sabato 6 marzo 2010
Gli italiani tornano al supermarket
Gli italiani nell'ultimo bimestre del 2009 sono tornati a riempire i carrelli nei supermercati con continuità. Ma i consumatori si stanno rivelando sempre più attenti ai prezzi, gli acquisti sono sempre più oculati e si prediligono i prodotti in offerta o in promozione. Proprio per questo calano gli acquisti di surgelati ( i cui prezzi sono in aumento) e aumentano quelli dei prodotti di ampio uso come pasta e olio, spesso in offerta. E' quanto emerge dal bollettino di Unioncamere sulle dinamiche dei prodotti del Largo Consumo Confezionato.
Nell'ultimo bimestre 2009, si legge nel bollettino, i volumi di vendita sono ancora lievemente aumentati (+2,2%), proseguendo il cammino di risalita già registrato nel precedente bimestre, anche grazie al mantenimento di una politica di contenimento dei prezzi che le imprese della Gdo hanno assicurato per tutta la seconda metà dell'anno (-1,0% l'andamento nel VI bimestre). A beneficiarne, oltre che i consumatori, sono i fatturati (+1,2%) sia degli esercizi di nuova apertura, sia di quelli preesistenti, che vedono consolidarsi la ripresa delle vendite già avviata nel precedente bimestre.
Quanto all'andamento del fatturato per regione, il Sud è l'unica macro-ripartizione a segnare una riduzione (-0,8%). Tra le regioni meridionali la forte riduzione registrata in Campania (-4,3%) è compensata dall'andamento pari ma di segno opposto (+4,3%) della Sardegna. La Sicilia e l'aggregato regionale Abruzzo e Molise mettono a segno una crescita del fatturato, rispettivamente dell'1,2% e del 3%. Nell'aggregato regionale Basilicata e Calabria il giro d'affari cade invece del -2,7% tendenziale. Al centro, in Umbria il valore delle vendite segna un calo del -1,1% su base annua. Toscana e Marche presentano un fatturato stabile rispetto ai risultati raggiunti nello stesso periodo dello scorso anno. Nel Lazio poi il giro d'affari complessivo segna un aumento del +1,9%.
Nel Nord-Est spicca invece il risultato dell'Emilia Romagna, che vede aumentare il valore delle vendite del 3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Meno positivi gli esiti commerciali nelle altre due realtà dell'area. Il Veneto infatti evidenzia un fatturato stabile, con un modesta variazione dello 0,2% nel bimestre. In Trentino Alto Adige invece la dinamica del fatturato assume un valore negativo e si porta al -0,8% su base annua. Infine, conclude Unioncamere, al Nord-Ovest si rileva il risultato migliore per la Liguria, che mostra una crescita poco sotto i due punti percentuali. In Piemonte e Valle d'Aosta la crescita è meno intensa e si assesta a +1,6%, mentre la Lombardia vede aumentare il giro d'affari dello 0,7%.
(fonte tgcom.it)
Casa, Bankitalia: il mercato risale
Migliora il clima del mercato immobiliare: nel quarto trimestre del 2009 le agenzie hanno registrato compravendite in aumento, prezzi stabili e una riduzione del volume di incarichi a vendere rimasti inevasi. Lo rivela un sondaggio condotto dalla Banca d'Italia con Tecnoborsa. Per i prossimi mesi gli operatori sono ottimisti e stimano un ulteriore miglioramento nelle prospettive del mercato.
Dall'analisi è emerso che nel quarto trimestre del 2009 è proseguito il calo della quota di agenti che segnalano una diminuzione dei prezzi, scesa al 45,4%, dal 61,4 rilevato all'inizio dell'anno. Nello stesso periodo si è ampliata la quota di coloro che ne riscontrano una stabilità, che per la seconda volta consecutiva si colloca sopra il 50% (rispetto a 37,1% registrato per il primo trimestre 2009).
Nel complesso, il saldo negativo tra le percentuali di risposte "in aumento" e "in diminuzione" si è ulteriormente ridotto (-43,2% contro -59,9% di inizio anno). Le opinioni al ribasso si confermano prevalenti nelle regioni del Sud e del Nord Est, mentre sono scese intorno al 40% in quelle del Nord Ovest e del Centro. La quota di operatori che hanno venduto almeno un immobile è salita intorno al 69%, il valore più alto dall'inizio delle rilevazioni nel dicembre 2008. Il numero totale di compravendite effettuate mediante intermediazione avrebbe segnato un recupero, soprattutto nelle aree urbane localizzate nel Nord Ovest e al Centro, dove più decisa è stata l'attenuazione delle tendenze al ribasso delle quotazioni.
