giovedì 27 gennaio 2011

Tassa soggiorno, hotel protestano

Minacciata la chiusura il 17 marzo

I vertici di Federalberghi-Confturismo minacciano la chiusura dei 34mila alberghi italiani il giorno 17 marzo per protestare contro l'introduzione della tassa di soggiorno. Le associazioni hanno proclamato da subito lo stato di agitazione annunciando che se la "sciagurata ipotesi vessatoria nei confronti dei consumatori italiani e stranieri" fosse confermata, gli hotel saranno invitati a non ricevere prenotazioni il 17 marzo, festa dell'Unità d'Italia.

Quel giorno, nel quale si prevede come oltre 2 milioni di turisti tra italiani e stranieri pernotteranno nelle strutture alberghiere di tutta Italia, il mancato introito economico potrebbe portare l'erario a perdere tra tassazioni dirette ed indirette circa 100 milioni di euro.

Oltre allo "sciopero" del 17 marzo, la Federazione "ha anche deciso ulteriori ed estreme forme di protesta ed iniziative di piazza se la Commissione bicamerale sul federalismo non batterà un colpo a favore di quelle imprese che quotidianamente sostengono l'economia e l'occupazione di questo Paese".

"Dopo due anni consecutivi di gravissima crisi economica - sottoline Federalberghi - le imprese ricettive italiane dichiarano uno stato di enorme difficoltà e pur mantenendo una disponibilità a discutere forme fiscali strutturate, pretendono dal Governo e dal Parlamento quella attenzione che finora non hanno avuto modo di vedere".

"Colpo mortale alle imprese"
"Quella che sembra prendere quota, è semplicemente una nuova tassa su chi viaggia e pernotta fuori casa non solo per vacanza, ma anche per lavoro o per motivi di salute" ha commentato il presidente di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca, sulla tassa di soggiorno inserita nelle misure del federalismo fiscale municipale. "Una tassa del genere, richiesta dai Comuni e favorita dal Governo - prosegue Bocca - rischia di servire solo a ripianare le languenti casse municipali e potrebbe inferire il colpo mortale a migliaia di imprese ricettive dopo due anni di crisi drammatica". "Una tassa del genere - prosegue il presidente degli Albergatori italiani - colpisce unicamente le imprese ricettive, creando ulteriori danni all'economia del Paese ed all'occupazione, che nel solo 2010 ha subito una flessione del 2,4% di lavoratori.

Federalberghi condivide la necessità che il Paese si modernizzi e ritiene l'avvento del federalismo fiscale un passaggio fondamentale, ma "non possiamo non stigmatizzare come la strada imboccata dal governo e dalla Bicamerale sul federalismo sia un angusto vicolo cieco, contro il quale rischia di andare a sbattere uno dei pochi settori realmente produttivi dell'Italia" conclude Bocca.

(fonte tgcom.it)