sabato 20 marzo 2010

Industria, a gennaio cresce il fatturato. Balzo degli ordini esteri, +7,7%

L'Istat rileva invece un calo del 2,8% degli ordini rispetto a dicembre.
Forte aumento delle vendite per gli autoveicoli: +36,8%

Dati positivi per l'industria italiana a gennaio: infatti rispetto allo stesso mese del 2009 crescono sia il fatturato che gli ordinativi, che però mostrano un calo rispetto a dicembre. In particolare, rileva l'Istat, gli ordinativi sono scesi del 2,8% su base mensile (+4,7% a dicembre) ma mostrano un incremento tendenziale dell'1,1% (+10,1% a dicembre). Le vendite hanno invece segnato un aumento congiunturale del 2,7% (+2,2% a dicembre) che si riflette in una crescita tendenziale del 5,1% (-2,5% a dicembre). Nel confronto degli ultimi tre mesi (novembre-gennaio) con i tre mesi immediatamente precedenti (agosto-ottobre) le variazioni congiunturali sono state pari a +4,1% per il fatturato e a +7,6% per gli ordinativi.

In dettaglio, rispetto a dicembre gli ordini domestici sono scesi del 3,1%, mentre quelli esteri sono diminuiti del 2,3%. Il fatturato è invece cresciuto del 3,1% sul mercato interno e dell'1,9% su quello estero. I dati tendenziali mostrano invece un aumento dell'1,6% del fatturato nazionale e del 2,2% su quello estero, mentre gli ordinativi registrano un aumento del 7,7% sul mercato estero e un calo del 2,5% su quello nazionale.

Guardando ai vari settori, la variazione positiva più significativa per il fatturato su base annua si riscontra nella fabbricazione di mezzi di trasporto: +58,2%, con un incremento particolarmente accentuato per la cantieristica e un aumento rilevante anche per la fabbricazione di autoveicoli. Il settore dell'auto ha infatti registrato a gennaio una crescita del fatturato del 36,8% e degli ordinativi dello 0,7%. Rilevante anche l'aumento tendenziale del fatturato per la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+11,3 %) e della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+9,6%).

Le variazioni negative più marcate si sono registrate nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-5,0%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-4,9%) e nelle fabbricazioni di prodotti chimici e industria del legno, carta e stampa (-3,3%).

Gli incrementi più rilevanti dell'indice grezzo degli ordinativi hanno riguardato la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+29,7%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+19,1%) e la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+5,8%); i cali maggiori si sono registrati nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,0%), nelle fabbricazioni di prodotti chimici (-7,7%).

(fonte repubblica.it)

Cdm: via libera a decreto incentivi

Per cucine, moto elettriche, forni...

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge sugli incentivi ai settori in crisi. Per il provvedimento sono stati stanziati 420 milioni di euro. I settori agevolati sono: moto e moto elettriche, elettrodomestici a basso consumo, cucine, abitazioni ecologiche, gru per l'edilizia, trattori e motori nautici. E' previsto, poi, un bonus per Internet veloce dedicato ai giovani. Il decreto attuativo sarà firmato sabato 20 marzo e avrà valore dal 6 aprile.

Ecco come verranno ripartite le risorse e come verranno modulati gli interventi all'interno del decreto attuativo che il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola, firmerà sabato 20 marzo.

MOTOCICLI
Arrivano 10 milioni di euro per un contributo massimo di 750 euro. La misura prevede uno sconto del 10% del prezzo di acquisto per motori fino a 70 Kw e senza limiti di cilindrata. L'obiettivo è sostenere la spesa per la mobilità orientandola verso prodotti ad alta efficienza energetica e a minore impatto in ambito urbano. Per i motocicli elettrici e ibridi, infatti, lo sconto sale al 20% con un contributo massimo di 1.500 euro (lo stanziamento è di 2 milioni).

CUCINE
Vengono stanziati 60 milioni. Lo sconto sarà del 10% sul prezzo di costo e il contributo fino ad un massimo di 1.000 euro.

ELETTRODOMESTICI
Per lavastoviglie, cappe, forni elettrici, stufe e altri elettrodomesticigli sgravi sono del 20% per un contributo che va da 80 euro a 500 euro a seconda del prodotto. Saranno stanziati 50 milioni.

