venerdì 26 febbraio 2010

I conti correnti? Al supermarket

Più garanzie sulle carte di credito

I conti correnti? Dal primo marzo si potranno aprire anche al supermarket. Arrivano infatti pure in Italia le nuove regole per i servizi di pagamento volute dall'Ue e introdotte nel testo unico bancario dal decreto legislativo approvato a fine gennaio. Cadono così d'un colpo i monopoli di banche e poste. Nel mondo dei pagamenti entrano infatti nuovi soggetti, come i gruppi della grande distribuzione, quelli della telefonia mobile e di servizi. Porte aperte anche agli stranieri.

Nascono gli istituti di pagamento

La Banca d'Italia ha pubblicato la normativa di vigilanza relativa a questa nuova forma di intermediari che si chiamano "istituti di pagamento". Si tratta di un ibrido tra banca ed altro. In questi istituti, infatti, non si trattano titoli, né mutui. Ma si potranno accendere "conti di pagamento", strumenti diversi dai normali conti correnti, attraverso i quali sarà comunque possibile fare diverse operazioni. Quasi tutto: prelevare, versare, pagare bollette, mandare soldi all'estero, pagare con i telefonini e con il computer. Non sono previsti tassi di interesse a favore dei clienti, ma sconti e promozioni. I conti potranno essere alimentati da versamenti, stipendi, pensioni, etc.

Allo stesso tempo, gli istituti di pagamento potranno anche concedere prestiti, ma entro i limiti fissati da Bankitalia, per operazioni finalizzate agli acquisti e contenuti nei 12 mesi con la possibilità di andare oltre, se collegati a pagamenti con carte di credito.

Di operatori pronti a partire ce ne sono già, come Carrefour e la Coop. Dovranno essere iscritti a un apposito albo, separare queste attività dal proprio business caratteristico e saranno sottoposti alla Vigilanza di Bankitalia che potrà effettuare controlli, esaminare reclami e distribuire sanzioni.
Allo stesso tempo, i dirigenti di questi intermediari dovranno comunque rispettare requisiti di onorabilità e professionalità, sempre nell'ottica della tutela dei risparmiatori.

Banche, un solo giorno per i bonifici
La Banca d'Italia ha pubblicato anche un altro provvedimento con il quale vengono dettate le nuove disposizioni di vigilanza per le banche. Una prima importante novità riguarda i bonifici: la banca li dovrà eseguire in un solo giorno lavorativo se fatti per via telematica (fino al 2012, però potrà decidere di allargarsi fino a tre, previa comunicazione al cliente). Allo sportello ci vorrà un giorno in più.

Accredito di stipendi senza giorni di valuta
Il secondo cambiamento rilevante riguarda l'accredito di fondi, come per esempio lo stipendio. Il giorno dell'accredito dovrà coincidere con quello della disponibilità delle somme, senza forchette tra i giorni di valuta.

Maggiori tutele per le carte di credito
Le banche dovranno offrire a chi utilizza un conto Internet o una carta di credito o di debito maggiori tutele e garanzie . In particolare per quanto riguarda le carte in caso di perdita o di furto il massimo del danno che potrà essere addebitato al titolare sarà di 150 euro. Si parla ovviamente delle spese fatte da un eventuale ladro con la carta rubata o persa prima del blocco.

(fonte tgcom.it)

Fisco, nuovi blitz Fiamme Gialle

Nel mirino evasori per 2mld di euro

Non si ferma l'offensiva dell'Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza per recuperare le grosse somme di denaro messe al riparo nei cosiddetti "paradisi fiscali". Questa volta nel mirino del Fisco sono finiti oltre 2mila contribuenti italiani che tra il 2007 e il 2008 hanno trasferito una cifra che supera i 2miliardi di euro.

"Le persone sotto inchiesta - spiega l'Agenzia – sono fortemente sospettate di aver evaso e trasferito ingenti somme all'estero. E per coloro che non saranno in grado di dimostrare la regolarità delle operazioni scoperte le conseguenze saranno davvero pesanti".

La maggior parte dei soggetti sottoposti ad accertamenti sono residenti in Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Unica Regione virtuosa, secondo quanto risulta dalle indagini in corso, è la Valle d'Aosta.

Le indagini per evasione fiscale internazionale, condotte congiuntamente dai Reparti Speciali della Guardia di Finanza e dalla nuova Task Force dell'Agenzia delle Entrate, coinvolgono imprenditori, liberi professionisti e altri soggetti che nel 2007 e 2008 hanno portato capitali all'estero. "Si tratta di persone - spiega il comandante Stefano Screpanti, capo ufficio Tutela Entrate del Comando Generale della Guardia di Finanza - che hanno portato all'estero capitali superiori a 500mila euro ciascuno attraverso intermediati finanziari".

Tra i Paesi dove sono stati portati i soldi ci sono anche paradisi fiscali come Svizzera, Singapore e Panama.

In pratica gli intermediari finanziari hanno comunicato all'anagrafe tributaria gli spostamenti di capitali ma i circa duemila contribuenti italiani attualmente sotto indagine non hanno indicato questi capitali nel quadro Rw, riguardante appunto le attività detenute all'estero, della propria dichiarazione dei redditi.

I controlli in corso dovranno verificare se si tratta solo di un'omessa indicazione o se dietro c'è qualcosa di più consistente. E' da ricordare che con il decreto legge varato la scorsa estate spetta al contribuente che ha capitali in un paradiso fiscale provare che non sono frutto di evasione.

La Guardia di Finanza su una quota di questi contribuenti, un centinaio sui circa 2.000, estenderà gli accertamenti anche su profili diversi da quelli strettamente fiscali. Si tratta di contribuenti che hanno già precedenti per reati a sfondo patrimoniale o per legami alla criminalità.

(fonte tgcom.it)

"Nel 2010 timida ripresa in Italia"

Bruxelles: "Il Pil crescerà dello 0,7%"

La Commissione Ue ha confermato che l'economia dell'Italia nel 2010 salirà dello 0,7%, in media con la crescita della zona euro. L'ultima previsione del governo, contenuta nel programma di stabilità, invece, parlava di un +1%. Meglio di noi faranno Germania e Francia, entrambi a +1,2%, e Olanda (+0,9%). La Gran Bretagna con un +0,6% ci seguirà a ruota. Mentre per la Spagna si prospetta un altro anno in recessione (-0,6%).

Export e consumi sosterranno l'economia dell'Italia
Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo l'Ue, a trainare la "timida ripresa" saranno soprattutto le esportazioni e la ripresa dei consumi favorita dai risparmi delle famiglie. Rimarranno invece ancora modesti gli investimenti.

"L'Italia ha davanti a sé una crescita moderata, con un Pil in miglioramento dello 0,7% nel 2010, dopo il -4,7% del 2009", si legge nelle previsioni economiche intermedie dell'Ue. Stime che sono rimaste invariate rispetto a quelle pubblicate a novembre.

Per Bruxelles "un rischio al rialzo per lo scenario di crescita del Pil è dovuto alla possibilità di un miglioramento più rapido del commercio mondiale, che potrebbe accrescere ulteriormente le esportazioni e quindi gli investimenti. I rischi al ribasso, invece, sono dovuti agli effetti ritardati della crisi economica sull'occupazione, che potrebbe colpire negativamente i consumi".

