venerdì 15 luglio 2011

Manovra alla Camera, ecco cosa cambia

Cgil: stangata fino a 1800 euro a famiglia

Il Senato rimpolpa la manovra. E per dissipare ogni dubbio di solidita' dell'intervento anticipa il colpo di scure sulle agevolazioni. Gli oltre 100 miliardi di valore subiranno un taglio del 5% nel 2013 e del 10% a partire dal 2014. E sara' un taglio indistinto che potrebbe colpire, ad esempio, anche le agevolazioni per le famiglie.
Per un lavoratore e un pensionato - ha calcolato la Cgil - il costo medio potrebbe essere di 1.200-1800 euro. A meno che il Governo, in momenti migliori, decida altrimenti. La correzione arriva cosi' a sfiorare i 50 miliardi (oltre 80 se si considera l'effetto cumulato sugli ultimi 2 anni). Rispetto al testo iniziale non sono quindi moltissime le modifiche del Senato, ma decisamente di 'peso' (economico). Eccone alcune:

TICKET DA SUBITO: Ticket di 10 euro sulle ricette mediche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco arriveranno dall'entrata in vigore della manovra, quindi gia' da lunedi'.

MANNAIA SU AGEVOLAZIONI: Il taglio sara' indistinto dal 2013, cioe' colpira' tutte le 480 voci individuate (famiglie, asili, agevolazioni per le ristrutturazioni incluse). Sara' il 5% nel 2013 e il 20% nel 2014. Attesi 4 miliardi per il 2013 e 20 miliardi annui a decorrere dal 2014. Il taglio non sara' attuato solo se entro settembre 2013 il Governo esercitera' la delega per la riforma fiscale.

MA ARRIVA 'SUPER-FORFETTONE': Agevolazione che va, agevolazione che viene. Arriva il super-forfettone. La misura viene osteggiata dall'opposizione perche' potrebbe non essere coperta. Prevede un forfait del 5% per chi, sotto i 35 anni, apre un'attivita' (anche cassintegrati piu' anziani). Salta il limite dei 4 anni nei quali si puo' utilizzare l'agevolazione.

CORREZIONE SFIORA 50 MLD: Alla fine nel 2014 la correzione sfiorera' i 50 miliardi (25,3 iniziali e 22,6 in piu' inseriti in Senato). L'effetto cumulato su tutti gli anni, ma il calcolo non e' tecnicamente 'legittimo', arriva a oltre 80 miliardi.

INDICIZZAZIONE PENSIONI: Sale dal 45 al 70% l'indice di indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi. Confermata la piena indicizzazione per quelle inferiori a quella soglia e l'azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo.

PENSIONI, AGGANCIO AL 2013: Si anticipa al primo gennaio 2013 l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Dal 2013 dunque l'incremento sara' di 3 mesi.

PENSIONI ANZIANITA': I lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione di anzianita' nel 2012 dovranno posticipare di un mese il loro collocamento a riposo.

PRELIEVO 5-10% SU PENSIONI D'ORO: Contributo di solidarieta' fino al 2014 per le cosiddette pensioni d'oro, cioe' superiori ai 90 mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90.000 euro, e al 10% per la parte eccedente i 150.000 euro.

DAL 2013 PRIVATIZZIAMO: Scatta dal 2013 il programma per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali. Il governo inoltre formulera' alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazioni delle attivita' economiche. Ma se cosi' non fosse, trascorsi 8 mesi dalla data di entrata in vigore della manovra, ''cio' che non sara' espressamente regolamentato sara' libero''.

CAMBIA IMPOSTA DOSSIER TITOLI: Cambia l'imposta di bollo sul dossier titoli: sara' di 34,20 euro per i depositi sotto i 50.000. Poi viene dettagliata in modo diverso negli anni successivi.

COMUNI VIRTUOSI, SI CAMBIA: L'ultima correzione del Senato prevede che si tenga presente il ''coefficiente di correzione connesso alla dinamica nel miglioramento conseguito dalle singole amministrazioni rispetto alle precedenti con riguardo ai parametri'' di virtuosita' dei Comuni.

STOCK OPTION: L'aliquota del 10% si applichera' a tutta la parte eccedente la parte fissa della retribuzione.

AMMORTAMENTI, SI CAMBIA: Per quanto riguarda gli ammortamenti e' stato tolto quello al 2% per le societa' diverse da quelle autostradali e trafori. Arriva invece un aumento dello 0,30% dell'Irap (dal 3,90 al 4,20) per i concessionari non autostradali, mentre per i concessionari autostradali e trafori scende dal 5 all'1% la deducibilita' del fondo spese di ripristino.

BENZINA PIU' CARA ANCHE NEL 2012: Gli aumenti delle aliquote delle accise disposte il 28 giugno 2011 ''restano confermate a decorrere dal primo gennaio 2012''.