IMMOBILI ALTA EFFICIENZA ENERGETICA
Arrivano risorse per 60 milioni. Il contributo sarà pari a 116 euro al mq (con un massimo di 7mila euro) per la classe A e 83 euro al mq (con un massimo di 5.000 euro) per la classe B.

INTERNET VELOCE
20 milioni per aiutare i giovani che acquistano nuovi pacchetti di Adsl.

RIMORCHI E SEMIRIMORCHI
8 milioni per un contributi di 3mila euro per rimorchio con Abs e 4mila con Abs + Esp a fronte di radiazione. Si incentiva la sostituzione dei mezzi meno sicuri e più vecchi in un settore che nel 2009 ha subito un calo delle vendite superiore al 50%.

MACCHINE AGRICOLE E GRU
Per le macchine a uso agricolo e industriale arrivano aiuti per 20 milioni e uno sconto del 10% del prezzo di acquisto legata a pari sconti da parte del concessionario. Per le gru a torre per l'edilizia arrivano 40 milioni per uno sconto del 20% del prezzo di acquisto. Il contributo massimo è di 30mila euro.

INVERTER, MOTORI E BATTERIE
Stanziati 10 milioni per uno sconto del 20%. Contributo massimo da 40 a 200 euro a seconda del prodotto.

NAUTICA DA DIPORTO
20 milioni per uno sconto del 20%. Il contributo massimo è di 1.000 euro.

TESSILE
Arriva una tremonti-ter per il tessile. La misura fiscale vale 70 milioni.

ALTRO
Altri 50 milioni saranno destinati all'aeronautica, al prototipo innovativo di nave multiuso per le emergenze, l'emittenza televisiva locale e l'Agenzia per la sicurezza nucleare.

(fonte tgcom.it)

mercoledì 17 marzo 2010

"Fuori da liste i politici collusi"

Marcegaglia, "Più mafia al Nord"

"Gli uomini e le donne che andranno a ricoprire incarichi politici o tecnici devono essere scelti tra profili di indiscussa moralita". L'appello arriva dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, in occasione di un'audizione di fronte alla Commissione parlamentare Antimafia. Secondo la marcegaglia "la situazione si sta aggravando", prova è il fatto che anche al Nord sempre più imprese legate alla mafia puntano sugli appalti.

"Così come noi non ammettiamo nelle nostre organizzazioni ed espelliamo chi è colluso con la mafia - ha proseguito la presidente di Confindustria - anche la politica deve farlo impedendogli di ricoprire incarichi pubblici". L'atteggiamento delle istituzioni verso la criminalità, secondo la Marcegaglia, comunque è profondamente mutato rispetto al passato: "Ne sono testimonianza - ha sottolineato - sia i provvedimenti varati dal Parlamento per predisporre strumenti più efficaci di contrasto, sia l'incremento dei livelli di sicurezza sul territorio, sia l'intensificazione degli interventi delle forze dell'ordine e della magistratura". Tuttavia, secondo il capo degli industriali, "molto rimane da fare. Adesso è necessario che anche la politica faccia la sua parte".

Per la Marcegaglia "garantire liste pulite, espellere i collusi con la mafia dalla politica, e garantire che non abbiano accesso a incarichi pubblici" sarebbe un segnale "importante non soltanto in termini di moralizzazione della classe politica. E' l'unico modo per interrompere definitivamente le collusioni e i rapporti malati tra politica e criminalità". Soprattutto ora, in vista delle elezioni "occorre agire con determinazione a livello locale, nella scelta degli amministratori, nella definizione di regole certe che ne guidino l'operato e nel controllo democratico delle loro azioni, per evitare quei diffusi fenomeni di illegalita' e corruzione purtroppo frequenti nell'ambito delle amministrazioni. Non è ammissibile che vi siano ancora burocrati che attraverso l'adozione di leggi ad hoc, in alcune regioni, sono protetti e resi inamovibili, a prescindere dalle capacità, dai comportamenti e dalle responsabilità".

Sul fronte della lotta alla mafia, che punta su economia e imprese, Emma Marcegaglia chiede poi "un'azione forte di prevenzione e contrasto alle organizzazioni mafiose nello sistema degli appalti", con "un controllo a tutto campo nei cantieri e, più a monte, sulle associazioni temporanee di impresa" per accertare che tutte abbiano le carte in regola.. Ciò perché, secondo la presidente degli industriali, la situazione si sta aggravando: a provarlo è "la continua espansione delle organizzazioni criminali in settori economici dai quali erano tradizionalmente assenti e in aree geografiche, in particolare del Nord Italia, in precedenza poco esposte al fenomeno".

