Shell vola a 1,439. Ritocchi all'insu' anche per Erg, Esso e Q8
Continua a correre il prezzo della benzina. A mettere mano ai listini e' la Shell, che vola a 1,439 euro al litro. Ritocchi all'insu', secondo le rilevazioni di Quotidiano energia, si registrano anche per Erg, Esso e Q8. I rialzi di questi giorni, spiega Quotidiano energia, avvengono nonostante una nuova flessione delle quotazioni internazionali di benzina e diesel.
(fonte ansa.it)
venerdì 9 aprile 2010
Conti, "nessuna manovra nel 2010"
Tremonti:"Correzione 0,5% Pil nel 2011"
Quest'anno non ci sarà una manovra correttiva, mentre nel 2011 il governo rispetterà gli impegni presi in sede europea a una correzione dei conti pari allo 0,5% del Pil. Parola del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che ad alcuni cronisti che gli chiedevano conferma delle voci su una manovra a giugno ha risposto: "Confermo l'impegno della Repubblica italiana a una correzione dello 0,5% nel 2011. Smentisco le altre voci".
L'intervento sarà dunque sul rapporto deficit/Pil, che sarà corretto dello 0,5% come è previsto negli impegni presi dal nostro Paese in sede europea. Alla domanda precisa se già a giugno possa arrivare un decreto che rifinanzi le spese necessarie, senza intervenire sul disavanzo, il ministro non ha risposto, mentre ha aggiunto che la correzione nel 2011 "sarà assunta con gli strumenti a nostra disposizione", come ad esempio la legge di stabilità che sarà presentata in autunno.
Le voci parlavano di una manovra correttiva da 4-5 miliardi proprio per far fronte alle spese correnti ed evitare uno sforamento nell'obiettivo di deficit. In particolare, si diceva che non risulterebbero coperte le spese per le nostre missioni militari all'estero. Quanto al Programma di stabilità italiano, si prevede una correzione pari a 0,4-0,5 punti di Pil nel 2011 e a 0,8 nel 2012, quando il deficit dovrebbe rientrare nei parametri di Maastricht scendendo al 2,7% del Pil.
(fonte tgcom.it)
Quest'anno non ci sarà una manovra correttiva, mentre nel 2011 il governo rispetterà gli impegni presi in sede europea a una correzione dei conti pari allo 0,5% del Pil. Parola del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che ad alcuni cronisti che gli chiedevano conferma delle voci su una manovra a giugno ha risposto: "Confermo l'impegno della Repubblica italiana a una correzione dello 0,5% nel 2011. Smentisco le altre voci".
L'intervento sarà dunque sul rapporto deficit/Pil, che sarà corretto dello 0,5% come è previsto negli impegni presi dal nostro Paese in sede europea. Alla domanda precisa se già a giugno possa arrivare un decreto che rifinanzi le spese necessarie, senza intervenire sul disavanzo, il ministro non ha risposto, mentre ha aggiunto che la correzione nel 2011 "sarà assunta con gli strumenti a nostra disposizione", come ad esempio la legge di stabilità che sarà presentata in autunno.
Le voci parlavano di una manovra correttiva da 4-5 miliardi proprio per far fronte alle spese correnti ed evitare uno sforamento nell'obiettivo di deficit. In particolare, si diceva che non risulterebbero coperte le spese per le nostre missioni militari all'estero. Quanto al Programma di stabilità italiano, si prevede una correzione pari a 0,4-0,5 punti di Pil nel 2011 e a 0,8 nel 2012, quando il deficit dovrebbe rientrare nei parametri di Maastricht scendendo al 2,7% del Pil.
(fonte tgcom.it)
Stop nuove carte American Express
Decisione presa dalla Banca d'Italia
La Banca d'Italia ha vietato l'emissione di carte di credito da parte dell'American Express Service Europe in Italia. La decisione segue i controlli effettuati sulla società di carte di credito innestati dall'indagine aperta dalla Procura di Trani, per la quale l'Adusbef si è costituita parte civile. Bankitalia lamenta irregolarità e carenze rispetto alla normativa di contrasto al riciclaggio e alla normativa contro l'usura.
La società Usa conferma, in una nota, di avere ricevuto un rapporto al termine di un'ispezione da parte della Banca d'Italia. "American Express Italia ha già iniziato ad esaminare i contenuti del rapporto e sta cooperando pienamente con la Banca d'Italia con l'obiettivo di risolvere le questioni aperte". La sospensione scatterà dal 12 aprile ed è stata imposta da un provvedimento della vigilanza di Bankitalia che blocca l'espansione verso nuovi clienti ma non tocca l'operatività delle carte esistenti.
Si tratta, spiega la fonte, di "un atto dovuto" in quanto l'intermediario non si è dimostrato in grado "di rispettare norme imperative di legge in materia di usura, antiriciclaggio e trasparenza". La filiale italiana del colosso delle carte di credito Usa sta "realizzando un aggiornamento dei propri sistemi informativi e procedure per aderire ancora più strettamente alla normativa applicabile ai prestatori di servizi di pagamento e agli intermediari finanziari in Italia", si legge nella nota Amex. La società riprenderà a emettere le carte non appena tale aggiornamento sarà completato, come stabilito dalla Banca d'Italia, aggiunge.
La sospensione non riguarda gli attuali clienti di American Express Italia, che possono continuare ad utilizzare le loro carte regolarmente, spiega inoltre Amex Italia. A settembre il Comando provinciale di Bari della Guardia di Finanza aveva annunciato che erano indagati dalla Procura di Trani due rappresentanti legali della sede italiana di American Express con l'accusa di truffa e usura aggravata in relazione ai tassi di interesse applicati alle carte di credito del tipo Revolving "Gold Credit". In quella occasione la società aveva dichiarato di aver "sempre operato nel rispetto della legge e nella tutela degli interessi dei propri titolari in tutti i mercati in cui è presente".
Secondo le Fiamme Gialle, "i presunti abusi ai danni dei consumatori avvenivano con la pretesa di tassi di interesse degni di usurai. Le pretese delle somme, in alcuni casi accertati e tutti denunciati nelle province di Bari e della Bat (provincia di Barletta-Andria-Trani, ndr), erano pari al triplo, quadruplo e finanche quintuplo rispetto alle rate stesse". Le "revolving card" sono carte di credito che consentono di pagare gli acquisti a rate o a saldo e di rateizzare i pagamenti: i tassi sotto accusa venivano applicati sugli interessi di mora, quando il titolare della carta non pagava la rata nei tempi prestabiliti.
Draghi blocca anche le carte Diners
Nel settembre scorso, per ragioni parzialmente diverse, Banca d'Italia ha bloccato l'emissione anche di nuove carte Diners. Lo conferma la società ed emerge dalla pubblicazione del Bollettino di vigilanza di Bankitalia. "Il blocco all'emissione delle carte disposto da Banca d'Italia per Diners nello scorso settembre - afferma una nota di Diners Club Italia - è legato a una situazione che l'attuale proprietà (Findale Enterprise, che ha acquistato da Citibank nel 2008) ha ereditato al momento dell'acquisizione e che è stata posta prontamente tra le priorità del nuovo management".
Secondo Diners, "l'intervento della Banca d'Italia riguarda la richiesta di adeguamento di alcuni sistemi informativi e procedure aziendali per ottemperare alla normativa vigente in materia di antiriciclaggio. Tale normativa impone procedure e sistemi informativi adeguati per una corretta registrazione delle anagrafiche dei soci e di particolari transazioni compiute attraverso le carte stesse: si tratta di un fatto tecnico che è a oggi risolto attraverso una serie di interventi ormai positivamente conclusi, ai quali faranno seguito a breve gli opportuni passi verso Banca d'Italia al fine di poter dimostrare la completa adeguatezza dei nuovi sistemi e delle nuove procedure".
(fonte tgcom.it)
La Banca d'Italia ha vietato l'emissione di carte di credito da parte dell'American Express Service Europe in Italia. La decisione segue i controlli effettuati sulla società di carte di credito innestati dall'indagine aperta dalla Procura di Trani, per la quale l'Adusbef si è costituita parte civile. Bankitalia lamenta irregolarità e carenze rispetto alla normativa di contrasto al riciclaggio e alla normativa contro l'usura.
La società Usa conferma, in una nota, di avere ricevuto un rapporto al termine di un'ispezione da parte della Banca d'Italia. "American Express Italia ha già iniziato ad esaminare i contenuti del rapporto e sta cooperando pienamente con la Banca d'Italia con l'obiettivo di risolvere le questioni aperte". La sospensione scatterà dal 12 aprile ed è stata imposta da un provvedimento della vigilanza di Bankitalia che blocca l'espansione verso nuovi clienti ma non tocca l'operatività delle carte esistenti.
Si tratta, spiega la fonte, di "un atto dovuto" in quanto l'intermediario non si è dimostrato in grado "di rispettare norme imperative di legge in materia di usura, antiriciclaggio e trasparenza". La filiale italiana del colosso delle carte di credito Usa sta "realizzando un aggiornamento dei propri sistemi informativi e procedure per aderire ancora più strettamente alla normativa applicabile ai prestatori di servizi di pagamento e agli intermediari finanziari in Italia", si legge nella nota Amex. La società riprenderà a emettere le carte non appena tale aggiornamento sarà completato, come stabilito dalla Banca d'Italia, aggiunge.