Anche nell'Eurozona il Pil crescerà dello 0,7%
L'economia europea si sta gradualmente riprendendo, "ma continua a dover far fronte ad un vento contrario", scrive la Commissione europea che stima per il 2010 una crescita del Pil dello 0,7% sia per la zona euro che per i Ventisette, invariata rispetto alle previsioni di novembre. "Il Pil reale ha ricominciato a crescere, mettendo fine alla più lunga e profonda recessione della storia europea", si legge nel documento, che indica i dati su crescita e inflazione dei 7 principali Stati membri Ue, che rappresentano l'80% del Pil totale.

Nel 2009 il Pil di Eurolandia era diminuito del 4% e quello dell'Unione europea del 4,1%. La Germania nel 2010 crescerà dell'1,2%, dopo il -5% del 2009. La Spagna è l'unico tra i 7 paesi a continuare sulla via della recessione, con un -0,6%, dopo il -3,6% del 2009. La Francia segnerà un +1,2%, dopo il -2,2% del 2009 e l'Olanda dello 0,9% dopo un -4,5%. Pil in aumento del 2,6% per la Polonia, che già nel 2009 era riuscita a mantenere una crescita dell'1,2%. La Gran Bretagna, infine, segnerà un +0,6% (contro il +0,9% previsto a novembre) , dopo il -4,1% del 2009.

(fonte tgcom.it)

giovedì 25 febbraio 2010

Agricoltura, anno disastro Chiuse 30.000 aziende

I dati forniti nell'assemblea della Cia: produzione -3,8%, valore aggiunto -5,2, prezzi all'origine -13,5 I coltivatori hanno perso un quarto del reddito

Per l'agricoltura italiana è "allarme rosso". Il 2009 si è chiuso con il segno fortemente negativo. Trentamila imprese sono state costrette a cessare l'attività. In calo produzione (meno 3,8 per cento rispetto al 2008) e investimenti (meno 3,7 per cento). Crolla il valore aggiunto che subisce un taglio del 5,2 per cento. A picco i prezzi (meno 13,5 per cento). I redditi degli agricoltori, che lo scorso anno avevano bloccato il trend al ribasso, tornano a scendere in maniera drammatica (meno 25,3 per cento), mentre i costi (produzione, oneri sociali e burocrazia) s'impennano ancora una volta (più 8,5 per cento). I consumi agroalimentari, dal canto loro, segnano una lievissima ripresa (più 0,6 per cento). Questi i dati dell'annata agraria appena conclusa elaborati dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, anche sulla base delle rilevazioni Ismea, e presentati oggi nel corso della V Assemblea nazionale elettiva in corso di svolgimento a Roma.

Sono dati che confermano pienamente il momento grave che sta vivendo l'agricoltura italiana. Uno dei più difficili momenti degli ultimi trent'anni. Le imprese agricole - sottolinea la Cia - sono bloccate da oneri insostenibili, da un'asfissiante rapporto con l'Amministrazione pubblica, nazionale e locale, da un accesso al credito praticamente nullo e da prezzi che in molti settori sono ormai sottocosto. In questo modo appare sempre più difficile recuperare margini di efficienza e produrre reddito da destinare ai consumi, all'innovazione e agli investimenti.

Tutti problemi - sottolinea la Cia - che hanno fatto sentire il loro peso nel corso dell'annata agraria. Le conseguenze: le coltivazioni agricole segnano un calo del 5,5 per cento, mentre la zootecnia diminuisce dell'1,1 per cento. Riguardo alla produzione agricola totale a valori costanti, la contrazione è attribuibile agli scarsi risultati del primo e, in modo particolare, del secondo trimestre del 2009, che ha registrato, a consuntivo, una variazione congiunturale del meno 5,4 per cento rispetto al trimestre precedente.

Tra i singoli comparti delle produzioni vegetali, il calo più consistente è quello dei cereali (meno 21 per cento), con un drastico crollo per il grano duro (meno 39 per cento), mentre quello tenero subisce una contrazione pari al 15 per cento. In leggera flessione anche il settore delle patate e degli ortaggi (meno 1 per cento). Lieve aumento, invece, per frutta e agrumi (più 1,2 per cento). In crescita anche le colture industriali (più 4,8 per cento), per la forte ripresa nei volumi di soia e girasole, mentre la barbabietola da zucchero registra una nuova flessione.

Per quanto riguarda le produzioni animali, si ha una diminuzione per il comparto di bovini e bufalini (meno 0,7 per cento) e per quello dei suini (meno 0,5 per cento). L'avicolo mostra, al contrario, un'ulteriore crescita dell'1,6 per cento. Per le consegne di latte, invece, si assiste ad una diminuzione di circa un punto percentuale.

Stesso discorso per il valore aggiunto che nel primo semestre del 2009 ha visto una flessione tendenziale dell'1,6 per cento, a cui si aggiunge un'ulteriore flessione congiunturale del terzo trimestre dell'anno (meno 1 per cento), dopo la riduzione del 2,4 per cento che aveva caratterizzato il secondo trimestre. Analogo andamento nrl quarto trimestre. Per l'intero arco del 2009 si ha, quindi, un calo record del 5,2 per cento.

A lievitare, invece, sono i costi produttivi e gli oneri contributivi e quelli causati dagli adempimenti burocratici (più 8,5 per cento). Ad essi si aggiunge il crollo verticale (meno 13,4 per cento) dei prezzi all'origine di tutti i prodotti agricoli.

Tutto ciò ha provocato la caduta libera dei redditi degli agricoltori. Una tendenza -segnala la Cia- che, tranne per il 2008 (più 2 per cento), si è registrata negli ultimi anni, visto che nel 2005 la diminuzione era stata del 10,4 per cento, nel 2006 del 3,4 per cento e nel 2007 del 2 per cento. E ciò ha provocato una nuova flessione degli investimenti (meno 3,7 per cento) da parte delle imprese agricole, di cui quest'anno il 2,2 per cento (oltre 30 mila) sono state costrette a chiudere.

Questi dati - sostiene la Cia - riaffermano la necessità di una rinnovata attenzione nei confronti dell'agricoltura italiana in grave emergenza. Si impone una politica propulsiva, un cambiamento di rotta, un progetto valido che permetta il rilancio dello sviluppo e della competitività. Insomma, occorrono misure straordinarie e concrete per dare un reale sostegno alle imprese, riducendo i costi produttivi e contributivi e gli oneri di una burocrazia che oggi tolgono importanti energie imprenditoriali.
"Un giudizio di sintesi ci porta a dire - conclude la Cia - che, dal punto di vista dell'agricoltura, la campagna 2009 si è chiusa all'insegna del "meglio dimenticare, pensiamo al futuro". Dimentichiamo un anno che ha visto gli agricoltori perdere reddito e riconoscimento economico della loro produzione; un'agricoltura che non è stata al centro, nonostante i proclami del "G8 agricolo", anzi ha perso peso, nelle scelte del governo e del Parlamento. Pensiamo al futuro, perché c'è bisogno di più agricoltura, competitiva per dare prospettive economiche e sociali a chi da essa ricava reddito; per contribuire ad affrontare le sfide che le questioni alimentare, climatica ed energetica pongono alla nostra società".

