Doppio scalino in arrivo per i lavoratori che vogliono andare in pensione: dal prossimo gennaio per ottenere l'assegno bisognera' aver compiuto almeno 61 anni. Dal 2011 infatti entreranno in vigore sia le nuove regole per l'accesso alla pensione di anzianita' previste dalla riforma del 2007 (l'eta' minima per uscire passa da 59 a 60 anni per i lavoratori dipendenti a fronte di almeno 36 anni di contributi) sia quelle sulle finestre per l'uscita previste dalla manovra di luglio. Si devono ora aspettare almeno 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti, sia di anzianita' sia di vecchiaia. In base al provvedimento di questa estate a partire dal 2011 i lavoratori dipendenti conseguiranno il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico di anzianità e vecchiaia dopo 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi.
Chi quindi li matura a 60 anni (avendo raggiunto già il monte contributivo) potrà ricevere la pensione solo raggiunti i 61. Per i lavoratori autonomi l'età per la pensione di anzianità si alza ancora visto che ai 61 anni come età minima per l'uscita si aggiungono 18 mesi di attesa della finestra mobile (arrivando a 62 e mezzo). Gli uomini che non hanno i requisiti contributivi per l'anzianità e devono aspettare l'età di vecchiaia (65 anni) usciranno quindi a 66 (i dipendenti mentre per gli autonomi ce ne vorranno 66 e mezzo).
Le nuove regole di fatto cancellano la pensione di anzianità per le donne lavoratrici del settore privato che potranno uscire dal lavoro dopo i 60 anni, età già prevista per la pensione di vecchiaia. Diversa la situazione invece per le impiegate nel pubblico che hanno un requisito anagrafico per il 2011 per la vecchiaia di 61 anni (65 dal 2012). Per loro sarà ancora possibile l'uscita anticipata per anzianità con 60 anni di età e 36 di contributi. Ad entrambe le categorie comunque si applica la finestra mobile e quindi un anno di attesa una volta raggiunti i requisiti anagrafici e contributivi.
Sarà comunque possibile avere la pensione di anzianità, indipendentemente dall'età con almeno 40 anni di contributi ma a questi andranno comunque aggiunti i 12 mesi di attesa della finestra mobile (e diventeranno quindi 41). Se già quest'anno l'età media di collocamento a riposo (tra vecchiaia che prevede per gli uomini almeno 65 anni e anzianità, donne e uomini) è di poco più di 61 anni già dall'anno prossimo la media supererà i 62 avvicinandosi a 63. Le norme sull'uscita mobile non riguardano i lavoratori che maturano i requisiti entro dicembre 2010 e quindi potranno andare in pensione di anzianità l'anno prossimo con le "vecchie" finestre (gennaio e luglio) e con i requisiti validi per quest'anno (quota 95 con 59 anni di età minima a fronte di 36 di contributi per i dipendenti, 60 e quota 96 per gli autonomi).
CAMUSSO: "DANNO AL SISTEMA" «Provvedimenti fatti in questo modo sono un danno per il sistema, non un vantaggio». Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, commenta l'innalzamento dal 2011 dell'età per avere l'assegno pensionistico. «In qualche caso, come per molti uomini, non vuol dire 61 anni, ma 66 anni - dice Camusso all'Ansa a margine di un convegno su 'Terrorismo e fabbrichè a Sesto San Giovanni (Milano) - ed è ovvio che ci sia un boom di richieste nel 2010: chi ha maturato i diritti giustamente cerca di ottenere il prima possibile l'assegno di pensione». Secondo il segretario generale della Cgil, «bisogna smetterla di fare pasticci sulle pensioni: togliamo la norma dei 12 mesi in più e variamo un sistema nel quale le persone siano libere di decidere, ovviamente in un 'rangè nel quale vi sia una flessibilità di rendimento» dell'assegno di pensione in base al tempo lavorato.
INPS, VOLANO ANZIANITA', IN 10 MESI +54% - Boom delle pensioni di anzianità nei primi dieci mesi del 2010: tra gennaio e ottobre le uscite anticipate rispetto all'età di vecchiaia sono state 155.440 a fronte delle 100.880 pensioni effettivamente liquidate nell'intero 2009. Il dato - sottolinea il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua in un colloquio con l'ANSA - risente del forte calo per le pensioni di anzianità registrato nel 2009 ed è dovuto alla maturazione dei requisiti per l'uscita dal lavoro di una parte rilevante di persone "bloccate" dall'aumento dello scalino a luglio del 2009 (da 58 a 59 anni). Nel 2011 - avverte - ci si attende un nuovo calo con uscite per anzianità sotto le 100.000 unità. La gran parte delle uscite per anzianità del 2010 è dovuta ai lavoratori dipendenti (97.559 a fronte delle 56.963 pensioni liquidate nell'intero 2009 con un aumento del 71%). L'aumento consistente delle pensioni di anzianità nel 2010 era atteso dall'Istituto. Sulla base delle previsioni le pensioni liquidate nei primi 10 mesi avrebbero dovuto essere 160.300, 4.860 in più rispetto a quelle effettivamente liquidate. Si è registrato uno scostamento nelle previsioni soprattutto nel fondo lavoratori dipendenti con un numero di assegni molto superiore a quello atteso 97.559 contro le 76.800 attese) mentre nelle altre gestioni le cose sono andate meglio delle previsioni. "Il dato del 2010 - spiega Mastrapasqua - non è comparabile con quello del 2009 per l'effetto scalino". L'Istituto - ha aggiunto - si aspetta sulla base delle regole che entreranno in vigore dal primo gennaio sull'aumento dell'età per la pensione di anzianità e sulla finestra mobile "una contrazione consistente delle uscite. L'anno prossimo - ha detto - si potrebbe scendere sotto le 100.000 pensioni di anzianita". Nel fondo dei coltivatori diretti le pensioni liquidate nei primi dieci mesi sono state 11.243 (in aumento rispetto alle 9.943 dell'intero 2009 ma meno delle 18.900 previste) mentre nel fondo artigiani le pensioni di anzianità sono state 28.676, in aumento rispetto alle 22.035 dell'intero 2009 ma meno delle 39.200 attese. Nel fondo commercianti sono state liquidate tra gennaio e ottobre 17.962 pensioni, in aumento rispetto alle 11.939 dell'intero 2009 ma in calo rispetto alle 25.400 attese.
(fonte leggo.it)