sabato 13 febbraio 2010

Crisi,"usciamo con crescita bassa"

Draghi:"Riforme strutturali necessarie"

Secondo il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, "stiamo ora uscendo dalla crisi con un tasso di crescita basso, ai minimi europei". Nella relazione al Forex ha indicato poi come "una crescita economica sostenuta sia base di benessere" e come per ottenerla occorra una condizione: "le riforme strutturali, la cui mancanza ha segnato la perdita di competitività del Paese che dura da un quindicennio". Quanto all'euro "è saldo".

"Una crescita economica sostenuta è base di benessere - ha aggiunto Draghi - è presupposto della stabilità finanziaria per un Paese ad alto debito pubblico come l'Italia, è futuro per i giovani, dignità per gli anziani. Il nostro Mezzogiorno trarrebbe forza, può esserne traino".


"Euro è saldo ma rafforzare governo economico Ue"
"L'euro è saldo" ha affermato Mario Draghi ma sottolineando la necessità di avere nell'Unione europea "la stessa attenta verifica, lo stesso energico impulso che sono stati esercitati negli ultimi anni sui bilanci pubblici". "Dieci anni fa - ha spiegato Draghi - all'avvio della moneta unica si levarono voci a richiedere anche un governo economico dell'Unione; furono sovrastate dai cori entusiasti che celebravano la meta raggiunta insieme all'impegno a resistere a ogni ulteriore integrazione".

"Senza ripresa disoccupati rischio su Pil e consumi"
"Alla fine dello scorso anno vi erano in Italia oltre 600 mila occupati in meno rispetto al massimo del luglio 2008. La quota di popolazione potenzialmente attiva che è al momento forzatamente inoperosa è elevata e crescente. Finché la flessione dell'occupazione non s'inverte permane il rischio di ripercussioni sui consumi, quindi sul Pil". Ha affermato ancora il governatore di Bankitalia.

"Banche: chiarezza su bonus manager"
Draghi ha chiesto anche che le prossime assemblee dei soci delle banche forniscano "informazioni esaurienti e dati puntuali" sull'adeguamento delle regole su bonus e stipendi ai nuovi standard internazionali. Ai sei maggiori gruppi il governatore ha chiesto di verificare la coerenza dei loro sistemi di incentivazione e remunerazione anche con le linee guida dell'Fsb di cui lo stesso Draghi è presidente.

"Mutui a tasso variabile: le banche avvisino le famiglie dei rischi"
Cala il credito erogato dalle banche italiane alle imprese nel periodo dicembre 2008-dicembre 2009 ma aumenta quello alle famiglie, principalmente per mutui a tasso variabile e per questo gli istituti di credito devono avvisare i contraenti "del rischio che corrono in caso di aumenti di tasso". Per Draghi tuttavia "secondo le indagini piuù recenti presso le banche vi è una moderata ripresa della domanda di finanziamenti da parte delle imprese".

"Costi conti correnti più semplici"
"La struttura" delle commissioni sui conti correnti bancari deve essere più semplice. E' un'altra richiesta del governatore della Banca d'Italia al Forex di Napoli. Secondo Draghi "la varietà di nuove commissioni rende difficile per i clienti confrontare le diverse offerte". Per il governatore "un nuovo intervento legislativo, che superi le incertezze interpretative del precedente, appare necessario". Per questo la Banca d'Italia inoltrerà al governo nei prossimi giorni "una proposta organica di disciplina che porti a oneri espressi con chiarezza".

"Commissioni bancarie aumentate per un terzo dei conti correnti"
Le commissioni sui conti correnti bancari hanno visto una riduzione in media ma "per circa un terzo dei casi l'onere è invece aumentato" con "una forte differenziazione" fra i diversi istituti di credito. Il dato emerge dall'indagine di Via Nazionale presso oltre 500 banche, rappresentative di circa l'80% dei conti correnti offerti alla clientela. Indagine disponibile sul sito internet della Banca d'Italia.

"Utili rafforzino patrimonio istituti"
Il governatore di Bankitalia ha ripetuto poi che gli utili realizzati dalle banche italiane devono essere "prioritariamente impiegati nel rafforzamento patrimoniale". Draghi ha comunque riconosciuto come gli istituti di credito del nostro Paese si "stanno rafforzando" e sono "ben attrezzati per fronteggiare lo scenario internazionale". Tuttavia, le nuove regole di Basilea 3 richiederanno alle banche italiane "adeguamenti non trascurabili'".

(fonte tgcom)

venerdì 12 febbraio 2010

Ponte Stretto:Matteoli,nessun blocco

Sara' pronto nel gennaio 2017

MESSINA, 12 FEB - ''Con il ponte dello Stretto si realizzeranno opere che serviranno tutta la provincia di Messina''. Lo ha detto il ministro Matteoli. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se e' preoccupato per il ricorso al Tar della Calabria, Matteoli ha risposto:''Mi preoccupa tutto, ma non ci sara' niente e nessuno che blocchera' la realizzazione del ponte,che, nel gennaio del 2017, sara' pronto''. Circa 100 persone della Rete no ponte intanto hanno manifestato contro la realizzazione del Ponte.

(fonte ANSA)

Arriva l'obbligo cartellino con nome impiegato

L'impiegato pubblico dietro lo sportello ci penserà due volte prima di essere scortese con il cittadino

ROMA - L'impiegato pubblico dietro lo sportello d'ora in poi ci pensera' due volte prima di essere svogliato e scortese con il cittadino al di la' del vetro.