(fonte repubblica.it)

Per L'Espresso utili a picco: -72%

Niente dividendi per gli azionisti

Il 2009 non è stato un anno facile per il mondo dell'editoria e in particolare per il gruppo L'Espresso: gli utili hanno registrato un crollo del 71,8%, a 5,8 milioni di euro, e i ricavi un calo del 13,5% a 886,6 milioni di euro. Il consiglio di amministrazione ha così deciso di proporre all'assemblea di non distribuire alcun dividendo e di destinare l'utile d'esercizio a riserva.

In una nota la società commenta i risultati conseguiti sottolineando che "vanno inquadrati nel contesto di pesante crisi che ha interessato l'economia ed il mercato di riferimento". La recessione economica ha in particolare determinato una contrazione significativa della raccolta pubblicitaria: gli investimenti pubblicitari hanno registrato un calo del 13,4% e la flessione ha interessato, seppur con differente intensità, praticamente tutti i mezzi. La stampa, con un calo complessivo del 21,6%, è tra i settori più colpiti: i quotidiani a pagamento hanno registrato una flessione leggermente più contenuta (-16%), mentre più accentuata è risultata quella dei periodici (-28,7%) e dei quotidiani free (-26,6%).

I ricavi diffusionali, esclusi i prodotti opzionali, sono pari a 274,2 milioni mostrando una buona tenuta (-0,8%), in un contesto di mercato in flessione. In particolare, i ricavi diffusionali de La Repubblica mostrano un'evoluzione positiva (+1,4%). I ricavi pubblicitari, pari a 496,9 milioni, hanno registrato una riduzione del 18,3%.

Nel settore principale per il Gruppo, quello della stampa quotidiana, la raccolta ha mostrato una flessione (-14,9%) sensibilmente inferiore a quella del mercato di riferimento.

I costi operativi sono stati ridotti dell'11,9%, avendo realizzato già nel 2009 risparmi per 97,6 milioni grazie al piano di riorganizzazione aziendale che a regime prevede un decremento pari a 140 milioni. Il margine operativo lordo consolidato è pari a 106,7 milioni, in flessione del 25,2%. Il risultato operativo consolidato è pari a 63,9 milioni (95,3 milioni nel 2008). L'indebitamente finanziario netto consolidato al 31 dicembre 2009 è sceso a 208,2 milioni dai 278,9 milioni di fine 2008; il saldo finanziario dell'esercizio è stato positivo per 70,8 milioni, con un flusso della gestione corrente di 98,1 milioni (rispetto ai 117,8 milioni del 2008) ed impieghi in investimenti per 25,6 milioni (rispetto ai 53 milioni dell'anno precedente).

L'organico del Gruppo a fine dicembre 2009, inclusi i contratti a termine, ammonta a 3.116 dipendenti, con una riduzione di 228 unità (-6,8%) rispetto alla chiusura del 2008.

(fonte tgcom.it)

Fastweb e Telecom giù in Borsa

Titoli travolti da inchiesta su frode

Ancora una giornata nera per Fastweb e Telecom Italia sui listini di Piazza Affari. I titoli sono stati travolti dalla bufera giudiziaria che sta interessando le due società di telecomunicazioni. Ieri, infatti, il Gip di Roma ha aperto un'inchiesta su una maxi frode della quale sarebbero state protagoniste dal 2003 al 2006 sia la società milanese guidata da Stefano Parisi, sia la controllata di Telecom Italia, Telecom Sparkle.
La reazione in Borsa non si è fatta attendere. E così i titoli dell'azienda meneghina controllata da Swisscom, dopo aver archiviato la seduta della vigilia con un calo di oltre il 7,5% tra scambi vorticosi (sono passati di mano un milione di azioni, contro una media quotidiana dell'ultimo mese di Borsa di 57mila 'pezzi'), oggi continua a viaggiare in deciso rosso. Dopo aver aperto le contrattazioni con un -10% ha in parte ridotto le perdite, ma è arrivata a cedere oltre il 5%, scivolando sotto la soglia dei 15 euro.

Molto inferiore l'impatto sulle azioni di Telecom Italia, interessata dalla vicenda giudiziaria con la controllata Sparkle. Il titolo ieri ha chiuso con un calo del 2,87% a 1,083 e oggi viaggia in ribasso di circa l'1%.

A far scattare le vendite sui titoli è anche il rischio di commissariamento, provvedimento chiesto dalla Procura di Roma sulle due società di tlc, che nel frattempo si sono già dichiarate parte lesa e hanno detto di non aver più nulla a che fare con i manager implicati nella vicenda.

Nell'ambito dell'inchiesta sono state inviate 56 ordinanze di custodia cautelare e tra i destinatari ci sono l'ex a.d. e fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia, ora ricercato, e il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo. Tra gli indagati, invece, c'è l'attuale amministratore delegato Stefano Parisi.
Implicati altri funzionari di vertice delle due società di tlc nei confronti delle quali la magistratura sta preparando un sequestro – per crediti da Iva illecitamente rimborsata - pari a 340 milioni di euro.

Indagato Riccardo Ruggiero, presidente del Cda di Telecom Sparkle all'epoca dei fatti, arrestato l'ex amministratore delegato Stefano Mazzitelli.
Ma il gip chiama in causa anche i vertici di Telecom Italia per la "solare evidenza delle loro responsabilità".

A Milano sono scattati i primi sequestri nei confronti di Fastweb per oltre 38,5 milioni di euro. E, sempre nel capoluogo lombardo, sono stati arrestati tre manager del gruppo fondato da Scaglia. Complessivamente la megatruffa, ordita da società vuote che vendevano servizi telefonici inesistenti con la "compiacenza" delle due società di tlc, ha procurato allo Stato un danno di 365 milioni di euro.

Swisscom, pronti a collaborare con la magistratura
Swisscom "prende atto delle accuse mosse ieri dalle autorita' italiane" a Fastweb e garantisce il proprio "pieno sostegno" alla magistratura per arrivare a "un rapido chiarimento" delle stesse. In una nota il gruppo svizzero afferma che al momento dell'acquisizione di Fastweb nel 2007 "era a conoscenza del procedimento per presunta frode fiscale relativa al periodo dal 2003 al 2006". Le ultime ripercussioni della vicenda, afferma ancora il comunicato, "saranno verificate con attenzione da Swisscom", che assieme a Fastweb garantisce "alle autorita' italiane il pieno sostegno ai fini del chiarimento delle accuse".

(fonte tgcom.it)

mercoledì 24 febbraio 2010

"Una colossale truffa allo Stato" Chiesto arresto per Scaglia e Di Girolamo

Cinquantasei le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Roma. Arrestato anche un maggiore della Guardia di Finanza. La procura ha chiesto il commissariamento delle società indagate Fastweb e Sparkle. Il senatore del Pdl è coinvolto nell'indagine per via della sua elezione in un collegio all'estero favorita dalla 'ndrangheta. E il gip punta il dito contro Telecom Italia Spa: "O c'è stata omissione di controlli o piena consapevolezza"

"Una delle più colossali frodi poste in essere nella storia nazionale". Così il gip di Roma nelle 56 ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, definisce l'operazione di riciclaggio di denaro sporco per un ammontare complessivo di circa due miliardi di euro scoperta dai carabinieri del Ros e dalle Fiamme Gialle. Tra gli ordini d'arresto anche quelli per Silvio Scaglia, il fondatore di Fastweb e per il senatore Nicola Di Girolamo (Pdl), eletto nella circoscrizione Estero-Europa. Indagato anche Stefano Parisi, amministratore delegato di Fastweb a partire dal primo novembre 2004. Il filone principale dell'indagine riguarda, oltre Fastweb, anche alti funzionari ed amministratori delle società Telecom Italia Sparkle. E il gip punta il dito contro Telecom Italia Spa: "O si è in presenza di una totale omissione di controlli all'interno del gruppo Telecom Italia Spa sulle gigantesche attività di frode e riciclaggio o vi è stata una piena consapevolezza delle stesse", dice il magistrato. La società risponde dicendo di essere "parte lesa" nella vicenda.

