lunedì 31 maggio 2010

Carburanti, riprende la corsa

Benzina di nuovo sopra 1,4 euro/litro

E' durata soltanto una settimana l'escursione del prezzo della benzina sotto la soglia di 1,4 euro/litro. Secondo le rilevazioni, il forte rialzo registrato giovedì sul mercato del Mediterraneo ha infatti gonfiato anche i prezzi al dettaglio. Al momento solo alcune compagnie hanno ritenuto di dover mettere mano ai listini dei carburanti, anche perché la scorsa settimana i ribassi sono stati effettuati con adeguamenti lenti.

La tregua è dunque finita. Dopo tre settimane di ribassi, i listini di benzina e diesel hanno ripreso a correre sulla scia della recente impennata dei mercati internazionali.

Dal consueto monitoraggio di quotidianoenergia.it emerge, infatti, che da questa mattina Api-Ip hanno aumentato di 1,5 centesimi il prezzo di riferimento della verde, tornando cosi' nuovamente oltre la soglia di 1,4 euro/litro e precisamente a 1,404 euro/litro, e di 2 centesimi quello del gasolio, ora a 1,269 euro/litro. Piccoli aggiustamenti per le altre compagnie. Nel dettaglio, Tamoil e Shell hanno rispettivamente rialzato di 1 centesimo e ribassato di 0,5 centesimi il solo prezzo del diesel, in entrambi i casi a 1,259 euro/litro, mentre Total ha ritoccato all'insù di 0,3 centesimi la verde fino a 1,392 euro/litro e di 0,4 centesimi il gasolio a 1,253 euro/litro.

(fonte tgcom.it)

BANKITALIA, PARLA DRAGHI: "EVASI 30 MLD IN TRE ANNI"

Fra il 2005 e il 2008 in Italia è stato evaso il 30% della base imponibile dell'Iva, pari a oltre 30 miliardi di euro l'anno e a due punti di Pil. Lo ha evidenziato il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, confrontando i dati fra la contabilità nazionale e le dichiarazioni dei contribuenti. «L'evasione - ha detto Draghi durante le considerazioni finali - è un freno alla crescita perchè richiede tasse più elevate per chi le paga». Il governatore ha anche evidenziato come il cuneo fiscale sul lavoro, in Italia, sia di circa cinque punti percentuali al di sopra della media degli altri paesi dell'area euro.

LA MANOVRA CI VOLEVA La manovra economica varata dal Governo, con l'anticipo delle misure correttive per il 2011 e 2012 e i tagli alla spesa corrente, era «inevitabile» date le condizioni dei mercati. A dirlo è il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, secondo cui «nelle nuove condizioni di mercato era inevitabile agire, anche se le restrizioni di bilancio incidono sulle prospettive di ripresa a breve dell'economia italiana». Draghi segnala anche che, una volta varata, la manovra dovrà essere seguita nell'attuazione: «è necessario un attento scrutinio degli effetti della manovra per garantire il conseguimento degli obiettivi».

RAFFORZARE IL PATTO UE La crisi finanziaria che ha scosso Eurolandia rende «urgente» rafforzare il Patto di stabilità europeo, con «sanzioni, anche politiche», per chi non raggiunge gli obiettivi di risanamento. Lo ha detto il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, nelle sue Considerazioni Finali all'assemblea di oggi.

SCONFIGGERE L'EVASIONE PER ABBASSARE LE TASSE La lotta all'evasione fiscale avviata dal Governo «deve consentire», la riduzione «delle aliquote. Il nesso fra le due azioni va reso visibile ai contribuenti». È quanto afferma il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi nelle Considerazioni Finali. Secondo Draghi infatti le misure del Governo hanno come «obiettivo immediato il contenimento del disavanzo ma in una prospettiva di medio termine la riduzione dell'evasione deve essere una leva di sviluppo». La «sfida» dell'Italia, per superare la crisi, è «coniugare la disciplina di bilancio con il ritorno alla crescita». Una sfida che «si combatte facendo appello ai valori che ci hanno permesso insieme di vincere le sfide del passato: capacità di fare, equità; desiderio di sapere, solidarietà. Consapevoli delle debolezze da superare, delle forze, ragguardevoli, che abbiamo, affrontiamola». Così il Governatore Mario Draghi ha concluso le sue Considerazioni Finali all'Assemblea della Banca d'Italia.

AUMENTARE ETÀ PENSIONABILE «Occorre prolungare la vita lavorativa, anche per garantire un tenore di vita adeguato agli anziani di domani»: è quanto ha detto il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi nelle Considerazioni Finali che, dopo i «passi importanti» già compiuti dal Governo, invita a completare il processo di riforma del sistema pensionistico. «Nell'ultimo trentennio - ha ricordato infatti - a fronte di un aumento della speranza di vita dei sessantenni italiani di oltre cinque anni, si stima che l'età media effettiva di pensionamento nel settore privato sia salita di circa due anni, attorno ai 61». Draghi riconosce che «nel 2009 il Governo ha compiuto un passo importante collegando in via automatica, dal 2015, l'età minima di pensionamento alla variazione della speranza di vita; il regolamento in via di definizione dà concreta attuazione al provvedimento». E «nella stessa direzione muovono gli interventi sulle cosiddette finestre e sulla normativa per le donne nel pubblico impiego. L'Inps ha avviato iniziative per meglio informare i lavoratori circa la propria ricchezza previdenziale». Secondo Draghi, dunque, il processo di riforma del sistema pensionistico potrà essere completato con misure volte a uniformare gradualmente le età di pensionamento dei diversi gruppi di lavoratori, rendere più tempestivi gli aggiustamenti dei coefficienti del regime contributivo, offrire maggiore flessibilità nel pensionamento«.

COMPLETARE LA RIFORMA «La crisi ha acuito il disagio dei giovani nel mercato del lavoro»: parola del Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, secondo il quale «la riforma del mercato del lavoro va completata, superando le segmentazioni e stimolando la partecipazione». Nelle Considerazioni Finali Draghi avverte poi che «una ripresa lenta accresce la probabilità di una disoccupazione persistente. Questa condizione, specie se vissuta nelle fasi iniziali della carriera lavorativa, tende ad associarsi a retribuzioni successive permanentemente più basse». Il governatore ha ricordato quindi che «nella fascia di età tra i 20 e i 34 anni la disoccupazione ha raggiunto il 13% nella media del 2009. La riduzione rispetto al 2008 della quota di occupati fra i giovani è stata quasi sette volte quella fra i più anziani». Secondo Draghi, in particolare, «hanno pesato sia la maggiore diffusione fra i giovani dei contratti di lavoro a termine sia la contrazione delle nuove assunzioni, del 20%». Ed è inoltre da notare che «da tempo vanno ampliandosi in Italia le differenze di condizione lavorativa tra le nuove generazioni e quelle che le hanno precedute, a sfavore delle prime. I salari di ingresso in termini reali - sottolinea ancora il governatore - ristagnano da 15 anni». Draghi ribadisce quindi ulteriormente il suo allarme: «i giovani - sostiene - non possono da soli far fronte agli oneri crescenti di una popolazione che invecchia. Nè sarà sufficiente l'apporto dei lavoratori stranieri. Solo 36 italiani su 100 di età compresa tra 55 e 64 anni sono occupati, contro 46 nella media europea, 56 in Germania».

(fonte leggo.it)