(fonte tgcom.it)

Fiat Melfi, il giudice: ok ai licenziamenti

Accettato il ricorso dell'azienda contro il reintegro dei tre operai

Il giudice del lavoro, Amerigo Palma, ha accolto il ricorso presentato dalla Fiat contro il reintegro di tre operai (due dei quali delegati Fiom) dello stabilimento di Melfi (Potenza). Nell'estate del 2010, Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli erano stati licenziati, con la contestazione da parte dell'azienda di aver sabotato la produzione durante uno sciopero interno, ed erano poi stati reintegrati dal giudice del lavoro.

''Noi non ci arrendiamo'': è questo il messaggio lanciato all'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, dai tre operai dello stabilimento di Melfi (Potenza) licenziati nell'estate del 2010. Marco Pignatelli, anche a nome di Giovanni Barozzino e Antonio Lamorte, ha aggiunto che ''noi accettiamo la decisione del giudice, perche' e' lui a decidere, ma sicuramente non ci arrendiamo perché riteniamo che il nostro è stato un licenziamento illegittimo''.

''Ora - ha continuato Pignatelli - non c'è più rabbia, ma solo amarezza. Prima di oggi credevamo che per noi sarebbe andata in maniera positiva. Continuiamo pero' a pensare di avere ragione''. Insieme agli operai, c'e' anche il segretario regionale della Basilicata della Fiom, Emanuele De Nicola, secondo il quale, ''questa sentenza rischia di aprire un pericoloso precedente rispetto a quelli che sono i diritti dei lavoratori''.

La posizione di Fiat
''Dopo circa un anno di istruttoria e ben 26 testimoni ascoltati, è stata appurata la verità materiale e giuridica sui fatti che si sono verificati nella notte tra il 6 e il 7 luglio 2010, e soprattutto che la 'Sata' non ha mai posto in essere comportamenti persecutori e antisindacali nei confronti della Fiom-Cgil''.

Lo ha detto all'Ansa uno dei legali della Fiat, Francesco Amendolito, commentando la sentenza del giudice del lavoro che ha accolto il ricorso dell'azienda contro il reintegro dei tre operai dello stabilimento di Melfi (Potenza).

''I licenziamenti del 2010 - ha spiegato l'avvocato - sono stati ritenuti legittimi e non integranti una condotta antisindacale, revocando quindi il decreto di reintegro emesso nell'agosto del 2010. Non siamo in grado di aggiungere ulteriori commenti - ha concluso Amendolito - restando in attesa di leggere nel particolare le motivazioni che il magistrato ha annunciato di voler depositare domani''.

(fonte tgcom.it)

Crisi, S&P minaccia taglio rating Usa

Obama al lavoro per accordo su taglio debito, oggi conferenza

Dopo Moody's, anche Standard & Poor's mette sotto osservazione con implicazioni negative il rating degli Stati Uniti, che potrebbe tagliare in caso di un mancato accordo sul debito. Gli incontri coi leader del Congresso procedono e prende forma un piano B per ridurre il deficit e aumentare il limite legale del debito. Stasera conferenza stampa di Barack Obama.

(fonte ansa.it)

giovedì 14 luglio 2011

MANOVRA: TICKET SUBITO, TAGLI ALLE PENSIONI D'ORO

Arriva il pacchetto di modifiche del relatore alla manovra, Gilberto Pichetto Fratin, che contiene molte novità e riscrive alcune parti del decreto rafforzandone l'impianto. In particolare con la previsione del taglio alle agevolazioni fiscali da subito. Così dopo una giornata travagliatissima sembra sciogliersi anche il problema nato all'interno dello stesso Pdl sulle professioni. La soluzione tecnica sarebbe distinguere quelli che sostengono l'esame di Stato da chi non lo fa. E il Governo mette nero su bianco: dal 2013 privatizzazioni e liberalizzazioni.

Viceversa «tutto quello che non è vietato è libero». E novità sono in arrivo anche su pensioni, ticket sanitari, patto di stabilità e stock option. Ecco in sintesi alcune delle novità introdotte nella manovra:

- TICKET DA SUBITO: Ticket di 10 euro sulle ricette mediche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco arriveranno dall'entrata in vigore della manovra, quindi già da lunedì.

- SCATTA TAGLIO AGEVOLAZIONI: È il «rinforzo» della manovra: sarà tra il 5 e 20 per cento. Attesi 4 miliardi per il 2013 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014. Il taglio non sarà attuato solo se entro settembre 2013 il Governo eserciterà la delega per la riforma fiscale.

- INDICIZZAZIONE PENSIONI: Sale dal 45 al 70% l'indice di indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi. Confermato la piena indicizzazione per quelle inferiori a quella soglia e l'azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo.

- PENSIONI, AGGANCIO AL 2013: Si anticipa al primo gennaio 2013 l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Dal 2013 dunque l'incremento sarà di 3 mesi.

- PENSIONI ANZIANITÀ: I lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione di anzianità nel 2012 dovranno posticipare di un mese il loro collocamento a riposo.

- PRELIEVO 5-10% SU PENSIONI D'ORO: Contributo di solidarietà fino al 2014 per le cosiddette pensioni d'oro, cioè superiori ai 90 mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90.000 euro, e del 10% per la parte eccedente i 150.000 euro.

