Rincari in arrivo con il nuovo anno. Secondo i calcoli di Adusbef e Federconsumatori, a partire dal primo gennaio sulle tasche delle famiglie italiane si abbatterà una stangata di oltre 1.000 euro annui tra aumenti della benzina, degli alimentari, dei treni e delle tariffe. Il 2011 si prospetta così come «un anno infelice» in cui il potere d'acquisto delle famiglie, già colpito dalla crisi economica, verrà ulteriormente ridotto. Anche stando alle stime di altre associazioni (Adoc, Codacons, Unione nazionale consumatori, Movimento difesa del cittadino riunite nel Casper) l'aggravio si aggirerà sui 1.000 euro, anche se non li toccherà, fermandosi a 902 euro annui. La voce più consistente che peserà sulle famiglie sarà, secondo Adusbef e Federconsumatori, quella alimentare, con aumenti annui di 267 euro, ovvero del 6%. A seguire i carburanti, per i quali, sulla scia dei previsti incrementi del petrolio che potrebbe salire fino a 100 dollari al barile, la spesa aumenterà di ben 131 euro l'anno. Oltre 120 euro in più saranno spesi per il trasporto ferroviario, comprese le tratte pendolari, mentre i prezzi dell'rc auto cresceranno, secondo Adusbef e Federconsumatori, di 105 euro (+10-12%).
Aumenti sono previsti anche per le tariffe autostradali (+2%), per quelle del gas (+7-8%) e della luce (+4-5%), per quelle dei rifiuti (+7-8%) e per l'acqua (+5-6%). L'aumento più consistente in termini percentuali sarà però quello del trasporto pubblico locale (+25-30%). In tutto la spesa delle famiglie aumenterà quindi di 1.016 euro annui. «Anche il 2011 - commentano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef - si prospetta un anno infelice: sia per la crisi economica, che, se non adeguatamente affrontata, non permetterà di raggiungere nemmeno l'1% di crescita del pil, sia per i rincari che contribuiranno a ridurre ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie». Secondo le associazioni «ai soliti comportamenti speculativi in tema di prezzi e tariffe, si aggiungono infatti tensioni importanti sui costi dei prodotti energetici e delle materie prime. Tutti fattori che incideranno sui prezzi sia dei beni durevoli che dei beni di largo consumo, a partire da quelli alimentari». Per questo sono «sempre più necessarie politiche economiche completamente diverse da quelle sin qui attuate, che dovrebbero puntare ad un rilancio dell'economia», partendo da una detassazione a favore delle famiglie a reddito fisso, lavoratori e pensionati. «In mancanza di ciò - concludono - si consoliderà sempre di più il circolo vizioso tra contrazione dei consumi, cassa integrazione e licenziamenti, e produzione industriale, non potendo sperare nella ripresa della nostra economia solo attraverso le esportazioni».
(fonte leggo.it)