Scatta da domani, infatti, l'obbligo per il personale a contatto con il pubblico di avere un cartellino identificativo con il proprio nome e cognome. In alternativa si potra' esporre sulla scrivania una targa con il nominativo. Una disposizione gia' prevista in passato, ma non sempre applicata tranne che nella sanita', dove in molti casi e' gia' operativa: ora il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, intende farla rispettare tanto da averla scritta nella riforma 'antifannulloni' che porta il suo nome e che ha tra le parole d'ordine, appunto, la 'trasparenza'. Il provvedimento, in vigore da meta' novembre, fa decorrere l'obbligo di esposizione del
cartellino dopo novanta giorni. Non ci sara' una sanzione diretta e immediata se non sara' rispetto l'obbligo, precisa il ministero, ma ci sara' la responsabilita' del dirigente che, eventualmente, potra' essere sanzionato secondo le norme generali previste dalla legge Brunetta e i contratti collettivi. Va detto, tuttavia, che la riforma esclude dall'obbligo del cartellino identificativo alcune categorie, per il tipo di compiti loro attribuiti, che saranno individuate da ciascuna amministrazione. Per questo saranno necessari uno o piu' decreti del presidente del Consiglio o del ministro della Pubblica Amministrazione su proposta del ministro competente. In particolare, per le amministrazioni non statali sara' necessario il via libera della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza Stato-citta' e autonomie locali. Il ministero ha gia' richiamato le amministrazioni alla sua osservanza e a indicare le categorie che andranno escluse.

La norma riceve un sostanziale via libera dal Garante per la Privacy: si tratta di ''una scelta del legislatore e il Garante ne prende atto'', dice il presidente dell'Autorita', Francesco Pizzetti, annunciando la prossima adozione di nuove linee guida sulla trasparenza nelle pubbliche amministrazioni. ''Precise indicazioni - spiega - che si sono rese necessarie considerando che la riforma Brunetta parte dal presupposto che tutto deve essere conoscibile, tranne quello che dev'essere riservato''. Secondo il Garante, ''e' una scelta che premia il principio di pubblicita', si considera l'amministrazione come un servizio e solo residualmente come un esercizio di potere. Prendiamo atto del rovesciamento del principio precedente che si basava, invece, sulla non conoscibilita' e forniremo le nostre valutazioni e il nostro contributo, vigilando sul rispetto delle norme''.

Alla disposizione non e' contraria neanche la Cgil: ''e' una generalizzazione di una norma che in alcuni casi gia' si applica - afferma il responsabile settori pubblici della Cgil, Michele Gentile - e' sicuramente utile per la trasparenza ma spero non si tratti del secondo tempo della campagna antifannulloni del ministro Brunetta. A questo punto, tuttavia, siamo curiosi di conoscere quali saranno le deroghe previste dalla legge''.

(fonte ansa.it)

Pil in calo del 4,9% nel 2009

Istat: "E' il dato peggiore dal 1971"

Il 2009 si è chiuso con un Pil in calo del 4,9%. Una flessione leggermente superiore a quella stimata dal governo che aveva previsto un -4,8%. Si tratta del dato peggiore dal 1971, ossia da quando è iniziata la serie storica. Anche nel quarto trimestre l'economia ha registrato un calo, anche se contenuto: -0,2% rispetto al trimestre precedente (contro un atteso +0,1% degli analisti) e -2,8% rispetto allo stesso periodo del 2008. Lo rivela l'Istat sottolineando che, con questi numeri, la crescita acquisita per il 2010 è pari allo zero.

Un risultato, quello dell'Italia, peggiore rispetto a quello degli altri grandi Paesi. Nel quarto trimestre, infatti, il Pil è aumentato in termini congiunturali dell'1,4% negli Usa, dello 0,1% nel Regno Unito, dello 0,6% in Francia ed è rimasto fermo in Germania.

In termini tendenziali, invece il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,1% negli Stati Uniti, è diminuito del 3,2% nel Regno Unito, del 2,2% in Francia e del 2,4% in Germania.

La diminuzione congiunturale dello 0,2% del Pil del Belpaese - spiega l'Istat- è il risultato di una diminuzione del valore aggiunto dell'industria, di una sostanziale stazionarietà del valore aggiunto dei servizi e di un aumento del valore aggiunto dell'agricoltura.
C'è da dire, inoltre, che il quarto trimestre del 2009 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al quarto trimestre del 2008.

Rallenta la crescita del Pil nell'Eurozona
Nell'ultimo trimestre del 2009 il prodotto interno lordo nell'Eurozona è aumentato dello 0,1% contro il rialzo dello 0,4% nel trimestre precedente.
Rispetto al quarto trimestre 2008, invece, il Pil è sceso del 2,1%. E' quanto emerge dalle stime cosiddette "flash" realizzate dall'Eurostat.

Anche per quanto riguarda l'Unione europea a 27 paesi, il Pil è salito dello 0,1% mentre rispetto al quarto trimestre 2008 il dato è in calo del 2,3%.

In Italia, il dato è in calo dello 0,2% rispetto al periodo giugno/settembre, mentre su base annuale il ribasso sale al 2,8%.

Nello stesso periodo, il Pil degli Stati Uniti è salito dell'1,4% rispetto al trimestre precedente, e dello 0,1% rispetto all'ultimo del 2008. Considerando l'insieme del 2009, il Pil della zona Euro è in calo del 4% e quello dell'Unione europea a 27 paesi del 4,1%.

(fonte tgcom)

giovedì 11 febbraio 2010

"Non lasceremo cadere la Grecia"

Merkel all'Ue: "Aiuti per crisi Atene"

La Grecia non sarà lasciata sola. I governi dell'Eurozona sono pronti ad intervenire per evitare il peggio al Paese ellenico e garantire stabilità all'unione monetaria, oggi apertamente considerata a rischio. Anche se non si sa attraverso quali misure. Lo ha riferito il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy dopo il summit informale a Bruxelles, aggiungendo che l'intervento sarà effettuato solo "se necessario".

