giovedì 7 aprile 2011

BENZINA, ANCORA AUMENTI: AL SUD VERDE OLTRE 1,63 €/L

Ancora al rialzo i prezzi raccomandati di benzina e diesel, a causa delle tensioni sui prezzi dei prodotti petroliferi in Mediterraneo, che malgrado la sostanziale stasi registrata alla chiusura di ieri si confermano ai massimi dal 2008, e l'aumento delle accise in vigore da ieri (QE 6/4). Questa mattina, infatti, Esso e Q8 hanno aumentato di 1 centesimo entrambi i prodotti, mentre IP di 1,5 centesimi la verde e di 1,9 centesimi il gasolio e TotalErg rispettivamente di 1,5 e 1,7 centesimi. Secondo il monitoraggio di Quotidianoenergia.it, immediati sono gli effetti sul territorio, dove si scontano anche rialzi legati ai giorni precedenti e ancora non del tutto assorbiti. Punte massime, come di consueto, al Sud con la benzina che supera 1,63 euro/litro e il diesel 1,52. A livello Paese, oggi la media dei prezzi praticati della benzina (in modalità servito) è in forte salita e va dall'1,576 euro/litro degli impianti Esso all'1,583 dei punti vendita Q8 (no-logo a 1,498 euro/litro). Per il diesel si passa invece dall'1,481 euro/litro delle stazioni di servizio Esso all'1,492 rilevato negli impianti Shell (le no-logo a 1,423). Il Gpl, infine, si posiziona tra lo 0,782 euro/litro registrato nei punti vendita Esso allo 0,797 euro/litro degli impianti Tamoil (0,772 le no-logo).

(fonte leggo.it)

mercoledì 6 aprile 2011

BENZINA, AUMENTANO ACCISE: AL SUD VERDE OLTRE 1,62 €/L

Il prezzo della benzina continua a volare, nel giorno in cui scatta, peraltro, anche l'aumento dell'accisa sui carburanti. Eni, secondo quanto scrive Quotidiano energia, ha ritoccato i prezzi raccomandati du 1,7 cent su benzina e diesel (e sono 2,7 cent di aumento in 2 giorni), tirandosi dietro tutte le altre compagnie con rincari altrettanto significativi: Ip 1 centesimo su benzina e diesel come pure Esso e Shell mentre Q8 è salita di 1,4 e Tamoil addirittura di 1,9. TotalErg ha ritoccato invece di 0,5 la benzina e di 1,2 cent il diesel. Prezzi praticati che, di conseguenza, risalgono su tutto il territorio come pure le no-logo.
Punte massime, come di consueto, al Sud con la benzina che sfiora 1,620 euro al litro e il diesel 1,510. A livello Paese, oggi la media dei prezzi praticati della benzina (in modalità servito) è in significativa salita e va dall'1,565 euro al litro degli impianti Esso e Ip all'1,573 dei punti vendita Tamoil (no-logo a 1,494 euro/litro). Per il diesel si passa invece dall'1,470 euro/litro delle stazioni di servizio Esso all'1,483 rilevato negli impianti Eni (le no-logo a 1,418). Il Gpl, infine, si posiziona tra lo 0,781 euro/litro registrato nei punti vendita Esso allo 0,797 euro/litro degli impianti Tamoil (0,772 euro/litro le no-logo.

