Nel 2010 il il debito italiano si attesterà al 118,4% del Pil. E' la stima tracciata dal Fondo monetario internazionale nel Global Financial Stability Report di ottobre. L'Italia, si legge, è caratterizzata da "un alto livello di debito e ampi stabilizzatori automatici e presenta rischi fiscali elevati". Lo stesso dicasi per la Grecia, il Belgio e l'Olanda. La posizione dell'Italia "è molto meno infelice di altri Paesi" commenta il ministro Tremonti.
"Da noi il debito cresce solo perché è sceso il Pil, non perché abbiamo fatto politiche di spesa" aggiunge il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti."Sistema finanziario tallone d'Achille della ripresa"
Secondo il FMI, poi, "il sistema finanziario resta il tallone d'Achille della ripresa economica" sottolineando come dall'aprile 2010 "i progressi verso la stabilità finanziaria hanno subito un rallentamento". Ciò perché "la ripresa economica procede accompagnata da una sostenuta volatilità del mercato". Tuttavia, "La recente interazione fra i debiti degli stati e i rischi bancari, soprattutto nell'euro aerea, significa - osserva il Fmi - che le autorità politiche non possono allentare gli sforzi per ridurre i rischi di rifinanziamento, rafforzare i bilanci pubblici e quelli privati e riformare le regole".
"Risanamento a medio termine è necessario"
"I rischi posti dal debito sovrano vanno affrontati attraverso strategie credibili di risanamento di medio termine''. ''Se la politica non terrà fede agli impegni di risanamento, o non li accompagnerà alle riforme strutturali necessarie per generare la crescita, le vulnerabilità si faranno più acute".
"Riformare le regole della finanza"
A parere degli economisti del FMI, "nella sfera finanziaria le autorità devono: affrontare i problemi di lunga data del settore bancario e, dove necessario, ricapitalizzare; perseguire una ordinata e coerente riforma globale delle regole".
I rischi di uno shock della crescita per l'Italia
Uno shock alla crescita dell'1% per i Paesi avanzati rispetto alle previsioni di base del Fondo monetario per il periodo 2010-2015 potrebbe avere un impatto significativo sul rapporto debito/Pil di questi Paesi. I Paesi con un debito elevato formatosi prima della crisi globale, si legge, tendono ad essere più colpiti da uno shock di crescita. Si tratta del Giappone e dell'Europa meridionale. In particolare la Grecia e l'Italia mostrano sia un alto livello del debito che ampi stabilizzatori automatici presentando "più alti rischi fiscali". Anche il Belgio e l'Olanda risultano "vulnerabili" dal punto di vista dei bilanci pubblici. Così, "come dimostrato durante le recenti turbolenze - si legge nel rapporto - un aumento improvviso dei rischi sul debito sovrano può compromettere l'accesso al mercato primario creando pressioni destabilizzanti per il settore bancario e aumentando le possibilità di una spirale negativa per l'economia reale".
Deficit in calo nelle economie avanzate
Nonostante le politiche di consolidamento fiscale e le attese di una riduzione del deficit nei Paesi avanzati, il Fondo stima un aumento nel rosso dei bilanci pubblici quest'anno in molte delle principali economie. "In media è previsto un calo del deficit dal 9% del Pil nel 2009 all'8,25% nel 2010 - dice il Fondo - ma ciò è dovuto soprattutto al minor supporto fornito al settore finanziario Usa. Se si esclude questo fattore, il deficit risulta in media in lieve salita".
Ecco le previsioni 2010 del debito dei singoli Paesi:
PAESE DEBITO-PIL 2010
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Australia 21,9%
Austria 70,0%
Belgio 100,2%
Canada 81,7%
Rep. Ceca 40,1%
Danimarca 44,2%
Finlandia 50,0%
Francia 84,2%
Germania 75,3%
Grecia 130,2%
Irlanda 93,6%
Italia 118,4%
Giappone 225,9%
Corea 32,1%
Olanda 66,0%
Nuova Zelanda 31,0%
Norvegia 54,3%
Portogallo 83,1%
Regno Unito 76,7%
Slovacchia 41,8%
Slovenia 34,5%
Spagna 63,5%
Svezia 41,7%
Stati Uniti 92,7%
(fonte tgcom.it)