- DA 2013 PRIVATIZZIAMO: Scatta dal 2013 il programma per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali. Il governo inoltre formulerà alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazioni delle attività economiche. Ma se così non fosse, trascorsi 8 mesi dalla data di entrata in vigore della manovra, «ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero»

- CAMBIA IMPOSTA DOSSIER TITOLI: Cambia l'imposta di bollo sul dossier titoli: sarà di 34,20 euro per i depositi sotto i 50.000. Poi viene dettagliata in modo diverso negli anni successivi.

- COMUNI VIRTUOSI, SI CAMBIA: Cambiano i criteri di virtuosità dei comuni per l'applicazione del patto di stabilità interno. Ci sarà la «convergenza tra spesa storica e costi e fabbisogni standard». I Comuni dovranno associarsi.

- STOCK OPTION: L'aliquota del 10% si applicherà a tutta la perte eccedente la parte fissa della retribuzione.

- AMMORTAMENTO A 2%: La quota di ammortamento finanziario deducibile non può essere superiore al 2% del valore dei beni in concessione. Questo norme non si applicano ai concessionari di autostrate e trafori, per quest'ultimi l'intervento cambia e la percentuale di deducibilità delle quote del fondo di ripristino scende dal 5 all'1%.

- ACCISE BENZINA: Gli aumenti delle aliquote delle accise disposte il 28 giugno 2011 «restano confermate a decorrere dal primo gennaio 2012».

AVVOCATI PDL IN RIVOLTA,STOP A LIBERALIZZAZIONE Gli attacchi speculativi ai titoli di Stato non intimoriscono avvocati e notai del Pdl che, di fronte ad un emendamento del governo che avrebbe liberalizzato le loro professioni, hanno minacciato di non votare la manovra, su cui tutto il resto del Parlamento si era impegnato a vararla entro sabato. L'eliminazione dell'emendamento ha riportato la calma nella maggioranza ma ha suscitato feroci critiche tra le opposizioni, deluse dagli altri emendamenti di governo e relatore che a loro giudizio rendono più iniquo il decreto. A mostrare che le acque erano agitate nella maggioranza è la girandola di riunioni che nel primo pomeriggio si sono susseguite quando il relatore, Gilberto Pichetto Fratin (PDl) ha scritto gli emendamenti da portare in commissione Bilancio. Tra i vari incontri anche alcuni dal presidente Renato Schifani, prima con i soli capigruppo, Maurizio Gasparri (Pdl) e Federico Bricolo (Lega) e i sottosegretari, e poi anche con il ministro Giulio Tremonti. Poi una raccolta di firme tra i potentissimi parlamentari-avvocati del Pdl (in tutto 44 tra Camera e Senato) ha fatto comprendere che la faccenda era seria.

Se passava l'emendamento che liberalizzava le professioni loro, la manovra, non la votavano. È seguita una lettera aperta di 22 senatori del Pdl, anche se c'è chi, come il torinese Agostino Ghiglia si è dissociato. Poi Gasparri ha sancito che il tema «non è all'ordine del giorno». Pesanti le critiche delle opposizioni con Felice Belisario, capogruppo Idv al Senato, che ha parlato di «gioco delle tre carte» del governo. La tempesta, poi rientrata, sulla liberalizzazione del'ordine degli avvocati ha oscurato gli altri emendamenti, nel frattempo depositati dal relatore, che inaspriscono la manovra con misure impopolari, a partire dal ticket sulle ricette e le visite specialistiche che scatterà da lunedì. Per non parlare dei tagli alle detrazioni fiscali che scatteranno da settembre se non si approva la delega fiscale. L'opposizione, come ha spiegato Anna Finocchiaro, è rimasta «delusa» dopo le aperture fatte da Tremonti martedì. Insomma, ha detto anche il relatore di minoranza Giovanni Legnini (PD), la manovra è addirittura «peggiorata» il che non farà però cambiare atteggiamento a Pd, Idv e Udc.

Voteranno 'nò, ma non faranno ostruzionismo, in modo che il decreto sia approvato a Palazzo Madama domani alle 14. In particolare, il Pd, a partire dal segretario Pier Luigi Bersani, ha ribadito la richiesta a Berlusconi di dimettersi una volta approvata la manovra. E anche il segretario Udc Lorenzo Cesa ha chiesto che sia formato un nuovo governo. Tutte richieste respinte dalla maggioranza. Domani nell'aula del Senato il governo potrebbe ricorrere alla fiducia non tanto per fermare l'ostruzionismo delle opposizioni, ma temendo i 'mal di pancià dentro il centrodestra. Poi il testo passerà alla Camera dove il provvedimento sarà blindato con un nuovo voto di fiducia venerdì, quando alle 19 verrà approvata la manovra più 'sprint' della storia repubblicana.