Dunque non dovrebbe essere immediato. All'incontro hanno preso parte anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francesce Nicholas Sarkozy, il premier greco George Papandreu, il presidente della Bce Jean Claude Trichet e il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy.

L'accordo raggiunto si fonda su due pilastri: il primo è l'intenzione di non lasciare la Grecia al proprio destino assicurando una protezione in nome della stabilità dell'intera unione monetaria; il secondo è il compito del governo greco che deve attuare rigorosamente i tagli del deficit già definiti e, anzi, attuare anche quelle misure aggiuntive che già oggi appaiono necessarie per rispettare l'impegno a portare il deficit da oltre il 12% del Pil a un livello inferiore al 3% entro il 2012.

Van Rompuy ha detto che sarà la Commissione europea a seguire "attentamente e da vicino" l'attuazione del programma greco in consultazione con la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale. Sicuramente la Commissione, ha aggiunto il presidente Ue, proporrà misure addizionali avvalendosi della "expertise" del Fmi. Il ruolo del Fondo sarà dunque soltanto "consultivo".

Nulla ha detto il presidente Ue sui mezzi dell'eventuale intervento dei governi dell'Eurozona. Non ha detto se si tratterebbe di azioni bilaterali o che coinvolgerebbero tutti i paesi Eurozona (esclusa la Grecia e probabilmente esclusi anche Spagna e Portogallo anch'essi sotto il tiro dei mercati). Per ora nulla si sa anche dell'annunciato piano Merkel-Sarkozy, che ieri aveva scatenato molta attesa.

Il cancelliere austriaco Werner Faymann è stato l'unico a indicare esplicitamente di che cosa si sta parlando: non sussidi o doni, ma prestiti con interesse che possono essere effettuati "rapidamente per aiutare un paese rapidamente". Ciò per rendere possibile il rifinanziamento del debito senza il rischio di veder fallire le prossime emissioni di titoli pubblici che nel secondo trimestre si concentrano pericolosamente.

Ora si attende l'Ecofin del 16 febbraio
Martedì 16 febbraio l'Ecofin darà il via libera formale alle raccomandazioni della Commissione europea alla Grecia che certificano quanto è già noto sul programma per ridurre il deficit pubblico e sulla tabella di marcia della supervisione stretta cui Atene viene sottoposta: rapporti mensili sull'attuazione delle misure, da maggio rapporti trimestrali, conferma dell'impegno a tagli ulteriori non dovessero rivelarsi sufficienti quelli previsti, copertura di ogni "scivolamento" dei conti pubblici.

(fonte tgcom.it)

Cala il reddito delle famiglie Per Bankitalia è sceso del 4%

I dati sul periodo 2006-2008 evidenziano che il 13,4% degli italiani è sotto la soglia di povertà
Il 10% più abbiente possiede quasi il 45% della ricchezza totale, in linea con gli anni precedenti

Il reddito medio delle famiglie italiane è diminuito del 4% fra il 2006 e il 2008 a 2.679 euro al mese. Lo rileva uno studio della Banca d'Italia che precisa: "Tenendo conto dei cambiamenti nell'ampiezza e nella composizione della famiglia il reddito equivalente è caduto circa del 2,6%. La riduzione è sostanzialmente simile a quella osservata nel corso della precedente recessione, tra il 1991 e il 1993".

"Il 20 per cento delle famiglie ha un reddito mensile inferiore a circa 1.281 euro, il 10 per cento superiore a 4.860 euro; il reddito mediano è pari a 2.174 euro. La concentrazione dei redditi è risultata nel 2008 sostanzialmente in linea con quella rilevata negli anni passati".

La riduzione dei redditi ha riguardato in misura maggiore i lavoratori autonomi rispetto ai dipendenti e agli individui in condizione non professionale. E la contrazione è stata maggiore per gli individui di età inferiore ai 55 anni e in particolare per quelli con meno di 45 anni.

"Il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi il 45% dell'intera ricchezza netta delle famiglie italiane. Tale livello di concentrazione è rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi quindici anni", scrive palazzo Koch. Dall'altra parte della 'classifica', "la quota di individui con reddito al di sotto della soglia di povertà risulta pari al 13,4%, valore sostanzialmente in linea con quello rilevato nel 2006".

La quota di individui residenti in Italia e nati all'estero è cresciuta fra il 2006 e il 2008 di due punti percentuali portandosi a circa il 7 per cento della popolazione. Di questi, circa il 36 per cento ha cittadinanza italiana. Il 24 per cento di quelli con altra cittadinanza sono cittadini di paesi appartenenti all'Unione Europea.


Nel 2008 la ricchezza familiare netta, data dalla somma delle attività reali (immobili, aziende e oggetti di valore) e delle attività finanziarie (depositi, titoli di Stato, azioni, ecc.) al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti), presenta un valore mediano di 153.000 euro. In termini reali, dopo essere cresciuto di circa il 44 per cento dal 1993 al 2006 soprattutto grazie all'aumento del valore degli immobili, questo importo è diminuito di circa l'1 per cento nel biennio successivo.

La percentuale di famiglie indebitate è aumentata di quasi due punti percentuali, al 27,8 per cento, un valore ancora inferiore a quelli dei principali paesi industriali, in particolare nel comparto dei mutui. Non è tuttavia aumentato il loro grado di vulnerabilità finanziaria, misurato dall'incidenza della rata dei prestiti per immobili sul reddito disponibile, che risulta pari a circa il 17 per cento, in linea con quanto rilevato nel 2006 e in altri paesi dell'area dell'euro.

