La richiesta del 'tecnico' Tremonti di una manovra decisa e in linea con l'Europa è giusta e comprensibile, ma bisogna anche contemperare il rigore con la necessità di tenere alta la popolarità del governo tra la gente. E' questo il ragionamento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha avviato in queste ore un delicato lavoro di mediazione sentendo oggi più di una volta il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e concordando con il responsabile del dicastero una accelerazione dei tempi che dovrebbe portare al varo della manovra economica da 24 miliardi di euro addirittura tra martedì e mercoledì prossimi, salvo sorprese. In sostanza, si sarebbe trovato quel "giusto equilibrio"- é la valutazione che si fa in ambienti della maggioranza- tra il "rigore" chiesto dall'Europa, tanto perseguito da Tremonti ( che in giornata ha sentito anche le parti sociali ed il suo collega del Lavoro Maurizio Sacconi) e la necessità di non gravare eccessivamente sulle spalle dei cittadini, così come fortemente voluto dal presidente del Consiglio Il frutto di questa intesa, dopo che ieri Berlusconi aveva promesso che la manovra "non sarà punitiva", inizia a vedersi anche nelle ultime indiscrezioni sulle misure del provvedimento: che vedono il condono edilizio perdere quota rispetto a un rafforzamento della lotta all'evasione, all'ipotesi che sparisca il tetto a 25.000 euro per l'indennità in favore di chi assiste persone non autosufficienti e allo stop sui ticket sanitari. Contemporaneamente si dovrebbe mettere mano alle spese dei ministeri fissando tagli insieme ai titolari dei dicasteri.
NIENTE MACELLERIE SOCIALE Insomma, è prevalsa la linea di una rimodulazione complessiva delle spese dello Stato piuttosto che quella di un intervento diretto su settori sensibili come le pensioni, il fisco, la sanità e la scuola. Quindi,"niente macelleria sociale", si commenta ancora in ambienti della maggioranza. No a norme che colpiscano i più deboli, dice anche l'opposizione. Anche se, puntualizza Pier Luigi Bersani, "serve una manovra dura e difficile" vista la situazione di crisi internazionale. Mentre anche l'ex premier Romano Prodi predica il "coraggio di misure impopolari". La prossima settimana, come spiega il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, sulle nuove misure da varare ci saranno "riunioni importanti a tutti i livelli, parlamentare, politico e sindacale": riunioni che aiuteranno il presidente del Consiglio a trovare quella sintesi necessaria per una manovra bilanciata tra la necessità di rigore e le aspettative dei cittadini. Un confronto che auspica anche il ministro delle Politiche Ue Andrea Ronchi e che la componente finiana della maggioranza chiede con forza. "E' auspicabile che Berlusconi coinvolga tutto il Pdl e la coalizione - dice Italo Bocchino - in scelte che vanno esaminate con attenzione per evitare che valutazioni soltanto contabili creino problemi nel rapporto tra governo e pubblica opinione". Più esplicito Fabio Granata che chiede che non vengano messi in difficoltà i lavoratori dipendenti. Lo stesso allarme lanciato ieri da Bersani su una manovra che alla fine secondo il Pd peserà sui "nuovi ceti medio-bassi". Intanto da Massimo D'Alema arriva una cauta apertura al governo. Quando "ci faranno vedere le carte" e "se Berlusconi ci metterà la faccia", allora "discuteremo", dice il presidente del Copasir. Un'uscita alla quale sembra implicitamente rispondere il leader del Pd Bersani da Pechino. "C'é bisogno di una manovra dura - dice - e difficile. Temo che il governo non voglia metterci la faccia e dire qual è il problema reale, senza affrontare il problema strutturale".