Quanto alle prospettive del mercato nazionale, il saldo negativo tra le attese di miglioramento e di peggioramento a tre mesi si è ridimensionato a -8,9 punti percentuali (da -16,9 punti nel trimestre precedente). Il quadro di medio termine mostra un più deciso miglioramento: le prospettive per i prossimi due anni sono giudicate positive dal 66,1% delle agenzie (contro il 59,8% dell'inchiesta precedente) e in peggioramento dal 12,2% (contro il 16%).
(fonte tgcom.it)
Crisi, ore di Cig in gran crescita
Cig, la tregua è finita. Dopo il rallentamento registrato negli ultimi mesi del 2009 e la frenata di gennaio a febbraio sono ripartire le richieste di cassa integrazione delle aziende all'Inps. Lo scorso mese le ore autorizzate di Cig sono state 95 milioni con un incremento del 12,4% rispetto a gennaio e del 123,5% rispetto a febbraio 2009. Il balzo, spiegano dall'istituto di previdenza sociale, è dovuto soprattutto all'impennata della cassa integrazione straordinaria: +28% in un mese e +196% in un anno.
E così nei primi due mesi dell'anno l'aumento tendenziale è stato del 149,3% con 179,6 milioni di ore complessive a fronte di 72 dello stesso periodo del 2009.
Al forte balzo della cigs si contrappone il trend della cassa integrazione ordinaria che conferma invece il decremento congiunturale con 37,4 milioni di ore e un -5,38% rispetto a gennaio (-9,32% per l'industria mentre l'edilizia segna un +28,04% congiunturale anche a causa dei fattori stagionali).
Su base annua, invece, si registra un +28%. La cassa in deroga (da sola con 19,6 milioni di ore rappresenta circa un quinto di tutte le ore di cig autorizzata), infine, segna un -1%.
Rispetto a febbraio 2009 la cassa integrazione ordinaria è cresciuta nello stesso mese del 2010 del 26,14% mentre la cig straordinaria vola a +245,9%.
"Paradossalmente - sottolinea il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua - siamo di fronte a due effetti positivi della rete di protezione sociale stesa la scorsa primavera con l'ordinarizzazione della cassa integrazione straordinaria, e con l'allargamento degli ammortizzatori sociali a soggetti che nel passato non ne avevano diritto, con l'uso diffuso della cassa integrazione in deroga". Questo nuovo ammortizzatore ormai - spiega – "vale stabilmente il 20% del totale delle ore autorizzate: piu' che dire che sono aumentate le richieste di cig, sarebbe corretto dire che sono aumentate le aziende che possono chiedere la cassa. Per quanto riguarda la crescita della cassa integrazione straordinaria - continua Mastrapasqua - è lecito ritenere che si tratti dell'effetto di quella ordinarizzazione della cigs, che ha di fatto reso inutile la discussione sull'allungamento da 52 a 104 settimane dei tempi della cigo".
Mastrapasqua sottolinea anche la "stagionalità" dell'aumento di febbraio: "anche lo scorso anno, all'inizio della crisi, febbraio segnò un incremento di richieste di cig, rispetto a gennaio - dice - riproducendo uno schema che, a valori assoluti molto diversi, si conferma negli ultimi cinque-sei anni, a febbraio le ore autorizzate di cig sono sempre più che in gennaio".
(fonte tgcom.it)
venerdì 5 marzo 2010
"Polo verde" per Enel integrazione con Endesa
Enel Green Power, la società del gruppo per le attività nell'energia "verde", marcia verso la quotazione in Borsa dopo che avrà integrato i rami di azienda delle partecipate e controllate che operano in questo settore.
Stamattina la stampa spagnola ha scritto che Endesa integrerà le sue attività nelle rinnovabili a quelle detenute in Spagna da Enel, che controlla la società spagnola, e la Comisión Nacional del Mercado de Valores (la Consob spagnola) ha chiesto alla società di esprimere una posizione ufficiale in materia.
In una nota alla Comisión, Endesa dice che sta studiando la possibilità di creare un gruppo nelle energie rinnovabili con Enel. "In relazione alle notizie apparse su vari mezzi di comunicazione relative alla possibile creazione di un gruppo leader nelle rinnovabili", Endesa dichiara di valutare possibilità che potrebbero generare sinergie.