L'affitto medio pagato dalle famiglie è stato nel 2008 pari a circa 336 euro al mese per un'abitazione della superficie media di 75 mq. Considerando un'abitazione di dimensione media, nell'ultimo biennio l'incidenza della spesa dell'affitto sul reddito delle famiglie locatarie è aumentato di circa un punto percentuale, portandosi su un livello di circa il 18,6 per cento.

(fonte repubblica.it)

Traffico aereo, crollo nel 2009 più che per le torri gemelle

I dati dell'Aea: 20 milioni di passeggeri in meno per le compagnie europee rispetto al 2008. Nel 2002, dopo l'11 settembre, il calo era stato di 14 milioni. Il segretario generale: "La crisi non è finita, il settore cambierà radicalmente"

Crollo dei passeggeri per le compagnie aeree europee nel 2009: 20 milioni in meno rispetto al 2008, da 346 milioni a poco meno di 326 (-5,8%). E' il bilancio dell'Aea (associazione europea di 36 compagnie aeree), che rileva come questo calo superi il precedente record di perdita di traffico che era stato di 14 milioni nel 2002, dopo gli attentati dell'11 settembre negli Stati Uniti.

Il traffico in Europa è calato del 5,3%, quello nel Nord Atlantico del 5,6% e nell'Estremo Oriente del 5,9%. Se il mercato passeggeri è stato molto debole per le merci è andata molto peggio con un calo del 16,5%. Nel più grande mercato per le compagnie aeree dell'Aea, cioè quello da e per l'Estremo Oriente, il calo è stato del 22,8%.

Quanto alle compagnie, Alitalia ha trasportato circa 22 milioni di passeggeri, quasi 48 Air France, più di 32 British Airways e 53,16 Lufthansa. "La cruda realtà delle cifre - ha affermato il segretario generale Aea, Ulrich Schulte-Strathaus - ci dice quello che sapevamo già, cioè che il nostro settore ha appena attraversato un anno incredibile. La crisi non è finita, le ripercussioni si faranno sentire anche in futuro, e per certi aspetti il volto del settore cambierà radicalmente. Abbiamo visto che vettori e fornitori di servizi sono stati in grado di evitare il peggio della recessione per la capacità di recuperare i costi".

(fonte repubblica.it)

mercoledì 10 febbraio 2010

Industria: produzione 2009 a -17,4

Istat: è il dato peggiore dal 1991

Il 2009 è stato l'annus horribilis per l'industria italiana: la produzione è crollata complessivamente del 17,4%. Si tratta del dato peggiore dal 1991. Lo rivela l'Istat aggiungendo che nel solo mese di dicembre il calo è stato dello 0,7% rispetto al mese precedente e del 2,3% su base annua.
Tra i vari settori la diminuzione più forte l'ha registrata la produzione di metallurgia (-28,1%), la fabbricazione di macchinari (-28,7%) e la produzione di mezzi di trasporto (-25,2%).

La diminuzione più contenuta, invece è stata registrata dagli alimentari (-1,6%), mentre l'unico settore che ha registrato un aumento della produzione è la farmaceutica con un +2,8%.

Per l'auto un dicembre d'oro
La produzione industriale di autoveicoli a dicembre è aumentata dell'85,1% rispetto a dicembre 2008. L'aumento corretto per gli effetti di calendario è stato del 59,1%. Nella media annua 2009 - precisa l'Istat - si è registrato un calo della produzione auto rispetto al 2008 del 20,5% in termini grezzi e del 21,3% secondo il dato corretto per gli effetti di calendario.

(fonte tgcom.it)

Gas, più garanzie le bollette e sostituzione gratis se il contatore è rotto

Niente più bollette "a sorpresa" se il contatore del gas si rompe e niente più spese per cambiarlo. In caso di malfunzionamento del contatore, infatti, si avrà diritto a sostituzione gratuita, ricostruzione dei consumi e restituzione pagamenti non dovuti. Lo prevede una nuova delibera dell'Autorità per l'energia che entrerà in vigore il 1° aprile prossimo.


Se si rompe il contatore – Nel caso in cui si accerti un malfunzionamento del contatore, dunque, la sostituzione spetterà alla società che eroga il servizio senza alcun onere per il cliente. Per questo, una volta arrivata la segnalazione, l’impresa è tenuta a fissare un appuntamento per l’effettuazione della verifica del contatore, sia a domicilio del cliente che presso un laboratorio specializzato. Se l'esito è negativo deve sostituirlo gratis.

Spetta al consumatore indicare l'ultima lettura valida - Per quel che riguarda poi il pagamento delle bollette, la delibera prevede il diritto alla ricostruzione dei consumi, a partire dall’ultima lettura ritenuta valida dal cliente. In sostanza quando non è possibile determinare con certezza il momento in cui il contatore ha iniziato a non funzionare correttamente, il distributore deve garantire la ricostruzione dei consumi nel periodo compreso tra l’ultima lettura (validata dal distributore e non contestata dal cliente) e la data di verifica del contatore. Se non si trova un accordo sulla validità delle letture deve essere fatta una ricostruzione dei consumi, risalendo fino ad un massimo di cinque anni indietro.

Quando i conti non tornano - Se la ricostruzione fosse sfavorevole al consumatore, ossia se si dovesse pagare di più, in tutti i casi in cui il distributore avesse a sua volta fatto errori, ad esempio non avesse effettuato la lettura alle scadenze previste, al cliente non potrebbe essere comunque addebitato l’importo che deriva dalla ricostruzione de consumi ma solo, quello riferito ai consumi medi dall'ultima lettura.

(fonte repubblica.it)

Mutui, dal 1° febbraio possibile presentare le domande per la sospensione delle rate

E' possibile presentare dal 1° febbraio, la domanda per ottenere la sospensione del pagamento delle rate del mutuo per 12 mesi. Questa opportunità è offerta praticamente da tutti gli istituti di credito, ma è obbligatorio rispettare le condizioni imposte dalla banca.