SCATTA L'AUMENTO DELLE ACCISE Scatta da oggi l'aumento dell'accisa sulla benzina. L'Agenzia delle Dogane ha pubblicato sul sito internet la Determinazione del direttore che fissa tutti gli aumenti, da oggi fino al 2014 per finanziare la cultura. Il primo aumento scatta da oggi fino al 30 giugno 2011. Per la benzina il rincaro dell'accisa è di 0,73 centesimi e le aliquote di accisa arrivano cosi per la benzina a 571,30 euro per mille litri mentre per il gasolio usato come carburante a 430,30 euro per mille litri. Il provvedimento del direttore dell'Agenzia delle Dogane è legato al decreto legge del 31 marzo con il quale si è deciso di finanziare, attraverso l'accisa sui carburanti, l'incremento del fondo per la cultura. L'entità degli oneri è apri a 236 milioni di euro a decorrere dal 2011, incrementati di 45 milioni dal primo luglio 2011 e fino al 31 dicembre sempre di quest'anno e di 90 milioni di euro per gli anni 2012 e 2013. Le Dogane hanno dunque considerato il gettito da conseguire e lo hanno diviso per i giorni, determinando così l'aumento dell'imposta. Per quanto riguarda i prezzi alla pompa, non è detto che l'aumento della tassa determini in automatico un aumento del prezzo già dai prossimi giorni, riferiscono fonti dell'Agenzia. Tornando agli aumenti dell'accisa stabiliti dalle Dogane, a decorrere dal promo luglio 2011 e fino al 31 dicembre sempre di quest'anno l'aumento dell'accisa sarà di 0,92 centesimi e l'imposta arriverà per la benzina a 573,20 euro per mille litri e per il gasolio a 432,20 euro sempre per mille litri. A decorrere dal primo gennaio 2012 e fino al 31 dicembre 2013 l'accisa sulla benzina sarà a 571,60 euro per mille litri e per il gasolio a 430,60 euro per mille litri. Infine a decorrere dal primo gennaio 2014 per la benzina l'accisa sarà a 569,50 euro (per mille litri) e per il gasolio a 428,50 euro.

BONANNI: RACCOGLIEREMO FIRME CONTRO AUMENTI - «Raccoglieremo cinquecentomila firme per far pagare meno la benzina ai lavoratori e a tutti i cittadini italiani». Lo sottolinea il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, confermando l'impegno del sindacato per la campagna di raccolta di 500.000 firme, insieme alla Fegica, alle associazioni dei consumatori e del commercio, per l'approvazione di un disegno di legge per la riorganizzazione e l'efficienza del mercato petrolifero e per il contenimento dei prezzi dei carburanti. «Vogliamo separare il ruolo dei petrolieri da quello dei rivenditori finali, rompendo il monopolio esistente e abolendo il vincolo della fornitura in esclusiva imposto ai gestori, rendendo più trasparenti le condizioni di approvvigionamento. In questo modo si può ottenere un significativo calo del prezzo della benzina e un risparmio di almeno 400 euro all'anno a famiglia. Non ci stancheremo di alzare la voce su questo tema. Noi - ha sottolinea Bonanni - continuiamo a chiedere la defiscalizzazione delle accise sulla benzina per far pesare meno sulle tasche dei lavoratori gli effetti negativi dell'aumento dei prodotti energetici che acuiscono una situazione economica già difficile per tutto il sistema Italia. Il Governo aveva promesso di tagliare le accise qualora il petrolio fosse arrivato sopra i 70 dollari al barile. Invece, le tasse stanno aumentando e ogni volta che aumenta la benzina lo stato incassa di più senza colpo ferire. Per questo - conclude Bonanni - la Cisl raccoglierà ora 500 mila firme: il parlamento dovrà ascoltarci e liberalizzare davvero questo settore».

(fonte leggo.it)

GENERALI, GERONZI SI DIMETTE. IL CDA VOLEVA SFIDUCIARLO

Si è dimesso prima di essere sfiduciato. Il presidente di Generali, Cesare Geronzi, durante la riunione del cda della compagnia, si è dimesso dalla sua carica, poco dopo l'inizio del vertice. Alcuni consiglieri, poco prima, avrebbero manifestato la loro intenzione di presentare una mozione di sfiducia nei suoi confronti, ma Geronzi ha anticipato tutti dando le dimissioni. La mozione di sfiducia, con le firme anche dell' a.d di Mediobanca Alberto Nagel e del direttore generale della banca, Francesco Saverio Vinci, era stata ventilata al presidente. Di fronte alla discesa in campo della stragrande maggioranza dei consiglieri Geronzi ne ha tratto le conseguenze e ha deciso il passo indietro. Generali, dopo le dimissioni del presidente Geronzi, vola in Borsa: il titolo cauto in avvio, guadagna il 4,72% a 16,2. Bene anche Mediobanca (+3,07% a 7,55).

