venerdì 12 marzo 2010

Istat:i salari battono l'inflazione

Nel 2009 retribuzioni lorde a +2,5%

Nel 2009 gli stipendi hanno battuto l'inflazione. Le retribuzioni lorde hanno registrato un incremento del 2,5% rispetto all'anno prima, mentre il carovita è cresciuto dello 0,8%. In particolare l'aumento è stato pari al 3% nell'industria e dell'1,8% nei servizi. Lo rivela l'Istat che sottolinea come nello stesso periodo siano cresciuti anche gli oneri sociali (+2,4%) e il costo del lavoro (+2,5%).

Nel quarto trimestre, invece, le retribuzioni lorde per unità di lavoro (Ula) sono aumentate dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 3,4% su base annua. Al netto degli effetti stagionali l'indice ha registrato un incremento congiunturale dell'1% nell'industria e dello 0,5% nei servizi. Mentre il tasso di crescita tendenziale è stato del 3,7% nell'industria e del 3% nei servizi.

Nell'industria, le retribuzioni per Ula hanno segnato l'incremento tendenziale più marcato nel comparto delle costruzioni (+4%). Nel terziario, la crescita tendenziale più elevata si è manifestata nel settore dei servizi di informazione e comunicazione (+3,6%).

Gli oneri sociali per Ula hanno segnato una variazione congiunturale di +0,8% nel totale, con un incremento dell'1,8% nell'industria e dello 0,7% nei servizi.

La dinamica tendenziale degli oneri sociali per Ula nel quarto trimestre è stata superiore a quella delle retribuzioni, con un incremento del 3,7%. Nell'industria gli oneri sociali sono aumentati del 4,5% su anno. Nei servizi +3,2%.

All'interno dell'industria, l'aumento più marcato ha riguardato la fornitura di energia elettrica e gas (+9,5%) a causa dell'estensione di alcuni obblighi contributivi a grandi imprese prima esonerate.

Nel terziario, la variazione tendenziale più elevata (+3,5%) ha riguardato gli altri servizi.

Per quanto riguarda infine il costo del lavoro, la variazione congiunturale è stata dell'1% nell'industria e di +0,5% nei servizi, +0,6% in totale. In termini tendenziali, è aumentato nel quarto trimestre del 3,4%. Il tasso di crescita tendenziale è stato maggiore nell'industria (+4%) che nei servizi (+3%).
Nell'industria, aumenti superiori alla media per le costruzioni (+4,2%). All'interno del terziario, l'incremento più marcato ha riguardato il settore dei servizi di informazione e comunicazione (+3,5%).

(fonte tgcom.it)

Il debito pubblico sfiora 1.800 mld

Bankitalia, calano le entrate: -2,9%

Il debito pubblico a gennaio è tornato a salire, dopo il calo di dicembre, e si è riportato a ridosso dei 1.800 miliardi di euro, toccando quota 1.787,846 miliardi. A dicembre si era attestato a 1.761,191 miliardi. E quanto risulta dal Bollettino Bankitalia sulla Finanza Pubblica che evidenzia come i dati siano comunque inferiori al record di 1.802,0 miliardi registrato ad ottobre 2009.

A gennaio di quest'anno il debito pubblico è cresciuto dell'1,5% rispetto a dicembre 2009 e del 5,2% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.

E' da ricordare che il dato fornito dalla Banca d'Italia è quello relativo al debito in valore assoluto, mentre il dato considerato ai fini del Patto di Stabilità europeo è quello in rapporto percentuale al prodotto interno lordo.

E se il debito ha ripreso la corsa al rialzo, le entrate tributarie continuano il trend discendente: a gennaio si sono attestate a quota 28,809 miliardi di euro, in calo del 2,9% rispetto ai 29,675 miliardi di gennaio 2009.

(fonte tgcom.it)

Berlusconi: "Risalita è iniziata"

Crisi, "Stiamo meglio di altri Paesi"

Dopo la crisi economica "è iniziata la risalita" che "non sarà veloce, non ha grandi numeri, ma è certamente una risalita". Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante la conferenza stampa al ministero dell'Economia. Il premier ha rivendicato come l'Italia sia in condizioni "migliori degli altri paesi europei" grazie al fatto che "i conti pubblici sono sotto controllo per merito del rigore del ministro Tremonti".

