giovedì 25 febbraio 2010

Fastweb e Telecom giù in Borsa

Titoli travolti da inchiesta su frode

Ancora una giornata nera per Fastweb e Telecom Italia sui listini di Piazza Affari. I titoli sono stati travolti dalla bufera giudiziaria che sta interessando le due società di telecomunicazioni. Ieri, infatti, il Gip di Roma ha aperto un'inchiesta su una maxi frode della quale sarebbero state protagoniste dal 2003 al 2006 sia la società milanese guidata da Stefano Parisi, sia la controllata di Telecom Italia, Telecom Sparkle.
La reazione in Borsa non si è fatta attendere. E così i titoli dell'azienda meneghina controllata da Swisscom, dopo aver archiviato la seduta della vigilia con un calo di oltre il 7,5% tra scambi vorticosi (sono passati di mano un milione di azioni, contro una media quotidiana dell'ultimo mese di Borsa di 57mila 'pezzi'), oggi continua a viaggiare in deciso rosso. Dopo aver aperto le contrattazioni con un -10% ha in parte ridotto le perdite, ma è arrivata a cedere oltre il 5%, scivolando sotto la soglia dei 15 euro.

Molto inferiore l'impatto sulle azioni di Telecom Italia, interessata dalla vicenda giudiziaria con la controllata Sparkle. Il titolo ieri ha chiuso con un calo del 2,87% a 1,083 e oggi viaggia in ribasso di circa l'1%.

A far scattare le vendite sui titoli è anche il rischio di commissariamento, provvedimento chiesto dalla Procura di Roma sulle due società di tlc, che nel frattempo si sono già dichiarate parte lesa e hanno detto di non aver più nulla a che fare con i manager implicati nella vicenda.

Nell'ambito dell'inchiesta sono state inviate 56 ordinanze di custodia cautelare e tra i destinatari ci sono l'ex a.d. e fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia, ora ricercato, e il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo. Tra gli indagati, invece, c'è l'attuale amministratore delegato Stefano Parisi.
Implicati altri funzionari di vertice delle due società di tlc nei confronti delle quali la magistratura sta preparando un sequestro – per crediti da Iva illecitamente rimborsata - pari a 340 milioni di euro.

Indagato Riccardo Ruggiero, presidente del Cda di Telecom Sparkle all'epoca dei fatti, arrestato l'ex amministratore delegato Stefano Mazzitelli.
Ma il gip chiama in causa anche i vertici di Telecom Italia per la "solare evidenza delle loro responsabilità".

A Milano sono scattati i primi sequestri nei confronti di Fastweb per oltre 38,5 milioni di euro. E, sempre nel capoluogo lombardo, sono stati arrestati tre manager del gruppo fondato da Scaglia. Complessivamente la megatruffa, ordita da società vuote che vendevano servizi telefonici inesistenti con la "compiacenza" delle due società di tlc, ha procurato allo Stato un danno di 365 milioni di euro.

Swisscom, pronti a collaborare con la magistratura
Swisscom "prende atto delle accuse mosse ieri dalle autorita' italiane" a Fastweb e garantisce il proprio "pieno sostegno" alla magistratura per arrivare a "un rapido chiarimento" delle stesse. In una nota il gruppo svizzero afferma che al momento dell'acquisizione di Fastweb nel 2007 "era a conoscenza del procedimento per presunta frode fiscale relativa al periodo dal 2003 al 2006". Le ultime ripercussioni della vicenda, afferma ancora il comunicato, "saranno verificate con attenzione da Swisscom", che assieme a Fastweb garantisce "alle autorita' italiane il pieno sostegno ai fini del chiarimento delle accuse".

(fonte tgcom.it)