La sospensione non riguarda gli attuali clienti di American Express Italia, che possono continuare ad utilizzare le loro carte regolarmente, spiega inoltre Amex Italia. A settembre il Comando provinciale di Bari della Guardia di Finanza aveva annunciato che erano indagati dalla Procura di Trani due rappresentanti legali della sede italiana di American Express con l'accusa di truffa e usura aggravata in relazione ai tassi di interesse applicati alle carte di credito del tipo Revolving "Gold Credit". In quella occasione la società aveva dichiarato di aver "sempre operato nel rispetto della legge e nella tutela degli interessi dei propri titolari in tutti i mercati in cui è presente".
Secondo le Fiamme Gialle, "i presunti abusi ai danni dei consumatori avvenivano con la pretesa di tassi di interesse degni di usurai. Le pretese delle somme, in alcuni casi accertati e tutti denunciati nelle province di Bari e della Bat (provincia di Barletta-Andria-Trani, ndr), erano pari al triplo, quadruplo e finanche quintuplo rispetto alle rate stesse". Le "revolving card" sono carte di credito che consentono di pagare gli acquisti a rate o a saldo e di rateizzare i pagamenti: i tassi sotto accusa venivano applicati sugli interessi di mora, quando il titolare della carta non pagava la rata nei tempi prestabiliti.
Draghi blocca anche le carte Diners
Nel settembre scorso, per ragioni parzialmente diverse, Banca d'Italia ha bloccato l'emissione anche di nuove carte Diners. Lo conferma la società ed emerge dalla pubblicazione del Bollettino di vigilanza di Bankitalia. "Il blocco all'emissione delle carte disposto da Banca d'Italia per Diners nello scorso settembre - afferma una nota di Diners Club Italia - è legato a una situazione che l'attuale proprietà (Findale Enterprise, che ha acquistato da Citibank nel 2008) ha ereditato al momento dell'acquisizione e che è stata posta prontamente tra le priorità del nuovo management".
Secondo Diners, "l'intervento della Banca d'Italia riguarda la richiesta di adeguamento di alcuni sistemi informativi e procedure aziendali per ottemperare alla normativa vigente in materia di antiriciclaggio. Tale normativa impone procedure e sistemi informativi adeguati per una corretta registrazione delle anagrafiche dei soci e di particolari transazioni compiute attraverso le carte stesse: si tratta di un fatto tecnico che è a oggi risolto attraverso una serie di interventi ormai positivamente conclusi, ai quali faranno seguito a breve gli opportuni passi verso Banca d'Italia al fine di poter dimostrare la completa adeguatezza dei nuovi sistemi e delle nuove procedure".
(fonte tgcom.it)
giovedì 8 aprile 2010
British Airways e Iberia si fondono
Trasporti,nasce nuovo gigante dei cieli
La compagnia aerea britannica British Airways e il suo partner spagnolo Iberia hanno annunciato la firma dell'accordo di fusione. L'intesa, attesa da novembre, porterà alla creazione di uno dei più grandi vettori aerei del mondo. Il nuovo gruppo trasporterà 59 milioni di passeggeri all'anno. La fusione dovrà ricevere il "via libera" delle autorità per la concorrenza dell'Ue.
Entro la fine del 2010 il nuovo colosso, l'International Airlines Group, dovrebbe prendere il volo. La nuova società sarà quotata nelle borse di Londra e Madrid. La sede principale situata nella capitale inglese, e British Airway avra' il 55 per cento e Iberia il restante 45 per cento dell'azionariato di IAG. Inoltre, potra' contare su una flotta di 408 velivoli e di un traffico stimato in 58 milioni di passeggeri.
La fusione tra i due colossi dell'aria permetterà alle due compagnie risparmi per 400 milioni di euro, con benefici sia per gli azionisti che per il personale e i passeggeri.
L'intesa sarà ora soggetta all'approvazione della Commissione Europea e degli organismi che ne regolano la concorrenza, oltre che al giudizio degli azionisti delle rispettive compagnie. Nel comunicato si specifica inoltre la possibilità per Iberia di ritirarsi dall'accordo se Ba non riuscirà a risolvere in modo soddisfacente il problema del deficit del proprio fondo pensionistico.
(fonte tgcom.it)
La compagnia aerea britannica British Airways e il suo partner spagnolo Iberia hanno annunciato la firma dell'accordo di fusione. L'intesa, attesa da novembre, porterà alla creazione di uno dei più grandi vettori aerei del mondo. Il nuovo gruppo trasporterà 59 milioni di passeggeri all'anno. La fusione dovrà ricevere il "via libera" delle autorità per la concorrenza dell'Ue.
Entro la fine del 2010 il nuovo colosso, l'International Airlines Group, dovrebbe prendere il volo. La nuova società sarà quotata nelle borse di Londra e Madrid. La sede principale situata nella capitale inglese, e British Airway avra' il 55 per cento e Iberia il restante 45 per cento dell'azionariato di IAG. Inoltre, potra' contare su una flotta di 408 velivoli e di un traffico stimato in 58 milioni di passeggeri.
La fusione tra i due colossi dell'aria permetterà alle due compagnie risparmi per 400 milioni di euro, con benefici sia per gli azionisti che per il personale e i passeggeri.
L'intesa sarà ora soggetta all'approvazione della Commissione Europea e degli organismi che ne regolano la concorrenza, oltre che al giudizio degli azionisti delle rispettive compagnie. Nel comunicato si specifica inoltre la possibilità per Iberia di ritirarsi dall'accordo se Ba non riuscirà a risolvere in modo soddisfacente il problema del deficit del proprio fondo pensionistico.
(fonte tgcom.it)
ISTAT: REDDITI DELLE FAMIGLIE GIÙ DEL 2,8%, MAI COSÌ DAL '90
Nel 2009 il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti è diminuito del 2,8% rispetto al 2008. Lo comunica l'Istat, precisando che si tratta della riduzione più significativa a partire dagli anni '90, da quando sono a disposizione le serie storiche. Il dato comunicato oggi dall'Istat è relativo al quarto trimestre 2009 e si riferisce al periodo gennaio-dicembre 2009, ossia all'intero anno 2009. Le variazioni tendenziali sono calcolate rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente (ossia l'intero 2008), mentre quelle congiunturali rispetto al periodo ottobre 2008 - settembre 2009. Nel quarto trimestre 2009 il reddito disponibile delle famiglie (il settore comprende le famiglie consumatrici, quelle produttrici e le istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie) è diminuito dello 0,2% in valori correnti rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali si è ridotta dello 0,1%. Su base tendenziale il reddito è calato del 2,8% mentre la spesa dell'1,9%. In linea con il calo del reddito, il potere d'acquisto delle famiglie (cioè il reddito disponibile delle famiglie in termini reali) è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% rispetto all'anno precedente. Cala anche la propensione al risparmio delle famiglie, che nel quarto trimestre è stata pari al 14% (come nel trimestre precedente), lo 0,7% in meno rispetto al 2008. È proseguita poi la flessione del tasso di investimento delle famiglie, che nel quarto trimestre si è attestato all'8,8% (-0,2% rispetto al trimestre precedente), risentendo di una riduzione degli investimenti (-2,2%) molto superiore a quella del reddito disponibile (-0,2%). Rispetto al 2008 il tasso di investimento si è ridotto dello 0,7%.
FAMIGLIE COSTRETTE AL RISPARMIO Nel 2009 la crisi ha costretto le famiglie italiane a ridurre la propensione al risparmio, che si è attestata al 14%, il livello più basso dal 1990. Lo precisa l'Istat. La propensione a risparmiare si è ridotta dello 0,7% rispetto al 2008, mentre è rimasta ferma nel quarto trimestre 2009 rispetto al trimestre precedente.
(fonte leggo.it)
FAMIGLIE COSTRETTE AL RISPARMIO Nel 2009 la crisi ha costretto le famiglie italiane a ridurre la propensione al risparmio, che si è attestata al 14%, il livello più basso dal 1990. Lo precisa l'Istat. La propensione a risparmiare si è ridotta dello 0,7% rispetto al 2008, mentre è rimasta ferma nel quarto trimestre 2009 rispetto al trimestre precedente.
(fonte leggo.it)
Benzina, nuovi rialzi sopra 1,42 euro
Il gasolio a 1,25, ritocchi per Shell, Tamoil e Total
Nuovi rialzi per i prezzi dei carburanti.
Shell ha portato a 1,427 euro il prezzo della benzina e a 1,254 euro quello del gasolio. Per Tamoil benzina a 1,419 euro e gasolio a 1,249 euro al litro. Ritocchi anche da Total: il prezzo della benzina arriva a 1,424 euro al litro e il gasolio e' quotato a 1,254. I prezzi Agip, Api/Ip ed Esso sono invece fermi da tre settimane e restano circa due centesimi piu' bassi delle altre compagnie.
(fonte ansa.it)
Nuovi rialzi per i prezzi dei carburanti.
Shell ha portato a 1,427 euro il prezzo della benzina e a 1,254 euro quello del gasolio. Per Tamoil benzina a 1,419 euro e gasolio a 1,249 euro al litro. Ritocchi anche da Total: il prezzo della benzina arriva a 1,424 euro al litro e il gasolio e' quotato a 1,254. I prezzi Agip, Api/Ip ed Esso sono invece fermi da tre settimane e restano circa due centesimi piu' bassi delle altre compagnie.