Scaglia latitante. Il provvedimento restrittivo per Scaglia, però, non è stato ancora eseguito perché l'imprenditore non è stato rintracciato dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza. Scaglia, che in una nota inviata alle agenzie di stampa si dice estraneo a qualunque reato, ha dato mandato ai suoi difensori di concordare il suo interrogatorio nei tempi più brevi per chiarire tutti i profili della vicenda.

Telecom Italia Sparkle e Fastweb. Il filone principale dell'indagine riguarda alti funzionari ed amministratori delle società Telecom Italia Sparkle e Fastweb accusati, con riferimento a un arco temporale che va dal 2003 al 2006, di falsa fatturazione di servizi telefonici e telematici inesistenti, venduti nell'ambito di due successive operazioni commerciali dalle compagini italiane Cmc e Web Wizzard srl nonchè da I-Globe e Planetarium, che evadevano il pagamento dell'Iva per un ammontare complessivo di circa 400 milioni di euro, trasferendoli poi fraudolentemente all'estero, dove i soldi venivano reinvestiti in beni come appartamenti, gioielli e automobili.


Associazione per delinquere. Le accuse per tutti gli indagati sono di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e al reimpiego di ingentissimi capitali illecitamente acquisiti attraverso un complesso sistema di frodi fiscali. In manette anche un ufficiale della guardia di Finanza, Luca Berriola, attualmente in servizio al comando di tutela finanza pubblica, che avrebbe incassato una cospicua tangente su una delle operazioni di riciclaggio.

Il senatore Di Girolamo. Richiesta d'arresto anche per il senatore Di Girolamo. L'esponente del Pdl sarebbe collegato con alcuni degli indagati, che avrebbero favorito la sua elezione in un collegio all'estero. In particolare gli inquirenti fanno riferimento a una riunione tenuta dallo stesso Di Girolamo da Gennaro Mokbel (uno dei 56 arrestati) e da esponenti della famiglia Arena, nel corso della quale si concordò di sostenere la sua elezione, facendo confluire su di lui i voti dei calabresi in Germania. La 'ndrangheta riuscì a venire in possesso di moltissime schede elettorali, che compilò direttamente con il nome di Di Girolamo (circostanza che era già emersa da una precedente inchiesta: l'arresto di Di Girolamo era già stato chiesto nel 2008 alla Giunta delle autorizzazioni a procedere). In base alle accuse l'elezione di Di Girolamo doveva servire all'organizzazione criminale per spostarsi, senza problemi nell'ambito delle attività transnazionali di riciclaggio.

Di Girolamo: "Roba da fantascienza". "Stanno cercando di mettermi sulla croce. E' roba da fantascienza. Mi sento paracadutato in territorio di guerra. Mi sento nel frullatore", ha commentato il senatore all'Ansa. Appena rientrato in Italia Di Girolamo ha potuto leggere le notizie: "Domattina terrò una conferenza, probabilmente in Senato. Sono trasecolato", ha detto.

Di Girolamo ha replicato anche alle accuse di contatti con la 'ndrangheta. "Sono stato in Calabria, durante la campagna elettorale, a Pasqua, una sola volta, invitato dall'avvocato Colosimo per un incontro elettorale - ha detto - Se si vanno a consultare gli elenchi dei voti da me raccolti stilati dal ministero dell'Interno ci si accorgerebbe che io a Stoccarda, ho preso gli stessi voti che sono stati da me raccolti in altre città europee. Mi accusano anche di contatti con una realtà che ignoro completamente come quella della telefonia. Io, sì e no, so accendere il cellulare. Nulla di più. Mi sembra una situazione assurda, incredibile, al limite della realtà. Domattina risponderò punto per punto".

Richiesta di commissariamento. Sono indagate anche le società coinvolte, e la procura di Roma ha fatto richiesta formale di commissariamento di Fastweb e Telecom Sparkle. La richiesta di commissariamento è motivata dalla "mancata vigilanza" ed è stata fatta sulla base della legge 231 del 2001 che prevede sanzioni per quelle società che non predispongono misure idonee ad evitare danni all'intero assetto societario.

"Sapevamo delle accuse". "Swisscom sapeva delle accuse di riciclaggio e frode fiscale contro Fastweb quando la comprò nel 2007 e sapeva dei rischi a cui andava incontro", ha detto il capo ufficio stampa Josef Huber, aggiungendo che le accuse contro la società italiana erano di "dominio pubblico".

La struttura. Alcuni indagati sono raggiunti da un provvedimento restrittivo in Usa, Gran Bretagna (Scaglia) e Lussemburgo. Per realizzare la colossale operazione di riciclaggio, il sodalizio si è avvalso di società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese ed off-shore, controllate dall'organizzazione indagata.

Il danno per lo Stato. Stando ai carabinieri del Ros e alla polizia valutaria della Guardia di Finanza, lo Stato avrebbe subito un danno per oltre 365milioni di euro derivanti dal mancato versamento dell'Iva, attraverso l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per più di 1.800.000.000 euro da parte delle società di telecomunicazione, che hanno ottenuto fittizi crediti Iva, oltre che un utile pari a quasi 96milioni di euro.

I beni sequestrati. Tra i beni sequestrati 247 immobili per un valore dichiarato di 48 milioni di euro; 133 autovetture e 5 imbarcazioni per un valore complessivo di 3.700.000 euro; 743 rapporti finanziari; 58 quote societarie per un valore di 1.944.000 euro; crediti nei confronti di Fastweb e Telekom Italia Sparkle per complessivi 340 milioni di euro circa; due gioiellerie (il valore degli immobili è calcolato in base a quanto dichiarato negli atti di compravendita). Il valore dei beni localizzati all'estero e colpiti dallo stesso provvedimento, ammonta a circa 15 milioni di euro.

L'ordinanza del gip. Secondo il gip è "una delle più colossali frodi poste in essere nella storia nazionale". Nell'ordinanza il magistrato arriva a questa conclusione valutando "l'eccezionale entità del danno arrecato allo Stato, la sistematicità delle condotte la loro protrazione negli anni e la qualità di primari operatori di borsa e mercato di Fastweb (Fweb) e Telecom Italia Sparkle (Tis)". L'obiettivo principale era creare "ingenti poste passive di bilancio dovute alle apparenti uscite di centinaia di milioni di euro in favore delle società 'cartiere'. Le ingenti somme di denaro apparentemente spese per pagare l'Iva in favore delle 'cartiere' consentivano a Fweb e Tis di realizzare 'fondi neri' per enormi valori". In sostanza, le somme sembravano spese per attività commerciali legittime e venivano riportate nelle uscite registrate nei bilanci societari ma questo movimento "serviva solo ad utilizzare liberamente il denaro incassato attraverso il pagamento dell'Iva versata dai clienti di Fweb e Tis che non era mai stato versato all' erario".

