Fanno paura i conti della Spagna
Le Borse europee archiviano l'ultima seduta della settimana con gli indici in deciso rosso. Il Ftse Mib segna un -2,75%, il Ftse All Share un -2,75% e il Ftse Star un -2,31%. Ribassi superiori al 3% anche per Parigi. Mentre Francoforte, Londra, Madrid e Lisbona limitano le perdite a circa un punto e mezzo percentuale. A mandare nel panico i listini sono ancora i timori legati alle crescenti difficoltà sui conti pubblici di alcuni paesi dell'area euro come Spagna, Portogallo e Grecia.
Il primo ministro Zapatero ha provato a gettare acqua sul fuoco: "La Spagna ha un sistema finanziario solido", ha detto. Ma gli ultimi dati vedono il Paese iberico ancora in recessione, con un Pil a -0,1%.
E così su tutti i listini europei sono scattate le vendite copiose, sin dalle prime battute. A fine giornata, sulla base dell'indice Eurostoxx 600 che ha perso l'1,88%, la capitalizzazione delle borse europee ha accusato una perdita di altri 100 miliardi di euro dopo i 150 miliardi della vigilia.
Le agenzie di rating: Spagna e Portogallo sotto osservazione
Le agenzie di rating hanno avvertito: dopo Atene, sono i debiti sovrani di Madrid e Lisbona a rischiare un drastico ridimensionamento. S&P ha abbassato il rating a dicembre, mentre Fitch e Moody's minacciano di farlo ora. "La crisi spagnola è molto forte" ha detto il numero uno del Fmi Dominique Strauss-Kahn, notando che il mercato immobiliare spagnolo si è avvitato in un modo che ricorda da vicino il caso Usa. "La Spagna deve fare un grosso sforzo - ha aggiunto - Nessuno può emergere dalla crisi senza pagare un costo".
Il deficit della Spagna fa paura
Il commissario Ue agli Affari monetari, Joaquin Almunia, dopo aver approvato, con riserva, il piano anti-deficit della Grecia, ha messo sullo stesso piano Spagna, Grecia e Portogallo, irritando Madrid. "Alcuni membri dell'area euro - ha detto - pur da diversi punti di partenza, con differenti caratteristiche e con squilibri di entità non uguali, condividono problemi comuni".
La Spagna è uno dei big europei più colpiti dalla crisi, la sua economia è ancora in recessione, il debito l'anno scorso è salito al 55,2% del Pil e arriverà al 74,3% nel 2012, mentre il deficit nel 2009 è volato all'11,4% e il governo punta a riportarlo sotto il 3% nel 2013. Ma per farlo dovrà sudare sangue e già si parla di innalzare l'età pensionabile.
Il ministro dell'Economia Elena Salgado ha ripetuto che l'euro non ha niente da temere dalla Spagna e che la sua situazione e' molto diversa da quella greca. Tuttavia i sindacati scalpitano e l'opposizione punta a sfiduciare il governo, mantre il premier Jose Luis Rodriguez Zapatero getta acqua sul fuoco, ma sa che l'aspetta un compito difficile e che dovrà varare un drastico taglio delle spese, proprio mentre la disoccupazione torna ad avvicinarsi a quota 20%.
Delicata la situazione del Portogallo
La situazione del Portogallo è ancora più difficile. Il deficit è volato al 9,3% l'anno scorso, un livello mai visto dall'avvento della democrazia nel 1974. Il governo si è impegnato a tagliarlo sotto al 3% entro il 2013 e nelle prossime due settimane dovrà presentare a Bruxelles un piano di stabilità con le misure che intende adottare per ridurre il deficit.
Ciononostante il ministro delle Finanze portoghese, Fernando Teixeira dos Santo insiste nel dire che il suo paese "non ha niente a che vedere con la Grecia" e ha pregato gli investitori di non voltare le spalle al Portogallo. "Gli investitori hanno l'animal spirit - ha detto - C'è qualcosa di irrazionale nel modo in cui si comportano".
(fonte tgcom)