(fonte ansa.it)
Auto: Brasile boom +60%
Fiat sempre prima con un +51%
Il mercato brasiliano ha fatto registrare un boom di vendite in marzo, con un aumento del 60% rispetto a febbraio. La Fiat e' prima. La casa torinese ha mantenuto il primo posto nelle vendite,con 73 mila auto vendute, il 51% in piu' rispetto a febbraio.Nel primo trimestre, le vendite sul 2009 sono aumentate del 9,6% rispetto al primo trimestre del 2009. Tra gennaio e marzo,la marca italiana si aggiudica il 22,3% del mercato brasiliano,General Motors (20,8%) e Volkswqagen (20,2%).
(fonte ansa.it)
Il mercato brasiliano ha fatto registrare un boom di vendite in marzo, con un aumento del 60% rispetto a febbraio. La Fiat e' prima. La casa torinese ha mantenuto il primo posto nelle vendite,con 73 mila auto vendute, il 51% in piu' rispetto a febbraio.Nel primo trimestre, le vendite sul 2009 sono aumentate del 9,6% rispetto al primo trimestre del 2009. Tra gennaio e marzo,la marca italiana si aggiudica il 22,3% del mercato brasiliano,General Motors (20,8%) e Volkswqagen (20,2%).
(fonte ansa.it)
Scalata alla Bnl, chiesto il rinvio a giudizio per Fazio, Ricucci, Fiorani e altri 34
Tra il 2004 e il 2005, secondo l'accusa, il 'contropatto' rastrellò il 27% delle azioni per cederle a Unipol, far fallire l'OPS di BBVA e ottenere un elevato controvalore
La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 21 persone e 16 società, coinvolte nel filone dell'inchiesta sulla fallita scalata di Unipol a Bnl, cominciata nel 2005. La richiesta riguarda il ruolo svolto dal cosiddetto 'contropatto' che tra il 2004 ed il 2005 rastrellò il 27% delle azioni Bnl, salvo poi cederle all'Unipol, per contrastare il patto che guidava l'istituto di via Veneto (i baschi del Bbva con l'appoggio di Generali e della Dorint di Diego Della Valle).
Aggiotaggio, insider trading e ostacolo alle attività di vigilanza i reati contestati agli indagati, a seconda delle posizioni, dal procuratore Giovanni Ferrara, dall'aggiunto Nello Rossi e dai sostituti Rodolfo Sabelli e Giuseppe Cascini. Tra gli indagati, nei confronti dei quali è stato chiesto il rinvio a giudizio, gli imprenditori Francesco Gaetano Caltagirone, Danilo Coppola, Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto, Ettore e Tiberio Lonati; l'ex presidente di Unipol Giovanni Consorte ed il suo vice Ivano Sacchetti; l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio; l'ex banchiere Giampiero Fiorani.
Secondo l'accusa, l'acquisizione del 27% delle azioni da parte dei contropattisti avvenne in violazione del regolamento bancario, che prevede un tetto massimo del 15%. Per gli inquirenti, la movimentazione delle quote Bnl avrebbe determinato plusvalenze milionarie ai contropattisti e alterato il valore delle azioni dell'istituto di credito.
I 21 indagati, si spiega in un capo d'accusa, "in concorso tra loro, previo accordo con Fazio e Frasca, i quali rafforzavano il proposito criminoso, assicurando ai correi il sostegno del vertice della Banca d'Italia al progetto di acquisizione del controllo della Bnl con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, realizzavano una serie di operazioni simulate e artificiose concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo delle azioni di Bnl" allo scopo di: fare fallire l'offerta pubblica di scambio su Bnl da parte del Bbva, "rastrellare azioni al fine di acquisire il controllo della banca" e "fissare a non meno di 2,70 euro il prezzo delle azioni di chi avesse voluto acquisire il controllo della banca".
(fonte repubblica.it)
La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 21 persone e 16 società, coinvolte nel filone dell'inchiesta sulla fallita scalata di Unipol a Bnl, cominciata nel 2005. La richiesta riguarda il ruolo svolto dal cosiddetto 'contropatto' che tra il 2004 ed il 2005 rastrellò il 27% delle azioni Bnl, salvo poi cederle all'Unipol, per contrastare il patto che guidava l'istituto di via Veneto (i baschi del Bbva con l'appoggio di Generali e della Dorint di Diego Della Valle).
Aggiotaggio, insider trading e ostacolo alle attività di vigilanza i reati contestati agli indagati, a seconda delle posizioni, dal procuratore Giovanni Ferrara, dall'aggiunto Nello Rossi e dai sostituti Rodolfo Sabelli e Giuseppe Cascini. Tra gli indagati, nei confronti dei quali è stato chiesto il rinvio a giudizio, gli imprenditori Francesco Gaetano Caltagirone, Danilo Coppola, Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto, Ettore e Tiberio Lonati; l'ex presidente di Unipol Giovanni Consorte ed il suo vice Ivano Sacchetti; l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio; l'ex banchiere Giampiero Fiorani.
Secondo l'accusa, l'acquisizione del 27% delle azioni da parte dei contropattisti avvenne in violazione del regolamento bancario, che prevede un tetto massimo del 15%. Per gli inquirenti, la movimentazione delle quote Bnl avrebbe determinato plusvalenze milionarie ai contropattisti e alterato il valore delle azioni dell'istituto di credito.
I 21 indagati, si spiega in un capo d'accusa, "in concorso tra loro, previo accordo con Fazio e Frasca, i quali rafforzavano il proposito criminoso, assicurando ai correi il sostegno del vertice della Banca d'Italia al progetto di acquisizione del controllo della Bnl con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, realizzavano una serie di operazioni simulate e artificiose concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo delle azioni di Bnl" allo scopo di: fare fallire l'offerta pubblica di scambio su Bnl da parte del Bbva, "rastrellare azioni al fine di acquisire il controllo della banca" e "fissare a non meno di 2,70 euro il prezzo delle azioni di chi avesse voluto acquisire il controllo della banca".
(fonte repubblica.it)
Fastweb -Telecom Sparkle recuperati 542 milioni di euro
Già versati dalle due società indagate all'Agenzia delle Entrate 298 milioni in contanti.
Il resto è costituito da fideiussioni. Gli inquirenti cercano ora i beni all'estero acquistati con i fondi neri
La procura di Roma ha recuperato circa 542 milioni di euro dalle società Fastweb e da Telecom Sparkle, danaro che costituisce il provento dell'Iva non versata allo Stato nell'ambito delle operazioni illecite scoperte nell'inchiesta riguardante, tra l'altro, un maxiriciclaggio di circa due miliardi di euro. La somma è stata di fatto messa a disposizione dell'Agenzia delle Entrate: le imprese hanno evitato in questo modo il commissariamento, che era stato chiesto dall'ufficio dell'accusa.
In particolare Telecom Italia Sparkle verserà presto 298 milioni di euro, attraverso la capogruppo Telecom Italia, al ministero delle Finanze. A questa cifra si aggiungerà una fideiussione di 123 milioni, per le sanzioni da Iva non pagata. Infine Telecom Sparkle metterà a disposizione degli uffici giudiziari altri 72 milioni, sempre tramite una fideiussione. Questa somma serve a garanzia di quanto sarebbe da confiscare. "E' l'utile illecito individuato e che è stato messo a disposizione con grande collaborazione", sottolinea la procura.
Per quanto riguarda invece Fastweb, la società ha provveduto a versare all'Agenzia delle Entrate 38 milioni quale pagamento dell'Iva evasa. L'azienda ha inoltre fornito agli uffici giudiziari una fidejussione di 11 milioni a garanzia dei presunti profitti illeciti che saranno quantificati al termine del processo.
Nel frattempo proseguono le indagini della procura finalizzate al recupero dei proventi illeciti ottenuti dagli indagati, a cominciare dal presunto capo dell'associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, Gennaro Mokbel.
Gli inquirenti stanno tentando di individuare i fondi neri creati all'estero con il reimpiego dell'Iva non pagata. Si tratta di beni mobili (diamanti, gioielli, opere d'arte, auto, imbarcazioni) e immobili che potrebbero trovarsi oltre che in Italia, anche all'estero, in particolare in Gran Bretagna, Lussemburgo, Francia, Svizzera, Cipro, Seychelles, Panama, Dubai, Singapore e Hong Kong.
(fonte repubblica.it)
Il resto è costituito da fideiussioni. Gli inquirenti cercano ora i beni all'estero acquistati con i fondi neri
La procura di Roma ha recuperato circa 542 milioni di euro dalle società Fastweb e da Telecom Sparkle, danaro che costituisce il provento dell'Iva non versata allo Stato nell'ambito delle operazioni illecite scoperte nell'inchiesta riguardante, tra l'altro, un maxiriciclaggio di circa due miliardi di euro. La somma è stata di fatto messa a disposizione dell'Agenzia delle Entrate: le imprese hanno evitato in questo modo il commissariamento, che era stato chiesto dall'ufficio dell'accusa.
