Euro a 1,30 dollari,giù Borsa Milano
Il premio di rendimento pagato dai Btp italiani decennali rispetto al bund tedesco vola ai nuovi massimi dall'introduzione dell'euro, toccando i 200 punti base. In pratica il mercato considera i titoli di Stato italiani sempre più a rischio. Dopo la diffusione della notizia, la Borsa di Milano ha registrato un forte calo. Intanto non si ferma la svalutazione dell'euro, scambiato ormai a 1,3089 dollari.
In chiusura l'indice Ftse Mib ha perso il 2,67% a 19.314 punti, il Ftse All Share ha ceduto il 2,52% a 19.986,42. E con questi numeri Piazza Affari si è dimostrata la peggiore del Vecchio Continente.
Sono soprattutto i timori per l'Irlanda che hanno pesato sull'asta dei Btp, che il Tesoro ha collocato a tassi più elevati di una cinquantina di centesimi rispetto al mese scorso, mentre lo spread con il Bund tedesco è salito a 195 punti base, massimo storico da quando c'è l'euro. Sui Btp, inoltre, come riferiscono gli operatori, sono stati notati consistenti flussi di vendita subito dopo l'asta: un evento piuttosto insolito per i titoli di Stato italiani. La domanda, comunque sia, ha tenuto: il Tesoro ha piazzato in asta 6,8 miliardi di CcTeu e Btp a 3 e 10 anni a fronte di richieste totali per 9,1 miliardi.
A pesare è stato soprattutto il contesto di mercato, con gli investitori per nulla rassicurati dal piano di salvataggio dell'Irlanda messo a punto dalla Ue e spaventati per i possibili scossoni che possono interessare Portogallo e Spagna. Tutto il mercato obbligazionario europeo arranca e non sono solamente i titoli di Stato dei Paesi periferici a perdere terreno. Spicca il balzo dei rendimenti, tornati sui livelli di oltre un anno fa.
Per il Btp triennale il rapporto domanda/offerta è stato in linea con l'asta del mese precedente, mentre per il decennale è stato lievemente inferiore. "La domanda - dice un operatore - è stata sostenuta sia dal profilo delle scadenze, sia dalla decisione del Tesoro di tagliare le aste di fine anno: una scelta che rende l'asta di oggi di fatto l'ultima del 2010". Il nervosismo del mercato si è manifestato più che altro sul livello dei rendimenti: gli aumenti registrati (circa 50 centesimi in media) hanno fatto ritornare i rendimenti sul medio-lungo termine sui livelli di oltre un anno fa, anche se l'aumento è stato decisamente più basso rispetto a quello registrato da Irlanda, Portogallo e Spagna.
"I prezzi - dice un trader - si sono un po' allentati e i bond, evento piuttosto insolito per i titoli di Stato italiani, sono stati molto venduti anche nel dopo asta. Forse ha pesato il fatto che l'asta sia rimasta in mano agli specialisti mentre negli ultimi mesi era stata molto forte la presenza degli investitori istituzionali, anche internazionali". I flussi di acquisto invece non si sono visti; anzi, molte sale operative hanno registrato sostanziosi flussi in uscita, dall'Italia come anche da altri Paesi con rating più elevati, Germania in testa.
La tendenza all'allargamento dello spread rispetto alla Germania riguarda tutti i Paesi dell'Eurozona: il decennale spagnolo cede circa 20 punti base e marca un differenziale di 265 centesimi e il Portogallo allarga di 17 punti base a 440 centesimi sul Bund. Anche il Belgio cede circa 15 base e sulla scadenza decennale consegna 105 punti base alla Germania; la Francia infine passa sulla scadenza decennale da uno spread i 40 a uno di 44 centesimi rispetto al benchmark tedesco.
(fonte tgcom.it)