezzi di riferimento di benzina e diesel. Quest'ultimo si avvicina alla soglia di 1,28 euro al litro. Nel dettaglio si segnalano aumenti per i marchi Erg, Esso, Q8, Shell, Tamoil e Total.
I dati evidenziano l'ennesima ondata di rialzi sulla rete carburanti. Gli aumenti interessano quasi tutte le compagnie. Erg ha ritoccato di 0,5 centesimi sia la benzina sia il diesel portando entrambi i prodotti rispettivamente a 1,423 e 1,264 euro/litro, mentre Esso ha segnato un rialzo di 0,9 centesimi fino a 1,423 e 1,263 euro.
Q8 fa salire di 1 centesimo i listini dei due carburanti: la verde raggiunge così 1,431 euro il litro mentre il gasolio arriva a quota 1,274 euro. Shell ha aumentato di 0,5 centesimi la benzina fino a 1,434 euro e di 0,8 centesimi il diesel fino a 1,277 euro, sfiorando 1,28 euro il litro. Tamoil, infine ha rialzato di 0,9 centesimi il solo gasolio fino a 1,268 euro, mentre Total aumenta di 0,7 centesimi la verde fino a 1,425 euro e di 0,5 centesimi il diesel, ora a 1,268 euro.
(fonte tgcom.it)
Fmi,"debito Italia meglio di altri"
Tremonti: come Germania e davanti a Usa
Le tabelle del Fondo Monetario Internazionale "ci vedono messi sul debito pubblico a fianco della Germania e molto meglio di tanti altri grandi Paesi, Stati Uniti compresi". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. "Questo non vuol dire che dobbiamo mollare la presa e che possiamo riprendere a spendere - ha aggiunto Tremonti - è esattamente l'opposto, ma almeno è un investimento per tutti".
(Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti - ansa)
L'Italia non è una pecora nera. La nostra situazione del debito pubblico, ormai, può a tutti gli effetti essere assimilata a quella di Paesi virtuosi. E' con una certa dose di soddisfazione che il ministro dell'Economia ha illustrato a Washington alcuni nuovi numeri elaborati dal Fondo Monetario Internazionale sulle previsioni di aggiustamento delle finanze pubbliche. E mentre le discussioni generali nel consesso internazionale continuano a incentrarsi sull'entità della ripresa e sulle misure per garantire una migliore gestione di eventuali crisi future, il presidente del Financial Stability Board e governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, assicura che "la riforma della finanza non pregiudicherà la ripresa".
"Italia a fianco della Germania"
Le tabelle del Fondo Monetario Internazionale presentate dal capo economista Olivier Blanchard, "ci vedono messi sul debito pubblico a fianco della Germania e molto meglio di tanti altri grandi Paesi, Stati Uniti compresi" ha spiegato Tremonti sostenendo che "questo è oggettivamente un merito del governo Berlusconi".Il ministro ha spiegato che, secondo le nuove proiezioni del Fondo, per arrivare a un debito/pil del 60% nel 2030 all'Italia servono aggiustamenti strutturali che tra il 2010 e il 2020 si aggirerà attorno al 4% dell'avanzo primario, ovvero un livello solo leggermente superiore a quello della Germania.
"In passato noi pecora nera, ora no"
"Questo non vuol dire che dobbiamo mollare la presa e che possiamo riprendere a spendere - ha osservato Tremonti - è esattamente l'opposto". "Per tanto tempo siamo stati la pecora nera - ha aggiunto - vedere oggi che l'Italia è vicina alla Germania e molto meglio di altri paesi è una cosa che ci sembra positiva e ci riempie di orgoglio". "I dati ci dicono che dobbiamo fare almeno come i tedeschi e magari un po' di più, masicuramente le manovre che andranno fatte dagli altri Paesi sono molto più grandi e più pesanti per la gente di quelle che dovremmo fare anche noi i prossimi anni".