In particolare Telecom Italia Sparkle verserà presto 298 milioni di euro, attraverso la capogruppo Telecom Italia, al ministero delle Finanze. A questa cifra si aggiungerà una fideiussione di 123 milioni, per le sanzioni da Iva non pagata. Infine Telecom Sparkle metterà a disposizione degli uffici giudiziari altri 72 milioni, sempre tramite una fideiussione. Questa somma serve a garanzia di quanto sarebbe da confiscare. "E' l'utile illecito individuato e che è stato messo a disposizione con grande collaborazione", sottolinea la procura.
Per quanto riguarda invece Fastweb, la società ha provveduto a versare all'Agenzia delle Entrate 38 milioni quale pagamento dell'Iva evasa. L'azienda ha inoltre fornito agli uffici giudiziari una fidejussione di 11 milioni a garanzia dei presunti profitti illeciti che saranno quantificati al termine del processo.
Nel frattempo proseguono le indagini della procura finalizzate al recupero dei proventi illeciti ottenuti dagli indagati, a cominciare dal presunto capo dell'associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, Gennaro Mokbel.
Gli inquirenti stanno tentando di individuare i fondi neri creati all'estero con il reimpiego dell'Iva non pagata. Si tratta di beni mobili (diamanti, gioielli, opere d'arte, auto, imbarcazioni) e immobili che potrebbero trovarsi oltre che in Italia, anche all'estero, in particolare in Gran Bretagna, Lussemburgo, Francia, Svizzera, Cipro, Seychelles, Panama, Dubai, Singapore e Hong Kong.
(fonte repubblica.it)
Pil Italia a +1,2% nel primo trimestre. Scajola: "Dati Ocse incoraggianti"
L'organizzazione migliora le stime, ma prevede un rallentamento della ripresa (+0,5%) nei tre mesi successivi.
Il ministro dello Sviluppo: "Premiata la politica del governo. La ripresa è ancora debole e intermittente".
Gli Usa meglio di area euro e Giappone. "Cautela nel rimuovere le misure di sostegno all'economia".
Il prodotto interno lordo italiano crescerà dell'1,2% nel primo trimestre del 2010 (dato annualizzato, rispetto al trimestre precedente) e dello 0,5% nel secondo. E' la nuova stima pubblicata dall'Ocse. I dati sono migliori delle previsioni precedenti, che parlavano di un -0,3% nel primo trimestre. Nei primi tre mesi dell'anno, secondo l'Ocse, l'Italia dovrebbe fare meglio dell'Eurozona, ferma al +0,9%. Scenario contrario nel secondo trimestre, con i Paesi dell'euro a +1,9% e l'Italia in crescita solo di mezzo punto percentuale.
"Dati incoraggianti" secondo il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, che vede nelle stime dell'organizzazione parigina "un'ulteriore conferma della correttezza della politica anticrisi del governo". Il ministro ha poi sottolineato che "la minore crescita prevista per il secondo trimestre indica che la ripresa è ancora debole, intermittente ed esposta a rischi di arretramento"
Sul piano internazionale, l'Ocse vede un rallentamento della crescita nella prima metà del 2010 nei principali paesi industrializzati, mentre gli Usa continueranno ad espandersi a un ritmo maggiore di area euro e Giappone. "Nonostante alcuni segnali incoraggianti la fragilità della ripresa economica, un mercato del lavoro fragile e possibili turbolenze sui mercati finanziari sottolineano la necessità di essere cauti nel rimuovere le misure di sostegno" alle economie, si legge nel documento chiamato "Interim assessment". Resta ferma la necessità, avverte l'Ocse, di risanare i conti pubblici e di attuare "programmi di consolidamento nel medio termine" in molti Paesi, anche se "il consolidamento" dei conti "dovrebbe partire nel 2011, o prima dove necessario, ed essere graduale per non minare la ripresa".
"Oggi possiamo diffondere un messaggio moderatamente ottimista", ha dichiarato il capo economista dell'Ocse Pier Carlo Padoan durante la presentazione dei dati. "Ci sono buone notizie, la ripresa comincia a partire anche se non dovunque alla stessa velocità, ma questo processo è ancora fragile", ha spiegato Padoan. "Le difficoltà del mercato del lavoro e altri fattori legati ai mercati ci spingono a consigliare prudenza nell'arrestare le politiche di stimolo".
Per quanto riguarda l'Italia, Padoan suggerisce di agire prima di tutto sui "problemi di lungo termine", ovvero "alto debito e bassa crescita", operando un "significativo taglio delle spese" e agendo "sulle cause della debolezza della ripresa". Il capo economista ha definito l'Italia "un paese con problemi di lunga data, che esistevano prima della crisi. Questo", ha detto, "la rende un contesto difficile per l'elaborazione di politiche d'intervento economico".
L'Ocse sottolinea inoltre come siano "migliorate le condizioni finanziarie dei mercato", nonostante la presenza di fattori di stress finanziario come la Grecia e Dubai. Ma le banche, avverte l'organizzazione parigina, restano "vulnerabili a perdite sui crediti ed esposte al rischio dei tassi di interesse", pur avendo rafforzato il loro capitale.
Per quanto riguarda l'andamento dei prezzi il documento sottolinea come l'inflazione stia mostrando una dinamica "moderata", nonostante le "pressioni associate all'aumento dei prezzi delle materie prime negli ultimi mesi". Sul fronte del mercato del lavoro, "gli indicatori si sono stabilizzati, il tasso di disoccupazione ha probabilmente raggiunto il suo picco massimo negli Stati Uniti" mentre l'aumento della disoccupazione "è stato più contenuto nell'area dell'euro". La domanda privata, si legge nel documento, risentirà ancora del peso della crescita "lenta" del credito e dalla debolezza del mercato del lavoro, mentre più in generale la crescita globale beneficia soprattutto delle buone performance di alcuni Paesi emergenti tra cui Cina, Brasile ed India.
Ecco le proiezioni aggiornate dell'Ocse per i principali paesi e aree economiche:
Stati Uniti: 2,4 nel primo trimestre, 2,3 nel secondo
Giappone: 1,1 (I trim) 2,3 (II trim)
Euro 32: 0,9 (I trim) 1,9 (II trim)
Germania: -0,4 (I trim) 2,8 (II trim)
Francia: 2,3 (I trim) 1,7 (II trim)
Italia: 1,2 (I trim) 0,5 (II trim)
Regno Unito: 2,0 (I trim) 3,1 (II trim)
Canada: 6,2 (I trim) 4,5 (II trim)
G7: 1,9 (I trim) 2,3 (II trim)
(fonte repubblica.it)
Il ministro dello Sviluppo: "Premiata la politica del governo. La ripresa è ancora debole e intermittente".
Gli Usa meglio di area euro e Giappone. "Cautela nel rimuovere le misure di sostegno all'economia".
Il prodotto interno lordo italiano crescerà dell'1,2% nel primo trimestre del 2010 (dato annualizzato, rispetto al trimestre precedente) e dello 0,5% nel secondo. E' la nuova stima pubblicata dall'Ocse. I dati sono migliori delle previsioni precedenti, che parlavano di un -0,3% nel primo trimestre. Nei primi tre mesi dell'anno, secondo l'Ocse, l'Italia dovrebbe fare meglio dell'Eurozona, ferma al +0,9%. Scenario contrario nel secondo trimestre, con i Paesi dell'euro a +1,9% e l'Italia in crescita solo di mezzo punto percentuale.
"Dati incoraggianti" secondo il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, che vede nelle stime dell'organizzazione parigina "un'ulteriore conferma della correttezza della politica anticrisi del governo". Il ministro ha poi sottolineato che "la minore crescita prevista per il secondo trimestre indica che la ripresa è ancora debole, intermittente ed esposta a rischi di arretramento"
Sul piano internazionale, l'Ocse vede un rallentamento della crescita nella prima metà del 2010 nei principali paesi industrializzati, mentre gli Usa continueranno ad espandersi a un ritmo maggiore di area euro e Giappone. "Nonostante alcuni segnali incoraggianti la fragilità della ripresa economica, un mercato del lavoro fragile e possibili turbolenze sui mercati finanziari sottolineano la necessità di essere cauti nel rimuovere le misure di sostegno" alle economie, si legge nel documento chiamato "Interim assessment". Resta ferma la necessità, avverte l'Ocse, di risanare i conti pubblici e di attuare "programmi di consolidamento nel medio termine" in molti Paesi, anche se "il consolidamento" dei conti "dovrebbe partire nel 2011, o prima dove necessario, ed essere graduale per non minare la ripresa".
"Oggi possiamo diffondere un messaggio moderatamente ottimista", ha dichiarato il capo economista dell'Ocse Pier Carlo Padoan durante la presentazione dei dati. "Ci sono buone notizie, la ripresa comincia a partire anche se non dovunque alla stessa velocità, ma questo processo è ancora fragile", ha spiegato Padoan. "Le difficoltà del mercato del lavoro e altri fattori legati ai mercati ci spingono a consigliare prudenza nell'arrestare le politiche di stimolo".
Per quanto riguarda l'Italia, Padoan suggerisce di agire prima di tutto sui "problemi di lungo termine", ovvero "alto debito e bassa crescita", operando un "significativo taglio delle spese" e agendo "sulle cause della debolezza della ripresa". Il capo economista ha definito l'Italia "un paese con problemi di lunga data, che esistevano prima della crisi. Questo", ha detto, "la rende un contesto difficile per l'elaborazione di politiche d'intervento economico".