PRIVATIZZAZIONI DAL 2013
Si partirà dalle municipalizzate, le società pubbliche controllate dai comuni, e si potrà arrivare - dopo il 2013 - alla messa sul mercato di quote dei 'big' ancora nel portafoglio del ministero dell'Economia. La manovra riapre il capitolo privatizzazioni. Entro il 31 dicembre del 2013 il ministro dell'Economia, raccolto il parere del Comitato di consulenza globale e di garanzia per le privatizzazioni, metterà a punto «uno o più programmi - è scritto nell'emendamento inserito in Manovra - per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali; i programmi di dismissione, dopo l'approvazione, sono immediatamente trasmessi al Parlamento». Il segnale è anche i mercati. La vendita di asset, infatti, non migliora il deficit, cioè il 'rossò annuale che emerge da entrate ed uscite, ma consente di ridurre direttamente il debito pubblico, che è il grande fardello che l'Italia si porta addosso.

«Dobbiamo certamente iniziare un processo di privatizzazioni, passata la crisi», ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti parlando dal palco dell'assemblea dell'Abi. I comuni - ha poi aggiunto - «saranno spinti a vendere i loro asset da un meccanismo di incentivi e disincentivi che sarà introdotto nel loro patto di stabilita». Il ministro ha quindi assicurato che non sarà toccato il settore dell'acqua, sul quale è stato chiaro il verdetto del recente referendum. «Non possiamo vendere l'acqua - ha detto - ma questo dipende dalla volontà generale e non da fattori politici. Come per il nucleare. Fattori che dovrebbero essere messi nel calcolo del Pil. Si tratta di responsabilità comuni che dobbiamo condividere nel positivo e nel negativo rispettando la diversità delle opinioni». Si parte dalle municipalizzate dunque che - secondo uno studio della Fondazione Mattei e di Unioncamere, sono oramai lievitate: sono 5.150, 7,5 a testa per ciascun ente territoriale.

«Bene», ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia commentando quello che è stato sempre un cavallo di battaglia degli industriali, per i quali le società pubbliche sono considerate fonte di alterazione della concorrenza. «Bisognerebbe partire da tutte le società di servizi pubblici locali - ha spiegato - e, poi, dal patrimonio immobiliare dello Stato a livello nazionale e regionale, per un valore di 500 miliardi di euro. Ci sono anche alcune società a partecipazione pubblica, ma io partirei dai servizi pubblici locali». Non è escluso che si possa aprire una nuova stagione di privatizzazioni, che riguardi anche le grandi società. L'emendamento - ha spiegato il relatore alla manovra, Gilberto Pichetto Fratin - prevedrebbe «un'autorizzazione al governo a cedere quote di società a partecipazione pubblica» e «ci potrebbe essere anche qualcosa di grande». I pacchetti azionari in mano al governo sono tanti, da Eni ad Enel, da Finmeccanica a Poste, passando per Ferrovie dello Stato, Enav, Sace, Fintecna e Poligrafico dello Stato.

«Chi fa nomi mente», avverte comunque il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, mentre proprio all'interno della maggioranza il dibattito non è univoco. Al portavoce del Pdl, Daniele Capezzone che gioisce per «l'accelerazione liberale» fa da contrappeso il ministro per la Gioventù Giorgia Merloni secondo la quale le privatizzazioni sono un tema «buono per i titoli dei giornali».

BERSANI: DOPO OK, CHIEDIAMO VOTO
Dopo la Manovra bisogna aprire una fase politica nuova per far
riprendere il cammino al paese. Per noi la strada maestra sono le elezioni ma noi siamo pronti a considerare, anche se non sembrano probabili gli spazi, una fase di transizione per cambiare la legge elettorale». Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, oggi a Beirut nell'ambito del suo giro in Medio Oriente, chiede le dimissioni del Governo dopo l'ok alla Manovra. «Serve una fase nuova - sostiene Bersani - con nuovi protagonisti e non con chi ci ha portato fin qui. Il nostro senso di responsabilità mostrato davanti alla Manovra ci dà la forza per dire che noi non siamo d'accordo con la politica economica di questo governo che è sempre stata sbagliata». E quindi per Bersani «c'è un problema politico: l'assenza di un governo capace di chiamare gli italiani ad un cambiamento. Con la Manovra purtroppo non risolveremo tutto».

ERRANI: FEDERALISMO FISCALE NON ATTUABILE «Con questa manovra è chiaro che il federalismo fiscale non è attuabile». Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine dell'incontro con il governo. «Serve una verifica complessiva sui decreti attuativi del federalismo e sulla legge delega. Non si può parlare di federalismo ed essere, al tempo stesso, in una situazione così critica».