Il ruolo di Di Girolamo. Il gip sottolinea che il gruppo ha "realizzato un salto di qualità" riuscendo a far eleggere il senatore Nicola Di Girolamo, il quale "oltre ad essere uno dei promotori dell'associazione per delinquere, diveniva così un suo diretto esponente all'interno del Parlamento".

"L'estrema pericolosità del sodalizio criminale - scrive il gip - risulta evidente se si considera che esso disponeva di associati che svolgevano funzioni pubbliche, sia all'interno dell'amministrazione civile dello Stato che della polizia giudiziaria, e che ha realizzato un salto di qualità giungendo perfino a determinare l'elezione in Parlamento di uno dei promotori dell'associazione". Il tutto con l'ausilio del clan Arena.

"Terzo livello di associati". L'adesione al sodalizio di esponenti delle forze di polizia costituiva "l'ulteriore passo verso un 'terzo livello' di associati, che fosse rivestito delle pubbliche funzioni indispensabili ad assicurare i profitti dell'associazione". Questo avveniva sia con "attività di intralcio alle indagini che con diretta attività di collaborazione in cambio di elevatissime somme di denaro che costituivano il prezzo della corruzione". L'organizzazione, anche per l'abituale collaborazione con appartenenti alla 'ndrangheta (cui venivano intestati beni di lusso e attività economiche degli associati come nel caso di Franco Pugliese) è giudicata dal gip, nell'ordinanza di custodia cautelare, "tra le più pericolose mai individuate".

Telecom Italia Spa. Le modalità operative di Telecom Italia Sparkle (Tis) "pongono con solare evidenza il problema delle responsabilità degli amministratori e dirigenti della società capogruppo alla quale appartiene Tis, ossia Telecom Italia Spa". Nell' ordinanza il gip spiega che dal momento che Tis era la proprietaria dell' intera dorsale della rete di cui si avvale Telecom Italia ed è sostanzialmene la 'cassa operativa' del gruppo "è evidente che o si è in presenza di una totale omissione di controlli all' interno del gruppo Telecom Italia Spa sulle gigantesche attività di frode e riciclaggio o vi è stata una piena consapevolezza delle stesse".

La Borsa. L'indagine della procura di Roma ha provocato pesanti strascichi in Borsa. Il titolo della società fondata da Scaglia ha ceduto il 7,55% a 15,05 euro dopo aver toccato un minimo infraday di 14,2 euro. Vorticosi i volumi con 1 mln di pezzi passati di mano (pari all'1,26% del capitale) rispetto ad una media mensile di 57 mila. Telecom Italia ha ceduto invece il 2,87% a 1,083 euro con volumi inferiori alla media mensile. Sono infatti stati scambiati 106,2 mln di pezzi rispetto ad una media di 131,8 mln.

(fonte repubblica.it)

Scudo fiscale, "rientrati 95 mld"

Ministro Tremonti conferma cifre

Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in occasione dell'incontro con la stampa estera, ha confermato che lo scudo fiscale ha fatto rientrare in Italia 95 miliardi di euro. La stessa cifra comunicata dall'Agenzia delle Entrate: 93 miliardi di rimpatri più 2 di regolarizzazioni, senza distinzioni fra rimpatrio giuridico e fisico.

Il numero uno del Tesoro ha poi ribadito che per il nostro Paese non esiste una alternativa alla politica di rigore sui conti pubblici e che se il Pil cala non è certo per un aumento della spesa, ma per effetto della pesante crisi economia.

Il ministro ha poi spiegato che il deficit italiano cresce a un ritmo inferiore a quello di altri Paesi europei. "Le famiglie, le banche e le imprese italiane sono meno indebitate di altri Paesi la ricchezza è maggiore che nelle statistiche non solo per l'evasione ma anche per la struttura delle imprese". L'Italia, ha proseguito Tremonti, "ha un altissimo grado di coesione sociale".
"Tutte le ragioni elencate sono motivi per cui l'Italia è in una situazione meno peggiore di quanto ci si potesse aspettare".

Sulla Grecia decisione coordinata a livello europeo
La posizione dell'Italia sulla crisi finanziaria della Grecia non sarà autonoma ma l'auspicio è che sia coordinata a livello europeo. "Sulla Grecia non ci sarà una posizione dell'Italia - ha spiegato il ministro - la nostra posizione è solo quella europea che speriamo il più coordinata" possibile.

(fonte tgcom.it)

martedì 23 febbraio 2010

Benzina sempre più cara supera 1,35 euro al litro

I prezzi della benzina ancora su in area Mediterraneo: ieri quinto giorno consecutivo in rialzo per la benzina, quarto per il gasolio. E gli aumenti si riversano sui prezzi alla pompa in Italia. A ritoccare i listini sono cinque compagnie, tre superando la soglia di 1,35 euro/litro sulla benzina e di 1,2 euro/lt sul gasolio. Stando alla rilevazione della Staffetta Quotidiana, da questa mattina il Cane a sei zampe ha aumentato il prezzo consigliato della benzina di 2 centesimi portandolo a 1,346 €/lt e quello del gasolio di 2,5 centesimi portandolo a 1,216 €/lt. Sopra 1,35 sulla verde e 1,2 sul gasolio si attestano anche Erg (+1 centesimo su entrambi i prodotti a 1,355 e 1,204 €/lt) e Shell (+2 centesimi sulla verde a 1,377 €/lt e +1 centesimo sul gasolio a 1,207 €/lt). Rialzi, più lievi, anche per Api/IP e Tamoil.

(fonte leggo.it)

Il Product Placement ora è digitale

Con MirriAd la pubblicità è integrata

Addio pubblicità occulta in TV! Con il recepimento della direttiva europea sui servizi media audiovisivi dello scorso 18 Dicembre, il Product Placement (PP) si appresta a divenire legale anche in Italia, cosi come è già nel resto del mondo dove ha raggiunto una quota superiore al 5% dell’intero mercato pubblicitario.

Ma non sarà l’ennesima riedizione di un prodotto vintage, nato negli anni ’60 con le soap-opera per sponsorizzare prodotti per la casa –dall’inglese soap = sapone-, o il tentativo di trasformare i nostri amati telefilm in lunghissime telepromozioni?

A tranquillizzare un po’ tutti ci pensa Marco Di Gioacchino, già Executive Director del Branded Entertainment Endemol International, lunghi trascorsi nel gruppo Mediaset, oggi Chief Revenues Officer di MirriAd, società leader nel Product Placement Digitale: “il PP ha imparato la lezione, è efficace quando integrato in maniera coerente, non forzata, lungo l’intero iter narrativo e i format TV grazie alla loro frequenza e durata consentono di contestualizzare al meglio gli inserimenti rendendoli assolutamente naturali”.