L'Ocse sottolinea inoltre come siano "migliorate le condizioni finanziarie dei mercato", nonostante la presenza di fattori di stress finanziario come la Grecia e Dubai. Ma le banche, avverte l'organizzazione parigina, restano "vulnerabili a perdite sui crediti ed esposte al rischio dei tassi di interesse", pur avendo rafforzato il loro capitale.
Per quanto riguarda l'andamento dei prezzi il documento sottolinea come l'inflazione stia mostrando una dinamica "moderata", nonostante le "pressioni associate all'aumento dei prezzi delle materie prime negli ultimi mesi". Sul fronte del mercato del lavoro, "gli indicatori si sono stabilizzati, il tasso di disoccupazione ha probabilmente raggiunto il suo picco massimo negli Stati Uniti" mentre l'aumento della disoccupazione "è stato più contenuto nell'area dell'euro". La domanda privata, si legge nel documento, risentirà ancora del peso della crescita "lenta" del credito e dalla debolezza del mercato del lavoro, mentre più in generale la crescita globale beneficia soprattutto delle buone performance di alcuni Paesi emergenti tra cui Cina, Brasile ed India.
Ecco le proiezioni aggiornate dell'Ocse per i principali paesi e aree economiche:
Stati Uniti: 2,4 nel primo trimestre, 2,3 nel secondo
Giappone: 1,1 (I trim) 2,3 (II trim)
Euro 32: 0,9 (I trim) 1,9 (II trim)
Germania: -0,4 (I trim) 2,8 (II trim)
Francia: 2,3 (I trim) 1,7 (II trim)
Italia: 1,2 (I trim) 0,5 (II trim)
Regno Unito: 2,0 (I trim) 3,1 (II trim)
Canada: 6,2 (I trim) 4,5 (II trim)
G7: 1,9 (I trim) 2,3 (II trim)
(fonte repubblica.it)
mercoledì 7 aprile 2010
Affari canadesi per Autogrill
Rinnovata concessione in Ontario
ll Gruppo Autogrill, attraverso la divisione americana, HmsHost ha rinnovato con il Ministero dei Trasporti dell'Ontario il contratto per lo sviluppo e la gestione di 23 aree di servizio lungo le due autostrade piu' trafficate del Canada, la Highway 400 e 401.
Le aree, che andranno a regime a partire dal 2013, si stima genereranno ricavi annui per oltre 100 milioni di dollari canadesi e, nei 50 anni di durata della concessione, un totale di oltre 9 miliardi di dollari canadesi. L'accordo e' stato siglato da Host Kilmer Services Centres, joint-venture costituita tra HmsHost e Kilmer Van Nostrand, societa' canadese attiva principalmente nei settori infrastrutture, private equity, sport e intrattenimento.
Le 23 aree, 7 delle quali si aggiungono alle 16 gia' gestite da HMSHost, spiega una nota, verranno ricostruite secondo i piu' avanzati standard di sostenibilita' ambientale, previsti dalla certificazione internazionale, con particolare attenzione all'efficienza energetica e al consumo di acqua. Le prime sette strutture saranno operative a partire dall'autunno 2010.
Altri 13 locali verranno completati e inaugurati progressivamente tra il 2011 e il 2013, mentre le restanti tre aree saranno riammodernate dopo il 2018. Lo sviluppo, il rinnovo e la costruzione delle prime 20 aree comportera' investimenti per circa 300 milioni di dollari canadesi, ai quali HKSC contribuira' con circa 100 milioni di dollari canadesi.
(fonte tgcom.it)
ll Gruppo Autogrill, attraverso la divisione americana, HmsHost ha rinnovato con il Ministero dei Trasporti dell'Ontario il contratto per lo sviluppo e la gestione di 23 aree di servizio lungo le due autostrade piu' trafficate del Canada, la Highway 400 e 401.
Le aree, che andranno a regime a partire dal 2013, si stima genereranno ricavi annui per oltre 100 milioni di dollari canadesi e, nei 50 anni di durata della concessione, un totale di oltre 9 miliardi di dollari canadesi. L'accordo e' stato siglato da Host Kilmer Services Centres, joint-venture costituita tra HmsHost e Kilmer Van Nostrand, societa' canadese attiva principalmente nei settori infrastrutture, private equity, sport e intrattenimento.
Le 23 aree, 7 delle quali si aggiungono alle 16 gia' gestite da HMSHost, spiega una nota, verranno ricostruite secondo i piu' avanzati standard di sostenibilita' ambientale, previsti dalla certificazione internazionale, con particolare attenzione all'efficienza energetica e al consumo di acqua. Le prime sette strutture saranno operative a partire dall'autunno 2010.
Altri 13 locali verranno completati e inaugurati progressivamente tra il 2011 e il 2013, mentre le restanti tre aree saranno riammodernate dopo il 2018. Lo sviluppo, il rinnovo e la costruzione delle prime 20 aree comportera' investimenti per circa 300 milioni di dollari canadesi, ai quali HKSC contribuira' con circa 100 milioni di dollari canadesi.
(fonte tgcom.it)
Bagarre Usa-Cina sullo yuan
E sull'euro pesa sempre la Grecia
La crisi della Grecia frena l'euro che scivola sotto quota 1,34 dollari, mentre continua il botta e risposta a distanza tra Cina e Stati Uniti sullo yuan. In corsa il dollaro canadese, che trova la parita' con il biglietto verde e rally delle materie prime con il greggio ai massimi da ottobre 2008 e il rame al top dai tempi del collasso di Lehman Brothers. L'euro va giu' contro 14 delle 16 maggiori valute soffrendo le voci secondo cui la Grecia vorrebbe evitare l'aiuto del Fondo Monetario Internazionale, con il rischio di far saltare l'accordo sul piano di salvataggio raggiunto dai governi europei.
E per quanto Atene abbia smentito le indiscrezioni, l'effetto sul mercato e' stato immediato: i titoli di Stato della Grecia sono tornati sotto pressione con il differenziale del rendimento tra il bond greco a 10 anni e il bund decennale tedesco che ha toccato il record, superando i 400 punti base per la prima volta dall'introduzione dell'euro. Intanto domani prende il via la missione ad Atene dei tecnici del Fmi per monitorare le entrate e la gestione delle finanze pubbliche, ha fatto sapere il Fondo, anche per chiarire che la missione non sottintende una richiesta di aiuto finanziario della Grecia. L'euro perde circa l'1% contro il dollaro a quota 1,3370 contro 1,3487 degli ultimi scambi di ieri a New York. Nel cross con lo yen cede l'1,3% a 125,5.
Giu' la sterlina che, in attesa delle elezioni del 6 maggio, paga la prospettiva di un governo senza maggioranza parlamentare. La valuta britannica ha ceduto fino all'1,1% contro il biglietto verde (a 1,5130 per poi risalire 1,52) mentre e' stabile contro euro con oscillazioni attorno agli 88 pence. Balzo del dollaro canadese che ritrova la parita' con il biglietto verde trainato dal rally del petrolio.
Botta e risposta a distanza tra Stati Uniti e Cina sul nodo yuan-dollaro, che resta uno dei punti piu' critici mentre i due Paesi cercano la via del dialogo: Pechino ha negato di aver mai manipolato lo yuan per aiutare l'export e che il regime fissato per la moneta sia la causa degli squilibri commerciali con gli Usa.
(fonte tgcom.it)
La crisi della Grecia frena l'euro che scivola sotto quota 1,34 dollari, mentre continua il botta e risposta a distanza tra Cina e Stati Uniti sullo yuan. In corsa il dollaro canadese, che trova la parita' con il biglietto verde e rally delle materie prime con il greggio ai massimi da ottobre 2008 e il rame al top dai tempi del collasso di Lehman Brothers. L'euro va giu' contro 14 delle 16 maggiori valute soffrendo le voci secondo cui la Grecia vorrebbe evitare l'aiuto del Fondo Monetario Internazionale, con il rischio di far saltare l'accordo sul piano di salvataggio raggiunto dai governi europei.
E per quanto Atene abbia smentito le indiscrezioni, l'effetto sul mercato e' stato immediato: i titoli di Stato della Grecia sono tornati sotto pressione con il differenziale del rendimento tra il bond greco a 10 anni e il bund decennale tedesco che ha toccato il record, superando i 400 punti base per la prima volta dall'introduzione dell'euro. Intanto domani prende il via la missione ad Atene dei tecnici del Fmi per monitorare le entrate e la gestione delle finanze pubbliche, ha fatto sapere il Fondo, anche per chiarire che la missione non sottintende una richiesta di aiuto finanziario della Grecia. L'euro perde circa l'1% contro il dollaro a quota 1,3370 contro 1,3487 degli ultimi scambi di ieri a New York. Nel cross con lo yen cede l'1,3% a 125,5.
Giu' la sterlina che, in attesa delle elezioni del 6 maggio, paga la prospettiva di un governo senza maggioranza parlamentare. La valuta britannica ha ceduto fino all'1,1% contro il biglietto verde (a 1,5130 per poi risalire 1,52) mentre e' stabile contro euro con oscillazioni attorno agli 88 pence. Balzo del dollaro canadese che ritrova la parita' con il biglietto verde trainato dal rally del petrolio.
