lunedì 14 febbraio 2011

Fiat conferma piani per l'Italia

Governo: "Azienda ha cuore italiano"

La Fiat ha confermato al governo l'intenzione di perseguire gli obiettivi di sviluppo in Italia. Il piano prevede la crescita della produzione nel nostro Paese fino a un milione e 400mila auto, con un investimento per circa 20 miliardi di euro. "Fiat è una grande multinazionale che si sta espandendo nel mondo ma che rimane con un cuore italiano", così il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, dopo l'incontro con i vertici del Lingotto.

L'a.d. Sergio Marchionne e il presidente John Elkann hanno dunque "confermato di voler investire in Italia", considerando il nostro Paese "un punto di partenza per una azienda che vuole investire nel mondo intero, anche aprendo nuovi mercati".

A Palazzo Chigi al vertice con i vertici Fiat erano presenti, oltre al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, i ministri Giulio Tremonti, Paolo Romani e Maurizio Sacconi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. L'incontro successivamente è stato allargato ai rappresentanti degli enti locali: il governatore della Regione Piemonte, Roberto Cota, il presidente delle Provincia di Torino, Antonio Saitta e il sindaco della città, Sergio Chiamparino.

"Il futuro di Fiat, il suo radicamento in Italia, l'effettiva realizzazione degli altri investimenti ipotizzati sono condizionati alla governabilità degli stabilimenti", ha specificato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Su questo "abbiamo riconosciuto concordemente - ha aggiunto Sacconi - governo, Regione, Comune e Provincia l'importanza di relazioni industriali costruttive''. E' "questo il cuore del problema, lo abbiamo condiviso tutti", ha sottolineato ancora.

"Questione sede se ne parlerà nel 2014"
Marchionne ha spiegato che il destino della sede dell'azienda "se ne parlerà nel 2014". Lo ha riferito il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta. Anche il sindaco Chiamparino ha spiegato che Marchionne ed il presidente John Elkann hanno confermato "l'italianità" del gruppo ma in un contesto in "evoluzione dinamica che richiede di lavorare giorno per giorno" per difendere le condizioni perché resti così.

(fonte tgcom.it)