Crisi, cortei ad Atene e Salonicco
La crisi greca pesa sui listini e innesca la protesta dei cittadini: sono in tanti a disapprovare la decisione del premier Georges Papandreu di ricorrere al meccanismo di sostegno Ue-Fmi. La Borsa di Atene è in forte ribasso, e intanto si annunciano nuovi scioperi. Manifestazioni ad Atene e Salonicco sono state convocate dal sindacato dei dipendenti pubblici. Appello del ministro Papaconstantinou: "Servono 9 miliardi entro il 19 maggio".
Sulla delicata questione è intervenuto anche il vicepresidente della Bce Lucas Papademos, presentando ai parlamentari europei il rapporto annuale 2009 della Banca centrale. E ha sottolineato che l'attuale programma economico elaborato insieme alla Grecia dall'Unione europea, dalla Banca Centrale europea e dal Fondo monetario internazionale deve contenere misure fiscali e riforme strutturali capaci di risolvere gli squilibri del Paese.
"È essenziale che il piano specifichi ampie misure fiscali e riforme strutturali che intervengano alla radice degli squilibri fiscali greci e delle sue debolezze strutturali, in modo da assicurare un miglioramento dei conti pubblici e della competitività internazionale del Paese" ha affermato Papademos.
Nonostante l'impegno preso dal governo greco a realizzare pienamente le misure annunciate per il 2010 e le affermazioni dei vari leader europei a favore della Grecia, "le pressioni sul mercato finanziario sono rimaste e si sono recentemente intensificate" ha aggiunto Papademos, il quale ha anche affermato di non ritenere che, complessivamente, dalla vicenda greca possa emergere una nuova crisi bancaria a livello internazionale.
Aiuti Fmi: soluzione praticabile
La partecipazione del Fmi al salvataggio della Grecia rappresneta una soluzione praticabile secondo la Bce. "Credo che non ci saranno problemi a raggiungere una posizione comune" ha affermato Papademos.
I greci non sono d'accordo
Ma non la pensano così la gran parte dei greci, che disapprovano la decisione del premier Georges Papandreu di ricorrere al meccanismo di sostegno Ue-Fmi per uscire dalla crisi e temono le tensioni sociali conseguenti a drastiche misure del governo. Secondo un sondaggio per la tv Mega, il primo dopo l'annuncio del premier venerdì scorso, il 60,9% dei greci boccia la decisione del governo e il 70,2% non vuole un prestito dal Fondo Monetario Internazionale. Oltre il 51% ritiene che la politica economica del governo non sia avviata nella giusta direzione e il 67,4 per cento prevede che la richiesta scatenerà disordini sociali. Con una percentuale quasi identica (il 57%), secondo l'ultimo sondaggio, anche i contribuenti tedeschi bocciano gli aiuti alla Grecia.
Le sfide del Patto di stabilità
Il numero due della Bce ha poi parlato delle sfide che deve affrontare in questo momento il Patto di stabilità. "C'è preoccupazione sulla preesistenza di considerevoli squilibri fiscali in Europa e altrove, che possono minare la fiducia nella sostenibilità delle finanzie pubbliche e generare rischi per la crescita economica e la stabilità finaziaria" ha affermato Papademos, secondo cui altri Paesi hanno problemi simili alla Grecia, anche se di intensità minore. "In questo momento è un imperativo che tutti i Paesi dell'area euro aderiscano strettamente ai dettami del patto di stabilità".
Verso un'eurocrescita moderata
Sul fronte più strettamente economico il rapporto Bce ha confermato la linea già enunciata dalla banca centrale in occasione degli ultimi meeting di politica monetaria. I tassi sono a livelli appropriati, ha ripetuto Papademos, e la previsione resta per una crescita moderata e disomogenea in eurozona nel 2010, con aspettative di inflazione che per ora rimangono fermamente ancorate. Un apprezzabile miglioramento delle condizioni fiscali generali, ha spiegato il vicepresidente della Bce, non si potrà vedere prima del 2011-2012. Aggiungendo però che la strategia più appropriata passa per progressivo abbandono delle misure straordinarie di supporto da parte della Bce.
(fonte tgcom.it)