Botta e risposta a distanza tra Stati Uniti e Cina sul nodo yuan-dollaro, che resta uno dei punti piu' critici mentre i due Paesi cercano la via del dialogo: Pechino ha negato di aver mai manipolato lo yuan per aiutare l'export e che il regime fissato per la moneta sia la causa degli squilibri commerciali con gli Usa.
(fonte tgcom.it)
Cancellate le tariffe postali agevolate protestano editoria e associazioni no profit
Entra in vigore il provvedimento interministeriale, i sindacati in allarme
"Gli effetti del decreto colpiranno la filiera della comunicazione già in grave crisi"
Il mondo dell'editoria e quello delle organizzazioni no profit contestano il decreto adottato dai ministeri dello Sviluppo economico e dell'Economia che abolisce le tariffe postali agevolate per tutta l'editoria libraria, quotidiana e periodica. Il provvedimento interministeriale è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è in vigore sin dal primo aprile.
I primi a protestare sono stati i sindacati confederali del settore editoriale: "Il decreto - accusano Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil - scarica sugli editori l'onere della differenza tra la tariffa piena e quella agevolata finora a carico dello Stato. Le ricadute economiche del decreto andranno a colpire ulteriormente la filiera della comunicazione (carta, stampa editoria) già sconvolta da una fortissima crisi caratterizzata da un calo notevole di fatturati e volumi, all'interno di una trasformazione strutturale del modo di fruire dei vari mezzi e supporti di informazione la cui evoluzione - dicono i sindacati - non è ancora prevedibile. E' l'ennesima iniziativa che penalizza il settore dell'editoria in assenza di un confronto fra le parti interessate su un progetto di riforma sempre annunciato e mai realizzato".
Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil chiedono al governo e alle associazioni imprenditoriali di categoria l'apertura immediata di un confronto sul decreto "per l'adozione di soluzioni sostenibili per tutti i soggetti interessati e, contestualmente, la costituzione di un tavolo permanente che interessi tutta la filiera della comunicazione".
Duro anche il giudizio dell'Ai.Bi., associazione Amici dei bambini, che parla di "sgambetto del governo alle organizzazioni no profit": "Il provvedimento - si legge in una nota dell'associazione - colpisce le attività di informazione, sensibilizzazione e raccolta fondi delle organizzazioni no profit, causando un ingente aumento dei costi". "Se questo è il primo segnale delle riforme annunciate dal presidente Berlusconi - affema Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. - allora chiediamo che vengano immediatamente adottate delle misure per evitare un vertiginoso aumento nel budget delle spedizioni e la richiesta dell'immediato ripristino delle tariffe agevolate per il settore no profit".
(fonte repubblica.it)
"Gli effetti del decreto colpiranno la filiera della comunicazione già in grave crisi"
Il mondo dell'editoria e quello delle organizzazioni no profit contestano il decreto adottato dai ministeri dello Sviluppo economico e dell'Economia che abolisce le tariffe postali agevolate per tutta l'editoria libraria, quotidiana e periodica. Il provvedimento interministeriale è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è in vigore sin dal primo aprile.
I primi a protestare sono stati i sindacati confederali del settore editoriale: "Il decreto - accusano Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil - scarica sugli editori l'onere della differenza tra la tariffa piena e quella agevolata finora a carico dello Stato. Le ricadute economiche del decreto andranno a colpire ulteriormente la filiera della comunicazione (carta, stampa editoria) già sconvolta da una fortissima crisi caratterizzata da un calo notevole di fatturati e volumi, all'interno di una trasformazione strutturale del modo di fruire dei vari mezzi e supporti di informazione la cui evoluzione - dicono i sindacati - non è ancora prevedibile. E' l'ennesima iniziativa che penalizza il settore dell'editoria in assenza di un confronto fra le parti interessate su un progetto di riforma sempre annunciato e mai realizzato".
Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil chiedono al governo e alle associazioni imprenditoriali di categoria l'apertura immediata di un confronto sul decreto "per l'adozione di soluzioni sostenibili per tutti i soggetti interessati e, contestualmente, la costituzione di un tavolo permanente che interessi tutta la filiera della comunicazione".
Duro anche il giudizio dell'Ai.Bi., associazione Amici dei bambini, che parla di "sgambetto del governo alle organizzazioni no profit": "Il provvedimento - si legge in una nota dell'associazione - colpisce le attività di informazione, sensibilizzazione e raccolta fondi delle organizzazioni no profit, causando un ingente aumento dei costi". "Se questo è il primo segnale delle riforme annunciate dal presidente Berlusconi - affema Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. - allora chiediamo che vengano immediatamente adottate delle misure per evitare un vertiginoso aumento nel budget delle spedizioni e la richiesta dell'immediato ripristino delle tariffe agevolate per il settore no profit".
(fonte repubblica.it)
Daimler sposa Renault-Nissan. Nasce un nuovo colosso
Le due aziende prendono il 3% l'una dell'altra e lavoreranno assieme allo sviluppo di piccole auto e motori. Ma anche sull'auto elettrica
Semaforo verde dal governo francese alla partnership tra Renault-Nissan e Daimler e Nissan. Il Ministro dell'industria Christian Estrosi ha reso noto che la Francia è comunque intenzionata a restare con il 15% il primo azionista della casa automobilistica francese.
Renault e Daimler prendono il 3% l'una dell'altra e lavoreranno assieme allo sviluppo di piccole auto e dei motori. Nella partnership entrerà anche Nissan, di cui la Renault detiene il 44,3%. Secondo gli esperti tedeschi del settore, Daimler potrebbe ottenere sinergie per 600 milioni di euro dalla cooperazione con Renault.
Da questo matrimonio a tre nasce insomma un nuovo colosso dalle potenzialità formidabili. E già perché sul tavolo ci sono anche le city car Smart e le low cost Dacia. Ma anche le auto elettriche che sia Daimler che Renault-Nissan hanno già sulla rampa di lancio. I possibili sviluppi sono infiniti. I due amministratori delegati, Carlos Ghosn e Dieter Zetsche, hanno solo l'imbarazzo della scelta.
Questi i numeri delle tre case automobilistiche
DAIMLER
- Capitalizzazione di mercato: 52 miliardi di dollari.
- Vendite 1.093.900 (nel 2009)
- Brand più importanti: Mercedes-Benz, Smart, Maybach - Azionisti chiave: Aabar Investment di Abu Dhabi (9,1%); Kuwait Investment Authority (6,9%), investitori istituzionali (63,1%).
- Alleanze: ha acquisito il 10% in Tesla Motors lo scorso maggio; ha stretto una joint venture con Beijing Automotive Industry Holding per la distribuzione di auto Mercedes-Benz e Chrysler in Cina.
RENAULT
- Capitalizzazione di mercato: 13 miliardi di dollari - Vendite: 2.309 milioni (nel 2009)
- Modelli più famosi: Clio, Logan, Laguna, Megane, Sandero, Koleos, Twingo.
- Azionisti chiave: Governo francese (15,01%); Nissan Motor Corp (15%), investitori istituzionali (19,6%).
- Alleanze: ha acquisito la divisione di Samusung; possiede il 25% in AvtoVAZ; ha stretto l'alleanza con Nissan nel marzo 1999 in base alla quale possiede il 44,3% di Nissan e Nissan possiede il 15% di Renault.
NISSAN
- Capitalizzazione di mercato: 39 miliardi di dollari - Vendite: 3.184 milioni (a febbraio 2010) - Modelli più famosi: Micra, Murano; Qashwai, GT-R, 370Z, X-Trail, Pathfinder, Navara, Leaf.
- Maggiori azionisti: Renault (44,3%); investitori istituzionali (16,27%).
(fonte repubblica.it)
Semaforo verde dal governo francese alla partnership tra Renault-Nissan e Daimler e Nissan. Il Ministro dell'industria Christian Estrosi ha reso noto che la Francia è comunque intenzionata a restare con il 15% il primo azionista della casa automobilistica francese.
Renault e Daimler prendono il 3% l'una dell'altra e lavoreranno assieme allo sviluppo di piccole auto e dei motori. Nella partnership entrerà anche Nissan, di cui la Renault detiene il 44,3%. Secondo gli esperti tedeschi del settore, Daimler potrebbe ottenere sinergie per 600 milioni di euro dalla cooperazione con Renault.
Da questo matrimonio a tre nasce insomma un nuovo colosso dalle potenzialità formidabili. E già perché sul tavolo ci sono anche le city car Smart e le low cost Dacia. Ma anche le auto elettriche che sia Daimler che Renault-Nissan hanno già sulla rampa di lancio. I possibili sviluppi sono infiniti. I due amministratori delegati, Carlos Ghosn e Dieter Zetsche, hanno solo l'imbarazzo della scelta.
Questi i numeri delle tre case automobilistiche
DAIMLER
- Capitalizzazione di mercato: 52 miliardi di dollari.
- Vendite 1.093.900 (nel 2009)
- Brand più importanti: Mercedes-Benz, Smart, Maybach - Azionisti chiave: Aabar Investment di Abu Dhabi (9,1%); Kuwait Investment Authority (6,9%), investitori istituzionali (63,1%).