Niente costi a carico nè aumento dei tassi - L'operazione prevede la possibilità di sospendere il pagamento delle rate per 12 mesi. La sospensione non determina l’applicazione di interessi di mora né l’applicazione di alcuna commissione o spesa di istruttoria e avviene senza richiesta di garanzie aggiuntive. Non ci sono, quindi, costi aggiuntivi da pagare, ma solo un allungamento dei tempi di rimborso del mutuo: i 12 mesi "saltati" andranno infatti recuperati in seguito e questo, ovviamente, comporterà l'obbligo di pagare per un anno in più rispetto alla scadenza originaria.

I clienti interessati - La possibilità di sospendere per almeno un anno il pagamento delle rate riguarda una platea ben definita di mutui e mutuatari. Questa agevolazione è riconosciuta, infatti, solo per i mutui di importo fino a 150.000 euro (o di importo maggiore se così stabilito dalla banca) accesi per l’acquisto, costruzione o ristrutturazione dell’abitazione principale e nei confronti dei clienti con un reddito imponibile fino a 40.000 euro annui, che hanno subito dall'inzio di quest'anno o dovessero subire nel 2010 eventi particolarmente negativi sia sul fronte della perdita di occupazione che su quello della salute.

In quali casi si può avere la sospensione - In base all'accordo è possibile chiedere di saltare le rate per i mutui a tasso fisso, variabile e misto, inclusi i mutui cartolarizzati, rinegoziati, per i quali è stata fatta la surroga e per i mutui accollati.
La richiesta può essere presentata in caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, purchè non si tratti di risoluzione consensuale, di risoluzione per limiti di età con diritto a pensione di vecchiaia/anzianità, di licenziamento per giusta causa o di dimissioni. Diritto a sospendere i pagamenti anche in caso di cessazione dei rapporti di collaborazione e di sospensione dal lavoro o riduzione dell’orario di lavoro per un periodo di almeno 30 giorni, anche in attesa dell’emanazione dei provvedimenti di autorizzazione dei trattamenti di sostegno del reddito (Cig; Cigs; altre misure di sostegno del reddito come gli ammortizzatori sociali in deroga; contratti di solidarietà). Infine la stessa possibilità è riconosciuta in caso di morte o di insorgenza di condizioni di non autosufficienza da parte del mutuatario.

Possibile saltare le rate anche se si è già in ritardo con i pagamenti - Potrà chiedere la sospensione del rimborso dei mutui anche chi è già oggi in ritardo con i pagamenti. Occorre, però, che il ritardo non sia superiore a sei mesi e che sia dovuto alla perdita del lavoro o ad una delle altre cause previste come motivazione per la sospensione delle rate. Anche è in ritardo oggi, potrà, quindi, presentare la domanda.

Quando saltare la rata non è ammesso - Ci sono però anche dei casi espressamente esclusi dal beneficio. L'esclusione riguarda innanzitutto i i mutui con rata fissa e durata variabile e quelli per i quali sia stata stipulata un’assicurazione a copertura del rischio di perdita di lavoro o invalidità, se l'assicurazione copre almeno gli importi delle rate oggetto della sospensione e sia efficace nel periodo di sospensione stesso. Esclusi anche i mutui con con ritardo nei pagamenti superiore a 180 giorni consecutivi al momento della presentazione della domanda da parte del mutuatario ovvero per i quali sia intervenuta la risoluzione del contratto stesso o sia stata avviata da terzi una procedura esecutiva sull’immobile ipotecato, e i mutui che fruiscono di agevolazioni pubbliche (contributi in conto interessi/capitale e provvista agevolata)

Come funzione la sospensione - E possibile richiedere la sospensione per almeno 12 mesi e per una sola volta. Sono possibili due opzioni: sospendere l'intera rata del mutuo, oppure solo il rimborso del capitale pagando comunque la quota interessi. Anche questa opzione è prevista a discrezione della banca. Nel primo caso gli interessi maturati nel periodo di sospensione vengono rimborsati (senza applicazione di ulteriori interessi), a partire dal pagamento della prima rata successiva alla ripresa dell’ammortamento, con pagamenti periodici (aggiuntivi rispetto alle rate in scadenza e con pari periodicità) per una durata che sarà definita dalla banca sulla base degli elementi forniti dal mutuatario. Nel secondo caso dopo la sospensione si riprenderà a rimborsare il solo capitale.

Tutte le informazioni on line Per attivare la procedura occorre presentare un'apposita domanda, e la sospensione delle rate scatterà entro 45 giorni. I moduli sono disponibili on line oltre che presso tutti gli sportelli. E' anche possibile consultare on line le condizioni offerte da tutti gli istituti.

(fonte repubblica.it)

Dichiarazioni dei redditi, entro il 1° marzo l'arrivo del Cud. Chi può evitare di fare il 730 e chi può evitare di pagare il Caf

Più tempo quest'anno per chi vuol arrivare preparato e senza dubbi dell'ultima ora all'appuntamento con il pagamento dell'Irpef. Entro il primo marzo, infatti, i datori di lavoro dovranno consegnare il Cud. C'è tempo, quindi, per prepararsi con tutta tranquillità ma con la massima attenzione all'appuntamento con il 730.


Le scadenze per la presentazione -
Le date previste per la presentazione del 730 sono due: il 30 aprile per chi si rivolge al proprio sostituto d'imposta, e il 31 maggio per chi si affida a un Caf o a un professionista abilitato. Chi sceglie il Caf dovrà presentare tutta la documentazione necessaria per ottenere le detrazioni, ma potrà comunque compilare da sè il modello.