In occasione della presentazione della Banca del Mezzogiorno, il Presidente del Consiglio ha dato quindi atto al ministro del Tesoro e ai suoi collaboratori di essere stati "protagonisti" del rigore e del controllo della spesa pubblica pur mantenendo la pace sociale anche "destinando risorse agli ammortizzatori sociali e sostenendo quei settori, come l'auto e i mobili, che rischiavano un crollo del fatturato".
E per Berlusconi "proprio il fatto che i rappresentanti del settore dell'auto hanno deciso di rinunciare al sostegno pubblico, ci dice che le cose stanno migliorando: è passata la paura alla base della contrazione dei consumi".

La paura era la principale preoccupazione del governo: "Abbiamo cercato di diffondere fiducia e ottimismo non perché avevamo gli occhi chiusi di fronte alla crisi, ma perché il fattore principale era psicologico. Ora ci sono segnali di ottimismo, dobbiamo cavalcarli".

Banca del Sud: non sarà un carrozzone
Parlando della Banca del Sud, il premier ha poi assicurato che "non sarà un carrozzone pubblico, il ruolo dello stato è promotore". E se Giulio Tremonti promette di essere il primo correntista, Berlusconi garantisce che subito dopo sarà lui stesso a depositare una somma "come privato cittadino".

(fonte tgcom.it)

giovedì 11 marzo 2010


E’ Carlos Slim la persona più ricca del mondo. Il magnate messicano ha superato il fondatore di Microsoft Bill Gates, sceso al numero due nella classifica. Ma la ricchezza dei miliardari è cresciuta del 50%. Lo annuncia la rivista Forbes, che ieri ha pubblicato la classifica.

E' soltanto la seconda volta dal 1995 che Gates perde la corona, scrive la rivista che stima il valore netto di Slim a 53,5 miliardi di dollari, contro i 53 di Gates, mentre Warren Buffett è al numero tre con 47 miliardi. Il trio ha riguadagnato 41,5 miliardi di dollari dei 68 che aveva perso lo scorso anno, dice Forbes.

Il più ricco d'Italia è Michele Ferrero, che conquista con i suoi 17 miliardi di dollari la 28ma posizione a livello mondiale. Leonardo Del Vecchio si piazza al 59mo posto con 10,5 miliardi, mentre Silvio Berlusconi al 74mo con 9 miliardi. Nel 2009 Berlusconi occupava la 70ma posizione con 6,5 miliardi di dollari. La classifica 2010 registra anche il ritorno di Silvio Scaglia (934mo posto, 1 miliardo di dollari). L'uomo più ricco d'Europa e Bernard Arnault, settimo nella classifica globale con 27,5 miliardi di dollari. Il più giovane miliardario al mondo è il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, al 212mo posto e con una ricchezza di 4 miliardi di dollari. Il paperone più vecchio è invece lo svizzero Walter Haefner che, a 99 anni, può contare su 3,3 miliardi di dollari.

Complessivamente, nel 2010 il numero mondiale di miliardari è quasi tornato ai livelli pre-2009, dopo il calo di un terzo nel corso della crisi finanziaria globale. Ora i miliardari classificati sono 1.011, contro i 793 dello scorso anno. Il numero di miliardari della regione Asia-Pacifico è cresciuto dell'80%, e oggi sono 234, con un valore almeno raddoppiato e fissato in 729 miliardi di dollari. Due indiani sono tra le cinque persone più ricche del mondo: Mukesh Ambani, con una fortuna stimata in 29 miliardi di dollari grazie nel settore petrolchimico, petrolifero e del gas, e il magnate dell'acciaio Lakshmi Mittal, valutato a 28,7 miliardi.

Dei 97 miliardari che hanno fatto il loro debutto nella lista di Forbes, 62 provengono dall'Asia. La Cina è oggi il primo paese per numero di super-ricchi a parte gli Stati Uniti. Per quanto riguarda le città di residenza, però, i miliardari vivono soprattutto a New York (60), a Mosca (50) e a Londra (32).

