Le vendite del mese +31,5% su base annua: è l'effetto fine-incentivi. Il 2009 si è chiuso però con crolli record:
del 22,9% per il fatturato e del 18,1% per gli ordini, peggiori dati da quando esiste la statistica (1991)
Volano gli ordini degli autoveicoli a dicembre, registrato un aumento del 31,5% su base annua. Lo comunica l'Istat. L'istituto di statistica sottolinea una maxi-crescita anche per il fatturato che ha registrato un +23,2% rispetto allo stesso mese di un anno fa.
Un risultato così rilevante è da attribuirsi alla scadenza a fine anno degli incentivi pubblici sull'acquisto, ampiamente pubblicizzata da tutte le case automobilistiche.
Il 2009 si è chiuso però con crolli record per l'industria automobilistica. E' quanto risulta consultando le serie storiche dell'Istat: nella media dell'intero 2009 gli ordinativi e il fatturato del settore auto hanno registrato il peggior calo, rispetto all'anno precedente, da quando i dati vengono registrati, ovvero almeno dal 1991. Il crollo è stato rispettivamente del 22,9% per il fatturato e del 18,1% per gli ordini.
Le prospettive restano inoltre difficili, come ha sottolineato il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, responsabile per l'Industria, aprendo i lavori della riunione straordinaria dei ministri competenti per lo sviluppo, interamente dedicata alle prospettive di rilancio del settore.
''Nel 2010 - ha affermato Tajani - ci attende una grande sfida.
Le misure di sostegno nazionale (ed in particolare gli incentivi alla rottamazione) saranno progressivamente ritirate e una seconda contrazione delle vendite di nuove autovetture è stimata nell'ordine del 10%''. Dunque, ha avvertito il commissario, ''ci attendiamo ricadute negative sul fronte dei livelli di produzione, dei risultati finanziari, dei budget di ricerca e dei posti di lavoro presso i costruttori, che si estenderanno lungo la catena dell'indotto''.
Una situazione, avverte ancora Tajani, che ''non fa che accrescere il bisogno di ristrutturazione, già percepito e compreso ben prima dell'inizio della congiuntura negativa. Per questo motivo, considero cruciale accompagnare le ristrutturazioni ed evitare che la crisi economica si trasformi in crisi sociale. Come ben sappiamo, infatti, in seno all'industria dell'auto ci sono in gioco 12 milioni di posti di lavoro''.
(fonte repubblica.it)