IL REDDITOMETRO Il redditometro farà parte delle misure inserite nella manovra, per reperire nuove risorse, prevedendo un gettito già per il prossimo anno, che andrà a crescere nel 2012. Le voci sull'introduzione dello strumento si sono fatte sempre più insistenti e la condivisione, di tutte le parti sociali, fa spingere l'acceleratore sull'inserimento della nuova arma che sarà messa a disposizione degli 007 fiscali già dal prossimo anno. Intanto sembra che si allunghino i tempi per l'approvazione, dopo lo sprint venerdì scorso, con il ministro dell'Economia salito al Quirinale per presentare il provvedimento al capo dello Stato. Subito dopo erano circolate voci sulla possibilità di un'accelerazione dei tempi, con un incontro tra le parti sociali lunedì e la presentazione in Cdm martedì. Ma le richieste di condivisione all'interno della maggioranza potrebbero far rallentare la tabella di marcia del Tesoro, che invece sarebbe pronto a presentare il provveidmento al Consiglio dei ministri martedì. Ecco le misure allo studio di vi XX settembre.
CONDONO: Al fianco del concordato edilizio, da cui si parla sin dalle prime indiscrezioni sulla manovra, sta prendendo piede l'ipotesi di un condono edilizio, il terzo dell'era Berlusconi. Ad essere regolarizzati, quindi, no sarebbero più solo gli immobili 'fantasmà ma tutti quelli costruiti abusivamente dal 2007 (anno dell'ultimo condono). La misure consentirebbe di fare cassa in tempi molto rapidi, anche se l'ipotesi di un'altra sanatoria sta sollevando numerose critiche.
FISCO: La lotta all'evasione fiscale sarà aiutata dal nuovo redditometro. Lo strumento, che subirà presto un restyling, entrerà di sicuro nel provvedimento, partendo già dal primo gennaio. Il Tesoro potrebbe prevedere un gettito già per il prossimo anno, anche se non molto alto, e una cifra molto più consistente per il 2011. Il nuovo strumento, infatti, che si basa sull'onere della prova a carico del contribuente, potrebbe indurre chi non rientra dei criteri a conciliare con l'erario in tempi rapidi.
SANITÀ: Il taglio del fondo sanitario, dovrebbe essere compensato con il ticket per la specialistica, introdotto con la finanziaria 2007 ma finora sempre coperto dallo Stato. Si lavora anche ad altre ipotesi, puntando in particolare sulla riduzione della spesa farmaceutica. Per le regioni a rischio aumento Irap e addizionale Irpef (Lazio, Campania, Calabria e Molise) potrebbero essere concessi tempi più lunghi per i piani di rientro.
PENSIONI: Ormai quasi certa la chiusura delle finestre per andare in pensione, per il settore pubblico e privato. Rispetto alle attuali quattro finestre di vecchiaia e due di anzianità sono allo studio diverse ipotesi, quella più probabile sembra la riduzione a una sola finestra. Altra voce da cui si punta a fare cassa è quella relativa alle pensioni di invalidità, attraverso il «disboscamento» dei falsi invalidi. Ma anche legando l'assegno di accompagnamento per gli invalidi al reddito del nucleo familiare, lasciando fuori quelli più alti. Saranno delle tabelle per fasce di reddito a stabilire l'ammontare dell'assegno, che decrescerebbe al crescere del reddito. Dei 16 miliardi l'anno di spesa per questa voce, 12 vanno all'assegno di accompagnamento.
DIRIGENTI: Nel pacchetto di interventi quasi certo è l'intervento sugli stipendi dei dirigenti pubblici, con un taglio del 10% sulla parte delle retribuzioni che supera gli 80.000 euro.
STATALI: La manovra punta sempre di più sugli interventi nel pubblico impiego. Le ipotesi allo studio prevedono il blocco di un anno dei contratti e delle assunzioni. Per il turn over si pensa di bloccare anche le deroghe attualmente in vigore. Inoltre il termine entro cui percepire il Tfr potrebbe passare dagli attuali 3 mesi a 6 mesi. In questo caso il risparmio arriverebbe dai minori interessi, che scattano quando la buonuscita non viene versata entro i limiti previsti dalla legge. Per le cifre più alte si pensa anche a una rateazione della somma, da diluire in tre anni.
FONDI IMMOBILIARI: nuove risorse potrebbero arrivare dal prelievo sui fondi immobiliari, che attualmente scontano una tassazione agevolata del 20% solo in caso di attribuzione dei proventi. Ci potrebbe essere un inasprimento del prelievo con la tassazione anche in capo al fondo stesso.