(fonte skytv.it)

Guarda il video di skytg24:

Ocse: Italia tra i più colpiti dalla crisi Meno tasse sul lavoro e basta condoni

Dati allarmanti nel rapporto "Obiettivo crescita": solo Irlanda, Spagna e Polonia peggio di noi Aumenta il gap di produttività. "La recessione ha abbassato gli standard di vita e di occupazione su basi durevoli"

ROMA - L'Italia è tra i paesi dell'Ocse che maggiormente subiranno gli effetti della crisi. E' quanto afferma l'Ocse nel rapporto "Obiettivo crescita" nel quale stima che complessivamente, nel lungo periodo, la crisi si tradurrà per l'Italia in un calo di 4,1 punti di Pil, contro una media Ocse di 3,1 punti. In situazione peggiore rispetto all'Italia ci sono solo l'Irlanda (sulla quale la crisi si tradurrà in una perdita di 11,8 punti di Pil), la Spagna (-10,6) e la Polonia (-4,4).

Ventesimi per Pil pro capite e produttività. L'Italia è al ventesimo posto, sui trenta paesi dell'Ocse, sia per quanto riguarda la produttività sia il Pil pro-capite. A causa della crisi, lo scarto in termini di produttività tra l'Italia e gli altri principali paesi membri "si è ampliato", arrivando al 25%. La differenza di Pil per ora di lavoro, rispetto alla "metà superiore" dei 30 paesi Ocse, è arrivata oltre il 20%, mentre quella del Pil pro-capite sfiora il 30%. "I risultati dell'Italia sulla produttività sono rimasti mediocri", scrive l'Ocse, anche se "il comportamento del mercato del lavoro, sia per il tasso di attività che per quello di disoccupazione, è regolarmente migliorato fino a quando l'economia è stata toccata dalla crisi".

Ridurre le tasse su lavoro e pensioni e basta condoni. - L'Italia deve ridurre le tasse sul lavoro e sulle pensioni, suggerisce il rapporto, oltre ad aumentare le deduzioni sull'Irap. Allo stesso tempo, finanziando le riduzioni fiscali con la lotta all'evasione, dovrà porre fine ai "condoni fiscali". Lo studio sottolinea che il peso del fisco nel nostro paese è decisamente superiore a quello dell'area degli altri paesi industrializzati. In particolare, per un single a basso reddito e senza figli la pressione fiscale nel 2008 sì è avvicinata al 45%, mentre è sotto il 35% nell'area Ocse. Per una persona sposata, con medio reddito e due figli, la tassazione supera il 35%, contro una media Ocse vicina al 27%.


L'Ocse raccomanda inoltre all'Italia di ridurre la presenza dello Stato nell'economia, "accelerando le privatizzazioni e sopprimendo le golden share" e gli ostacoli normativi alla concorrenza, e "rinforzando ancora le autorità di controllo". L'Italia, prosegue ancora l'Ocse, deve poi "migliorare il tasso di scolarizzazione e di riuscita nell'istruzione superiore", anche "accrescendo il livello dei finanziamenti privati" soprattutto in ambito universitario. E' necessario inoltre, afferma l'Ocse, riformare la governance delle imprese, "rafforzando il ruolo degli amministratori indipendenti e i diritti degli azionisti di minoranza", decentralizzare le negoziazioni salariali e rinforzare gli incentivi all'innovazione.

Padoan: ripresa debole e instabile. - La ripresa economica dei paesi dell'area appare "debole e instabile" e potrebbe essere aiutata dalle riforme strutturali, a partire dal mercato del lavoro, osserva ancora il rapporto. "La recessione ha lasciato cicatrici profonde che resteranno visibili per molti anni ancora", osserva il capo economista dell'organizzazione parigina Pier Carlo Padoan, aggiungendo che tuttavia "c'é ancora tempo per ridurre queste cicatrici attraverso una appropriata azione politica".

"La recessione ha abbassato gli standard di vita e di occupazione su basi durevoli e al tempo stesso ha messo a rischio la sostenibilità delle finanze pubbliche", conclude l'Ocse, sottolineando come si possano contenere i danni di lungo termine generati dalla crisi con investimenti in ricerca e infrastrutture e politiche che consentano di rendere il mercato del lavoro più flessibile e di ridurre i deficit di bilancio.

(fonte repubblica.it)

Istat: l'industria tenta la ripresa

A gennaio produzione a +2,6%

L'industria italiana riparte grazie soprattutto al boom del settore auto. Secondo gli ultimi dati diffusi dall'Istat, a gennaio la produzione industriale è cresciuta su base mensile del 2,6%, dopo il -0,2% di dicembre (dato rivisto da -0,7%). Su base annua, invece, si è registrato ancora un calo del 3,3%. Questo dato, però, corretto per gli effetti di calendario diventa anch'esso positivo e fa registrare un aumento dello 0,1%.