REGIONI: SÌ IN TEMPI STRETTISSIMI Le Regioni condividono la necessità di varare una manovra correttiva «da approvarsi in tempi ristrettissimi per rispondere in termini autorevoli alla speculazione finanziaria». È questo, in sintesi, da quanto si apprende, il contenuto del documento che i governatori stanno presentando in questi minuti al governo al ministero dell'Economia. I presidenti evidenziano però, «l'iniquità della manovrà che può pregiudicare i livelli dei servizi erogati sul territorio».
I presidenti delle Regioni fanno notare, nel documento, che la manovra approvata dal Consiglio dei ministri «ancora una volta pone il peso maggiore dei tagli alla spesa pubblica sulle Regioni». Tra il 2011 e il 2014, ricordano, il concorso alla manovra delle autonomie locali è pari a 21.692 miliardi di euro di cui 16.372 a carico delle sole Regioni.

OPPOSIZIONI: NOI VOTIAMO NO I gruppi parlamentari di opposizione preso atto della decisione del governo di porre la fiducia sul testo del decreto che sarà approvato al Senato, nel confermare la decisione di consentire la votazione finale entro la giornata di venerdì, non presenteranno odg ed emendamenti sui quali è in corso attualmente il confronto tra maggioranza e opposizioni a Palazzo Madama, ed esprimeranno nel voto di fiducia e nel voto finale il loro giudizio negativo sulla manovra.

LEGA: FIDUCIA ALLA CAMERA Il governo porrà la questione di fiducia alla Camera sulla manovra economica. Lo ha reso noto il capogruppo della Lega Marco Reguzzoni al termine della Conferenza dei capigruppo. «L'opposizione - ha spiegato Reguzzoni - voterà no, ma la fiducia passerà lo stesso perchè la maggioranza è forte e coesa», ha puntualizzato Reguzzoni.

DI PIETRO: "È ULTIMA FIDUCIA, POI DIMISSIONI BERLUSCONI" «È l'ultima fiducia che il Paese può sopportare da questo governo. Noi siamo stati responsabili e abbiamo cercato di accorciare i tempi per evitare lunedì nuove speculazioni contro i mercati italiani. Però poi basta. Da martedì dentro e fuori il palazzo, non faremo altro che chiedere le dimissioni di questo governo incapace e inefficiente che sta mettendo in ginocchio il Paese». Lo dichiara il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro.

MARCHIONNE: ITALIA NE USCIRÀ «Vivere in un paese come l'Italia» che in questo momento sembra essere sotto attacco particolare della speculazione «non è facile, ma sono fiducioso che l'Italia possa trovare le risposte giuste per uscire dalla crisi. Sono un ottimista di natura». Lo ha detto l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne nel corso di un intervento alla Swiss-American Chamber of Commerce.

COLDIRETTI: PER IMPRESE AGRICOLE NORMA ANTICRACK Gli imprenditori agricoli in stato di crisi o di insolvenza possono beneficiare di agevolazioni per la ristrutturazione dei debiti e la ripresa dell'attività economica. È stato infatti approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto sulla manovra che estende per la prima volta anche al comparto agricolo la norma «anticrack» che era prevista esclusivamente per le imprese commerciali. Le aziende agricole possono infatti accedere alle procedure di cui agli articoli 182-bis e 182-ter del regio decreto 16 marzo 1942. Lo comunica la Coldiretti L'Aquila informando che «ai sensi dell'articolo 182-bis della legge fallimentare le imprese in stato di crisi, previo accordo con i creditori che rappresentino almeno il sessanta per cento dei crediti, possono proporre un piano di ristrutturazione dei debiti, che deve essere approvato dal tribunale, con abbattimento di una quota del capitale». Si tratta di una transazione fiscale, disciplinata dall'art. 182-ter della legge fallimentare, che rappresenta una particolare procedura «transattiva» tra fisco e contribuente, collocata nell'ambito del concordato preventivo e degli accordi di ristrutturazione, avente ad oggetto la possibilità di pagamento in misura ridotta o dilazionata del credito tributario e di quello contributivo. Abbiamo valutato molto positivamente l'estensione della norma alle imprese agricole - ha dichiarato Raffaello Betti, direttore della Coldiretti L'Aquila - si tratta infatti di un provvedimento che potrebbe contribuire a risollevare le sorti di quelle aziende dell'aquilano che mai, come in questa delicata fase congiunturale, si sono trovate a far fronte a numerose difficoltà.

