L'assegno di accompagnamento per gli invalidi sarà legato al reddito del nucleo familiare. E' questa l'ipotesi alla quale stanno lavorando i tecnici del governo per la stretta alle pensioni di invalidità. Nel complesso la manovrà determinerà una correzione nel 2011 dell'andamento tendenziale dei conti di circa 12,5 miliardi pari allo 0,8% di Pil. Oltre i due terzi della correzione riguarderà risparmi di spesa, mentre il resto arriverà da maggiori entrate che saranno concentrate nel settore dei giochi e del contrasto all'evasione. Inasprimenti potrebbero registrarsi nelle regioni con i conti della sanità in disordine.
Invalidità: l'assegno di accompagnamento per gli invalidi sarà legato al reddito del nucleo famigliare. Attualmente l'assegno viene attribuito solo in base a criteri di salute del soggetto non in grado di provvedere a se setsso. Ne può beneficiare anche chi ha un reddito molto elevato. L'ipotesi a cui si sta lavorando prevede la predisposizione di tabelle per fasce di reddito introduicendo una gradazione dell'assegno che decrescerebbe al crescere del reddito. In pratica si tratta di estendere all'assegno di accompagno il criterio già adottato per molte prestazioni sociali legate al reddito. La spesa per l'invalidità ammonta a circa 16 mld l'anno di cui 12 vanno proprio all'assegno di accompagnamento. Il risparmio ipotizzato è di qualche centinaio di mln.
Pensioni: si passera dalle attuali due finestre d'uscita l'anno a una sola finestra. La misura avrà caratterre strutturale e consentirà un risparmio di circa 1,5 miliardi. Non è ancora chiaro se riguarderà solo le pensioni di anzianità o anche quelle di vecchiaia.
Pubblico impiego: i sacrifici maggiori saranno chiesti al settore del pubblico impiego. Le ipotesi allo studio prevedono il blocco di un anno dei contratti e delle assunzioni. Per il turn over si pensa di bloccare anche le deroghe eattualmente in vigore. Inoltre si pensa di allungare da 3 a 6 mesi i tempi per percepire la buonuscita. l'intervento potrebbe pesare per 3 mld. Sanità: per le regioni con i bilanci sanitari in deficit ci sarà il ricorso all'aumento dell'addizionale Irpef e al ritocco dell'Irap. Nel mirino soprattutto la spesa farmaceutica che ha ampiamente sforato le previsioni.
Entrate: un po'' di risorse dovrebbero arrivare dalla lotta all'evasione con interventi soprattutto nel settore dei giochi. Si pensa di prosciugare ulteriormente il gioco clandestino. Inoltre potrebbe eserci una nuova riapertura dei termini per accatastare gli immobili ex rurali.
Stipendi d'oro: sul versante dei tagli agli stipendi elevati, a partire da quelli dei parlamentari, si registra una sorta di gara a chi avanza la proposta più popolare. Si va dal taglio del 5% per ministri e parlamentari al tetto per gli 'alti papaverì del pubblico impiego (Calderoli), passando per la donazione di tre mensilità da parti dei parlamentari (Rotondi) a una più modesta mensilità (La Russa).
BOSSI: TAGLIARE STIPENDI DEI GIUDICI Va bene tagliare gli stipendi dei parlamentari ma «se c'è da pagare devono farlo tutti ed è giusto che anche i magistrati diano la loro mano, perché lo stipendio dei politici è legato a quello dei magistrati». Lo ha detto Umberto Bossi, leder della Lega Nord e ministro della Riforme ad un'iniziativa sul fiume Ticino. Bossi ha fatto capire di essere d'accordo con la proposta DI Calderoli purchè «non sia un trucco» perché «non si risolvono certo i problemi economici tagliando gli stipendi ai parlamentari: il problema - ha concluso - è ben altro, è chè per tanti anni lo Stato ha dato i soldi a chi li ha sbattuti via. Il federalismo fiscale risolverà anche questo problema».
PREMIER: "GLI ITALIANI SI FIDANO DI NOI" «Gli italiani si fidano di noi, di un governo che raccoglie la loro esigenza di sviluppo, di libertà, di opportunità e che rende l'Italia protagonista in Europa contro l'avanzata della speculazione sull'euro». È quanto ha scritto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato a Palermo alla manifestazione «Il Pdl per l'Italia del futuro», organizzato dal senatore Carlo Vizzini. «Siamo il Governo del fare - ha aggiunto il premier - e continueremo a lavorare con il profondo amore per il Paese che guida ogni nostra iniziativa».
IL NO DI EPIFANI Giù le mani dal lavoro dipendente e dai pensionati. Così il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, reagisce all'ipotesi di una manovra con sacrifici per 25 miliardi. In una intervista a Repubblica, accusa: "Come si fa a passare da una propaganda dove tutto funziona e tutto andava bene a una manovra di questa pesantezza? Il governo deve rendere trasparente il perchédi questa contorsione improvvisa. Altrimenti è un governo non credibile". Il numero uno della Cgil non nasconde l'irritazione per l'esclusione del suo sindacato dai recenti incontri dove invece il governo ha convocato Cisl, Uil e Confindustria: "Non è un atto di forza, ma di debolezza. Il problema non è che il governo deve spiegare alla Cgil quanto sta accadendo ma al paese". Quanto alla manovra, Epifani osserva: "Il conto viene naturalmente presentato ai più deboli. La manovra che il governo propone avviene nel corpo di un paese che è già stato colpito dalla crisi. Mi sembra una manovra destinata a deprimere ancora di più l'economia".
(fonte leggo.it)