"Si tratta del primo dato tendenziale positivo dall'aprile del 2008", sottolineano i tecnici dell'istituto di statistica.

La produzione del settore auto ha registrato un aumento annuale del 44,1%.

La media degli ultimi tre mesi è risultata invariata rispetto a quella dei tre mesi immediatamente precedenti.

Guardando ai raggruppamenti principali di industrie, i beni strumentali hanno registrato un incremento del 3,3%, l'energia del 2,3%, i beni intermedi del 2,1r e i beni di consumo totale dell'1% (+3,3 % i beni durevoli, -0,1 % i beni non durevoli).

L'indice della produzione industriale corretto per gli effetti di calendario ha segnato, nel confronto con gennaio 2009, una variazione positiva del 2,9% per i beni di consumo totale (+3,8% i beni non durevoli, -1,1% i beni durevoli) e una variazione nulla per i beni intermedi. Diminuzioni si registrano invece per i beni strumentali (-1,9%) e per l'energia (-0,1%).

Per quanto riguarda l'analisi per settore di attività economica, a gennaio 2010 l'indice della produzione industriale corretto per gli effetti di calendario ha segnato, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, variazioni positive nei settori dei prodotti farmaceutici (+12,8 %), dei prodotti chimici (+11,8), della fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica (+10,2) e dei mezzi di trasporto (+6,9 %). Le diminuzioni più marcate hanno riguardato la metallurgia e i prodotti in metallo (-10 %), l'attività estrattiva (-8,4), i macchinari e attrezzature (-4,8%) e l'industria del legno, carta e stampa (-3,9%).

Sacconi: ripresa selettiva e discontinua
"La ripresa c'è a livello globale e quindi anche in Italia ma è una ripresa selettiva e a tratti discontinua". Così il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha risposto a chi gli chiedeva un commento ai dati sulla produzione industriale di gennaio. Per questi motivi, ha detto il ministro "la dobbiamo accompagnare sostenendo le risorse umane".

(fonte tgcom.it)

mercoledì 10 marzo 2010

Ocse, disoccupazione cala, sale in Italia

A gennaio il dato medio dell'area in lieve miglioramento all'8,7% dall'8,8 di dicembre, specie grazie a Usa e Giappone. Il nostro paese (dall'8,5 all'8,6%) e la Francia i soli a peggiorare

Il tasso di disoccupazione per l'area Ocse, spiega l'organizzazione economica, è leggermente sceso all'8,7% a gennaio 2010, riflettendo il calo di 0,3 punti percentuali registrato negli Stati Uniti e in Giappone. Anche se viene sottolineato che per quanto riguarda gli Stati Uniti "gli ultimi dati indicano che il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 9,7% a febbraio". Nell'area euro il tasso di disoccupazione a gennaio è stabile al 9,9% anche se "in molti paesi, e in particolare Italia e Francia, il tasso continua ad avere un trend di crescita".

L'ultimo dato disponibile per il Regno Unito si ferma invece al mese di novembre, con un tasso di disoccupazione stabile rispetto ai tre mesi precedenti al 7,8%. Nel complesso dell'area Ocse i tassi di disoccupazione restano su livelli più alti rispetto a un anno prima: per l'Italia la differenza è del +1,4% rispetto a gennaio 2008. La stessa differenza rispetto a un anno prima, +1,4%, è il dato medio per l'area Ocse, mentre nei singoli paesi spazia dal +0,3% dell'Australia al +4,4% dell'Irlanda.

(fonte repubblica.it)

Il Cer: per il nucleare servono 23 miliardi

Secondo i calcoli del Centro Europa ricerche gli investimenti in 9 anni,dal 2013 al 2021, ammonterebbero a 23 miliardi di euro l'anno

Gli investimenti necessari per la realizzazione del nucleare ammonterebbero a 23 miliardi di euro.

La stima è del Centro Europa Ricerche. Un budget, aggiunge, che, spalmato in un periodo di 9 anni, dal 2013 al 2021, comporterebbe un costo medio annuo di poco più di 2,5 miliardi. Come precisa il Cer, si tratta di analisi che fanno riferimento a un valore medio, pari a 1.850 euro (2.800 dollari) per KW di energia prodotta.