FMI PROMUOVE L'ITALIA La crescita italiana è modesta e va rafforzata con riforme: è una priorità con il risanamento dei conti pubblici, che va attuato con una razionalizzazione delle spese. Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) promuove l'azione del governo, che ha raggiunto facilmente gli obiettivi di bilancio del 2010. E invita ad andare avanti con il «risanamento» per ridurre l'elevato debito che è uno dei fattori che la rende vulnerabile alla crisi del debito europea. L'Italia - afferma il Fmi nell'Article Iv - non è immune al rischio contagio ed è vulnerabile alle turbolenze del mercato. Ma ha punti di forza, quali i solidi bilanci delle famiglie e l'elevato tasso di risparmio. Un risanamento fiscale sostenibile per l'Italia deve basarsi su una razionalizzazione delle spese in base a chiare priorità, aggiunge il Fmi. «L'intenzione del governo di intraprendere un'ampia revisione delle spese pubbliche è incoraggiante». «Riforme del sistema pensionistico importanti sono già state attuate e c'è spazio per ulteriori misure per generare risparmi». Il mercato del lavoro - evidenzia il Fondo - è debole e c'è un gap di competitività con i salari che sono cresciuti più della produttività con un calo della competitività. «L'Italia sta sperimentando una crescita economica modesta spinta dalle esportazioni». Il pil è previsto crescere quest'anno dell'1%, con deficit al 4,1% e un debito pubblico al 120,6%. La crescita va aiutata con riforma strutturali«: un ampio pacchetto di riforme è necessario per aumentare ulteriormente la produttività e rafforzare il potenziale di crescita». «Le autorità hanno raggiunto in modo facile i target di bilancio del 2010. Il deficit è sceso dal 5,3% del 2009 al 4,5% del 2010, ben al di sotto del target del 5%. Il miglioramento riflette una buona performance delle entrate e contenute spese di bilancio. L'aumento delle imposte indirette ha bilanciato il calo delle entrate di capitale» osserva il Fmi. «Il positivo trend di bilancio è continuato nei primi mesi del 2011». Ma il debito pubblico italiano è elevato e lo resterà a causa di ostacoli strutturali di lunga data. «L»impegno delle autorità a ridurre il deficit sotto il 3% nel 2012 e vicino allo zero nel 2014 è positivo. Il recente pacchetto di misure di medio termine è un importante passo in avanti per rendere questi obiettivi raggiungibili. L'attuazione del pacchetto è essenziale. Il piano di risanamento è appropriato ma la sua attuazione potrebbe essere problematica. Le banche italiane hanno navigato la crisi, la «qualità dei loro asset è peggiorata negli ultimi due anni con il rallentamento economico. La redditività sarà indebolita dai crescenti costi di finanziamento. La ricapitalizzazione in corso da 12 miliardi di euro le sta rafforzando. L'attuazione di Basilea 3 richiederà un sostanziale aumEnto di capitale».

LA BORSA ACCELERA Accelera Piazza Affari a circa due ore e mezza dall'avvio delle contrattazioni con gli indici che si portano in rialzo di oltre due punti percentuali: il Ftse Mib sale del 2,18% e il Ftse All Share del 2,05%. I mercati sembrano dunque credere alla volontà, espressa in modo bipartisan dalla politica, di considerare una priorità il controllo dei conti pubblici e di assicurare un'approvazione rapida della manovra correttiva, come richiesto anche dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi nel suo discorso all'assemblea dell'Abi. Gli effetti si vedono anche sui titoli di Stato con gli spread Btp-Bund scesi di quasi 16 punti base a 270 punti.

TREMONTI LANCIA LE PRIVATIZZAZIONI La manovra «sarà accompagnata da chi si prende la responsabilità di averla presentata». È quanto afferma il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel suo intervento all'assemblea Abi citando una frase riportata da Tito Livio 'hic manebimus optime' (qui staremo benissimo). I comuni, ha detto Tremonti, «saranno spinti a vendere i loro asset da un meccanismo di incentivi che sarà introdotto nel loro patto di stabilità». Tremonti ha parlato di possibili privatizzazioni che escludono l'acqua. «Naturalmente c'è bisogno di qualcuno che compra e non si può privatizzare a prescindere dal mercato». «Dobbiamo certamente iniziare un processo di privatizzazioni, passata la crisi».

(fonte leggo.it)

martedì 12 luglio 2011

Crisi, Ue pronta a nuove misure

"Norme studiate per consolidare la stabilità della zona euro"

"La Ue è pronta a prendere nuove misure per la stabilità della zona euro, e per consolidare la sua resistenza al rischio di contagio della crisi". E' quanto si legge in un comunicato diffuso al termine dell'eurogruppo. "Siamo pronti a rendere l'attuale fondo di salvataggio più flessibile nel tentativo di fermare la crisi del debito in corso, per impedire che si possa estendere ad altri Paesi come Italia e Spagna", ha spiegato Jean-Claude Juncker.
"Le 17 nazioni dell'Euro sono assolutamente impegnate a salvaguardare la stabilità della moneta comune", ha spiegato il presidente dell'eurogruppo al termine di 8 ore di colloqui tra i ministri delle Finanze dei Diciassette. Nel dettaglio Juncker ha comunicato che i ministri cercheranno di dare ai Paesi che hanno ricevuto il prestito più tempo per ripagare i propri debiti e di abbassare i tassi di interesse.

Grecia, pronto un piano bis
"Oggi abbiamo deciso che ci sarà un nuovo piano per la Grecia, questo è sicuro". Lo ha detto il presidente dell'eurogruppo, Jean-Claude Juncker, al termine della riunione dei 17 ministri dell'euro. "Dobbiamo fare in modo che il debito greco diventi più sostenibile, e le indicazioni date oggi vanno in questa direzione", ha spiegato.