Per il modello precompilato non si paga nulla al Caf - A questo proposito è bene ricordare che chi presenta il 730 precompilato, non deve pagare nulla al Caf, come prevede il paragrafo 3.1 dalla circolare dell'Agenzia delle entrate 21/E del 4 maggio 2009. Il Caf è tenuto comunque a effettuare il controllo della documentazione, ai fini dell' apposizione del visto di conformità e successivamente a inviare la dichiarazione per via telematica.

Chi è esonerato dalla dichiarazione - Come in passato, non tutti coloro che ricevono il Cud debbono fare anche il 730. Infatti i lavoratori dipendenti che hanno soltanto i redditi attestati nel Cud, sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, se non hanno spese da far valere per avere le relative detrazioni. Lo stesso per quel che riguarda i pensionati, anche se titolari di più trattamenti pensionistici per le quali, però, è stato effettuato il conguaglio ai fini fiscali di tutte le somme ricevute. Chi non è tenuto alla dichiarazione, per, come dicevamo, ha il diritto di presentare il 730 per far valere le detrazioni per oneri diversi da quelli eventualmente già attestati nel Cud.

Modello730 più semplice quest'anno - Per chi compila il 730 c'è comunque da sottolineare che nel modello sono state introdotte alcune semplificazioni: la più importante è la scomparsa dell'obbligo di conservare la fotocopia della ricetta per ottenere la detrazione del ticket sui farmaci. Infatti, come precisato nelle istruzioni, per le spese sanitarie relative all’acquisto di medicinali, la detrazione spetta se la spesa è certificata da fattura o da scontrino fiscale (c.d. “scontrino parlante”) in cui devono essere specificati la natura, la qualità e la quantità dei prodotti acquistati nonché il codice fiscale del destinatario. E' stato invece cancellato l'obbligo di allegare la ricetta medica in seguito a quanto stabilito dal Garante per la privacy con un provvedimento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 107 dell’11 maggio 2009, in base al quale, a tutela dei dati sensibili, non si dovrà più indicare in modo specifico la denominazione commerciale dei medicinali acquistati (nome dei farmaci) ma il numero di autorizzazione all’immissione in commercio. Di conseguenza poiché nella ricetta medica appare il nome commerciale dei medicinali, questa non va più presentata.

Esordio per la detrazione per i mobili per le ristrutturazioni in corso - Tra le new entry, invece, la detrazione per l'acquisto dei mobili prevista per chi ha ristrutturazioni in corso. Lo sconto d'imposta è pari a 20% della spesa fino ad un massimo di acquisti per 10.000 euro, da dividere in cinque rate di pari importo.

Le novità per gli immobili - Sul fronte degli immobili, poi, aumentano i righi a disposizione per indicare le varie tipologie di uso dell'appartamento, si prevede che quando l'Ici non è dovuta non occorre compilare la casella, ed esordisce la cedolare secca del 20% per gli immobili dati in locazione nelle località colpite dal terremoto.

(fonte repubblica.it)

L'Antitrust: "Nei servizi troppo poca concorrenza"

Una nota a governo e Parlamento: "Rivedere le norme su poste, ferrovie, autostrade e aeroporti in via prioritaria. E più poteri per poter tutelare meglio la concorrenza e i consumatori''

''Occorre rivedere in via prioritaria le norme che proteggono dalla concorrenza i servizi postali, ferroviari, autostradali e aeroportuali''. Lo chiede l'Antitrust nella segnalazione inviata a governo e Parlamento in vista della prima legge annuale sulla concorrenza.

Per l'Autorità ''la legge annuale rappresenta uno strumento normativo di particolare efficacia per completare il processo di modernizzazione concorrenziale dell'economia nazionale. Le riforme, che dovranno essere continue nel tempo e progressive - si afferma in una nota - dovranno partire dai settori più critici e svilupparsi verso quelli meno protetti in un disegno complessivo e graduale''.

Poste, ferrovie, autostrade e aeroporti rappresentano, secondo l'Antitrust, ''i settori sui quali intervenire in via prioritaria per definire un assetto realmente competitivo della realtà economica del paese. Sono comparti che vanno accompagnati dalla creazione di regolatori autorevoli e indipendenti, evitando però di istituire nuove Autorita'''.

Per le banche e le assicurazioni l'Autorità ribadisce ''l'esigenza di una legge di principi che riformi la governance. Essenziali le riforme anche nel settore dell'energia, a partire da un nuovo assetto della rete dei carburanti che va resa più efficiente e da una modifica delle modalità di accesso al mercato dello stoccaggio''. Nella segnalazione a governo e Parlamento l'Autorità chiede ''maggiori poteri per poter tutelare meglio la concorrenza e i consumatori''.

(fonte repubblica.it)

martedì 9 febbraio 2010

TOYOTA: Richiama oltre 400 mila auto per problemi ai freni

(ASCA-AFP) - Tokyo, 9 feb - La Toyota ha annunciato l'avvio della campagna di richiamo per oltre 400 mila auto ibride tra le quali l'ultima versione della Prius per problemi al sistema dei freni. Oltre 220 mila auto riguardano il Giappone e 147 mila sono invece negli Stati Uniti. Il presidente della Toyota, Akio Toyoda, ha annunciato oggi che ''faremo qualsiasi cosa in nostro potere per restituire fiducia ai nostri clienti''.

Scajola:"Niente incentivi per auto"

"Termini, soluzione è l'auto elettrica"

Gli incentivi proseguiranno anche nel 2010, ma non per il settore auto. Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, a margine dei consiglio informale dei ministri dell'Industria europei a San Sebastian. Per il ministro gli aiuti al settore delle quattro ruote quest'anno si limiteranno solo all'innovazione e alla ricerca. Parlando poi del futuro di Termini Imerese, Scajola, ha affermato che una "soluzione possibile" potrebbe essere quella dell'auto elettrica.