Il deciso mutamento degli scenari tecnologici ha fortemente incrementato il consumo non-lineare di contenuti video (che la società di consulenza Deloitte stima nel 2010 supererà il 10% del totale) rendendo così sempre più difficile la tradizionale pianificazione pubblicitaria in video basata su break e palinsesti orari.
“Oggi il PP, non è più semplice alternativa ma solida opportunità di comunicazione per le marche che possono cosi muoversi nello spazio e nel tempo attraverso i contenuti che li ospitano” -afferma Di Gioacchino- ma i broadcasters dovranno affrontare due grosse sfide: pianificazione e valutazione economica.

E qui entra in gioco il PP digitale di MirriAd che ha integrato in un unico sistema proprietario automatizzato -ZoneSense- la definizione del bacino pubblicitario, la costruzione del catalogo di vendita con le posizioni direttamente visionabili online, l’inserimento del prodotto e/o del logo all’interno del contenuto in grado di riprodurre fedelmente i vari fattori visivi quali luce, brillantezza, luminosità e prospettive di inquadratura.

I broadcaster sanno che la gestione del PP fisico è complessa e dispendiosa, si tratta spesso di progetti difficilmente standardizzabili, mentre tramite il PP digitale è possibile organizzare un’offerta più semplice basata sul prodotto TV già girato, raggiungendo risultati marginalmente più interessanti su tutte le piattaforme.

Recentemente Nielsen IAG –conclude Di Gioacchino- che misura da anni l’efficacia del product placement fisico combinato agli spot in TV con incrementi medi nel riconoscimento del prodotto di circa il 30-35%, chiamata da uno dei principali broadcaster in UK ad analizzare un nostro progetto è rimasta sbalordita da risultati di crescita a tre cifre e da quel 90% di audience che ha dichiarato assolutamente non invasiva la presenza dei prodotti inseriti in digitale.

(fonte tgcom.it)

A gennaio inflazione a +1,3%

Istat: balzo dovuto al caro-energia

Il caro-energia ha fatto spiccare il volo all'inflazione che a gennaio è salita dell'1,3% su base annua dall'1% di dicembre. Lo comunica l'Istat, confermando i suoi dati preliminari e aggiungendo che su base mensile l'incremento è stato dello 0,1%. Ancora più marcata l'inflazione dei beni di alta frequenza, ossia quelli della spesa di tutti i giorni. Il caro-vita in questo caso è cresciuto del 2,5% su base annua e dello 0,3% su base mensile.

L'accelerazione dei prezzi al consumo in Italia a gennaio - spiega l'Istat - risente delle tensioni sui prezzi dei beni e, in particolare, dei rialzi sui beni energetici.

Nel comparto energetico, i prezzi sono aumentati dello 0,9% su base congiunturale, una crescita che riporta il tasso tendenziale di variazione su valori positivi (+0,8% a gennaio, da -2,6% di dicembre).

Con riferimento ai capitoli di spesa, gli incrementi su base mensile più rilevanti hanno interessato i prezzi dei trasporti e dei servizi sanitari e spese per la salute (cresciuti entrambi dello 0,5%). Diminuzioni a livello congiunturale si sono registrate per i prezzi delle comunicazioni (-0,7%) e della ricreazione, spettacolo e cultura (-0,4%).

Sul piano tendenziale, i maggiori tassi di crescita si sono registrati per il capitolo delle bevande alcoliche e tabacchi (+4,5%) e dei trasporti (+3,7%). Cali si sono invece avuti per il capitolo di spesa relativo ad abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-1,6).

(fonte tegcom.it)

Obama presenta il nuovo piano sanità "Stop ai costi esorbitanti delle polizze"

La riforma contiene alcune differenze rispetto alle due leggi precedenti. Prevista anche l'istituzione di authority di controllo sulle tariffe assicurative

Il piano per la riforma sanitaria di Barak Obama è pronto
. Il presidente degli Stati Uniti lo ha presentato oggi usando parole dure sul "peso degli esorbitanti premi richiesti dalle compagnie di assicurazione". Il provvedimento rappresenterebbe la versione definitiva della riforma sulla sanità ma anche "un compromesso" volto a sbloccare l'iter della legge approvata, nei mesi scorsi, dalla Camera e dal Senato, ma in due versioni inconciliabili.

Giovedì summit con i repubblicani. Le proproste di Obama, che contengono alcune differenze rispetto alle due leggi che hanno ottenuto una prima approvazione da parte del Congresso, giungono in vista del summit di giovedì prossimo con i leader repubblicani, che osteggiano fortemente la riforma. Secondo Obama il piano ridurrà il deficit del budget statunitense "di 100 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni e di circa mille miliardi nella seconda decade, grazie alle riduzioni di spesa e alla riduzione di sprechi, frodi e abusi'". Di più. Per il presidente non "ha senso ripartire da zero" come auspicano invece i repubblicani. Anzi. Stando a quanto riferito dal presidente, la riforma presentata oggi è un provvedimento simile a quello varato dal Senato ma con alcune sostanziali differenze tese a estendere la base di consenso alla componente più moderata del Partito repubblicano.

Obama: "Conto su un buon sostegno". Il presidente ha ammesso di contare su un "buon sostegno politico alla sua riforma", dopo che una compagnia assicuratrice, la Anthem Blue Cross della California, ha recentemente annunciato un aumento dei premi per la copertura sanitaria del 39% a partire dal prossimo mese. Il piano di Obama prevede inoltre il controllo federale sugli aumenti delle tariffe delle coperure assicurative grazie all'istituzione di un'apposita authority. "La nostra proposta - ha spiegato Obama - renderà il sistema sanitario più accessibile, gli assicuratori più responsabili, amplierà la copertura sanitaria a tutti gli americani e renderà sostenibile il sistema, stabilizzando i bilanci famigliari, il budget federale e l'economia intera".

"Copertura anche per l'interruzione di gravidanza". Anche in materia di interruzione di gravidanza, la nuova proposta del presidente statunitense si allinea con la posizione meno restrittiva del testo presentato dal Senato. La riforma sulla healthcare non include infatti l'emendamento approvato alla Camera che proibisce alle mutue di offrire la copertura dell'aborto a chi acquista una polizza con sussidi federali. Un fatto, questo, che potrebbe causare qualche problema per Obama, ora che le colombe non hanno più la maggioranza al Senato. E infatti arriva subito la replica da Dave Camp, capogruppo repubblicano della commissione Welfare della Camera: "Questa non è una proposta seria che possa rispondere alle preoccupazioni manifestate dal popolo americano. La riforma non include alcun importante modifica chiesta dai repubblicani, come quella di porre fine alla marea di cause legali che fanno decollare il costo del sistema sanitario".

(fonte repubblica.it)

Fiat, si fermano tutti gli impianti

Due settimane di Cig per 30mila addetti

E' cominciata la cassa integrazione di due settimane in tutti gli stabilimenti Fiat. Contemporaneamente si sono fermati gli impianti di Mirafiori, Termini, Sevel, Melfi, Cassino e Pomigliano. Fino al prossimo 5 marzo circa 30 mila lavoratori del gruppo rimarranno a casa. Il Lingotto aveva annunciato lo stop delle fabbriche lo scorso 26 gennaio motivando il provvedimento con il forte calo degli ordini e la necessità di adeguare i livelli produttivi alla domanda.

