Il rush parlamentare ha blindato i conti pubblici per i prossimi quattro anni. Ma il cantiere non chiude. Anzi l'accelerazione parlamentare da una spinta anche alla messa a punto dei capitoli ancora aperti. Si parte con il fisco. Già martedì è previsto un nuovo incontro della commissione che sta esaminando le 483 forme di agevolazione fiscale e assistenziale. È un lavoro cruciale, che certo finirà dopo l'estate, per selezionare gli «sconti» da eliminare evitando così la rasoiata orizzontale che dal 2013 ridurrà tutte le agevolazioni del 5% e poi, l'anno successivo, del 20%. Ma non è l'unico capitolo aperto. È atteso in parlamento l'arrivo del ddl di riforma fiscale - quello con le tre aliquote Irpef al 20, 30 e 40% - ma soprattutto il disegno di legge che dovrà inserire nella Costituzione l'obbligo del pareggio di bilancio. C'è poi l'avvio dei lavori tecnici sui tagli di spesa, ora che archiviati i tagli lineari, si è passati alla filosofia della spending rewiev, cioè delle scelte di taglio selettive.
SCONTI FISCO, PER EVITARE TAGLIO 5-20%: Chiusa la manovra parte ora la corsa per mettere a punto una strategia di scelta sulle agevolazioni fiscali e assistenziali che vanno tagliate. Il tavolo di lavoro della riforma, guidato da Vieri Ceriani di Banitalia, tornerà a riunirsi martedì. Impossibile che riesca a terminare il lavoro di classificazione degli sconti, ma certo l'accelerazione impressa alla manovra, con l'avallo istituzionale della presidenza della Repubblica, avrà un impulso anche sul tavolo. Per ora i 483 sconti vengono classificati in 11 diverse tipologie. Il lavoro tecnico terminerà probabilmente a settembre. Poi spetterà alla politica scegliere dove tagliare e se, per raggiungere i risultati programmati, è possibile tener fuori dalle riduzioni le grandi poste rappresentate dagli sgravi sul lavoro e sulla famiglia. Ma la posta in gioco è proprio questa: salvaguardia delle agevolazioni per famiglia e lavoro.
PAREGGIO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE: Il ddl costituzionale potrebbe arrivare prestissimo. Anche perchè per modificare la nostra Carta è necessario un doppio passaggio a Camera e Senato con un periodo intermedio, definito tecnicamente «di raffreddamento», di 3 mesi. La volontà di arrivare a costituzionalizzare il pareggio di bilancio è stata espressa chiaramente dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti durante il dibattito sulla manovra al Senato. Sarebbe un rafforzamento dell'articolo 81 della costituzione che prevede l'obbligo di copertura per tutti i provvedimenti di legge. La Germania ha già inserito il principio nella sua costituzione mentre in Francia Sarkozy ha presentato una proposta analoga sulla quale infuria il dibattito e che Tremonti ha esaminato con attenzione la scorsa settimana.
DA TAGLI LINEARI A TAGLI SELETTIVI: La manovra non poggia solo su maggiori tasse. Un capitolo importante è rappresentato dai tagli alle spese, anche se con un nuovo approccio, quello della spending review: si è passati cioè dai tagli lineari a quelli selettivi. La manovra-lampo, però, ha per ora indicato solo l'entità dei tagli. Parte così il lavoro concreto di «cesello» nel quale ogni amministrazione dovrà scegliere, all'interno delle proprie poste di spesa, quelle da contrarre e quelle che invece vanno alimentate. I tavoli dovranno partire subito perchè l'operazione dovrà essere conclusa entro gennaio, quando partiranno i tagli con «spending review». Ma - suggeriscono gli esperti dei dossier elaborati sulla manovra - il criterio di scelta selettiva potrà essere applicato già da subito anche all'ulteriore taglio di 2,4 miliardi che è scattato per l'allungamento dei tempi della gara per le frequenze radio elettriche.
NIENTE TAGLI ALLA POLITICA Più che taglio una sforbiciatina. La manovra - che introduce nuovi balzelli, pesa sulle pensioni, blocca gli stipendi dei travet e riduce l'agibilità finanziaria degli enti locali - apre proprio con i tagli ai costi alla politica. Impossibile non tentare un parallelo con alcune delle denunce del «precario anti casta» che sul suo blog pubblica notizie su retribuzioni e auto blu.
RETRIBUZIONI PARLAMENTARI E GRAND COMMIS: È previsto dal primo articolo della manovra ma scatterà solo con la prossima legislatura. Nel passaggio parlamentare, poi, la riduzione si è alleggerita. Il decreto prevedeva inizialmente che il trattamento di titolari di cariche elettive, ma anche di vertici di enti e istituzioni, non potesse superare la media degli analoghi trattamenti economici percepiti da titolari di cariche degli altri Stati dell'area dell'euro. La modifica introdotta al Senato, invece, precisa la media va rapportata ai sei principali paesi dell'area euro. Basta guardare una delle tabelle pubblicate sul sito di Spidertruman, il precario anti-casta, per capire. I Paesi che pagano meno i propri parlamentari sono in maggioranza quelli più piccoli: come Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Estonia, Repubblica Ceca, Slovacchia. Averli tolti di mezzo - è stato calcolato - riduce di 12.000 euro il taglio.
UTILITARIE BLU, MA QUANDO SI CAMBIANO: Arriva il tetto alla cilindrata delle auto-blu che non potranno superare la cilindrata di 1.600 («non si distingue però il tipo di alimentazione», è scritto nella relazione del servizio studi del Senato). Ma, viene specificato, le auto attualmente in servizio possono essere utilizzate ancora, anche se di cilindrata superiore, fino alla loro dismissione o rottamazione. I tempi, insomma, si dilatano. Ma soprattutto non si mette argine ai trucchetti rivelati dall'Assange di Montecitorio, per far accompagnare la moglie a fare la spesa con l'auto di servizio.
AEREI BLU, MA CHI AUTORIZZA?: La manovra stabilisce che i voli di Stato devono essere limitati al Presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Corte Costituzionale. «Eccezioni a questa regole devono essere specificatamente autorizzate», è scritto nella manovra. Annota il Servizio Studi del Senato:«il testo non chiarisce chi è il soggetto competente ad autorizzare il ricorso a Voli di stato per i soggetti diversi da quelli elencati».
BENEFIT PER EX TITOLARI CARICHE: Viene introdotto il divieto di attribuire una serie di benefici - l'immobile di servizio, ma anche mezzi di trasporto o apparati di comunicazione - a tutti i soggetti che, in passato, abbiano rivestito incarichi o cariche pubbliche elettive o per nomine. L'unica eccezione per gli ex presidenti della Repubblica.
TAGLI A FINANZIAMENTO DEI PARTITI POLITICI: È prevista una ulteriore riduzione del 10% rispetto a quanto previsto in passato, portando così la riduzione complessiva al 30%. Ma anche in questo caso la novità decorre a partire «dal primo rinnovo del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Parlamento europeo e dei Consigli regionali».
(fonte leggo.it)