GIOCHI: Nuove risorse arriveranno dal settore dei giochi, puntando in particolare sul contrasto del clandestino. Le sanzioni dovrebbero riguardare non solo chi gestisce il gioco ma anche i giocatori. TRACCIABILITÀ: Potrebbe scendere di nuovo la soglia che obbliga a utilizzare pagamenti tracciabili. Si lavora ancora alla soglia che attualmente è fissata a 12.500 euro e potrebbe tornare al tetto del centro-sinistra, pari a 5.000 euro, o addiruttura scendere ancora.
RAZIONALIZZAZIONE ENTI: Altri risparmi dovrebbero arrivare da alcune razionalizzazioni degli istituti di previdenza e infortunistici. In pratica saranno soppressi l'Ipost (ente previdenziale dei lavoratori delle poste) e Ipsema (previdenza e assistenza del settore marittimo) e le rispettive funzioni saranno assorbire da Inps e Inail. Allo studio anche l'ipotesi di razionalizzare le spese di alcuni enti: Isae, Isfol e Ice.
PARLAMENTARI: Il taglio strutturale degli stipendi dei parlamentari e magistrati dovrebbe arrivare al 15%, a cui si dovrebbe aggiungere anche il taglio delle indennità. La sforbiciata alle retribuzioni di deputati, senatori e componenti del governo, avrebbe più un significato simbolico che di effettivo gettito. Sarebbe infatti un segnale, da mandare agli italiani, in vista degli interventi che interesseranno i cittadini.
REGIONI ED ENTI LOCALI: Taglio dei trasferimenti per regioni ed enti locali. Si punta anche alla riduzione degli enti inutili, in particolare degli enti decentrati e locali, che fanno capo alle province. I compiti che vengono svolti da queste strutture, quindi, potrebbero passare ai comuni, alle regioni o alle stesse province. Il taglio interesserebbe le comunità montane, consorzi dei bacini, enti parchi regionali, consorzi di bonifica, agenzie regionali e Autorità d'ambito territoriale (Ato) in materia di servizi idrici.
RICERCATORI: "TAGLI INACCETTABILI" Manovra finanziaria «taglierà le retribuzioni dei giovani ricercatori più di quelle dei parlamentari, di ministri e sottosegretari di stato e dei manager pubblici». A denunciarlo è Rete 29 aprile. Ricercatori universitari, commentando le ipotesi sulle misure della manovra finanziaria. Misure giudicate «inaccettabili». Se confermate i ricercatori sono pronti al blocco immediato di esami, lezioni, sessioni di laurea. Secondo la Rete, i più colpiti saranno i ricercatori giovani. La manovra, segnala la Rete, confermerebbe il prolungamento del blocco del turn over nelle assunzioni nella pubblica amministrazione fino a tutto il 2014. Se così fosse, per l'università, quindi, nella prospettiva dell'uscita dai ruoli di circa 18.000 unità nei prossimi cinque anni, sarà semplicemente impossibile garantire gli stessi livelli di servizio e di offerta formativa. Inoltre, in base all'art.94 del testo provvisorio della manovra, i tagli al fondo di finanziamento ordinario dell'università verrebbero prolungati nel tempo, arrivando al 2015, prevedendo tagli per circa 860 milioni di euro. Le progressioni degli stipendi dei ricercatori, compresi quelli assunti da poco e ancora in periodo di 'confermà, cioè di prova che dura tre anni, verrebbero congelate per gli anni 2011, 2012 e 2013 (art. 14), facendo sì che il giovane ricercatore che supererà il giudizio di conferma in uno di questi anni si vedrà decurtata la retribuzione. In cifre, si tratterebbe di 447 euro annui in meno per un ricercatore con due anni di anzianità, di 894 euro annui per un ricercatore con tre anni di anzianità e di ben 1.581 euro annui in meno per un ricercatore con cinque anni di anzianità. I ricercatori più maturi, in servizio da nove anni, avranno un taglio pari a 4.745 euro annui. Drastici tagli in vista anche alle spese per missioni all'estero «rischiando di bloccare del tutto collaborazioni e progetti internazionali».
(fonte leggo.it)