Per questo "il nostro impegno nella lotta alla mafia e nella promozione della legalità non è diretto soltanto verso le regioni del Mezzogiorno, ma guarda all'intero paese e, in particolare, alle regioni del Centro-Nord, dove ci viene sempre più spesso segnalata una crescente presenza di imprese di diretta espressione mafiosa o comunque collegate alla mafia". "Un Paese che deve modernizzarsi nelle infrastrutture - sottolinea - non deve prestare il fianco a infiltrazioni mafiose".

E quanto all'allarme riciclaggio, Emma Marcegaglia sottolinea che su questo fronte "il sistema delle imprese è particolarmente esposto. Reinvestire denaro sporco nelle imprese rischia di uccidere l'economia legale". E' quindi necessario, chiede Confindustria "un contrasto senza precedenti nei confronti di queste attività sia su scala territoriale che europea e internazionale".

(fonte tgcom.it)

USA: LA FED LASCIA I TASSI SOSPESI TRA 0% E 0,25%

La Federal Reserve mantiene i tassi fermi ai minimi record, con il tasso sui Fed Funds sempre compreso fra lo 0% e lo 0,25%. Lo comunica la banca centrale americana. I tassi di interesse resteranno «eccezionalmente bassi per un periodo prolungato di tempo». Lo afferma la Fed.

(fonte leggo.it)

martedì 16 marzo 2010

"Caro-benzina,nessuna speculazione"

Up: "Per calo prezzi tagliare impianti"

L'infinita diatriba sul caro-carburanti si arricchisce di un altro capitolo. Questa volta ad alimentare la polemica è lo stesso presidente dell'Unione petrolifera De Vita che, intervenendo a "Mattino Cinque" ha attaccato le associazioni dei consumatori affermando che la presunta "doppia velocità dei prezzi del greggio di cui spesso parlano è una favola inventata da loro per far presa sul pubblico". A suo avviso non c'è speculazione e l'unico modo per limare i listini è quello di riorganizzare la rete tagliando 5-6mila impianti. Si recupererebbero così i "3-4 cent che ci dividono dall'Europa".

Per il presidente De Vita nel nostro Paese ci sono troppi distributori di benzina. "Abbiamo proposto di chiuderne 5-6.000 per avvicinarci all'Europa. Bisogna sviluppare cose che le aziende sono disposte a fare come il self service in maniera che possiamo raffrontare il prezzo Europa, che è tutto self service, con il prezzo Italia che adesso invece non è self service e quindi è più alto". Si recupererebbero in questo modo quei 3-4 cent che è sostanzialmente la differenza tra noi e il resto del Vecchio Continente.


Riguardo all'aumento dei prezzi del carburante il numero uno dell'Up ha affermato che "vanno correlati a quelli internazionali dei prodotti finiti" e non solo all'andamento del petrolio. Sulla presunta doppia velocità ha parlato di una "favola" costruita dalle associazioni dei consumatori: "Fa presa sul pubblico - ha proseguito - perchè quando il prezzo la benzina sale il pubblico è infastidito e quando scende nessuno lo dice, nessuno se ne accorge, sembra quasi che il prezzo salga soltanto, ma se fosse così saremmo arrivati a 5 euro e invece oscilliamo sempre intorno agli stessi numeri, una settimana sale e una settimana scende, ci sono le impennate".

Infine De Vita ha parlato dell'allarme raffinazione: "Dovremmo affrontare nel prossimo futuro la crisi del sistema di raffinazione quantomeno europeo, avremo esuberi di produzione - ha spiegato - che in qualche maniera bisognera' riportare a esigenze di mercato". Anche nel settore petrolifero, ha concluso, "sta arrivando pesantemente la concorrenza del estremo oriente, operano con costi più bassi, perchè hanno costi ambientali molto ridotti".