Secondo i dati dell'Unrae, l'associazione dei costruttori esteri, la raccolta degli ordini nel mercato italiano ha subito, a gennaio e nella prima decade di febbraio, un calo di oltre il 50% rispetto al quarto trimestre del 2009, ultimo periodo nel quale erano in vigore gli incentivi all'auto.

Termini Imerese si ferma ancora, ma le proteste continuano
Altre due settimane di cassa integrazione anche per gli operai di Termini Imerese. Lo stop coincide pure con il fermo degli impianti dell'indotto. Le tute blu riavvieranno la catena di montaggio il prossimo 8 marzo.
Nel frattempo rimangono accesi i motori della protesta. Per sabato prossimo è in preparazione un'altra mobilitazione che vedrà ancora i primi cittadini e le comunità protagonisti: previsto un corteo e un presidio ai cancelli dello stabilimento per chiedere all'azienda di rimanere e al governo nazionale di fare pressing in questa direzione.

Bonanni: "I compensi dei manager contrastano con la chiusura di Termini"
"Spero che nei prossimi giorni si possa trovare una via d'uscita per Termini Imerese, che si possano conservare alcune produzioni legate all'auto utilizzando così le professionalità presenti sul territorio, anche nell'indotto". E' quanto ha affermato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che ai microfoni di Cnrmedia ha aggiunto: "Certo l'impianto va riconvertito, ma speriamo vi sia un piano preciso per farlo. Di sicuro la notizia dell'aumento dei compensi ai manager Fiat mal si concilia con le difficoltà di bilancio annunciate dall'azienda"

Elkann: "Su Termini già detto tutto"
Nessun cambiamento di strategia su Termini Imerese, perchè sull'argomento "abbiamo già detto tutto". Questo è stato l'unico commento che il vicepresidente di Fiat, John Elkann, ha voluto rilasciare sull'intervista pubblicata oggi da un quotidiano al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha parlato di "cambio di linea" del Lingotto sul futuro dello stabilimento siciliano.

(fonte tgcom.it)

Fs, "stop a prima e seconda classe"

Moretti:da dicembre quattro nuove fasce

Addio prima e seconda classe sui treni. Da dicembre sull'alta velocità, le Fs lanceranno quattro "classi di servizio". Ad annunciarlo l'amministratore delegato della società, Mauro Moretti, che ha spiegato come la novità riguarderà in maniera graduale i treni "Frecciarossa" e "Frecciargento". L'obiettivo, ha aggiunto l'a.d., è quello "di avere un pool di carrozze che potremo riqualificare anche con nuovi interni".

Si andrà da "un servizio di trasporto per i clienti che non hanno particolari richieste, fino ai massimi standard a livello mondiale", ha spiegato Moretti, precisando che i vagoni avranno tutti lo stesso allestimento. A tal fine, già da adesso Fs ha cominciato a togliere un vagone dai treni ad alta velocità per rinnovarli, oltre che per aumentare l'indice di riempimento.

Quanto ai 50 nuovi treni per i quali è in corso la gara da 1,5 miliardi, secondo Moretti arriveranno a luglio-settembre e potranno andare fino a 360 km/h anche su binari concepiti per un limite di 300 km/h.

Il "nuovo treno ad alta velocità sarà un treno completamente nuovo perchè quelli attualmente in fase di sviluppo stanno nascendo già vecchi", ha continuato l'a.d.

Si tratterà di un treno "che unirà ad un grande livello di confort una grande flessibilità degli interni con la possibilità di cambiare l'allestimento interno delle carrozze molto rapidamente, anche per una sola stagione". Non solo, ma "abbiamo chiesto ai progettisti di realizzare un treno costruito in modo che, sugli attuali binari da 300 chilometri all'ora, la velocita' possa aumentare del 20% scaricando sui binari lo stesso sforzo di un treno che viaggia a 300 km/h".

(fonte tgcom.it)

lunedì 22 febbraio 2010

Le crisi aziendali aumentano a gennaio

La cassa integrazione straordinaria in crescita del 286% rispetto al gennaio dello scorso anno.
Camusso (Cgil): "Coinvolti oltre 500.000 lavoratori, più che in tutto il 2009", nonostante un progresso su dicembre

Crisi aziendali in aumento anche a gennaio: i decreti per cassa integrazione straordinaria (quella concessa per ristrutturazioni e crisi aziendali) sono stati 366, in aumento del 286% rispetto agli 87 dello stesso periodo del 2009. Lo sottolinea la Cgil che con la segretaria confederale Susanna Camusso afferma che la cassa straordinaria sia in aumento per effetto della fine della cassa ordinaria. Secondo la Cgil i lavoratori coinvolti nei processi di cassa integrazione nel mese sono stati oltre 500mila, più dei lavoratori registrati per tutto il 2009. I 366 decreti complessivi nel mese sono il risultato di 253 atti per crisi aziendale, 57 per contratto di solidarietà, 17 per fallimento mentre sono le riorganizzazioni e le ristrutturazioni sono state rispettivamente 13 e 6.

Se consideriamo il complesso delle ore di cassa integrazione registrate e gennaio (84,5 milioni di ore nel mese) si calcola che si siano fermati (a zero ore) 528.000 lavoratori. "Le crisi aziendali aumentano anche dietro la conversione di decreti da Cigo a Cigs per effetto del raggiungimento del termine di utilizzo della Cigo - afferma Camusso - questo numero conferma come siano molte le aziende al limite e come il protrarsi delle difficoltà su queste, alla fine generi una crisi industriale di prospettiva ben più ampia di quanto non sia stata in partenza. Se non si interviene con una politica industriale che affronti i problemi in profondità, la ripresa non matura".

La Cgil, elaborando i dati diffusi dall'Inps giorni fa, ricorda che la cassa nel complesso a gennaio è diminuita del 16,94% su dicembre mentre è aumentata del 186% su gennaio 2009. La cassa integrazione ordinaria a gennaio 2010 cala sul mese precedente del 20,78% mentre rispetto al gennaio 2009 aumenta del +99,25% con 39,5 milioni di ore. I settori con aumenti maggiori sono il tessile e abbigliamento (+318,18%), l'edilizia (+283,46%), l'alimentare (+279,09%), carta e poligrafiche (+168,39%), le meccaniche (+113,78%). La Cassa straordinaria cala rispetto a dicembre 2009 (-13,25%) mentre registra un forte incremento rispetto al gennaio 2009 (+366,29%) con 45 milioni di ore.

La Cig in deroga, a gennaio 2010 ha segnato 19,9 milioni di ore (è considerata all'interno dei 45,5 milioni di ore di cigs). I settori che registrano gli aumenti più alti di ore di cassa straordinaria autorizzate sono il metallurgico (+2.732%), il meccanico (+606,20%) e il tessile e abbigliamento +415,30% ma anche il commercio (+1.037,04%). "Molte aziende - dice Camusso - stanno ormai esaurendo le 52 settimane massime di Cigo, ciò è evidenziato, anche dall'aumento della richiesta sulla Cigs, a fronte di un calo della Cigo. Questo andamento ha portato ad un livellamento in alto delle ore richieste tra la Cigs e la Cigo. Non è da escludere che per i lavoratori di diverse aziende, avendo accumulato lunghi periodi di cassa integrazione, siano arrivati al tetto massimo concesso in Cig nel quinquennio, e potrebbero restare scoperti fino ad agosto di questo anno, mese di azzeramento del quinquennio".

