sabato 6 febbraio 2010

Marchio Ue per la pizza napoletana

La pizza napoletana è entrata ufficialmente il 4 febbraio tra le specialità tradizionali garantite dall'Unione europea. La Commissione di Bruxelles ha varato il disciplinare di specialità tradizionale garantita (Stg) contro imitazioni e falsi. La pizza napoletana dovrà essere preparata con pomodoro, mozzarella di bufala dop o mozzarella Stg, olio extravergine d'oliva e origano, avere un diametro non superiore ai 35 cm, il bordo rialzato (cornicione) tra 1 e 2 cm e una consistenza insieme morbida, elastica e facilmente piegabile a libretto. Il logo europeo Stg potrà essere utilizzato solo se il prodotto è conforme con il disciplinare di produzione, ma purtroppo sarà comunque permessa la possibilità di continuare a usare il nome di pizza napoletana anche per il prodotto non certificato. Il riconoscimento diventerà operativo venti giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta.

Si tratta di una forma di tutela del tutto insufficiente che non impedirà che - ha commentato la Coldiretti - la metà delle pizze servite nelle 25mila pizzerie italiane continui ad essere preparata con ingredienti importati dall'estero: cagliate provenienti dall'est Europa invece della tradizionale mozzarella, pomodoro cinese invece di quello nostrano, olio di oliva tunisino e spagnolo e farina canadese o ucraina che sostituisce quella ottenuta dal grano nazionale, all'insaputa dei consumatori. Unici elementi di tutela sono legati al fatto che la mozzarella, secondo il disciplinare, deve essere di bufala Dop ma anche mozzarella Stg, e che la pizza non può essere congelata o surgelata. Niente peraltro viene specificato riguardo al pomodoro, tranne che deve essere sparso con un movimento a spirale.

(fonte ilsole24ore)

L'emorragia di abbonati frena i conti Sky

Sky Italia vede scendere i suoi abbonati, per la prima volta nella sua storia, mentre i conti vanno in perdita per 30 milioni di dollari rispetto all'utile di dieci milioni conseguito nell'ultimo trimestre del 2008. Il fatturato ha avuto una flessione del 2% su base annua. I dati sono quelli resi noti insieme al secondo trimestre dell'anno fiscale 2009-2010 di News Corp, la compagnia di Rupert Murdoch che controlla Sky. Si riferiscono quindi solo all'ultimo trimestre dello scorso anno.

Gli abbonati alla pay tv satellitare, scendono, trimestre su trimestre, di 63mila unità: sono arrivati 150mila nuovi clienti, che non hanno però bilanciato un numero maggiore di disdette. Alla fine dell'ultimo trimestre del 2009, la base abbonati di Sky è di 4,74 milioni e l'obiettivo dei cinque milioni sembra allontanarsi. I vertici di News Corp e di Sky fanno notare, però, come sia migliorata la composizione di questa "base" di abbonati. Tra di loro, infatti, quelli che sottoscrivono almeno un servizio premium, come il MySky o l'HD, l'alta definizione, sono saliti, sul totale abbonati, dal 22% al 47%. E tra gli abbonati ai servizi avanzati, come appunto l'HD o MySky, il tasso di disdetta è cinque volte inferiore a quello degli abbonati al pacchetto "basic". Secondo Rupert Murdoch «Sky Italia sta fronteggiando un difficilissimo contesto economico, ma siamo entusiasti circa il potenziale di questo business, data l'alta qualità dei nostri servizi e la bassa penetrazione della tv a pagamento in Italia».

Questi risultati negativi risentono di alcuni fattori, oltre alla crisi economica, che ha ridotto i consumi delle famiglie. Il principale è il raddoppio dell'Iva deciso dal governo Berlusconi a partire dall'inizio del 2009: da quando sono arrivati i canoni maggiorati, le disdette hanno avuto un'impennata. Sky non la nomina mai, ma la porno tax, decisa insieme al raddoppio dell'Iva, non migliora certo i suoi conti. Un altro fattore sta nel fatto che durante lo scorso Natale, per la prima volta, la pubblicità di Sky non è stata accettata sulle reti Mediaset.

Gli uomini del gruppo sottolineano anche come in Gran Bretagna (dove in aprile partirà Sky Hd 3D, il primo canale europeo in tre dimensioni) BskyB abbia l'esclusiva del calcio rispetto alla concorrenza sul mercato italiano di Mediaset Premium, con lo stesso prodotto offerto a prezzi più bassi rispetto a quelli di Sky. Il gruppo, in ogni caso, nonostante questi risultati, non sembra abbia la minima intenzione di abbandonare l'Italia. Né gli farà cambiare idea il decreto di recepimento della direttiva comunitaria sui servizi media e audiovisivi che porterà, una volta entrato in vigore, alla riduzione dell'affollamento pubblicitario orario nei canali pay al 12% nel giro di tre anni. Un provvedimento che sarà forse limitato, inserendo un tetto "su misura di azienda" per Sky, a chi abbia più dell'1% di share con i suoi canali. Il decreto porterà anche al divieto del porno durante il giorno, per il quale Sky chiede un doppio codice di accesso.