(fonte tgcom.it)

FIAT BENE ALL'ESTERO +3,2% QUOTA GRUPPO SALE A 9,2%

Le immatricolazioni di nuove auto in Europa (Ue27+Efta) sono aumentate del 3,2% a 1.000.754 unità rispetto al febbraio 2009 e dell'8,1% a 2.088.684 unità nei primi due mesi dell'anno. Lo rende noto Acea. Rispetto a febbraio 2008 le vendite sono calate del 15% circa. Ad eccezione della Germania, in calo del 29,8%, le immatricolazioni sono aumentate in Italia (+20,6%), Francia (18,2%), Spagna (+47%) e Regno Unito (+26,4%). Tra i paesi minori in calo Romania (-63%), Ungheria (+57,9% e Polonia (-19,2%). Il gruppo Fiat ha venduto in febbraio 91.944 auto con un aumento del 5,1% su febbraio 2009 e una quota di mercato cresciuta al 9,2% dal 9%. In Europa occidentale (Ue a 15+Efta) la quota di Fiat Group Automobiles è cresciuta il mese scorso al 9,4% dal 9,2% di gennaio 2009. Nel primo mese dell'anno era al 9,3%. Riguardo ai singoli marchi, Fiat ha chiuso febbraio con una quota in Europa occidentale del 7,4% rispetto al 7,3% di un anno fa. Stabili anche Lancia (1,1% contro 1,0%) e Alfa Romeo (invariata allo 0,8%).

BENA ANCHE IN BORSA Apertura in rialzo per le Borse europee in attesa della riunione della Federal Reserve americana. A Piazza Affari l'Ftse Mib e l'All Share avanzano dello 0,3%, Parigi guadagna lo 0,62% e Francoforte lo 0,55%. Sul listino milanese in evidenza Prysmian e Fiat, che guadagnano l'1%, vendite su Unicredit (-0,9%) nel giorno del cda sui conti 2009 e decisivo sul progetto «banca unica».

(fonte leggo.it)

lunedì 15 marzo 2010

Lavoro,in Europa è ancora emorragia

Eurostat: nel 2009 persi 4 mln di posti

Prosegue, anche se rallenta il passo, l'emorragia dei posti i lavoro in Europa. Nell'ultimo trimestre 2009 in tutta l'Unione Europea sono andati in fumo altri 583mila posti (-0,3%), di cui 347mila in Eurolandia. Dati inferiori a quelli del trimestre precedente che aveva visto un calo dello 0,5% con una perdita di un milione di posti di lavoro. Nell'intero 2009, invece, sono rimasti a casa oltre 4 milioni di lavoratori Ue (-1,8%).Solo nella zona Euro i senza lavoro sono stati 2,7 milioni (-1,8%).

In Italia la tendenza registra un miglioramento. Da ottobre a dicembre 2009 il calo dell'occupazione è stato dello 0,1% (lo stesso livello della Francia) contro un -0,6% del trimestre precedente. La Germania ferma l'emorragia di perdita di posti di lavoro registrando lo 0,0% di variazione nel quarto trimestre del 2009 rispetto a quello precedente. Situazione critica in Grecia e Spagna con entrambe -0,8%.

Da ottobre a dicembre 2009, secondo Eurostat, la perdita di posti di lavoro e' stata segnalata nella maggioranza dei settori economici con l'eccezione dell'agricoltura (+0,5% in Eurolandia, +0,1 Ue-27), e nei servizi legati all'amministrazione pubblica, sanita' e istruzione che segnano entrambe una crescita dello 0,2%. In leggera ripresa anche i servizi finanziari nell'Ue-27 con +0,1%.

Nella costruzione invece, il calo nel quarto trimestre del 2009 e' stato dello 0,4% nella zona euro e dello 0,7% nell'Ue-27; nell'industria manifatturiera dell'1,1% e dell'1%; nel settore finanziario dello 0,1 in Eurolandia; nel commercio, trasporti e comunicazioni dello 0,5% in entrambe le due zone.

(fonte tgcom.it)

BENZINA: LA VERDE SALE "IN CITTÀ SUPERA 1,4€/LITRO"