(fonte leggo.it)

Ocse, in primo trimestre Pil Italia +1,1%

Stima relativa al primo trimestre 2011. Escluso dalle stime il Giappone

Nel primo trimestre 2011 il prodotto interno lordo italiano è cresciuto dell'1,1% rispetto al +3,2% dei Paesi G7. E' quanto stima l'Ocse nell'Interim Assessment aggiungendo che nel secondo trimestre di quest'anno è prevista una crescita dell'1,3% per l'Italia e del 2,9% per i G7. Il dato misura la crescita su base trimestrale annualizzata e l'organizzazione di Parigi si riserva un margine di errore di circa un punto e mezzo percentuale. Dalle previsioni sul G7 è escluso il Giappone perché è ancora impossibile, dice l'Ocse, valutare l'effetto del recente terremoto sullo sviluppo economico del Paese. Tra i Paesi del G7 quello per il quale l'Ocse stima una maggiore crescita è il Canada: +5,2% nel primo trimestre (dato annualizzato) e +3,8% nel secondo trimestre. Per gli Stati Uniti l'Organizzazione di Parigi stima una crescita del 3,1% nel periodo gennaio-marzo e del 3,4% nel trimestre aprile-giungo. In Europa a guidare la locomotiva della ripresa è la Germania: +3,7% e +2,3% rispettivamente nel primo e secondo trimestre. Seguono la Francia (+3,4% e +2,8%) e il Regno Unito (+3% e +1%). Con una crescita stimata dell'1,1% (dato annualizzato) nel primo trimestre e dell'1,3% nel secondo, l'Italia è fanalino di coda tra i Paesi del G7, escluso il Giappone per il quale, a causa del terremoto, nel Rapporto non vengono indicate stime annualizzate.

ITALIA MIGLIORA, MA HA FATTORI STRUTTURALI DEBOLEZZA - "L'Italia sta migliorando, insieme agli altri Paesi del G7", ma il suo tasso di crescita resta inferiore agli altri a causa di "problemi strutturali" . Lo ha dichiarato il capo economista dell'Ocse, Pier Carlo Padoan, a margine della presentazione dell'Interim assessment. "Le nostre attuali previsioni per il semestre prevedono una crescita dell'1%, che è significativamente meglio rispetto all'anno scorso" ha sottolineato. Il tasso, ha aggiunto, resta però inferiore alla media G7, "per problemi strutturali che non sono una novità, legati a limiti nella crescita potenziale", a causa di fattori come "scarsa capacità di innovare, costi amministrativi troppo elevati, costo del lavoro troppo elevato, un sistema di imprese troppo piccolo, che quindi investe meno in innovazione". Resta inoltre il problema della disoccupazione, di cui secondo l'Ocse è preoccupante soprattutto la componente "strutturale", più che quella "ciclica" legata alla crisi. "C'e un problema di disoccupazione di lungo periodo - ha spiegato Padoan - che dev'essere affrontata non solo con più crescita, ma con politiche di sostegno per le fasce più deboli nel mercato del lavoro".

RESTA NODO DISOCCUPAZIONE, PIU' ALTA DI INIZIO CRISI - L'economia dei Paesi del G7 è in recupero ma resta il problema del lavoro. "Anche se le condizioni del mercato del lavoro negli ultimi mesi stanno migliorando nella maggior parte dei paesi dell'Ocse, il tasso di disoccupazione rimane oltre 2 punti percentuali superiore rispetto all'inizio della crisi". Lo sottolinea l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico nell'Interim Assessment. Per l'Ocse comincia anche ad affacciarsi, soprattutto nelle maggiori economie dell'area, il problema dell'inflazione con un aumento dei prezzi. "Tuttavia - aggiunge il capo economista Pier Carlo Padoan - i tassi di inflazione di fondo sono ancora bassi, considerate le eccedenze" nella produzione legate alla crisi degli ultimi anni. "Le pressioni inflazionistiche sono più forti in alcune di grandi economie emergenti, richiamando un rafforzamento della politica monetaria" aggiunge l'Ocse.

RIPRESA SI CONSOLIDA, PRIORITA' CONSOLIDARE FINANZE - Si consolida la ripresa nei Paesi Ocse e migliorano anche le condizioni finanziarie. Lo afferma l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, spiegando che, facendo un bilancio tra punti di forza e fragilità, "la ripresa sta diventando in grado di sostenersi da sola". Ora la politica monetaria dovrà tenere conto invece dei rischi di una ripresa delle dinamiche inflazionistiche. Nella maggior parte dei Paesi - si evidenzia nell'Interim Assessment - il nodo è ancora rappresentato dalle finanze pubbliche e "la priorità resta dunque quella di consolidare i bilanci e stabilire una crescita credibile nel medio termine". L'Ocse evidenzia infine la necessità di "implementare riforme strutturali pro-sviluppo".