(fonte ilsole24ore)

venerdì 5 febbraio 2010

Prezzi in risalita a gennaio. Le badanti nel paniere Istat

Sale l'inflazione a gennaio. I prezzi al consumo, in base alla stima fornita dall'Istat, sono cresciuti dell'1,3% su base annua e dello 0,1% rispetto a dicembre, quando il dato tendenziale aveva registrato un incremento dell'1%.
L'indice armonizzato dei prezzi al consumo, che tiene conto anche di riduzioni temporanee di prezzo come saldi e promozioni, registra a gennaio un -1,4% su base mensile e un +1,4% su base annua.

Nel nuovo paniere entrano le badanti e i voli low cost, escono i fiammiferi.
L'Istat rifà il look al paniere per il calcolo dell'inflazione nel 2010 inserendo le badanti e le visite mediche in regime privatistico al posto di lampadine a incandescenza, fiammiferi e riparazioni dell'orologio. Le posizioni rappresentative diventano 521 contro le 530 del 2009 mentre il numero di prodotti inclusi nel paniere sale da 1.143 a 1.206. Le rilevazioni trimestrali sono abolite e avranno cadenza mensile o, come nel caso di carburanti e ortaggi, quindicinale. Nel paniere entrano anche i voli low cost nazionali e, per gli apparecchi di telefonia mobile, gli smart phones, mentre nella categoria personal computer viene inserita la rilevazione dei prezzi dei netbook.

(fonte ilsole24ore)

Venerdì nero per le Borse europee

Fanno paura i conti della Spagna

Le Borse europee archiviano l'ultima seduta della settimana con gli indici in deciso rosso. Il Ftse Mib segna un -2,75%, il Ftse All Share un -2,75% e il Ftse Star un -2,31%. Ribassi superiori al 3% anche per Parigi. Mentre Francoforte, Londra, Madrid e Lisbona limitano le perdite a circa un punto e mezzo percentuale. A mandare nel panico i listini sono ancora i timori legati alle crescenti difficoltà sui conti pubblici di alcuni paesi dell'area euro come Spagna, Portogallo e Grecia.

Il primo ministro Zapatero ha provato a gettare acqua sul fuoco: "La Spagna ha un sistema finanziario solido", ha detto. Ma gli ultimi dati vedono il Paese iberico ancora in recessione, con un Pil a -0,1%.
E così su tutti i listini europei sono scattate le vendite copiose, sin dalle prime battute. A fine giornata, sulla base dell'indice Eurostoxx 600 che ha perso l'1,88%, la capitalizzazione delle borse europee ha accusato una perdita di altri 100 miliardi di euro dopo i 150 miliardi della vigilia.

Le agenzie di rating: Spagna e Portogallo sotto osservazione
Le agenzie di rating hanno avvertito: dopo Atene, sono i debiti sovrani di Madrid e Lisbona a rischiare un drastico ridimensionamento. S&P ha abbassato il rating a dicembre, mentre Fitch e Moody's minacciano di farlo ora. "La crisi spagnola è molto forte" ha detto il numero uno del Fmi Dominique Strauss-Kahn, notando che il mercato immobiliare spagnolo si è avvitato in un modo che ricorda da vicino il caso Usa. "La Spagna deve fare un grosso sforzo - ha aggiunto - Nessuno può emergere dalla crisi senza pagare un costo".

Il deficit della Spagna fa paura
Il commissario Ue agli Affari monetari, Joaquin Almunia, dopo aver approvato, con riserva, il piano anti-deficit della Grecia, ha messo sullo stesso piano Spagna, Grecia e Portogallo, irritando Madrid. "Alcuni membri dell'area euro - ha detto - pur da diversi punti di partenza, con differenti caratteristiche e con squilibri di entità non uguali, condividono problemi comuni".

La Spagna è uno dei big europei più colpiti dalla crisi, la sua economia è ancora in recessione, il debito l'anno scorso è salito al 55,2% del Pil e arriverà al 74,3% nel 2012, mentre il deficit nel 2009 è volato all'11,4% e il governo punta a riportarlo sotto il 3% nel 2013. Ma per farlo dovrà sudare sangue e già si parla di innalzare l'età pensionabile.
Il ministro dell'Economia Elena Salgado ha ripetuto che l'euro non ha niente da temere dalla Spagna e che la sua situazione e' molto diversa da quella greca. Tuttavia i sindacati scalpitano e l'opposizione punta a sfiduciare il governo, mantre il premier Jose Luis Rodriguez Zapatero getta acqua sul fuoco, ma sa che l'aspetta un compito difficile e che dovrà varare un drastico taglio delle spese, proprio mentre la disoccupazione torna ad avvicinarsi a quota 20%.

Delicata la situazione del Portogallo
La situazione del Portogallo è ancora più difficile. Il deficit è volato al 9,3% l'anno scorso, un livello mai visto dall'avvento della democrazia nel 1974. Il governo si è impegnato a tagliarlo sotto al 3% entro il 2013 e nelle prossime due settimane dovrà presentare a Bruxelles un piano di stabilità con le misure che intende adottare per ridurre il deficit.
Ciononostante il ministro delle Finanze portoghese, Fernando Teixeira dos Santo insiste nel dire che il suo paese "non ha niente a che vedere con la Grecia" e ha pregato gli investitori di non voltare le spalle al Portogallo. "Gli investitori hanno l'animal spirit - ha detto - C'è qualcosa di irrazionale nel modo in cui si comportano".

(fonte tgcom)