Anche l'Opec sui massimi del 2008
Prosegue rafforzandosi l'impennata dei prezzi petroliferi, innescata dall'escalation di tensioni nei paesi arabi e in Libia, uno dei maggiori produttori africani di oro nero. Dopo Brent e Wti anche il paniere Opec torna a livelli del 2008 toccando quota 100,59 dollari. L'organizzazione dei paesi produttori si è detta "pronta a intervenire". L'impennata del Brent è proseguita sui mercati asiatici e ora viaggia sopra i 107 dollari/barile.
A Londra, infatti, il barile di Brent, la qualità di greggio maggiormente legata in questo periodo alla situazione internazionale, ha segnato ulteriori aumenti stamattina a 107,5 dollari, 1,78 dollari in più rispetto a lunedì.
A New York gli scambi ordinari sono rimasti fermi ieri per una festività, ma sono proseguiti sulle piattaforme elettroniche e i futures in prima consegna ormai hanno accumulato un rialzo di 7,82 dollari rispetto alla chiusura di venerdì scorso, con il barile di West Texas Intermediate a 94,02 dollari.
L'impennata dell'oro nero - che deriva da timori di problemi alle forniture che finora però non si sono ancora chiaramente evidenziati - si è fatta già sentire in negativo su uno dei comparti maggiormente esposti ai costi dei carburanti: il trasporto aereo: stamattina a Parigi le azioni Air France segnano un meno 4,11 per cento a 11,66 euro, a Londra le azioni Iag, che racchiudono Bristish Airways e Iberia, cedono il 5,40 per cento a 234,10 pence, a Francoforte Lufthansa cala del 2,45 per cento a 14,93 euro.
Intanto il prezzo medio di riferimento dell'Opec sul barile di greggio sale ai massimi da due anni, una media ponderata che ora supera quota 100 ollari. Dopo i balzi di ieri invece arretra un altro bene rifugio tradizionale, l'oro, che però non vede la produzione compromessa dal quadro, a quota 1396,50 dollari l'ocnia, ieri aveva superato quota 1.400. Si rafforza la valuta statunitense e l'euro stamattina cala a 1,3568 dollari.
(fonte tgcom.it)