Enel poi raggrupperebbe le sue attività verdi in Enel Green Power, che comprenderebbe anche le partecipazioni in Eufer, joint venture al 50% con Gas Natural. L'operazione culminerebbe con lo sbarco in Borsa di Enel Green Power a Madrid e a Milano.
(fonte repubblica.it)
Cresce la pubblicità online a gennaio +4,7% rispetto al 2009
L'incremento più sostanzioso nelle inserzioni tradizionali delle campagne display
A crescere soprattutto è l'area delle campagne display, le inserzioni di tipo tradizionale, che - come sottolinea il presidente di Fcp Assointernet, Carlo Poss - mette a segno un +10,2% rispetto al gennaio dell'anno scorso. Aumenta, ma in misura più contenuta, anche la pubblicità di tipo search, quella raccolta dai motori di ricerca, con un 1,5% in più, anche se va ricordato che i fatturati di Google sono solo stimati. Incremento del 7,8%, infine, per la categoria affiliate, che racchiude le inserzioni a performance (gli annunci che vengono pagati solo se ricevono click dagli utenti), la classificata e le directory (spazi a pagamento nei database di servizi utili).
La crescita del comparto internet, a differenza da quanto accaduto nei mesi precedenti, è dunque trainata soprattutto dalle tipologie pubblicitarie proprie degli editori tradizionali, con una particolare richiesta verso i video e i formati innovativi.
Secondo le cifre Fcp, che sottostimano di una quota attorno al 25% il valore complessivo del mercato, il 2009 si è chiuso con poco più di 600 milioni di fatturato. Presto tuttavia l'organismo dovrebbe essere in grado di fornire dati più completi: "A gennaio - spiega Poss - segnaliamo l'entrata nell'osservatorio di dieci nuove agenzie, in accordo con l'obiettivo di allargare la base, in modo da dare dati a consuntivo sempre più vicini alla realtà".
(fonte repubblica.it)
Trichet: "La ripresa è avviata"
La ripresa in Eurolandia è avviata anche se con ogni probabilità non sarà uniforme e le prospettive sono soggette a continua incertezza. E' quanto ha detto il presidente della Bce Trichet ribadendo che il livello dei tassi di interesse, lasciati ancora una volta sui minimi di sempre, "è appropriato". Il banchiere centrale ha poi invitato i governi ad andare avanti nel risanamento dei conti pubblici e di definire al più presto le exit strategy dalle misure anti-crisi.
Numeri alla mano, la Bce si aspetta un crescita del Pil reale compresa tra +0,4 e +1,2% nel 2010 e tra +0,5 e il +2,5% per il 2011. Rispetto all'ultima stima di Eurostat, ha spiegato l'eurogovernatore, la previsione per il Pil è "leggermente minore per il 2010 e leggermente maggiore per il 2011, poichè riflette una maggiore attività a livello globale".
L'inflazione, ha poi spiegato Trichet, resterà attorno all'1% sul breve periodo e compresa tra lo 0,8 e l'1,6% per il 2010 e tra lo 0,9 e il 2,1% per il 2011. Una previsione ritoccata in maniera analoga a quella del Pil, ossia all'ingiù, per il 2010 e in lieve rialzo per il 2011.
La Bce ai governi: "Accelerare le riforme strutturali"
Il numero uno dell'Eurotower si è rivolto ai governi dell'Ue invitandoli da un lato ad accelerare le riforme strutturali per favorire la ripresa e dall'altro a definire al più presto le exit strategy dalle misure anti-crisi e i tempi di attuazione che non devono andare oltre il 2011.
"La sfida principale in tutti i paesi dell'area dell'euro consiste nell'accelerare le riforme strutturali in modo da rafforzare la crescita e favorire la crescita sostenibile", ha detto Trichet, evidenziando la necessità di adottare politiche che favoriscono "l'accesso al mercato e la concorrenza".
I governi, poi, devono anche riportare i conti pubblici sotto controllo. Gli elevati deficit di bilancio dei paesi dell'area euro creano "un fardello supplementare" sulla politica monetaria. Proprio per questo è di "importanza primaria definire chiaramente le strategie di uscita" dalla deriva dei conti. Bisogna "smantellare le misure di sostegno settoriali che sono state adottate per fare fronte alla crisi", ha proseguito Trichet, sottolineando che i programmi di risanamento dovranno in ogni caso iniziare al più tardi nel 2011, secondo la Bce, facendo leva su riforme dei programmi di spesa pubblica.