Juncker: "Focus della riunione non sull'Italia"
Il consiglio dei ministri delle finanze dell'area euro non ha discusso specificamente dell'Italia ma più in generale della necessità di difendere la stabilità finanziaria nell'area euro ed evitare possibili contagi. Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, spiegando che anche il vertice di stamani con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e quello della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet "non era convocato sull'Italia ed era un vertice convocato regolarmente".

(fonte tgcom.it)

lunedì 11 luglio 2011

Pressing della Germania sull'Italia: "Dovete subito approvare la manovra di bilancio"

Telefonata del cancelliere Merkel a Berlusconi: "Abbiamo fiducia nel vostro Paese"

Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha chiamato Silvio Berlusconi per invitare l'Italia ha dare un segnale forte ai mercati con una rapida approvazione della manovra finanziaria con la riforma per il contenimento del debito. Secondo la Merkel c'è fiducia nell'area euro e bisognerà anche accelerare le misure internazionali per sostenere la Grecia.
Il Cancelliere tedesco Angela Merkel si è detta fiduciosa sulla capacità dell'Italia di intraprendere riforme di bilancio ma che il Paese deve mandare con urgenza dei chiari segnali in merito, per ripristinare la fiducia nella zona euro.

Il capo del governo tedesco ha inoltre riferito di aver parlato al telefono con il premier italiano Silvio Berlusconi. Merkel ha sottolineato che la Germania sia consapevole del fatto che la Grecia abbia bisogno al più presto di un secondo pacchetto di salvataggio.

I vertici finanziari della zona euro sono impegnati in una riunione straordinaria sulla Grecia e sul peggioramento della situazione italiana, in seguito all'acutizzarsi dei timori di un contagio della crisi del debito sovrano.

(fonte tgcom.it)

BORSE EUROPEE IN CALO. PIAZZA AFFARI CEDE IL 2%

Le Borse europee, a metà seduta, incrementano le perdite con l'indice d'area Stxe 600 che cede oltre mezzo punto percentuale. I mercati guardano al vertice dell'Eurogruppo impegnato a definire la questione greca con Atene che cede oltre il 3%. Dopo il venerdì nero c'è grande attenzione anche sull'Italia, sotto attacco della speculazione. Milano è tra le Piazze azionarie maggiormente sotto pressione (Ftse Mib -2,5%, Ftse Alla Share -1,8%): le vendite piegano in particolare Parmalat (-4,5%), Fiat (-3,6%) e Intesa SanPaolo (-5,08%) con il downgrade a 'neutral' di Hsbc. A livello settoriale la maglia nera è degli assicurativi (sottoindice dj stoxx -2,2%) dove si salva solo FonSai (+2,4%). Continuano a cedere anche banche (-1,3%) e auto (-1,55) a cui si aggiungono i media (-1,3%) con BSkyB che perde il 5,2% e Mediaset il 2,2%, dopo la sentenza del Lodo Mondadori.
Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse europee. - Londra -0,40% - Parigi -1,48% - Francoforte -1,05% - Madrid -1,81% - Milano -2,00% - Amsterdam -1,10% - Stoccolma -1,00% - Zurigo -0,65% - Atene -3,19%.
CALA PIAZZA AFFARI Italia ancora nel mirino della speculazione per la crisi del debito dell'eurozona: dopo il venerdì nero, Piazza Affari ha aperto con ribassi superiori al punto percentuale e lo spread tra Btp e Bund decennali ha sfondato nuovi massimi oltre i 260 punti. L'euro viaggia a ridosso dei minimi di seduta di 1,4117 dollari contro 1,4264 degli ultimi scambi di venerdì scorso a New York.
La Borsa di Milano ora registra perdite dell'1,50% - accusando la pressione sui titoli bancari - e tutti i principali listini del Vecchio Continente registrano decisi ribassi, in un mercato condizionato dall'attesa per la riunione dell'Eurogruppo incentrata sull' emergenza Grecia, ma anche sul contagio della crisi dopo gli attacchi della speculazione contro l'Italia. Lo spread Btp-Bund ha raggiunto i 268 punti, nuovo record dall'introduzione dell'euro dal precedente massimo toccato venerdì scorso a 248 punti, evidenziando fin dall'apertura una forte tensione sui titoli del Tesoro. A nuovi record anche il rischio debito dell'Italia misurato dai credit-default swaps che hanno segnato un balzo a quota 279.
Sotto tiro anche la Spagna con lo spread rispetto al Bund che vola ai massimi oltre i 300 punti. L'ondata non risparmia neanche la Francia: lo spread con il Bund si è allargato a 63 punti. E insieme ai Paesi della periferia dell'eurozona, sono sotto pressione Belgio e Austria, con gli spread ai massimi da inizio anno, e Olanda e Finlandia che rivedono i livelli più alti dall'estate del 2009.
LE PAROLE DELLA CRISI Di seguito un glossario dei termini più utilizzati per capire l'attacco della speculazione contro l'euro:
BTP-BUND - Sono titoli di Stato pluriennali italiani (Btp, buoni del tesoro poliennali) e tedeschi (Bund). Con le loro emissioni i due stati si finanziano sui mercati. Il loro rendimento, che viene fissato con un'asta, è un indice della salute finanziaria e della credibilità dei due paesi. Questa mattina sul mercato secondario il Btp decennale ha raggiunto il massimo spread (vedi voce) con i Bund tedeschi: questo significa non solo che per l'Italia diventa più caro ripagare il debito pubblico (vicino al 120% del Pil), ma anche che le previsioni dei mercati sulla salute finanziaria del paese sono negative.
SPREAD - È una misura del rischio di insolvenza associato a un titolo di stato e, di conseguenza, della salute finanziaria di un Paese. Tecnicamente è il differenziale, valutato dal mercato, tra il rendimento di quel titolo e il rendimento di un titolo corrispondente di uno Stato considerato privo di rischio, come la Germania. Questa mattina lo spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi a 10 anni ha superato i 260 punti. È un record dall'introduzione dell'euro e indica un aumento del costo per l'Italia di finanziarsi sui mercati. Nuovi picchi hanno raggiunto anche gli spread di Portogallo (1.048 punti) e Irlanda (1.019 punti), ma anche la Francia (62,3 punti) è al massimo livello da marzo 2009.
RATING - Le agenzie di rating sono società private indipendenti che valutano il rischio associato a un titolo o a chi lo emette, sia un ente privato o pubblico, come uno Stato. Il loro giudizio è sintetizzato nel rating, un punteggio (espresso in lettere e cifre) che rappresenta la capacità dell'emittente di far fronte ai propri impegni e ha un enorme impatto sulle decisioni degli investitori. Le principali agenzie di rating - Standard & Poor's, Moody's e Fitch - sono oggetto di forti critiche per il loro ruolo nella crisi. L'Unione europea e l'Fsb sono al lavoro a una riforma per limitare la loro influenza sui mercati.
SOSPENSIONE TITOLI - Per evitare turbolenze eccessive sui mercati, al variare dei prezzi di un titolo oltre una certa soglia (che per le azioni è del 10%) le negoziazioni su quel titolo vengono automaticamente sospese. La sospensione può avvenire anche su decisione discrezionale della Consob. Alla sospensione segue un'asta di volatilità per fissare un nuovo prezzo. Per esempio, questa mattina le azioni della Cir sono state sospese per eccesso di ribasso. In seguito all'asta di volatilità sono state riammesse agli scambi.
VENDITE ALLO SCOPERTO - Le vendite allo scoperto (o 'short selling') sono operazioni che sfruttano la possibilità, prevista sui mercati finanziari, di vendere titoli senza averne l'effettivo possesso e di acquistarli solo in seguito per consegnarli alla controparte. Di solito sono legate ad attese - o a speculazioni - su un prezzo in calo e possono rappresentare un 'pericolò e una fonte di ulteriore instabilità dei mercati, se effettuate da grandi investitori come gli hedge fund. Per questo ieri la Consob ha imposto un obbligo di comunicazione per le vendite allo scoperto di dimensioni importanti. L'obbligo scatta per le operazioni che raggiungono lo 0,2% del capitale della società e, successivamente, a ogni variazione pari o superiore allo 0,1% del capitale.