«È stato un fine settimana senza movimenti per quanto riguarda i prezzi dei carburanti. Sul mercato del Mediterraneo i prezzi dei prodotti raffinati hanno chiuso la settimana con un lieve calo sia sulla benzina che sul gasolio, anche grazie all'apprezzamento dell'euro sul dollaro. E così sono stati in parte ammortizzati i rialzi registrati a metà settimana sui mercati internazionali». La consueta rilevazione della Staffetta Quotidiana restituisce così un quadro immutato rispetto a venerdì: «la verde si attesta, al livello di prezzi medi nazionali, tra 1,393 e e 1,399 euro/litro e il gasolio tra 1,219 e 1,244 euro/litro. Per quanto riguarda la benzina, i prezzi praticati alla pompa superano ormai in diversi punti vendita il livello di 1,4 euro/lt. Un livello che, per via dei differenziali geografici e delle addizionali regionali sulle accise, è ampiamente superato in diverse città (Genova, Ancona, Napoli, Potenza, Palermo, ad esempio)». Fine settimana calmo sulla rete carburanti anche secondo il consueto monitoraggio di quotidianoenergia.it per il quale risulta infatti che nessuna compagnia ha mosso i listini di benzina e diesel. Pertanto i prezzi di riferimento della verde, conferma anche quotidianoenergia.it, vanno da 1,392 euro/litro di Esso a 1,399 euro/litro di Shell. Sono le stesse due compagnie a segnare i minimi e i massimi sul diesel, dove si passa da 1,217 euro/litro a 1,239 euro/litro.

(fonte leggo.it)

