La Germania e la Francia fanno fronte comune contro gli Eurobond e gettano le basi per una collaborazione rafforzata, che da oggi passa anche attraverso un'armonizzazione dei rispettivi sistemi fiscali per prevenire meglio eventuali future crisi economiche nella zona euro. Mentre sulla questione Eurobond, il governatore della Bce, Jean Claude Trichet, preferisce non esprimere alcuna posizione. Al temine del 13/mo consiglio dei ministri franco-tedesco tenuto a Friburgo, nel Sud della Germania, la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy sono stati chiari: gli eurobond contribuirebbero solo a «deresponsabilizzare» i paesi di Eurolandia, mentre oggi ciò che serve è esattamente il contrario.
«Non deve esserci la condivisione del rischio» estesa a tutti i Paesi, ha detto la Merkel. «La condivisione dei tassi di interesse e dei rischi non ci aiuterebbe in modo strutturale», ha spiegato. Piuttosto, ha proseguito riferendosi a Sarkozy, «siamo entrambi d'accordo che deve esserci più coerenza nella politica economica». E l'inquilino dell'Eliseo è stato altrettanto diretto: «Bisogna responsabilizzare gli stati, non deresponsabilizzarli», ha detto, difendendo poi Berlino dalle critiche del presidente dell'eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Se per il primo ministro del Lussemburgo Berlino è «anti-europea» nel rifiutare in modo «semplicistico» la proposta di lanciare governativi targati Ue, infatti, Sarkozy ha risposto: «Non vedo quanto la Germania possa essere egoista. Alla fine la Germania è il primo contribuente nella Ue». E poi: «Non penso che siamo stati consultati prima che questa idea fosse lanciata» dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti e da Juncker, ha sottolineato Sarkozy: «Se lo avessimo saputo in anticipo, forse avremmo potuto trovare un compromesso».
A difendere gli eurobond è stato oggi il tedesco Martin Schulz, presidente del gruppo SD (socialisti e democratici) al Parlamento europeo, secondo il quale questi strumenti «sono sicuramente un modo per arginare la speculazione» e inoltre «rafforzerebbero la fiducia internazionale nell'euro». Non solo: nonostante le posizioni ribadite oggi, Schulz è convinto che «la pressione sulla Merkel sarà così grande che cederà». Intanto, il governatore di Bankitalia e membro del consiglio direttivo della Bce, Mario Draghi, ha sottolineato che la responsabilità finale della gestione della crisi è dei governi di eurolandia, non della Bce. «Sono soltanto molto preoccupato del fatto che potremmo facilmente oltrepassare il segno e perdere tutto quello che abbiamo, perdere l'indipendenza e violare il Trattato Ue», ha scritto in un articolo pubblicato sull'Ft. In vista del vertice Ue della settima prossima, la Merkel ha ricordato che «se fallisce l'euro, fallisce l'Europa» e insieme a Sarkozy ha gettato le basi per un'armonizzazione dei sistemi fiscali di Germania e Francia. Un piano, questo, che secondo Berlino e Parigi servirà da «esempio» all'Europa per affrontare meglio eventuali crisi future.
(fonte leggo.it)