(fonte repubblica.it)

martedì 9 marzo 2010

Benzina sempre più cara si sfiora l'1,4 € al litro

A una settimana esatta dall'ultimo rialzo, questa mattina Agip torna ad aumentare i prezzi di benzina e gasolio. A riversare sui listini gli aumenti di lunedì dei prezzi sul Mediterraneo sono oggi quattro compagnie, con la benzina che arriva a un passo da quota 1,4 euro al litro. Stando alla consueta rilevazione della 'Staffetta Quotidianà, da questa mattina i prezzi consigliati per la rete Agip sono di 1,394 euro/litro per la benzina (+1 centesimo) e di 1,221 euro/litro per il gasolio (+0,5 centesimi). Aumenta il prezzo della benzina anche per Q8 a 1,395 euro/litro (+1,3 centesimi). Per Shell il rialzo è su entrambi i prodotti: +0,2 centesimi sulla benzina a 1,397 euro/litro e +1,2 centesimi sul gasolio a 1,234 euro/litro. Infine, ritocco all'insù per Tamoil sul solo gasolio a 1,219 euro/litro (+0,4 centesimi). Alla chiusura di ieri i prezzi dei prodotti sul mercato del Mediterraneo, rileva 'Staffetta Quotidianà, hanno registrato un leggero rialzo in dollari/tonnellata ma, in virtù dell'apprezzamento dell'euro sul dollaro, risultano per l'Italia in leggero calo.

CONSUMATORI:«AUMENTO INGIUSTIFICATO» Gli aumenti dei prezzi dei carburanti sono «del tutto ingiustificati» e il governo dovrebbe intervenire contro le speculazioni. Lo sostengono Adusbef e Federconsumatori secondo cui con questi rialzi gli automobilisti pagano, per costi diretti ed indiretti, 171 euro annui in più. Le due associazioni ricordano che nel mese di gennaio il costo del petrolio si attestava, come in questi giorni, attorno agli 80 dollari al barile, e la benzina era venduta a circa 1,29 - 1,31 euro al litro. Questo dato, proseguono, va aggiornato tenendo contro delle variazioni euro/dollaro, pertanto è necessario aggiungere, sul prezzo industriale, un +4%. Alla luce di tale adeguamento, quindi, la benzina, oggi, dovrebbe costare attorno a 1,32 euro al litro: «La benzina, invece, non solo non è venduta a tale prezzo, ma addirittura aumenta oltre 1,39 euro al litro, con uno stacco di circa 6-7 centesimi rispetto al prezzo a cui si dovrebbe attestare. Se a tale sovrapprezzo si aggiungono gli ormai strutturali 3-4 centesimi di differenza tra la media del prezzo industriale in Europa e in Italia, i centesimi 'di troppò diventano ben 9-10 cent al litro». «Cosa aspetta il Governo ad intervenire?» si chiedono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, che propongono l'emanazione di tre decreti: uno per bloccare le speculazioni; uno per istituire una Commissione di controllo sulla doppia velocità di adeguamento dei prezzi dei carburanti rispetto all'andamento del costo del petrolio; uno per avviare la completa liberalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti, anche attraverso l'apertura della vendita nel canale della grande distribuzione.

(fonte leggo.it)

lunedì 8 marzo 2010

Un fondo monetario europeo per fronteggiare le crisi

La Commissione Ue potrebbe discuterne già domani. Parteciperebbero tutti gli Stati membri, gli aiuti erogati con "condizioni forti". Si parlerà anche di un maggior coordinamento delle politiche economiche

La Commissione Ue si accinge a proporre la creazione di un nuovo fondo di salvataggio per i paesi membri della zona euro e la questione, secondo il Commissario europeo all'Industria, Antonio Tajani, protrebbe essere discussa già domani.

"Il tema è all'ordine del giorno, è possibile che se ne discuta anche domani durante la riunione della Commissione", ha detto Tajani a margine di un convegno a Milano. "E' un'ipotesi illustrata dal commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn".

In un'intervista pubblicata oggi dal Financial Times Deutschland, Rehn ha spiegato che l'esecutivo europeo sta lavorando a un piano per un fondo di salvataggio comunitario con Germania, Francia e altri paesi europei.