"Credo sia opportuno quest'anno dare incentivi ad altri settori che hanno bisogno di essere spinti", ha detto Scajola. "Nel 2009 il governo ha incentivato fortemente il settore auto. Mi pare che qui a San Sebastian stia prevalendo la tesi di uscire dal sistema di incentivi sul settore delle quattro ruote". Tuttavia c'è la necessità "di dare certezze altrimenti i consumi frenano. Credo quindi che sia opportuno quest'anno dare aiuti ad altri comparti".


L'auto, però non sarà abbandonata del tutto. Scajola ha precisato che per il settore delle quattro ruote gli interventi del governo si concentreranno sull'innovazione e la ricerca.

Sembra essere così giunta alla capitolo finale la querelle con il Lingotto sull'opportunità di concedere o meno incentivi al settore. Un balletto che aveva chiamato in causa anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne e il presidente del gruppo Luca Cordero di Montezemolo.
"Il governo è disponibile a dare una mano ma Fiat non sembra interessata a nuovi incentivi", aveva dichiarato il premier. "Per quanto riguarda gli eco-incentivi - aveva immediatamente replicato l'a.d. del Lingotto - voglio sottolineare che l'eventuale scelta del governo di non rinnovarli ci trova pienamente d'accordo". Il governo "faccia la sua scelta - erano state le parole di Marchionne - e noi accetteremo senza drammi. Ma abbiamo bisogno di decisioni in tempi brevi e di uscire dall'incertezza, poi saremo in grado di gestire il mercato e la situazione qualunque essa sia". Dopo l'a.d. era sceso in campo anche il presidente Montezemolo affermando che più che gli incentivi alla Fiat serve un serio piano industriale.
Il ministro Scajola dopo il botta e risposta aveva preso tempo affermando che prima di prendere delle decisioni bisognava vedere l'orientamento degli altri Paesi Ue. Ed ora finalmente le intenzioni sembrano chiare: gli aiuti all'auto saranno pochi e limitati e i fondi andranno a sostegno degli altri settori bisognosi.

Per Termini la soluzione poterbbe essere l'auto elettrica
Per sapere invece quale sarà il futuro dello stabilimento siciliano di Termini Imerese, bisognerà attendere la prossima settimana, quando Scajola riferirà nell'aula del Senato sulla situazione dell'impianto Fiat.

Intanto il ministro vaglia le varie soluzioni possibili. E una di queste potrebbe essere la produzione di auto elettriche. A San Sebastian, ha detto Scajola, "ho preso contatti con i colleghi ministri per trovare una soluzione possibile sull'auto elettrica a Termini Imerese".

(fonte tgcom)

lunedì 8 febbraio 2010

In Italia la benzina più cara d’Europa

Diesel in leggero calo e benzina in leggera ascesa. Questo l’andamento dei prezzi della scorsa settimana.

Nel frattempo arrivano notizie come al solito negative per noi. Secondo gli studi UE, l’Italia è il mercato europeo dove la benzina è più cara, al netto delle imposte (dove pure peraltro primeggiamo in negativo). Nel diesel un risultato leggermente migliore, visto che siamo sest’ultimi, con Belgio, Irlanda, Finlandia, Grecia e Portogallo che fanno peggio di noi.

Qui di seguito la tabella comparativa:


Benzina

Diesel

Austria

0,425

0,448

Belgio

0,465

0,534

Bulgaria

0,439

0,442

Cipro

0,526

0,516

Danimarca

0,528

0,502

Estonia

0,473

0,498

Finlandia

0,504

0,543

Francia

0,475

0,462

Germania

0,464

0,472

Grecia

0,513

0,561

Irlanda

0,509

0,535

Italia

0,530

0,524

Lettonia

0,475

0,490

Lituania

0,505

0,521

Lussemburgo

0,504

0,495

Malta

0,536

0,478

Olanda

0,481

0,456

Polonia

0,469

0,490

Portogallo

0,509

0,53

Rep. Ceca

0,487

0,515

Romania

0,493

0,501

Slovacchia

0,475

0,436

Slovenia

0,470

0,470

Spagna

0,508

0,511

Svezia

0,445

0,474

U.K.

0,446

0,464

Ungheria

0,477

0,505

Ecco i prezzi medi più alti e più bassi rilevati la scorsa settimana da quotidianoenergia.

LE PIU’ CARE (media settimanale)
Benzina: Api/IP 1,351 €/lt.
Diesel: Tamoil 1,175 €/lt.

LE PIU’ ECONOMICHE (media settimanale)
Benzina: Q8 1,341 €/lt.
Diesel: Q8 1,161 €/lt.

(fonte tgcom)