- Alleanze: ha acquisito il 10% in Tesla Motors lo scorso maggio; ha stretto una joint venture con Beijing Automotive Industry Holding per la distribuzione di auto Mercedes-Benz e Chrysler in Cina.
RENAULT
- Capitalizzazione di mercato: 13 miliardi di dollari - Vendite: 2.309 milioni (nel 2009)
- Modelli più famosi: Clio, Logan, Laguna, Megane, Sandero, Koleos, Twingo.
- Azionisti chiave: Governo francese (15,01%); Nissan Motor Corp (15%), investitori istituzionali (19,6%).
- Alleanze: ha acquisito la divisione di Samusung; possiede il 25% in AvtoVAZ; ha stretto l'alleanza con Nissan nel marzo 1999 in base alla quale possiede il 44,3% di Nissan e Nissan possiede il 15% di Renault.
NISSAN
- Capitalizzazione di mercato: 39 miliardi di dollari - Vendite: 3.184 milioni (a febbraio 2010) - Modelli più famosi: Micra, Murano; Qashwai, GT-R, 370Z, X-Trail, Pathfinder, Navara, Leaf.
- Maggiori azionisti: Renault (44,3%); investitori istituzionali (16,27%).
(fonte repubblica.it)
martedì 6 aprile 2010
Il trend del Fisco a rate
Occhio ai "grandi morosi"
Se lo Stato batte cassa si puo' sempre rateizzare, soprattutto in tempi di crisi. E chi ha contratto un debito con l'Erario, magari perche' davvero in difficolta', puo' sempre decidere di saldarlo a rate, dilazionando il pagamento. Tra i 'grandi morosi', sorvegliati speciali dal fisco, quelli cioe' che hanno contratto un debito superiore aI 500 mila euro, uno su tre ha scelto la via della rateizzazione. E' quanto risulta dai dati Equitalia, la societa' pubblica per la riscossione. D'altronde, il pagamento a rate consente di ridurre i contenziosi e i fallimenti.
Che il 2009 sia stato un anno record per la lotta all'evasione lo dimostrano anche i dati delle riscossioni da ruolo - aumentate del 10% rispetto al 2008 - che hanno raggiunto al 31 dicembre dello scorso anno quota 7,7 miliardi di euro. In particolare, le riscossioni riguardanti le grandi morosita' sono cresciute del 17,5% rispetto al 2008, attestandosi a 1,5 miliardi di euro e contribuendo così al 20% dell'intero incasso. Anche l'incasso unitario medio da grandi debitori ha registrato un incremento del 17%, passando nell'ultimo anno da 1,3 a 1,8 milioni per debito. Un fattore determinante e' stato giocato dalle rateizzazioni delle cartelle di pagamento che hanno tccato a fine anno quota 620mila per un importo di quasi 10 miliardi di euro - una cifra superiore a quella di una finanziaria - di cui 2 incassati nel 2009.
E dall'analisi condotta dagli agenti della riscossione emerge che un terzo dei grandi morosi ha ottenuto la rateizzzazione del debito. Uno strumento questo che in generale va incontro alle esigenze dei contribuenti in difficolta' - non solo i grandi debitori - che usufruendo della possibilita' di dilazionare il pagamento evitano cosi' il contenzioso con il Fisco.
(fonte tgcom.it)
Se lo Stato batte cassa si puo' sempre rateizzare, soprattutto in tempi di crisi. E chi ha contratto un debito con l'Erario, magari perche' davvero in difficolta', puo' sempre decidere di saldarlo a rate, dilazionando il pagamento. Tra i 'grandi morosi', sorvegliati speciali dal fisco, quelli cioe' che hanno contratto un debito superiore aI 500 mila euro, uno su tre ha scelto la via della rateizzazione. E' quanto risulta dai dati Equitalia, la societa' pubblica per la riscossione. D'altronde, il pagamento a rate consente di ridurre i contenziosi e i fallimenti.
Che il 2009 sia stato un anno record per la lotta all'evasione lo dimostrano anche i dati delle riscossioni da ruolo - aumentate del 10% rispetto al 2008 - che hanno raggiunto al 31 dicembre dello scorso anno quota 7,7 miliardi di euro. In particolare, le riscossioni riguardanti le grandi morosita' sono cresciute del 17,5% rispetto al 2008, attestandosi a 1,5 miliardi di euro e contribuendo così al 20% dell'intero incasso. Anche l'incasso unitario medio da grandi debitori ha registrato un incremento del 17%, passando nell'ultimo anno da 1,3 a 1,8 milioni per debito. Un fattore determinante e' stato giocato dalle rateizzazioni delle cartelle di pagamento che hanno tccato a fine anno quota 620mila per un importo di quasi 10 miliardi di euro - una cifra superiore a quella di una finanziaria - di cui 2 incassati nel 2009.
E dall'analisi condotta dagli agenti della riscossione emerge che un terzo dei grandi morosi ha ottenuto la rateizzzazione del debito. Uno strumento questo che in generale va incontro alle esigenze dei contribuenti in difficolta' - non solo i grandi debitori - che usufruendo della possibilita' di dilazionare il pagamento evitano cosi' il contenzioso con il Fisco.
(fonte tgcom.it)
BENZINA: DOPO LA PASQUA TUTTI I PREZZI SOPRA 1,42€/L
Passata la tregua pasquale, i prezzi della benzina riprendono a salire, con la Q8 che vola oltre 1,42 euro al litro. Stando alla consueta rilevazione della Staffetta Quotidiana, la Q8 ritocca la benzina di 1,5 centesimi portandola a 1,425 euro e il gasolio di 2 centesimi a 1,259 euro. Rialzi anche per Erg, che ha aumentato i prezzi di entrambi i prodotti di 1 centesimo portando la verde a 1,418 euro e il gasolio a 1,244 euro.
(fonte leggo.it)
(fonte leggo.it)
Incentivi, al via la prima fase per i bonus stanziati 300 milioni
Da domani i venditori avranno una decina di giorni per registrarsi in un apposito elenco.
Dal 15 aprile consumatori e imprese potranno acquistare i prodotti inseriti nel provvedimento.
Riguardano tra l'altro ciclomotori, cucine, elettrodomestici, internet veloce, case ecologiche.
Si mette in moto domani la macchina organizzativa degli incentivi. Un bonus totale di 300 milioni di euro che riguarda ciclomotori, cucine, elettrodomestici, abbonamenti a internet veloce, case ecologiche, motori marini e prodotti industriali, che produrrà - secondo il governo - benefici per un milione di famiglie. La prima fase è riservata ai venditori. Dal 15 aprile, invece, partiranno gli acquisti "con lo sconto" da parte di consumatori e imprese.
Domani, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, entra in vigore il decreto attuativo: i venditori avranno a disposizione una decina di giorni per registrarsi in un apposito elenco prima di poter attivare l'effettiva erogazione degli incentivi ai consumatori. Una scelta - quella di dividere la procedura in due fasi - che ha lo scopo di garantire la massima trasparenza e andare incontro alle richieste delle principali associazioni della distribuzione e dei diversi operatori delle telecomunicazioni, per evitare rischi di congestione.
La procedura prevede la registrazione dei venditori tramite l'apposito call center gestito da Poste italiane, al numero verde 800.556.670. Per gli abbonamenti a internet veloce, invece, sempre da domani, dovranno registrarsi solo gli operatori delle telecomunicazioni (e non i rivenditori), utilizzando esclusivamente l'indirizzo email contributi.bandalarga@postcert.it.
Da giovedì 15 aprile consumatori e imprese potranno cominciare ad acquistare i prodotti con gli incentivi, di cui si potrà beneficiare sino alla fine dell'anno, salvo che i fondi non vengano esauriti prima. In particolare, per i motocicli il bonus totale è di 12 milioni di euro, per le cucine componibili 60 milioni e stesso importo per le agevolazioni agli immobili ad alta efficienza energetica. Cinquanta milioni sono destinati agli elettrodomestici (lavastoviglie, forni elettrici e piani cottura, cucine a gas, cappe climatizzate, pompe di calore per acqua calda), 20 milioni alle nuove attivazioni di linee telefoniche a banda larga per i giovani fra i 18 e i 30 anni (ciascuno avrà un bonus da 50 euro). Otto milioni andranno per l'acquisto di nuovi rimorchi e semirimorchi, 20 per le macchine agricole e movimento terra, 20 milioni per motori fuoribordo e stampi per scafi da diporto. Quaranta per le gru a torre per l'edilizia. Dieci per l'acquisto di inverter, motori ad alta efficienza energetica, Ups e batterie di condensatori.
Il provvedimento, firmato dai ministri allo Sviluppo economico Claudio Scajola, all'Economia e Finanze Giulio Tremonti e all'Ambiente Stefania Prestigiacomo, punta a favorire l'acquisto di prodotti innovativi e a basso consumo energetico.
Le misure per il rilancio del Piano Casa - inserite nel decreto legge incentivi - non convincono, però, la Finco (la Federazione industrie, prodotti, impianti e servizi per le costruzioni aderente a Confindustria), insoddisfatta sia per il totale stanziato sia per le modalità scelte dal governo. Il decreto - spiega la federazione - stanzia circa 60 milioni di euro per nuove abitazioni ad alta efficienza energetica attraverso bonus fino a 7.000 euro. Una misura che - afferma Finco - "potrebbe valere come bonus all'acquisto per circa 10.000 appartamenti, ovvero assai meno di quelli presenti in un solo quartiere di medie dimensioni di una città".