La Bce sta già attuando il ritiro graduale delle misure straordinarie
L'istituto di Francoforte non solo invita i governi ad attuare le exit strategy, ma per quanto può comincia già ad attuare il ritiro graduale delle misure straordinarie. "C'è una logica nella nostra decisione". "Prima - spiega Trichet - abbiamo eliminato le operazioni a 12 mesi, poi quelle a sei mesi e ora quelle a tre mesi andranno progressivamente riportate a delle aste valutabili. Inizieremo, ovviamente dal secondo semestre". Trichet spiega poi che il consiglio dei Governatori ha preso all'unanimità le decisioni sui tassi e a schiacciante maggioranza quella sul ritiro delle misure straordinarie.
La Bce ha ritirato parte delle misure di emergenza varate per contrastare la crisi finanziaria globale nonostante il rischio che il deficit di bilancio della Grecia potesse minare la ripresa economica di Eurolandia. L'istituto di Francoforte ha irrigidito le condizioni per le regolari aste a 3 mesi e ora, a partire da aprile prossimo, offrirà finanziamenti a tasso variabile, ritornando così ai livelli pre-crisi.
Riguardo all'asta principale a sette giorni, la Bce continuerà a finanziare le banche commerciali per l'intero ammontare richiesto con l'attuale tasso di riferimento.
(fonte tgcom.it)
mercoledì 3 marzo 2010
Maxi richiamo mondiale per Nissan
La casa nippo-francese Nissan ha annunciato il richiamo di circa 540mila veicoli nel mondo, compresi camioncini e minivan, per problemi legati al pedale del freno e all'indicatore del carburante. Il richiamo, ha spiegato l'azienda, riguarderà principalmente il mercato statunitense, oltre al Medio Oriente e ad alcuni Paesi asiatici, tra cui anche il Giappone. Nissan ha precisato che si tratta di un richiamo cautelativo.
(fonte tgcom.it)
martedì 2 marzo 2010
Inflazione, leggero calo a febbraio
L'inflazione a febbraio ha lievemente rallentato il passo, attestandosi all'1,2%, contro l'1,3% di gennaio. Lo comunica l'Istat nella stima preliminare, aggiungendo che su base mensile i prezzi sono cresciuti dello 0,1%. Per quanto riguarda l'inflazione di fondo, a livello tendenziale a febbraio si registra una crescita dell'1,3% (a gennaio era +1,4%), mentre quella al netto dei prodotti energetici segna un +1,2% (dall'+1,3%).
Quindi, per entrambi i tassi, si registra un calo di un decimo di punto percentuale.L'Istat spiega che "il rallentamento dell'inflazione a febbraio risente della stabilità congiunturale dei prezzi dei beni dei servizi", questi ultimi sono scesi dal +2,0% al +1,8%, mentre il tasso di crescita dei prezzi dei beni è rallentato dal +0,9% al +0,8%.
Per quel riguarda i capitoli di spesa, a febbraio su base annuale gli aumenti maggiori si sono registrati per i trasporti (+3,5%) e bevande alcoliche e tabacchi (+3,3%). Si è invece registrata una variazione nulla del capitolo comunicazioni. La più rilevante riduzione tendenziale e' stata segnata dal capitolo abitazioni, acqua, elettricità e combustibili (-1,4%).
Su base mensile gli aumenti più significativi si sono verificati per le comunicazioni (+0,7%) e ricreazioni, spettacoli e cultura (+0,4%) sono invece rimasti stabili i prezzi per l'abbigliamento e calzature, istruzione e servizi ricettivi e di ristorazione. Una variazione si e' verificata nei trasporti (-0,1%).
Inflazione in calo anche in Eurolandia
L'inflazione rallenta il passo anche in Eurolandia: a febbraio i tasso di crescita dei prezzi al consumo di base annua si è attestato allo 0,9%, secondo la stima preliminare pubblicata da Eurostat, contro il più 1% registrato a gennaio. Un rallentamento che interviene dopo diversi mesi di accelerazioni, che avevano seguito un minimo storico negativi, al -0,7%, toccato dall'inflazione dell'Unione monetaria nel luglio dello scorso anno.