(fonte repubblica.it)

San Marino nel mirino della GdF

Controlli per dubbi sull'import-export

San Marino ancora una volta sotto la lente del Fisco italiano. Questa volta a far scattare i controlli su oltre 500 società sono i dubbi maturati dalla Guardia di Finanza sull'import export. In particolare le Fiamme Gialle hanno scoperto che, dal 2006 al 2008, gli acquisti e le vendite da e per San Marino di pc, telefoni cellulari e hi-fi risultano, in alcuni casi, addirittura superiori del 50% ai volumi degli scambi di merce dello stesso tipo avvenuti tra l'Italia e Paesi molto più grandi, come Spagna e Regno Unito.

Per i finanzieri solo una piccola parte degli acquisti e delle vendite da San Marino corrispondono a regolari rapporti commerciali, mentre una grande fetta delle fatture in entrata ed in uscita da quel Paese verso l'Italia sono gonfiate, artificiosamente alterate per un motivo ben preciso: consentire alle imprese italiane di evadere l'Iva ed abbattere le basi imponibili.

"E' per queste ragioni che la Guardia di Finanza ha in corso un piano di verifiche - informa la stessa Gdf - sull'intero territorio nazionale per la lotta alle frodi Iva poste in essere attraverso scambi commerciali tra Italia e San Marino".

"Il vantaggio - spiegano i finanzieri - è del tutto evidente. Le merci, solitamente beni di largo consumo, che vengono immesse in consumo in Italia dopo aver percorso la filiera della 'frode carosello', sono offerte a prezzi competitivi per l'Iva non versata al Fisco, sbaragliando la concorrenza delle imprese leali e legali".

Fino ad oggi, sono più di 550 le società coinvolte, 65 le verifiche fiscali già concluse e 42 gli imprenditori denunciati: il tutto per un totale di oltre 400 milioni di euro di redditi evasi e di 125 milioni di Iva non versata al Fisco. "Ma vista l'attività in corso - riferiscono le Fiamme Gialle - le cifre sono destinate a crescere di molto".

Sempre nell'ottica di questi controlli, ai confini con la Repubblica di San Marino la Guardia di Finanza ha raddoppiato la presenza dei plurisensori (autovelox fiscali), automezzi dotati di apparati di videosorveglianza per la selezione dei mezzi sospettati di traffici illeciti di merci e di denaro o attività finanziarie non dichiarate.

(fonte tgcom.it)

domenica 21 febbraio 2010

Auto, un dicembre boom in un anno-disastro

Le vendite del mese +31,5% su base annua: è l'effetto fine-incentivi. Il 2009 si è chiuso però con crolli record:
del 22,9% per il fatturato e del 18,1% per gli ordini, peggiori dati da quando esiste la statistica (1991)

Volano gli ordini degli autoveicoli a dicembre, registrato un aumento del 31,5% su base annua. Lo comunica l'Istat. L'istituto di statistica sottolinea una maxi-crescita anche per il fatturato che ha registrato un +23,2% rispetto allo stesso mese di un anno fa.

Un risultato così rilevante è da attribuirsi alla scadenza a fine anno degli incentivi pubblici sull'acquisto, ampiamente pubblicizzata da tutte le case automobilistiche.

Il 2009 si è chiuso però con crolli record per l'industria automobilistica. E' quanto risulta consultando le serie storiche dell'Istat: nella media dell'intero 2009 gli ordinativi e il fatturato del settore auto hanno registrato il peggior calo, rispetto all'anno precedente, da quando i dati vengono registrati, ovvero almeno dal 1991. Il crollo è stato rispettivamente del 22,9% per il fatturato e del 18,1% per gli ordini.

Le prospettive restano inoltre difficili, come ha sottolineato il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, responsabile per l'Industria, aprendo i lavori della riunione straordinaria dei ministri competenti per lo sviluppo, interamente dedicata alle prospettive di rilancio del settore.

''Nel 2010 - ha affermato Tajani - ci attende una grande sfida.
Le misure di sostegno nazionale (ed in particolare gli incentivi alla rottamazione) saranno progressivamente ritirate e una seconda contrazione delle vendite di nuove autovetture è stimata nell'ordine del 10%''. Dunque, ha avvertito il commissario, ''ci attendiamo ricadute negative sul fronte dei livelli di produzione, dei risultati finanziari, dei budget di ricerca e dei posti di lavoro presso i costruttori, che si estenderanno lungo la catena dell'indotto''.

Una situazione, avverte ancora Tajani, che ''non fa che accrescere il bisogno di ristrutturazione, già percepito e compreso ben prima dell'inizio della congiuntura negativa. Per questo motivo, considero cruciale accompagnare le ristrutturazioni ed evitare che la crisi economica si trasformi in crisi sociale. Come ben sappiamo, infatti, in seno all'industria dell'auto ci sono in gioco 12 milioni di posti di lavoro''.

(fonte repubblica.it)

Antitrust avvia indagine su settore audiovisivo e tlc

Vuole verificare gli effetti delle nuove tecnologie sia sulla concorrenza che sulla definizione dei "mercati rilevanti" che è alla base delle decisioni dell'autorità

L'Antitrust ha deciso di avviare un'indagine conoscitiva per verificare gli effetti del processo di evoluzione del settore audiovisivo sulle dinamiche concorrenziali e sui consumatori. Secondo l'autorità "la digitalizzazione del sistema televisivo da un lato, e lo sviluppo di modalità innovative di produzione, distribuzione, trasmissione e fruizione di contenuti dall'altro, richiedono un approfondimento per capire quali saranno, in prospettiva, le possibili ripercussioni sui mercati sotto il profilo tecnologico ed economico". La digitalizzazione delle reti trasmissive terrestri, attraverso l'utilizzo più efficiente dello spettro radio, consente di superare la scarsità di risorse delle frequenze che ha storicamente rappresentato un'importante barriera all'entrata nel mercato. La piattaforma aperta del digitale terrestre permetterà sia l'aumento dei canali free-to-air trasmessi a livello nazionale e locale, sia lo sviluppo di servizi di pay-tv. A questa evoluzione si aggiunge la convergenza, ormai definitivamente in atto, tra settore televisivo e settore delle telecomunicazioni, destinata ad esplicare pienamente i propri effetti con lo sviluppo delle reti di accesso di nuova generazione.

L'indagine, che esaminerà anche gli effetti della diffusione di internet - ivi incluse le questioni relative alla proprietà intellettuale delle opere e alla sua protezione - dovrà verificare in che misura la trasformazione in atto influisca ai fini della definizione dei mercati rilevanti, cruciale per l'attività dell'Antitrust. Sarà inoltre necessario identificare quali saranno i fattori determinanti per l'acquisizione o il rafforzamento di un potere di mercato da parte delle imprese. Risulta infatti importante che in questa fase ricca di potenzialità pro-concorrenziali, fondamentali per ampliare la possibilità di scelta dei consumatori, non vi siano ostacoli allo sviluppo competitivo, connessi, ad esempio, alla natura proprietaria delle piattaforme, all'uso di decoder chiusi e all'efficacia escludente di applicazioni software e motori di ricerca.

(fonte repubblica.it)