(fonte repubblica.it)
Dal 15 aprile consumatori e imprese potranno acquistare i prodotti inseriti nel provvedimento.
Riguardano tra l'altro ciclomotori, cucine, elettrodomestici, internet veloce, case ecologiche.
Si mette in moto domani la macchina organizzativa degli incentivi. Un bonus totale di 300 milioni di euro che riguarda ciclomotori, cucine, elettrodomestici, abbonamenti a internet veloce, case ecologiche, motori marini e prodotti industriali, che produrrà - secondo il governo - benefici per un milione di famiglie. La prima fase è riservata ai venditori. Dal 15 aprile, invece, partiranno gli acquisti "con lo sconto" da parte di consumatori e imprese.
Domani, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, entra in vigore il decreto attuativo: i venditori avranno a disposizione una decina di giorni per registrarsi in un apposito elenco prima di poter attivare l'effettiva erogazione degli incentivi ai consumatori. Una scelta - quella di dividere la procedura in due fasi - che ha lo scopo di garantire la massima trasparenza e andare incontro alle richieste delle principali associazioni della distribuzione e dei diversi operatori delle telecomunicazioni, per evitare rischi di congestione.
La procedura prevede la registrazione dei venditori tramite l'apposito call center gestito da Poste italiane, al numero verde 800.556.670. Per gli abbonamenti a internet veloce, invece, sempre da domani, dovranno registrarsi solo gli operatori delle telecomunicazioni (e non i rivenditori), utilizzando esclusivamente l'indirizzo email contributi.bandalarga@postcert.it.
Da giovedì 15 aprile consumatori e imprese potranno cominciare ad acquistare i prodotti con gli incentivi, di cui si potrà beneficiare sino alla fine dell'anno, salvo che i fondi non vengano esauriti prima. In particolare, per i motocicli il bonus totale è di 12 milioni di euro, per le cucine componibili 60 milioni e stesso importo per le agevolazioni agli immobili ad alta efficienza energetica. Cinquanta milioni sono destinati agli elettrodomestici (lavastoviglie, forni elettrici e piani cottura, cucine a gas, cappe climatizzate, pompe di calore per acqua calda), 20 milioni alle nuove attivazioni di linee telefoniche a banda larga per i giovani fra i 18 e i 30 anni (ciascuno avrà un bonus da 50 euro). Otto milioni andranno per l'acquisto di nuovi rimorchi e semirimorchi, 20 per le macchine agricole e movimento terra, 20 milioni per motori fuoribordo e stampi per scafi da diporto. Quaranta per le gru a torre per l'edilizia. Dieci per l'acquisto di inverter, motori ad alta efficienza energetica, Ups e batterie di condensatori.
Il provvedimento, firmato dai ministri allo Sviluppo economico Claudio Scajola, all'Economia e Finanze Giulio Tremonti e all'Ambiente Stefania Prestigiacomo, punta a favorire l'acquisto di prodotti innovativi e a basso consumo energetico.
Le misure per il rilancio del Piano Casa - inserite nel decreto legge incentivi - non convincono, però, la Finco (la Federazione industrie, prodotti, impianti e servizi per le costruzioni aderente a Confindustria), insoddisfatta sia per il totale stanziato sia per le modalità scelte dal governo. Il decreto - spiega la federazione - stanzia circa 60 milioni di euro per nuove abitazioni ad alta efficienza energetica attraverso bonus fino a 7.000 euro. Una misura che - afferma Finco - "potrebbe valere come bonus all'acquisto per circa 10.000 appartamenti, ovvero assai meno di quelli presenti in un solo quartiere di medie dimensioni di una città".
(fonte repubblica.it)
Fmi: "Pil Italia 2010 +0,8%"
Riviste al ribasso stime di crescita
Il Fondo Monetario Internazionale rivede le stime di crescita per l'Italia. Nell'ultima bozza del World Economic Outlook che uscirà il 21 aprile ma anticipato dall'agenzia Ansa, il Fmi prevede che il Pil italiano salirà dello 0,8% quest'anno e dell'1,1% nel 2011. In entrambi i casi si tratta di un taglio di 0,2 punti rispetto alle stime di gennaio. Rispetto a ottobre, invece, la crescita italiana del 2010 è stata rivista al rialzo di 0,6 punti.
Disoccupazione 2010 all'8,7%
Secondo il Fondo Monetario, inoltre, la disoccupazione in Italia salirà quest'anno dal 7,8% all'8,7% per poi iniziare a ridiscendere lentamente nel 2011 attestandosi all'8,6%. L'inflazione salirà invece dallo 0,8% dello scorso anno all'1,4% nel 2010 e all'1,7% nel 2011.
A Bce: "Bene tenere i tassi bassi"
In Eurolandia, sempre secondo il WEO "è appropriato mantenere i tassi di interesse eccezionalmente bassi". "La politica monetaria dovrebbe restare altamente accomodante nella maggior parte dei casi. Le prospettive di ripresa sono sempre deboli e quindi le prospettive di inflazione rimangono sotto tono". In particolare, secondo il Fondo, l'inflazione nei Paesi avanzati dell'Europa dovrebbe mantenersi "bassa e stabile, a circa l'1% nell'area dell'euro".
Crescita modesta in Europa, rischio Grecia
L'ombra della Grecia offusca il futuro della ripresa europea. Per l'FMI, "l'Europa sta uscendo dalla recessione più lentamente di altre regioni e ci sono varie forze che frenano la ripresa". Tra queste una di rilievo è la Grecia. La "sfida chiave" sarà dunque quella di prevedere "piani di consolidamento credibili". Se le prospettive di ripresa variano considerevolmente da Paese a Paese, nell'area nel suo insieme il Pil crescerà dello 0,8% quest'anno e dell'1,4% il prossimo (con una revisione al ribasso, in entrambi i casi, di 0,1 punti percentuali rispetto a gennaio). Per la Grecia, invece, il Fmi stima un Pil in calo del 2% nel 2010 e dell'1,1% nel 2011.
Pil mondiale, stime in rialzo
Il Fondo Monetario Internazionale rivede al rialzo le previsioni di crescita di tutto il mondo. Quest'anno il Pil mondiale progredirà del 4,1%, con un rialzo di 0,2 punti percentuali rispetto alle ultime previsioni di gennaio e di addirittura un punto rispetto alle stime di ottobre scorso. Mentre per il 2011 la crescita mondiale sarà del 4,3%.
(fonte tgcom.it)
Il Fondo Monetario Internazionale rivede le stime di crescita per l'Italia. Nell'ultima bozza del World Economic Outlook che uscirà il 21 aprile ma anticipato dall'agenzia Ansa, il Fmi prevede che il Pil italiano salirà dello 0,8% quest'anno e dell'1,1% nel 2011. In entrambi i casi si tratta di un taglio di 0,2 punti rispetto alle stime di gennaio. Rispetto a ottobre, invece, la crescita italiana del 2010 è stata rivista al rialzo di 0,6 punti.
Disoccupazione 2010 all'8,7%
Secondo il Fondo Monetario, inoltre, la disoccupazione in Italia salirà quest'anno dal 7,8% all'8,7% per poi iniziare a ridiscendere lentamente nel 2011 attestandosi all'8,6%. L'inflazione salirà invece dallo 0,8% dello scorso anno all'1,4% nel 2010 e all'1,7% nel 2011.
A Bce: "Bene tenere i tassi bassi"
In Eurolandia, sempre secondo il WEO "è appropriato mantenere i tassi di interesse eccezionalmente bassi". "La politica monetaria dovrebbe restare altamente accomodante nella maggior parte dei casi. Le prospettive di ripresa sono sempre deboli e quindi le prospettive di inflazione rimangono sotto tono". In particolare, secondo il Fondo, l'inflazione nei Paesi avanzati dell'Europa dovrebbe mantenersi "bassa e stabile, a circa l'1% nell'area dell'euro".
Crescita modesta in Europa, rischio Grecia
L'ombra della Grecia offusca il futuro della ripresa europea. Per l'FMI, "l'Europa sta uscendo dalla recessione più lentamente di altre regioni e ci sono varie forze che frenano la ripresa". Tra queste una di rilievo è la Grecia. La "sfida chiave" sarà dunque quella di prevedere "piani di consolidamento credibili". Se le prospettive di ripresa variano considerevolmente da Paese a Paese, nell'area nel suo insieme il Pil crescerà dello 0,8% quest'anno e dell'1,4% il prossimo (con una revisione al ribasso, in entrambi i casi, di 0,1 punti percentuali rispetto a gennaio). Per la Grecia, invece, il Fmi stima un Pil in calo del 2% nel 2010 e dell'1,1% nel 2011.
Pil mondiale, stime in rialzo
Il Fondo Monetario Internazionale rivede al rialzo le previsioni di crescita di tutto il mondo. Quest'anno il Pil mondiale progredirà del 4,1%, con un rialzo di 0,2 punti percentuali rispetto alle ultime previsioni di gennaio e di addirittura un punto rispetto alle stime di ottobre scorso. Mentre per il 2011 la crescita mondiale sarà del 4,3%.
(fonte tgcom.it)
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