(fonte tgcom.it)
FISCO, LOTTA ALL'EVASIONE INCASSI RECORD NEL 2009 9,1 MILIARDI ALL'ERARIO
(fonte leggo.it)
lunedì 1 marzo 2010
Benzina:aumenti, torna a 1,35 eu a litro
Dopo l'Agip, che venerdi' ha aumentato i prezzi di benzina e gasolio, nel fine settimana tutte le compagnie hanno adeguato i listini. Ora la benzina tocca i 1,35 euro al litro e il gasolio sfiora quota 1,2 euro al litro. Lo scrive Staffetta Quotidiana.Sulla verde gli aumenti sono compresi tra 1,9 e 2,5 centesimi con prezzi tra 1,339 (Api/IP) e 1,357 euro al litro Shell. Per il gasolio gli aumenti sono compresi tra 1,5 e 2,4 centesimi e i prezzi tra 1,189 (Api/IP) e 1,199 euro/litro (Q8).
(fonte ANSA)
SALE LA DISOCCUPAZIONE RECORD NEGATIVO DAL 2004
A GENNAIO PERSI 307MILA POSTI L'occupazione a gennaio è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a dicembre, mentre ha perso l'1,3% rispetto a gennaio 2009, pari a 307mila unità in meno. Lo comunica l'Istat, sulla base dei dati provvisori e destagionalizzati
(fonte leggo.it)
Fallimenti, peggio il 2009 del 2008: balzo del 23%
L'impennata dei fallimenti ha toccato soprattutto il Nord: con un incremento del 25% nell'ultima parte dell'anno, nei dodici mesi del 2009 le procedure sono cresciute nel Nord Ovest del 33%, nel Nord Est del 26%, nel Centro del 16%, nel Sud e nelle Isole del 16,3%. A eccezione del Molise, in cui il numero di fallimenti del 2009 è inferiore rispetto a quelli del 2008 (-17%) e della Basilicata (+2%), l'incremento delle procedure ha fatto registrare ovunque tassi a due cifre con aumenti particolarmente elevati in Liguria (+48%), in Piemonte (+38%), nel Friuli (+36%), nelle Marche (+33%), in Emilia Romagna (+33%), e in Lombardia (+30%).
Rispetto alle imprese presenti sul territorio, è il Friuli la regione maggiormente colpita dai fallimenti (l'"insolvency ratio" pari a 22), seguita dalla Lombardia (20) e dall'Umbria (20). Le statistiche per dimensione di impresa confermano che i fallimenti toccano soprattutto aziende di piccola dimensione: il 75% delle società di capitale ha un attivo inferiore a 2 milioni di euro tre anni prima dell'insorgere della crisi.
Con un aumento del 33% dei fallimenti negli ultimi tre mesi del 2009, le costruzioni risultano il settore che conta il maggior incremento di procedure nel corso dei dodici mesi 2009 (+31%), seguite dall'industria (+26% tra 2009 e 2008), dalle attività finanziarie, immobiliari, di noleggio e informatica (+24%), trasporti e le comunicazioni (+18%). Rispetto al numero di imprese registrate, è l'industria il settore più colpito. Ed è in crescita anche il ricorso al concordato preventivo: secondo gli archivi di Cerved Group, nel 2009 le imprese italiane hanno presentato oltre 900 domande di concordato (+62% rispetto al 2008), con una crescita nel solo ultimo trimestre che come i fallimenti ha solo leggermente rallentato: +33% rispetto allo stesso periodo del 2008.
(fonte repubblica.it)
domenica 28 febbraio 2010
"Con privatizzazioni tariffe alte"
Le privatizzazioni in Italia hanno avuto l'effetto di aumentare le tariffe, che risultano notevolmente più elevate di quelle richieste agli utenti di altri Paesi europei. Ad affermarlo è la Corte dei Conti nel rapporto su "Risultati e obiettivi delle operazioni di privatizzazioni di partecipazioni pubbliche" facendo riferimento anche alle banche e alle autostrade.
In pratica le nostre utilities privatizzate, come acqua e energia, hanno aumentato la capacità di generare profitti. Ma questo aumento non è stato dovuto al recupero di efficienza sul lato dei costi, ma all'aumento dei prezzi fatti pagare all'utenza."E considerazioni analoghe - si legge nel rapporto della Corte dei Conti - possono valere anche per ciò che attiene agli effetti sul livello sia delle tariffe autostradali, sia degli oneri che il sistema bancario pone a carico della clientela, tutt'oggi sistematicamente e considerevolmente più elevato di quello riscontrato nella maggior parte degli altri paesi europei".