Da Bruxelles questa mattina il portavoce della Commissione, Amadeu Altafaj Tardi, ha confermato che si proporrà "uno strumento di assistenza che richiederà il sostegno di tutti gli Stati membri dell'area euro".

Secondo il commissario Rehn questo strumento avrebbe l'appoggio degli altri paesi membri della zona euro. L'aiuto erogato dal fondo, ha sottolineato Rehn nell'intervista al quotidiano tedesco, verrebbe accompagnato da "condizioni forti". Da parte sua, Tajani ha affernato che la Commissione prepara anche "una comunicazione per un maggior coordinamento e sorveglianza delle politiche economiche nazionali".

In parallelo, Germania Francia ed Eurogruppo stanno lavorando anche proposte per contrastare la speculazione, ha fatto sapere un portavoce del governo tedesco. L'argomento verrà affrontato già domani quando la cancelliera tedesca Angela Merkel incontrerà il presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, a Lussemburgo.

(fonte repubblica.it)

Posta prioritaria Italia tra i più cari

La classifica è stilata ogni anno dall'Authority portoghese. Nel nostro paese dodici centesimi in più rispetto alla media europea. Più costosi tra i 27 solo Finlandia e Danimarca

Spedire una lettera in posta prioritaria in Italia costa 60 centesimi, 12 in più rispetto alla media europea. Paesi più cari del nostro in Europa, da questo punto di vista, sono solo Finlandia e Danimarca. A stilare la classifica è l'Anacom, l'Autorità di regolazione portoghese, che come ogni anno mette sotto la lente i costi del servizio postale nei 27 Paesi dell'Unione europea.

Dallo studio, dal titolo "Comparazione dei prezzi degli operatori del servizio universale postale nell'Unione europea nel 2009", emerge che l'invio di una lettera in posta prioritaria del peso di massimo 20 grammi costa 80 centesimi in Finlandia, 74 in Danimarca e 60 in Italia e in Slovacchia. La media europea è di 48 centesimi, mentre a spendere di meno sono i maltesi, con appena 19 centesimi.

(fonte repubblica.it)

Fiat: "Sullo spin off dell'auto congetture nate fuori dal Gruppo"

Una nota del Lingotto dopo la richiesta di chiarimenti avanzata da Consob "Nessun cda straordinario e nessuna decisione prima del 21 aprile"

La Fiat è attualmente impegnata nella preparazione del Piano Strategico 2010-2014, che come annunciato da tempo verrà reso noto il 21 aprile, e "ogni notizia circa ipotizzate operazioni straordinarie e relativi modalità, tempi, perimetro e valori è frutto di congetture, nate al di fuori del Gruppo". Lo si legge in una nota diffusa dal Lingotto "su richiesta di Consob, in relazione alle notizie pubblicate sulla stampa di questi ultimi giorni sulle ipotesi di spin off del settore auto".

Il 21 aprile, il Gruppo "oltre a fornire al mercato i target economico-finanziari di ciascun settore, renderà pubbliche le direttrici lungo le quali si muoverà lo sviluppo strategico e il posizionamento di ciascuno dei suoi business e del Gruppo. Le eventuali decisioni che dovessero essere conseguenti alla realizzazione del Piano strategico saranno adottate dagli organi sociali e comunicate al mercato secondo quanto previsto dalla normativa", prosegue la nota.

"Si fa infine presente che la società - conclude Fiat - non ha al momento in programma alcun consiglio di amministrazione al di fuori di quelli già annunciati".

La Consob aveva chiesto chiarimenti in merito alle notizie pubblicate oggi dal Corriere della sera e da Milano Finanza, secondo cui il progetto di spinn off sarebbe stato iscritto tra i punti all'odg della riunione del consiglio di amministrazione di Fiat il 21 aprile prossimo. La commissione di controllo sulle attività di Borsa avrebbe anche chiesto delucidazioni su ulteriori dettagli, come le ipotesi di una successiva quotazione di Fiat Auto. "Il commento di Fiat dovrebbe uscire senza indugio - ha sollecitato la Consob - e comunque prima della riapertura dei mercati, lunedì mattina"

Nei giorni scorsi, l'ad di Fiat, Sergio Marchionne, a proposito del progetto di spin off dell'auto aveva risposto: "Lo spin off? E' un tormentone, ne parleremo il 21 aprile quando presenteremo il piano di sviluppo del gruppo".

(fonte repubblica.it)