giovedì 8 aprile 2010

Scalata alla Bnl, chiesto il rinvio a giudizio per Fazio, Ricucci, Fiorani e altri 34

Tra il 2004 e il 2005, secondo l'accusa, il 'contropatto' rastrellò il 27% delle azioni per cederle a Unipol, far fallire l'OPS di BBVA e ottenere un elevato controvalore


La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 21 persone e 16 società, coinvolte nel filone dell'inchiesta sulla fallita scalata di Unipol a Bnl, cominciata nel 2005. La richiesta riguarda il ruolo svolto dal cosiddetto 'contropatto' che tra il 2004 ed il 2005 rastrellò il 27% delle azioni Bnl, salvo poi cederle all'Unipol, per contrastare il patto che guidava l'istituto di via Veneto (i baschi del Bbva con l'appoggio di Generali e della Dorint di Diego Della Valle).

Aggiotaggio, insider trading e ostacolo alle attività di vigilanza i reati contestati agli indagati, a seconda delle posizioni, dal procuratore Giovanni Ferrara, dall'aggiunto Nello Rossi e dai sostituti Rodolfo Sabelli e Giuseppe Cascini. Tra gli indagati, nei confronti dei quali è stato chiesto il rinvio a giudizio, gli imprenditori Francesco Gaetano Caltagirone, Danilo Coppola, Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto, Ettore e Tiberio Lonati; l'ex presidente di Unipol Giovanni Consorte ed il suo vice Ivano Sacchetti; l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio; l'ex banchiere Giampiero Fiorani.

Secondo l'accusa, l'acquisizione del 27% delle azioni da parte dei contropattisti avvenne in violazione del regolamento bancario, che prevede un tetto massimo del 15%. Per gli inquirenti, la movimentazione delle quote Bnl avrebbe determinato plusvalenze milionarie ai contropattisti e alterato il valore delle azioni dell'istituto di credito.

I 21 indagati, si spiega in un capo d'accusa, "in concorso tra loro, previo accordo con Fazio e Frasca, i quali rafforzavano il proposito criminoso, assicurando ai correi il sostegno del vertice della Banca d'Italia al progetto di acquisizione del controllo della Bnl con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, realizzavano una serie di operazioni simulate e artificiose concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo delle azioni di Bnl" allo scopo di: fare fallire l'offerta pubblica di scambio su Bnl da parte del Bbva, "rastrellare azioni al fine di acquisire il controllo della banca" e "fissare a non meno di 2,70 euro il prezzo delle azioni di chi avesse voluto acquisire il controllo della banca".

(fonte repubblica.it)