Non ci sarebbero poi elementi per dimostrare che l'aumento delle tariffe è stato effettivamente necessario per spingere e sostenere i necessari investimenti in infrastrutture: i dati disponibili "non forniscono conclusioni univoche che l'elevata redditività del settore, influenzata dagli elevati livelli di indebitamento, sia stata effettivamente funzionale a promuovere le politiche di investimento delle società recentemente privatizzate".
Ed anche le relazioni annuali delle Autorità di vigilanza "evidenziano come le privatizzazioni e l'attuale corso della presenza pubblica nei settori dell'energia e del gas non impediscano che le tariffe a carico di ampie categorie di utenti siano notevolmente più elevate di quelle richieste agli utenti degli altri paesi europei, e ciò in ragione del permanere di situazioni di monopolio di rete".
Un meccanismo nel quale, per la Corte dei Conti, riveste un ruolo l'alto indebitamento delle aziende che operano in mercati regolamentati, che può servire ad "aumentare strategicamente il rischio di insolvenza in modo da ottenere tariffe più alte per finanziare gli investimenti. L'impresa regolata usa quindi il debito come uno strumento per ottenere un impegno vincolante da parte del regolatore a mantenere un elevato livello di profittabilità".
"La dinamica dei prezzi risulta molto accentuata per acqua, gas, e pedaggi autostradali, più contenuta per l'energia elettrica e in marcata riduzione per i servizi telefonici".
La privatizzazione, analizza la Corte dei Conti, "altera sostanzialmente gli incentivi in quanto genera un potenziale conflitto di interesse fra gli utenti, interessati alla economicità dei servizi, e gli azionisti, interessati invece ai ritorni finanziari". Quindi, "gli interessi in gioco dovrebbero essere bilanciati dalle politiche di regolazione, che dovrebbero fornire adeguati incentivi all'investimento, pur garantendo la concorrenzialità dell'industria".
(fonte tgcom.it)
Il 70% delle famiglie possiede casa
La casa di proprietà è da sempre il sogno degli italiani. E dall'ultima rilevazione Istat, relativa al 2008, emerge che in tanti hanno già realizzato il sogno. Infatti circa 7 famiglie su 10, il 68,5% del totale pari a 16,9 milioni di nuclei) sono proprietarie dell'appartamento in cui vivono. Anche se di questi il 13,4% di questi sono alle prese con il mutuo.
Solo due su 10, invece, ossia il 18,9% pari a 4,7 milioni, pagano l'affitto. Ci sono poi quelli ancora più fortunati: il 12,6%, circa 3,1 milioni vive in una casa in usufrutto o in uso gratuito.Tornando alle famiglie gravate da mutuo, la percentuale sale al Centro Nord, dove si sfiora il 16%, mentre si dimezza al Sud (8,2%). Questa situazione riguarda più spesso le famiglie di recente costituzione: ad esempio le giovani coppie senza figli (36,6%).
Sempre salate, anzi salatissime le spese per l'abitazione che comprendono condominio, riscaldamento, gas, acqua, altri servizi, manutenzione ordinaria, elettricità, telefono, affitto, interessi passivi sul mutuo. Nella maggior parte dei casi costituiscono una delle voci principali del bilancio familiare. Numeri alla mano, una famiglia spende in media 347 euro mensili, a fronte di un reddito netto (al netto delle poste figurative) di 2.465 euro mensili nell'anno solare precedente. In pratica l'incidenza delle spese per l'abitazione sul reddito è pari al 9% per le famiglie più ricche e al 30,5% per quelle più povere (in particolare, le famiglie che vivono in affitto).
Caro-affitti, la denuncia della Federconsumatori
Dal 2001 al 2009 il canone d'affitto eèaumentato del 79%. Lo rileva l'Osservatorio Federconsumatori, che certifica come vivere in affitto comporti diversi esborsi, tutti costi che in 9 anni sono lievitati. Le voci che hanno fatto segnare i rincari maggiori sono la nettezza urbana (+97%), il condominio (+77%), la luce (+61%), l'acqua (+60%), il riscaldamento (+48%).
Nello stesso periodo l'unico ribasso è stato registrato per il telefono (-11%). Nella nota congiunta di Federconsumatori e Adusbef viene calcolato anche l'incremento dell'esborso per mantenere una casa in affitto: in 9 anni l'aumento è stato del 72%
(fonte tgcom.it)