Tremonti: come Germania e davanti a Usa
Le tabelle del Fondo Monetario Internazionale "ci vedono messi sul debito pubblico a fianco della Germania e molto meglio di tanti altri grandi Paesi, Stati Uniti compresi". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. "Questo non vuol dire che dobbiamo mollare la presa e che possiamo riprendere a spendere - ha aggiunto Tremonti - è esattamente l'opposto, ma almeno è un investimento per tutti".
(Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti - ansa)
L'Italia non è una pecora nera. La nostra situazione del debito pubblico, ormai, può a tutti gli effetti essere assimilata a quella di Paesi virtuosi. E' con una certa dose di soddisfazione che il ministro dell'Economia ha illustrato a Washington alcuni nuovi numeri elaborati dal Fondo Monetario Internazionale sulle previsioni di aggiustamento delle finanze pubbliche. E mentre le discussioni generali nel consesso internazionale continuano a incentrarsi sull'entità della ripresa e sulle misure per garantire una migliore gestione di eventuali crisi future, il presidente del Financial Stability Board e governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, assicura che "la riforma della finanza non pregiudicherà la ripresa".
"Italia a fianco della Germania"
Le tabelle del Fondo Monetario Internazionale presentate dal capo economista Olivier Blanchard, "ci vedono messi sul debito pubblico a fianco della Germania e molto meglio di tanti altri grandi Paesi, Stati Uniti compresi" ha spiegato Tremonti sostenendo che "questo è oggettivamente un merito del governo Berlusconi".Il ministro ha spiegato che, secondo le nuove proiezioni del Fondo, per arrivare a un debito/pil del 60% nel 2030 all'Italia servono aggiustamenti strutturali che tra il 2010 e il 2020 si aggirerà attorno al 4% dell'avanzo primario, ovvero un livello solo leggermente superiore a quello della Germania.
"In passato noi pecora nera, ora no"
"Questo non vuol dire che dobbiamo mollare la presa e che possiamo riprendere a spendere - ha osservato Tremonti - è esattamente l'opposto". "Per tanto tempo siamo stati la pecora nera - ha aggiunto - vedere oggi che l'Italia è vicina alla Germania e molto meglio di altri paesi è una cosa che ci sembra positiva e ci riempie di orgoglio". "I dati ci dicono che dobbiamo fare almeno come i tedeschi e magari un po' di più, masicuramente le manovre che andranno fatte dagli altri Paesi sono molto più grandi e più pesanti per la gente di quelle che dovremmo fare anche noi i prossimi anni".
In tema di congiuntura, invece, Draghi ha garantito che "nessuno di noi vuole pregiudicare la ripresa" e che "la riforma della finanza sarà realizzata solo quando la ripresa sarà consolidata". La sua entrata in vigore "sarà graduale e passerà attraverso un lungo periodo di transizione". Parlando poi di un altro tema che ha monopolizzato l'interesse degli incontri americani di G7, G20 e Fondo Monetario, la crisi greca, Draghi ha spiegato che per fermare laspeculazione e convincere i mercati sarà fondamentale l'attuazione rapida del piano di sostegno ad Atene. Posizione questa condivisa anche dal segretario generale al Tesoro Usa Timothy Geiuthner che, incontrando il ministro delle finanze greco George Papaconstantinou, ha fatto appello alla stessa Grecia, ai partner europei e al Fmi affinché agiscano velocemente. E il Fondo Monetario, per bocca del suo direttore generale Dominique Strauss-Kahn, ha tranquillizzato i cittadini greci: "Non devono aver paura del Fmi - ha detto - non ci demonizzino, siamo qui per aiutarli".
(fonte tgcom.it)