giovedì 14 ottobre 2010

FINANZIARIA, OK CDM. TREMONTI: "DA OGGI FASE DELLO SVILUPPO"

Via libera dal Consiglio dei Ministri alla legge di stabilità, la vecchia finanziaria. La riunione è durata circa mezz'ora. Il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla Finanziaria ha svolto una «discussione responsabile». Lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti in conferenza stampa a Palazzo Chigi. «Tra i ministri - ha aggiunto - c'è stata massima condivisione». «Finita la legge di stabilità, lanciamo la politica dello sviluppo - ha detto Tremonti - Da oggi possiamo formalmente avviare la seconda fase, quella dello sviluppo, dopo la fase della stabilità di bilancio». «Era impossibile presentare un provvedimento di sviluppo che non avesse la base della stabilità - ha aggiunto il ministro - Sarebbe stato non positivo e superficiale da parte del Governo. Il nostro impegno è per la stabilità e lo sviluppo. Il presupposto per lo sviluppo può essere solo la stabilità. Oggi abbiamo pensato alla stabilità, da domani lavoriamo sullo sviluppo».
«Avanziamo sulla strada dell'Europa». Lo ha detto Giulio Tremonti nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l'approvazione della legge di stabilità. «Il protocollo dell'Europa ha la stabilità come base dello sviluppo - ha aggiunto - e oggi il cdm ha approvato il disegno di legge sulla stabilità con il bilancio dello Stato».
La legge di stabilità «è stata approvata in un tempo rapidissimo, con la giusta discussione, all'unanimità. Il governo ha posto l'ipotesi di fiducia». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
«Questo documento riflette la contabilità in atto. Non opera e non introduce varianti rispetto a ciò che è stato deciso al luglio. Se ci saranno aggiustamenti, come sempre saranno gestiti con il provvedimento di fine anno». Lo ha affermato il ministro del'Economia Giulio Tremonti durante la conferenza stampa che ha fatto seguito all'approvazione della Legge di stabilità da parte del Consiglio dei ministri.
Le richieste arrivate al ministro dell'Economia Giulio Tremonti per la messa a punto della Finanziaria approvata dal Cdm erano «tutte fondate». Lo ha detto lo stesso ministro spiegando però che il problema è «l'equilibrio». «Non c'è stata una richiesta che non fosse fondata - dice Tremonti - ma il problema è la sintesi complessiva e l'equilibrio tra le varie richieste tutte meritevoli».

BERSANI: CONTI NON SONO A POSTO «Mancano 5 miliardi di entrate, non so che scelte Tremonti si appresta a fare ma i conti non sono a posto. Senza una vera riforma fiscale ed un meccanismo di controllo della spesa pubblica non andiamo da nessuna parte». Così il leader Pd Pier Luigi Bersani critica la situazione della finanza pubblica. «La realtà è che - afferma Bersani - così rischiamo di avvitarci in una spirale di stagnazione perchè i tagli portano a meno investimenti e meno investimenti provocano i tagli all'occupazione. Senza contare che i tagli agli enti locali e alle Regioni devono ancora produrre gli effetti sui servizi. I nodi arrivano al pettine».

RUTELLI: PAESE DEVE CRESCERE «Non abbiamo idea di cosa proporrà il Governo in materia di tagli. Le anticipazioni dicono di una ennesima situazione di stallo, cioè di un Governo che si limita a tenere tutto bloccato, mentre l'esigenza del Paese è la crescita economica». Lo ha detto a Lamezia Terme il leader dell'Api, Francesco Rutelli. «Servono, dunque - ha aggiunto - riforme e provvedimenti coraggiosi per rimettere in moto l'economia e l'occupazione. Domani noi intendiamo presentare, e lo faremo a Montecitorio, la nostra proposta alternativa sulla crescita economica che diventa un documento parlamentare su cui sfidiamo, in base ad una ventina di proposte molto concrete, sia la maggioranza che l'opposizione. Perchè, se si confermasse che Tremonti blocca tutto, ed impedisce in particolare la riforma dell'Università perchè taglia completamente le risorse, si confermerebbe quello che è un dramma dell'attuale Governo: un Governo, cioè, che non sa scegliere i settori su cui investire». «Siamo anche noi pronti, e lo diremo nel nostro documento parlamentare - ha detto ancora Rutelli - a ridurre il perimetro della spesa pubblica, ma in modo selettivo: dove ci sono sprechi e dove è possibile fare dei risparmi virtuosi. I maggiori Paesi europei, Germania in testa, ci insegnano che ci sono settori sui quali, invece, bisogna investire in un momento di crisi e questa è la nostra sfida. Sono i settori della conoscenza, dell'Università, della ricerca, della cultura, della scuola, della formazione, dell'innovazione tecnologica. Se l'Italia taglia tutto alla stessa maniera, e questa finora è la linea di Tremonti, va dritta dal declino attuale al disastro».

ALLARME TAGLI Giulio Tremonti assicura che la finanziaria sarà «totalmente tabellare», ossia sarà un mero degli effetti finanziari della manovra contenuta nel decreto varato a luglio. Ma nella serata di ieri è scattato l'allarme fra alcuni ministri che nelle carte leggono nuovi tagli ai rispettivi budget. Con il dl approvato prima dell'estate tutti i dicasteri hanno infatti subito un taglio 'lineare' del 10%. Una situazione che ha portato, ad esempio, al primo sciopero dei diplomatici e a diverse proteste di alcune categorie colpite dalle riduzioni di spesa. Ma ieri il tema è tornato prepotentemente in primo piano.
Durante il pre-Consiglio, la riunione in cui i tecnici esaminano le misure che finiscono sul tavolo del Cdm, le tabelle illustrate dal rappresentante del Tesoro hanno destato non poche preoccupazioni. Almeno in alcuni alti funzionari ministeriali. Non tutti, visto che altri, forse perchè avevano già calcolato gli effetti del decreto di luglio, non si sono sorpresi per gli effetti della manovra. Resta il fatto che alcuni titolari hanno letto nelle carte presentate dagli uomini di Tremonti ulteriori contrazioni di spesa. Tanto che alcuni ministri sono già sul piede di guerra e minacciano battaglia. Malumori che devono essere arrivati anche a palazzo Chigi, se è vero che - come riferiscono fonti governative - prima del Cdm si doveva tenere una riunione tesa proprio a risolvere gli eventuali polemiche interne al governo.

(fonte leggo.it)