In tema di congiuntura, invece, Draghi ha garantito che "nessuno di noi vuole pregiudicare la ripresa" e che "la riforma della finanza sarà realizzata solo quando la ripresa sarà consolidata". La sua entrata in vigore "sarà graduale e passerà attraverso un lungo periodo di transizione". Parlando poi di un altro tema che ha monopolizzato l'interesse degli incontri americani di G7, G20 e Fondo Monetario, la crisi greca, Draghi ha spiegato che per fermare laspeculazione e convincere i mercati sarà fondamentale l'attuazione rapida del piano di sostegno ad Atene. Posizione questa condivisa anche dal segretario generale al Tesoro Usa Timothy Geiuthner che, incontrando il ministro delle finanze greco George Papaconstantinou, ha fatto appello alla stessa Grecia, ai partner europei e al Fmi affinché agiscano velocemente. E il Fondo Monetario, per bocca del suo direttore generale Dominique Strauss-Kahn, ha tranquillizzato i cittadini greci: "Non devono aver paura del Fmi - ha detto - non ci demonizzino, siamo qui per aiutarli".
(fonte tgcom.it)
Le tabelle del Fondo Monetario Internazionale "ci vedono messi sul debito pubblico a fianco della Germania e molto meglio di tanti altri grandi Paesi, Stati Uniti compresi". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. "Questo non vuol dire che dobbiamo mollare la presa e che possiamo riprendere a spendere - ha aggiunto Tremonti - è esattamente l'opposto, ma almeno è un investimento per tutti".
(Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti - ansa)
L'Italia non è una pecora nera. La nostra situazione del debito pubblico, ormai, può a tutti gli effetti essere assimilata a quella di Paesi virtuosi. E' con una certa dose di soddisfazione che il ministro dell'Economia ha illustrato a Washington alcuni nuovi numeri elaborati dal Fondo Monetario Internazionale sulle previsioni di aggiustamento delle finanze pubbliche. E mentre le discussioni generali nel consesso internazionale continuano a incentrarsi sull'entità della ripresa e sulle misure per garantire una migliore gestione di eventuali crisi future, il presidente del Financial Stability Board e governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, assicura che "la riforma della finanza non pregiudicherà la ripresa".
"Italia a fianco della Germania"
Le tabelle del Fondo Monetario Internazionale presentate dal capo economista Olivier Blanchard, "ci vedono messi sul debito pubblico a fianco della Germania e molto meglio di tanti altri grandi Paesi, Stati Uniti compresi" ha spiegato Tremonti sostenendo che "questo è oggettivamente un merito del governo Berlusconi".Il ministro ha spiegato che, secondo le nuove proiezioni del Fondo, per arrivare a un debito/pil del 60% nel 2030 all'Italia servono aggiustamenti strutturali che tra il 2010 e il 2020 si aggirerà attorno al 4% dell'avanzo primario, ovvero un livello solo leggermente superiore a quello della Germania.
"In passato noi pecora nera, ora no"
"Questo non vuol dire che dobbiamo mollare la presa e che possiamo riprendere a spendere - ha osservato Tremonti - è esattamente l'opposto". "Per tanto tempo siamo stati la pecora nera - ha aggiunto - vedere oggi che l'Italia è vicina alla Germania e molto meglio di altri paesi è una cosa che ci sembra positiva e ci riempie di orgoglio". "I dati ci dicono che dobbiamo fare almeno come i tedeschi e magari un po' di più, masicuramente le manovre che andranno fatte dagli altri Paesi sono molto più grandi e più pesanti per la gente di quelle che dovremmo fare anche noi i prossimi anni".
In tema di congiuntura, invece, Draghi ha garantito che "nessuno di noi vuole pregiudicare la ripresa" e che "la riforma della finanza sarà realizzata solo quando la ripresa sarà consolidata". La sua entrata in vigore "sarà graduale e passerà attraverso un lungo periodo di transizione". Parlando poi di un altro tema che ha monopolizzato l'interesse degli incontri americani di G7, G20 e Fondo Monetario, la crisi greca, Draghi ha spiegato che per fermare laspeculazione e convincere i mercati sarà fondamentale l'attuazione rapida del piano di sostegno ad Atene. Posizione questa condivisa anche dal segretario generale al Tesoro Usa Timothy Geiuthner che, incontrando il ministro delle finanze greco George Papaconstantinou, ha fatto appello alla stessa Grecia, ai partner europei e al Fmi affinché agiscano velocemente. E il Fondo Monetario, per bocca del suo direttore generale Dominique Strauss-Kahn, ha tranquillizzato i cittadini greci: "Non devono aver paura del Fmi - ha detto - non ci demonizzino, siamo qui per aiutarli".
(fonte tgcom.it)
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