giovedì 11 febbraio 2010

"Non lasceremo cadere la Grecia"

Merkel all'Ue: "Aiuti per crisi Atene"

La Grecia non sarà lasciata sola. I governi dell'Eurozona sono pronti ad intervenire per evitare il peggio al Paese ellenico e garantire stabilità all'unione monetaria, oggi apertamente considerata a rischio. Anche se non si sa attraverso quali misure. Lo ha riferito il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy dopo il summit informale a Bruxelles, aggiungendo che l'intervento sarà effettuato solo "se necessario".

Dunque non dovrebbe essere immediato. All'incontro hanno preso parte anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francesce Nicholas Sarkozy, il premier greco George Papandreu, il presidente della Bce Jean Claude Trichet e il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy.

L'accordo raggiunto si fonda su due pilastri: il primo è l'intenzione di non lasciare la Grecia al proprio destino assicurando una protezione in nome della stabilità dell'intera unione monetaria; il secondo è il compito del governo greco che deve attuare rigorosamente i tagli del deficit già definiti e, anzi, attuare anche quelle misure aggiuntive che già oggi appaiono necessarie per rispettare l'impegno a portare il deficit da oltre il 12% del Pil a un livello inferiore al 3% entro il 2012.

Van Rompuy ha detto che sarà la Commissione europea a seguire "attentamente e da vicino" l'attuazione del programma greco in consultazione con la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale. Sicuramente la Commissione, ha aggiunto il presidente Ue, proporrà misure addizionali avvalendosi della "expertise" del Fmi. Il ruolo del Fondo sarà dunque soltanto "consultivo".

Nulla ha detto il presidente Ue sui mezzi dell'eventuale intervento dei governi dell'Eurozona. Non ha detto se si tratterebbe di azioni bilaterali o che coinvolgerebbero tutti i paesi Eurozona (esclusa la Grecia e probabilmente esclusi anche Spagna e Portogallo anch'essi sotto il tiro dei mercati). Per ora nulla si sa anche dell'annunciato piano Merkel-Sarkozy, che ieri aveva scatenato molta attesa.

Il cancelliere austriaco Werner Faymann è stato l'unico a indicare esplicitamente di che cosa si sta parlando: non sussidi o doni, ma prestiti con interesse che possono essere effettuati "rapidamente per aiutare un paese rapidamente". Ciò per rendere possibile il rifinanziamento del debito senza il rischio di veder fallire le prossime emissioni di titoli pubblici che nel secondo trimestre si concentrano pericolosamente.

Ora si attende l'Ecofin del 16 febbraio
Martedì 16 febbraio l'Ecofin darà il via libera formale alle raccomandazioni della Commissione europea alla Grecia che certificano quanto è già noto sul programma per ridurre il deficit pubblico e sulla tabella di marcia della supervisione stretta cui Atene viene sottoposta: rapporti mensili sull'attuazione delle misure, da maggio rapporti trimestrali, conferma dell'impegno a tagli ulteriori non dovessero rivelarsi sufficienti quelli previsti, copertura di ogni "scivolamento" dei conti pubblici.

(fonte tgcom.it)