COMMERCIO ESTERO: NEL 2009 ESPORTAZIONI IN CALO, -21,4%

«Nel 2009, rispetto all'anno precedente, il valore delle esportazioni italiane registra una flessione del 21,4 per cento, dovuta a consistenti riduzioni tendenziali dei flussi sia verso i paesi Ue (meno 23,7 per cento) sia, in misura più contenuta, verso i paesi extra Ue (meno 18,1 per cento). Tutte le ripartizioni territoriali fanno rilevare flessioni nelle esportazioni, con diminuzioni superiori a quella media nazionale per l'Italia insulare (meno 39,5 per cento, dovuta alla forte riduzione del valore delle vendite all'estero di prodotti petroliferi raffinati), per quella meridionale (meno 23,5 per cento) e per quella nord-orientale (meno 22,6 per cento); flessioni inferiori alla media nazionale si registrano, invece, per la ripartizione nord-occidentale (meno 20,4 per cento) e per quella centrale (meno 15,2 per cento)». È quanto rileva l'Istat, elaborando le esportazioni riferite alle regioni italiane. «La dinamica congiunturale, valutata sulla base dei dati trimestrali depurati della componente stagionale, evidenzia, nel quarto trimestre 2009 rispetto al trimestre precedente, una variazione positiva delle esportazioni per l'Italia centrale (più 1,2 per cento), una sostanziale stabilità per l'Italia insulare e flessioni per la ripartizione nord-occidentale (meno 2 per cento) e nord-orientale (meno 1,9 per cento)». «Nel 2009, rispetto all'anno precedente, tutte le regioni fanno registrare una flessione delle esportazioni, ad eccezione della Liguria (più 9,5 per cento, per il forte incremento delle vendite all'estero dei mezzi di trasporto). Fra le regioni che più contribuiscono ai flussi commerciali con l'estero, le flessioni maggiori riguardano Sardegna (meno 43,9 per cento), Sicilia (meno 37 per cento), Abruzzo (meno 31,7 per cento), Marche (meno 24,5 per cento), Veneto (meno 23,5 per cento), Emilia-Romagna (meno 23,4), Puglia (meno 22,9 per cento), Piemonte (meno 21,8 per cento) e Lombardia (meno 21,2 per cento) »L'analisi dell'andamento delle esportazioni per area di sbocco tra 2008 e 2009 mette in evidenza come la flessione delle esportazioni dell'area nord-occidentale, pari al 20,4 per cento, abbia interessato maggiormente i flussi verso i paesi Ue (meno 24,1 per cento), con variazioni particolarmente negative verso Spagna, Regno Unito e Germania. Per i paesi extra Ue (meno 14,8 per cento nel loro complesso) si rilevano flessioni marcate verso Russia, paesi Mercosur, Turchia, Brasile e Sudafrica«, continua l'Istat. »L'incremento della quota delle esportazioni della ripartizione sul complesso delle esportazioni nazionali, passata dal 40,1 al 40,6 per cento, è determinato dall'aumento della quota relativa ai paesi extra Ue (dal 39 al 40,6 per cento), a fronte di una riduzione di quella verso i paesi Ue (dal 40,8 al 40,6 per cento). Considerando le vendite della ripartizione per area geoeconomica di destinazione, fra i due anni si registra una crescita dell'incidenza dei paesi dell'area extra Ue (dal 40 al 42,8 per cento)«, rileva l'Istat.«La flessione delle esportazioni dell'Italia nord-orientale (meno 22,6 per cento) deriva da una rilevante diminuzione dei flussi diretti verso i paesi Ue (meno 24,3 per cento) e da una riduzione meno intensa delle vendite dirette sui mercati non comunitari (meno 20,2 per cento). Fra i paesi Ue flessioni particolarmente significative si rilevano per Spagna e Regno Unito; fra i paesi extra Ue, quelli con diminuzioni più intense sono Russia, Messico, Sudafrica, Corea del Sud, Stati Uniti e Turchia; i flussi diretti verso la Cina, invece, risultano in crescita. La quota delle vendite della ripartizione sul totale nazionale è leggermente diminuita (da 31,7 a 31,2 per cento), con flessioni delle quote relative sia ai paesi Ue (da 32,1 a 31,8 per cento) sia ai paesi extra Ue (da 31,2 a 30,4 per cento). La struttura geografica delle esportazioni della ripartizione si è modificata a favore dell'area extra Ue che, nel 2009, ha assorbito il 41,7 per cento delle esportazioni, rispetto al 40,5 per cento del 2008», rileva l'Istat. «La contrazione delle esportazioni generate nell'Italia centrale (meno 15,2 per cento) è dovuta maggiormente alla caduta dei flussi diretti verso i paesi Ue, diminuiti del 15,7 per cento, con flessioni rilevanti verso Germania, Polonia e Spagna. Nell'area extra Ue (meno 14,6 per cento) diminuzioni significative si registrano per le esportazioni verso Messico, Russia, India, Stati Uniti, paesi Asean e Turchia, mentre incrementi si rilevano per Cina e Svizzera», continua la nota. «La crescita di poco più di un punto percentuale della quota delle esportazioni della ripartizione sul totale nazionale, che si attesta al 15,7 per cento, è dovuta soprattutto all'aumento della quota relativa ai flussi verso i paesi Ue (dal 13,4 al 14,8 per cento), mentre l'incremento relativo ai paesi extra Ue è più contenuto (dal 16,3 al 17 per cento). La struttura geografica delle esportazioni si è modificata a favore dei paesi extra Ue, la cui incidenza nel 2009, rispetto all'anno precedente, è aumentata dal 46 per cento al 46,4 per cento», prosegue l'Istat. «Nell'area meridionale e insulare la flessione delle esportazioni (meno 29,4 per cento) è di pari intensità per entrambe le aree di sbocco: meno 29,6 per cento per i flussi diretti verso i paesi Ue e meno 29,1 per cento per quelli diretti verso i paesi extra Ue (meno 29,1 per cento). Verso i paesi Ue decrementi rilevanti riguardano Spagna, Austria e Francia. Per i paesi extra Ue, flessioni significative si registrano per Messico, Russia, Turchia, Brasile, paesi Mercosur paesi Asean, paesi Eda e Stati Uniti; aumenti si rilevano, invece, per India, Svizzera e Cina. Tra il 2008 e il 2009 è diminuita l'incidenza delle esportazioni della ripartizione sul totale nazionale (dall'11,8 al 10,6 per cento), con una flessione della quota delle vendite sia verso i paesi Ue (dall'11,3 al 10,4 per cento) sia verso i paesi extra Ue (dal 12,4 al 10,7 per cento). La composizione delle esportazioni delle regioni meridionali e insulari per area geoeconomica di sbocco ha visto leggermente aumentare la quota verso i paesi extra Ue a scapito di quella verso i paesi Ue», aggiunge l'Istat. «Nel 2009, considerando i settori che contribuiscono maggiormente alle esportazioni nazionali, si rilevano flessioni significative per coke e prodotti petroliferi raffinati (meno 39,2 per cento), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (meno 29,3 per cento), mezzi di trasporto (meno 25,4 per cento, al cui interno gli autoveicoli segnano una flessione del 34,1 per cento), prodotti tessili (meno 23,2 per cento) e macchine ed apparecchi n.c.a. (meno 22,8 per cento)», continua la nota. «Relativamente all'origine regionale delle esportazioni di questi comparti, per il coke e prodotti petroliferi raffinati le regioni che contribuiscono maggiormente alle vendite dirette verso l'estero e che registrano le maggiori flessioni di tali flussi sono Friuli-Venezia Giulia (meno 61,3 per cento), Toscana (meno 54,9 per cento), Lombardia (meno 47,3 per cento), Sardegna (meno 44,7 per cento) e Sicilia (meno 38,1 per cento)», aggiunge l'Istat.

(fonte leggo.it)