PESANO SU ECONOMIA MEDIO ORIENTE, AFRICA,PERIFERIA EURO - Le instabilità in Medio Oriente e in Nord Africa, associate ad un possibile aumento dei prezzi del petrolio, potranno pesare sulle prospettive economiche di breve termine dell'area Ocse. "Un'altra fonte di incertezza è legata ai rischi sui debiti sovrani della periferia dell'area euro". Lo evidenzia l'Ocse nell'Interim Assesment in cui traccia le stime della crescita per i primi due trimestri del 2011.

GIAPPONE, PESA SISMA: PIL -0,2/-0,6% IN PRIMO TRIMESTRE - Il terremoto e lo tsunami che hanno duramente colpito il Giappone porteranno ad una contrazione dell'economia del Paese quantificabile, "come prima stima tra lo 0,2 e lo 0,6% (tasso non annualizzato) nel primo trimestre e tra lo 0,5% e l'1,4% nel secondo trimestre". E' quanto prevede l'Ocse spiegando che al momento non è possibile misurare puntualmente gli effetti della tragedia sullo sviluppo economico, tanto che il Giappone nell'Interim Assessment viene escluso dalla media del G7. "I costi del disastro - spiega Pier Carlo Padoan, capo economista dell'organizzazione di Parigi - non sono ancora conosciuti ma la stima preliminare delle autorità è che la perdita di capitali fisici ammonta al 3,3-5,2% del Pil annuale del Paese". Tuttavia l'Ocse valuta ottimisticamente la capacità di ripresa del Giappone: "Gli sforzi per la ricostruzione cominceranno probabilmente - dice ancora Padoan - relativamente presto e dunque si potrebbe cominciare a superare gli effetti negativi sul Pil già a partire dal terzo trimestre" di quest'anno.

(fonte ansa.it)

P&G VENDE LE PRINGLES PER 1,5 MILIARDI DI DOLLARI

Procter & Gamble venderà 'Pringles', il noto marchio delle patatine nel 'tubò, alla Diamond Foods Inc, per 1,5 miliardi di dollari in azioni. L'operazione porterà alla nascita di un nuovo gigante dello 'snack'. Secondo l'accordo Diamond, conosciuta per 'Pop secret' popcorns e per le 'Kettle chips', si farà carico dei debiti di Pringles che ammontano a circa 850 milioni. Acquisendo Pringles, il marchio di patatine più famoso al mondo, nato 45 anni fa, Diamond si aspetta di triplicare il suo giro d'affari. Le vendite nette attese nell'anno fiscale che terminerà il 31 luglio 2012 sono di circa 1,8 miliardi di euro. L'operazione porterà a una gigante dell'industria dello snack, con ricavi per oltre 2,4 miliardi. I costi della transazione ammontano, invece, a 100 milioni di dollari, a carico di Daimond, per i prossimi due anni. Il gruppo Usa aveva già acquisito General Mills' Pop Secret per 190 milioni di dollari nel settembre 2008, alcuni assets di Harmony Foods Corp nel maggio 2006. Inoltre ha comprato Kettle Foods per 615 milioni di dollari nel febbraio 2010. «Pringles è un'icona, un brand dello snack da miliardi di dollari - ha detto Micheal Mendes, presidente e amministratore delegato di Diamond Foods -. Il nostro piano è costruire su un marchio che si è già affermato in 140 Paesi. Questa combinazione strategica creerà un leader indipendente e globale dell'industria dello snack, che ha come missione la qualità e l'innovazione dei prodotti». Secondo Mendes l'acquisizione «crearà una realtà industriale in grado di garantire valore anche per gli azionisti negli anni a venire». «Siamo certi che Diamond sarà una eccellente nuova casa per tutti gli impiegati di Pringles - ha detto l'ad di P&G, Bob McDonald -. E sarà un affare straordinario anche per gli azionisti».

(fonte leggo.it)