Effetto referendum a Piazza Affari, con il no al nucleare che spinge un pò tutti i titoli legati alle energie rinnovabili e le utility. Tra le società a maggior capitalizzazione avanzano A2A (+1,63%) ed Enel Green Power (+1,41%), ma nel resto del listino c'è una folta truppa di titoli a mettere le ali, con anche alcuni stop al rialzo in corso d'opera. K.R.Energy, holding di partecipazioni in produttori di energia da fonti rinnovabili, guadagna infatti il 15,62%, ErgyCapital, investment company specializzata nell'energia 'green, il 14,24%, mentre Kerself, che opera nel campo degli impianti fotovoltaici e solari, segna un balzo del 14,04%. Fra gli altri gruppi attivi nel comparto delle fonti rinnovabili, Pramac sale dell'11,93%, mentre Eems è in rialzo del 7,84%. Falk Renewable guadagna l'1,51%, Kinexia il 2,24%, TerniEnergia avanza del 3,31%, Alerion del 3,16%, Maire Tecnimont termina in crescita del 4,13%.
Tra le ex municipalizzate , Acea lascia l'1,08%, Acegas Aps l'1,43%, Acsm-Agam termina al palo (-0,09%), Ascopiave cede lo 0,58%. Tra le società potenzialmente influenzate invece dal referendum sull'affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali, Biancamano (gestione rifiuti) ha escluso impatti sul piano industriale o sulle strategie di crescita, chiudendo quindi in rialzo del 3,24%. Nei servizi idrici, Acque Potabili cede il 6,06%. «L'esito del referendum - afferma l'A.d di Falk Renewable Piero Manzoni - conferma il trend già in atto in Europa, soprattutto in Germania, Svizzera, Uk e altri. Il prossimo passo è ripensare la suddivisione fissata in passato (50% combustibili fossili, 25% nucleare, 25% rinnovabili) e riposizionare il 25 percento destinato al nucleare alle fonti rinnovabili e all'efficienza. Il compito di Falck Renewables è quello di migliorare le attuali soluzioni rendendole più competitive e innovative spingendo sulla ricerca e sviluppo e facendo sì che le energie rinnovabili diventino la vera soluzione per non danneggiare il pianeta per le generazioni che verranno».
(fonte leggo.it)