IL FRIGO CHE "MANGIA" TROPPA ENERGIA

L'elettrodomestico più diffuso al mondo, immancabile presenza in tutte le cucine, và coccolato con alcune buone e corrette abitudini di uso e manutenzione. Se non si vuole che, invece di contenere il cibo, il frigo mangi i nostri risparmi e più energia del dovuto, bisogna prendere delle buone abitudini. Capita spesso di tenere il frigo aperto mentre sistemiamo la spesa o di riempirlo troppo e male, non facendo attenzione alla disposizione degli alimenti né alla sua temperatura. Già questi atteggiamenti determinano un iper consumo energetico, facilmente evitabile con alcuni "trucchetti". Innanzitutto sistemare il frigo lontano da fonti di calore, ad esempio né vicino al forno né sotto la luce diretta del sole, e lasciare almeno 10 cm tra un alimento e l'altro, in modo che circoli l'aria all'interno, permette già un consistente risparmio energetico. Inoltre, pulire ogni 4 mesi la serpentina dietro al frigorifero con un panno umido e non lasciare che le pareti si rivestano di ghiaccio consente di risparmiare fino al 30% di energia elettrica. Infine, controllare se la velocità di raffreddamento dei cibi è sufficientemente buona: una volta riposti nel freezer, ad esempio, gli alimenti devono arrivare a una temperatura di 18° C, in un tempo compreso tra le 22 e le 26 ore. Naturalmente già la qualità del prodotto al momento dell'acquisto influisce sul risparmio di energia: un frigocongelatore di classe A++ avrà, in condizioni ottimali, un costo annuo di 37,6€, piuttosto che i 68,80€ di un classe A o, addirittura, oltre 156,20€ di un classe G. Grazie a questi piccoli accorgimenti si può risparmiare fino a 60€ l'anno. Apparentemente una cifra irrisoria che, se moltiplicati per 10 anni, la vita media di un frigo, diventa una cifra consiste e permette di acquistarne uno nuovo a zero spese, oltre ad un rilevante risparmio energetico.

(fonte greeness.it)

In arrivo i «conti correnti» presso supermercati e benzinai

Non sono dei conti correnti classici perché non daranno interessi sul denaro depositato. Sono "conti di pagamento" utili per rendere più fluidi gli esborsi ricorrenti o legati a consumi. Dall'altra parte non ci sarà una banca ma degli "istituti di pagamento" che potranno fare anche del credito, ma entro limiti fissati da Bankitalia e per operazioni finalizzate agli acquisti. Il prestito dovrebbe essere contenuto nei 12 mesi con la possibilità di andare oltre, se collegato a pagamenti con carte di credito. Le "quasi banche" dovranno essere iscritte a un apposito albo, dovranno separare tali attività dal proprio business caratteristico, avranno una separazione amministrativo- contabile rispetto a tutto il resto. Si sottoporranno alla Vigilanza di Bankitalia che potrà effettuare controlli, esaminare reclami e distribuire sanzioni.
Proprio l'istituto di via Nazionale, entro breve, dovrà rendere note le istruzioni operative. A quel punto, catene di supermercati o grandi utilities, operatori telefonici o società di trasporti o di distribuzione del carburante potranno studiare offerte ai propri clienti abbinate a un conto di pagamento. Che ha potenzialità ben maggiori delle fidelity card e non richiede la sponda esterna di una banca con relativi costi.
Saranno gli stessi soggetti commerciali a gestire le movimentazione in entrata e in uscita, creando concorrenza alle banche e fra loro. Così come vuole la direttiva Ue approvata nel novembre del 2007. Per l'Italia, che ha ancora il 90% delle transazioni in contanti, può essere l'occasione di una svolta. Un passaggio della "guerra al contante" che è sostenuta dalle banche e che ha numerosi vantaggi anche per la collettività (per esempio nel contrasto al riciclaggio di denaro).
Ma come funzionerà un conto di pagamento? In fase iniziale è un conto "prepagato" che potrà essere alimentato da denaro contante, accredito di stipendi, rimesse di denaro da altri paesi o da spostamento di fondi da altri conti correnti o carte. A quel punto il conto potrà essere utilizzato per pagare la spesa, utenze, sanzioni o abbonamenti. Potranno essere effettuati bonifici e quasi tutte le forme di pagamento.
Con quel conto di riferimento potranno essere attivati pagamenti contactless (senza inserimento della carta o digitazione del Pin) o con cellulare, oppure online e in tutte le forme che le tecnologie della finanza potranno offrire. Già ora con la possibilità di pagare bollette o sanzioni dal tabaccaio il cliente può disporre di interlocutori diversi da banche e uffici postali.
Per il consumatore il vantaggio dovrebbe essere un mix di costi minori e maggiore rapidità. Con una rendicontazione delle spese effettuate più facile, meglio raggruppabile o recuperabile in caso di contestazioni.
Soprattutto con una carta o un cellulare sarà possibile effettuare pagamenti di piccola entità, senza estrarre il portafogli o le monetine. Certo, quando partirà, il pressing sarà forte. Dal supermercato di fiducia o dalle Ferrovie dello Stato, o dalla tv digitale, potrà arrivare l'offerta di aprire un conto di pagamento per agevolare lo spostamento di flussi di denaro. C'è addirittura il rischio, se le aziende a contatto con il grande pubblico entreranno nelle attività di pagamento, che il cliente accetti di avviare più conti di pagamento. Con più documenti da tenere e con fin troppi numeri da memorizzare. Anche se con spese bassissime.
Per le aziende l'offerta di servizio di pagamento è un business complementare: serve per automatizzare la gestione dei pagamenti e degli incassi, riducendo la carta in circolazione e utilizzando molto più di prima il canale online. Dovrebbe favorire una crescita dei volumi attraverso i finanziamenti di breve termine e tutte le politiche di fidelizzazione che potranno transitare proprio sul conto. Il nuovo strumento sembra facilitare il contatto con una clientela giovane e non bancarizzata cui offrire uno strumento di base molto semplice. Infine l'introduzione di nuovi mezzi di pagamento può aprire l'azienda a nuovi mercati e nuovi prodotti.
Il via alla nuova fase delle quasi banche porta con sè anche una razionalizzazione di funzioni di intermediari già esistenti. Alcune società finanziarie ex articolo 106 e 107 del Testo unico bancario (cioè che svolgono attività di finanziamento, intermediazione o cambi) dovranno ridefinire la loro posizione e, con scadenze diverse entro il 31 gennaio 2011, dovranno precisare la volontà di iscrizione al nuovo albo delle istituzioni di pagamento. Entrando in un'area di operatività meglio regolamentata e più vigilata.

(fonte ilsole24ore.com)