(fonte leggo.it)

BENZINA, AUMENTI SENZA FINE. LA VERDE AL SUD FINO A 1,67 €

Fine settimana all'insegna dei rialzi sulla rete carburanti italiana. La fuga in avanti di Eni ha, infatti, favorito un aumento generalizzato di circa 2 centesimi dei prezzi raccomandati. Impennata anche per i prezzi praticati sul territorio, segnala quotidianoenergia.it dove in media tutte le compagnie hanno superato abbondantemente la soglia di 1,6 centesimi sulla benzina e al Sud si raggiungono picchi record di 1,67 euro/litro. Il diesel è ormai ad un passo di quota 1,5 euro/litro nei valori medi. Nel dettaglio, informa quotidianoenergia.it, Esso è salita di 1,5 centesimi su benzina e diesel, IP rispettivamente di 2,4 e 2 centesimi, Q8 e Shell di 2 centesimi in entrambi i casi, Tamoil di 2,2 centesimi e TotalErg di 2,2 centesimi nel caso della verde e di 2 sul gasolio. Il diesel ha ampiamente oltrepassato in alcune aree del Paese la soglia di 1,5 euro e si sfiora 1,52 euro/litro. Aumenti (anche se più contenuti) si registrano anche per le no-logo. A livello Paese, il prezzo medio praticato della verde (in modalità servito) va dall'1,609 euro/litro degli impianti Tamoil all'1,618 euro/litro dei punti vendita IP (no-logo a 1,532). Per il diesel si passa dall'1,487 euro/litro dei punti vendita Esso all'1,493 euro/litro degli impianti IP (no-logo a 1,409 euro/litro). Il Gpl, infine, si posiziona tra lo 0,734 euro/litro dei punti vendita Eni allo 0,751 degli impianti Shell (a 0,722 euro/litro le no-logo).

(fonte leggo.it)